ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 9 settembre 2018

“Secreta continere”

LA CACCIA A VIGANÒ È APERTA. C’È UN ORDINE DI SERVIZIO DEL VATICANO, SCRIVE CHURCH MILITANT.COM.

Mentre quotidianamente aumenta il numero dei vescovi, in particolare negli Stati Uniti, che chiedono al Pontefice regnante di dire una parola chiara sulla testimonianza dell’arcivescovo Viganò; e mentre – inspiegabilmente – non ha ancora avuto risposta la richiesta di udienza del presidente della Conferenza Episcopale USA, card. Di Nardo, Church Militant, un sito di cattolici Usa molto attivo e documentato ha scritto che è cominciata la caccia all’ex Nunzio da parte degli agenti della sicurezza della Santa Sede.

Chi è interessato all’articolo può leggerlo QUI. Church Militant è particolarmente attiva in questo periodo, ed è a questo sito che si deve la denuncia dell’esistenza di una “pipeline” dalla Colombia agli Stati Uniti per importare sacerdoti rifiutati dai seminari del Paese perché omosessuali. Una connection che aveva il suo terminale a Newark, la sede di McCarrick.

Vediamo che cosa scrive Church Militant.

“ Secondo fonti all’interno del Vaticano, la Segreteria di Stato della Santa Sede — sotto la direzione del cardinale Pietro Parolin — ha comunicato un’istruzione ai propri servizi di sicurezza interna ed esterna per utilizzare le proprie “risorse di intelligence” per individuare il luogo fisico in cui si trova l’arcivescovo Viganò. Questa richiesta è stata comunicata non solo al fine di prevenire ulteriori danni imprevedibili per l’immagine di Papa Francesco e la Santa Sede sulla scena mondiale, ma anche per ‘preparare il terreno’ per la prosecuzione dell’ex Nunzio per presunti crimini più contro la legge del Vaticano e della Chiesa.

L’urgenza con cui si ricerca il luogo fisico in cui si trova l’arcivescovo Viganò è tanto più palpabile poiché, secondo il canone 1507 del codice di diritto canonico e altre norme procedurali e penali della Santa Sede e dello stato della città del Vaticano, l’arcivescovo Viganò non può essere perseguito e tantomeno punito a meno che prima non gli sia data la possibilità di essere ufficialmente notificato per iscritto dei crimini specifici canonici che è sospettato di aver commesso, in modo da avere la possibilità di difendersi contro di essi.

Come ha segnalato il prof. Roberto de Mattei (Corrispondenza Romana, 5 settembre), le accuse devono essere redatte in un libello accusatorius (denuncia penale canonica) per avere Viganò presumibilmente commesso spergiuro per aver forme di segreto di Stato in violazione  dell’istruzione “Secreta continere” sul segreto pontificio, emessa il 4 febbraio 1974 da John Cardinale Villot, Segretario di Stato di il Vaticano.

Le norme specifiche di Secreta, che potrebbero essere  toccate, includono:

Art. I-4 presunta divulgazione delle denunce extragiudiziali ricevuto da lui durante il suo servizio della Santa sede per quanto riguarda i reati contro la fede e morale e il sacramento della penitenza e il processo e la decisione relativi al trattamento di queste denunce per quanto riguarda Theodore McCarrick e altri religiosi a cui fa riferimento Viganò nella sua testimonianza e negli articoli di giornalisti ai quali l’arcivescovo è sospettato di avere diffuso le informazioni classificate;

Art. I-7 presunta diffusione di segreti del Vaticano conosciuti in virtù del suo ufficio relativi alle nomine dei Vescovi, in particolare per quanto riguarda la nomina di Cdl. Blase Cupich come arcivescovo di Chicago, Illinois;

Art. I-9 presunta divulgazione dell’ordine elettronicamente crittografato trasmesso dalla Segreteria di Stato all’arcivescovo Viganò per quanto riguarda la nomina di BP. Robert McElroy presso la sede di San Diego, California;

Art. I-10 per la sua violazione di “business o questioni che sono così gravi in natura che sono vincolate al segreto pontificio dal Sommo Pontefice o un cardinale del Dicastero interessato.”

Le notizie del Vaticano sull’uso delle sue vaste risorse internazionali per rintracciare e perseguire l’arcivescovo Viganò sono coerenti con le sue affermazioni a Aldo Maria Valli nel loro ultimo incontro: che Viganò “aveva acquistato un biglietto aereo,” che era “in viaggio all’estero”.

Fin qui Church Militant. A questa ricostruzione così precisa possiamo aggiungere alcuni dettagli. Quando, mercoledì 22 agosto l’arcivescovo Carlo Maria Viganò stava per lasciare la mia abitazione, dove avevamo riletto la testimonianza da lui preparata, e avevamo concordato la data di pubblicazione, (domenica, per dare tempo a spagnoli e inglesi di tradurre il testo), in maniera molto naturale gli chiesi: “E adesso dove se andrà, eccellenza?”. Mi rispose: “Non glielo dico, così quando glielo chiederanno non sarà obbligato a dire una bugia”. L’impressione che ricevetti è che sarebbe partito per l’estero. E anche questo sarebbe ragionevole. Il comandante dei Servizi di Sicurezza della Santa Sede, il generale Domenico Giani, proviene dai servizi italiani. È ben probabile che abbia rapporti con essi sia per ragioni d’ufficio che personali. Ed è quindi chiaro che una ricerca dell’arcivescovo sarebbe più agevole sul territorio italiano che altrove. Mons. Viganò mi disse che avrebbe spento il suo cellulare. E anche questo è ragionevole. Più volte abbiamo scritto, in base a informazioni di ottima fonte, che i telefoni e i servizi internet in Vaticano sono sotto controllo. Un controllo che – a quanto ci è stato detto – si estende anche ai cellulari di cui la Santa Sede è titolare, e forse anche a un raggio più ampio. Ora grazie al cellulare la localizzazione di una persona è cosa semplice. E la misura di precauzione primordiale è quella di spegnerlo. Fra l’altro, non dimentichiamo che mons. Viganò è stato Segretario dello Stato della Città del Vaticano, e che di conseguenza ha lavorato a stretto contatto con i Servizi di Sicurezza della Santa Sede (e ha esperienza del loro modus operandi), e con il generale Giani.

Vi rimandiamo qui a un articolo di oggi de la Nuova Bussola Quotidiana, in cui si da conto delle prese di posizione di molti giornali e commentatori, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dall’Australia alla Germania, sul silenzio del Pontefice regnante e sul suo rifiuto di rispondere alla domanda posta implicitamente dalla testimonianza VIganò. E Cioè: è stato informato nel 2013 su chi era e che cosa faceva McCarrick, e se sì: perché lo ha usato come suo consigliere speciale per le nomine di vescovi e cardinali, abolendo di fatto le sanzioni imposte da Benedetto?
Qui sotto ci sono un paio di foto che danno un’idea del tono dei commenti. A cui fa riscontro l’incredibile silenzio dei media italiani.

Marco Tosatti
9 settembre 2018 Pubblicato da  5 Commenti --

http://www.marcotosatti.com/2018/09/09/la-caccia-a-vigano-e-aperta-ce-un-ordine-di-servizio-del-vaticano-scrive-church-militant-com/
ABUSI SESSUALI
McCarrick, una lettera conferma le accuse di Viganò

Una lettera del 2006 firmata dall'allora Sostituto della segreteria di Stato Leonardo Sandri, conferma che dal 2000 il Vaticano era informato degli abusi del cardinale McCarrick sui seminaristi. È una conferma delle circostanze raccontate nel suo memoriale da monsignor Viganò. Molte domande ora attendono una risposta.



- «QUELLO DEL PAPA NON È IL SILENZIO DI GESÙ», di Marco Tosatti

Dal 2000 il Vaticano sapeva delle accuse rivolte all’allora arcivescovo McCarrick, lo prova una lettera firmata nel 2006 dall’allora Sostituto alla Segreteria di Stato Leonardo Sandri, oggi cardinale e Prefetto delle Chiese Orientali. Quindi il Vaticano sapeva, esattamente come ha scritto l’ex nunzio Carlo Mario Viganò nel suo memoriale pubblicato lo scorso 26 agosto.

Il padre domenicano Boniface Ramsey, che ha insegnato dal 1986 al 1996 nel seminario dell’Immacolata Concezione di Newark, il 22 novembre 2000 scrisse una lettera su richiesta dell’allora nunzio negli Stati Uniti Gabriel Montalvo per affermare che era voce ricorrente in seminario che l’arcivescovo “shared his bed with seminarians” (condivideva il letto con i seminaristi). La passione di McCarrick per i seminaristi, dice oggi Ramsey al Catholic news service, era l’oggetto di quella lettera: «Mi lamentavo per le relazioni di McCarrick con i seminaristi e per tutto l’affare di dormire con i seminaristi e così via; tutta la questione che ormai tutti sappiamo».

La lettera datata 11 novembre 2006 firmata dal sostituto Sandri (pubblicata sempre su Catholic news service), fu inviata a padre Ramsey e fa riferimento proprio a quella comunicazione del 2000. La Segreteria di Stato chiede a Ramsey notizie su di un prete della diocesi di Newark e che era valutato per una posizione in Vaticano, ma lo fa «con particolare riferimento alle gravi questioni che riguardano alcuni studenti del seminario dell'Immacolata concezione, che nel novembre 2000 aveva portato confidenzialmente all'attenzione dell'allora nunzio apostolico negli Stati Uniti, il defunto arcivescovo Gabriel Montalvo».

Non si parla direttamente di McCarrick e lo stesso padre Ramsey dice oggi che si era spiegato questo fatto  perché le accuse verso il cardinale erano, forse ritenute «troppo sensibili». Ma, aggiunge: «la mia lettera del 22 novembre 2000 era su McCarrick, e non accusava i seminaristi di nulla; accusava McCarrick».

Perciò il 22 novembre 2000, esattamente il giorno dopo la nomina di McCarrick alla guida della diocesi di Washington, la lettera di Ramsey arriva in nunziatura nella capitale Usa e poi viene inviata a Roma in Segreteria di Stato dal nunzio Montalvo. Il cardinale Angelo Sodano è il Segretario di Stato in quel momento.

Negli anni successivi, secondo il memoriale Viganò, arrivarono altre informazioni di accuse in Vaticano. Nel 2006 furono raccolte memorie di un prete della diocesi di Charlotte che accusava McCarrick, e nel dicembre di quell’anno lo stesso Viganò redasse una nota al proposito che venne consegnata ai suoi superiori in segreteria di Stato. Il cardinale Tarcisio Bertone è Segretario di Stato in quel momento.

A questo punto dobbiamo fermarci e lasciare spazio ad alcune domande. Che cosa ne fece il Segretario di stato Sodano di quelle informazioni ricevute nel 2000? Venne informato Giovanni Paolo II? Per queste domande non abbiamo elementi per poter ipotizzare una risposta. E che cosa ne fece poi il Segretario di Stato Bertone? Quando fu informato Benedetto XVI? In questo caso, seguendo il memoriale Viganò, possiamo attestare che tra il 2008 e il 2009 Benedetto XVI comminò delle sanzioni che però erano personali e “segrete”, informali. Sappiamo anche che di fatto queste sanzioni vennero disattese dal McCarrick che continuava le sue attività, forse in tono minore.

Quindi, veniamo all’oggi. Secondo Viganò, Papa Francesco è a conoscenza della situazione almeno dal giugno 2013, quando lo stesso ex nunzio lo incontrò e a domanda riferì di «un dossier grande così su di lui [McCarrick]» presso la congregazione per i vescovi. «Per aver corrotto generazioni di seminaristi».

Nei fatti l’allora cardinale McCarrick dal 2013 aveva ripreso con rinnovata intensità la sua attività di globetrotter internazionale e fundraiser, spesso vantandosi della sua affinità con Francesco. Peraltro, Viganò dice anche che «come Nunzio a Washington, scrissi perciò al Card. Parolin chiedendogli se erano ancora valide le sanzioni comminate a McCarrick da papa Benedetto. Ça va sans dire che la mia lettera non ebbe mai alcuna risposta!». La domanda quindi è la solita: perché si è dovuto attendere il 28 luglio 2018 per accettare le dimissioni dal collegio cardinalizio di colui che generazioni di seminaristi conoscevano come «Zio Ted»?

A queste domande difficili, ve ne sono da aggiungere altre in tono minore ma comunque importanti. Riguardano la Chiesa statunitense. Se il nunzio Montalvo e poi il nunzio Sambi, avevano notizie di queste accuse, chi informarono oltre al Vaticano? Cosa sapeva la conferenza episcopale degli Stati Uniti? Nulla sapeva il vescovo ausiliare di McCarrick a Washingotn, l’oggi cardinale Kevin Farrell? E nulla il suo successore, l’attuale arcivescovo della capitale, cardinale Donald Wuerl?

Una foresta di domande che deve essere diradata, altrimenti il bosco si riempirà di cacciatori di streghe e a quel punto si farà solo di tutta l’erba un fascio.
Sandri, conferma che dal 2000 il Vaticano era informato degli abusi del cardinale McCarrick sui seminaristi. È una conferma delle circostanze raccontate nel suo memoriale da monsignor Viganò. Molte domande ora attendono una risposta.

- «QUELLO DEL PAPA NON È IL SILENZIO DI GESÙ», di Marco Tosatti

Il cardinale McCarrick
Dal 2000 il Vaticano sapeva delle accuse rivolte all’allora arcivescovo McCarrick, lo prova una lettera firmata nel 2006 dall’allora Sostituto alla Segreteria di Stato Leonardo Sandri, oggi cardinale e Prefetto delle Chiese Orientali. Quindi il Vaticano sapeva, esattamente come ha scritto l’ex nunzio Carlo Mario Viganò nel suo memoriale pubblicato lo scorso 26 agosto.

Il padre domenicano Boniface Ramsey, che ha insegnato dal 1986 al 1996 nel seminario dell’Immacolata Concezione di Newark, il 22 novembre 2000 scrisse una lettera su richiesta dell’allora nunzio negli Stati Uniti Gabriel Montalvo per affermare che era voce ricorrente in seminario che l’arcivescovo “shared his bed with seminarians” (condivideva il letto con i seminaristi). La passione di McCarrick per i seminaristi, dice oggi Ramsey al Catholic news service, era l’oggetto di quella lettera: «Mi lamentavo per le relazioni di McCarrick con i seminaristi e per tutto l’affare di dormire con i seminaristi e così via; tutta la questione che ormai tutti sappiamo».

La lettera datata 11 novembre 2006 firmata dal sostituto Sandri (pubblicata sempre su Catholic news service), fu inviata a padre Ramsey e fa riferimento proprio a quella comunicazione del 2000. La Segreteria di Stato chiede a Ramsey notizie su di un prete della diocesi di Newark e che era valutato per una posizione in Vaticano, ma lo fa «con particolare riferimento alle gravi questioni che riguardano alcuni studenti del seminario dell'Immacolata concezione, che nel novembre 2000 aveva portato confidenzialmente all'attenzione dell'allora nunzio apostolico negli Stati Uniti, il defunto arcivescovo Gabriel Montalvo».

Non si parla direttamente di McCarrick e lo stesso padre Ramsey dice oggi che si era spiegato questo fatto  perché le accuse verso il cardinale erano, forse ritenute «troppo sensibili». Ma, aggiunge: «la mia lettera del 22 novembre 2000 era su McCarrick, e non accusava i seminaristi di nulla; accusava McCarrick».

Perciò il 22 novembre 2000, esattamente il giorno dopo la nomina di McCarrick alla guida della diocesi di Washington, la lettera di Ramsey arriva in nunziatura nella capitale Usa e poi viene inviata a Roma in Segreteria di Stato dal nunzio Montalvo. Il cardinale Angelo Sodano è il Segretario di Stato in quel momento.

Negli anni successivi, secondo il memoriale Viganò, arrivarono altre informazioni di accuse in Vaticano. Nel 2006 furono raccolte memorie di un prete della diocesi di Charlotte che accusava McCarrick, e nel dicembre di quell’anno lo stesso Viganò redasse una nota al proposito che venne consegnata ai suoi superiori in segreteria di Stato. Il cardinale Tarcisio Bertone è Segretario di Stato in quel momento.

A questo punto dobbiamo fermarci e lasciare spazio ad alcune domande. Che cosa ne fece il Segretario di stato Sodano di quelle informazioni ricevute nel 2000? Venne informato Giovanni Paolo II? Per queste domande non abbiamo elementi per poter ipotizzare una risposta. E che cosa ne fece poi il Segretario di Stato Bertone? Quando fu informato Benedetto XVI? In questo caso, seguendo il memoriale Viganò, possiamo attestare che tra il 2008 e il 2009 Benedetto XVI comminò delle sanzioni che però erano personali e “segrete”, informali. Sappiamo anche che di fatto queste sanzioni vennero disattese dal McCarrick che continuava le sue attività, forse in tono minore.

Quindi, veniamo all’oggi. Secondo Viganò, Papa Francesco è a conoscenza della situazione almeno dal giugno 2013, quando lo stesso ex nunzio lo incontrò e a domanda riferì di «un dossier grande così su di lui [McCarrick]» presso la congregazione per i vescovi. «Per aver corrotto generazioni di seminaristi».

Nei fatti l’allora cardinale McCarrick dal 2013 aveva ripreso con rinnovata intensità la sua attività di globetrotter internazionale e fundraiser, spesso vantandosi della sua affinità con Francesco. Peraltro, Viganò dice anche che «come Nunzio a Washington, scrissi perciò al Card. Parolin chiedendogli se erano ancora valide le sanzioni comminate a McCarrick da papa Benedetto. Ça va sans dire che la mia lettera non ebbe mai alcuna risposta!». La domanda quindi è la solita: perché si è dovuto attendere il 28 luglio 2018 per accettare le dimissioni dal collegio cardinalizio di colui che generazioni di seminaristi conoscevano come «Zio Ted»?

A queste domande difficili, ve ne sono da aggiungere altre in tono minore ma comunque importanti. Riguardano la Chiesa statunitense. Se il nunzio Montalvo e poi il nunzio Sambi, avevano notizie di queste accuse, chi informarono oltre al Vaticano? Cosa sapeva la conferenza episcopale degli Stati Uniti? Nulla sapeva il vescovo ausiliare di McCarrick a Washingotn, l’oggi cardinale Kevin Farrell? E nulla il suo successore, l’attuale arcivescovo della capitale, cardinale Donald Wuerl?

Una foresta di domande che deve essere diradata, altrimenti il bosco si riempirà di cacciatori di streghe e a quel punto si farà solo di tutta l’erba un fascio.

Lorenzo Bertocchi
http://www.lanuovabq.it/it/mccarrick-una-lettera-conferma-le-accuse-di-vigano-1

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