ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 18 ottobre 2018

Il canale fra l’uomo e Dio

NECESSITA' DELLA PREGHIERA


Perchè la vera preghiera cristiana e cattolica comincia a essere vista, come ciò che ostacola la comunione e la fratellanza universale? L’anima che non prega, è come se fosse già morta: è solo la preghiera, che la tiene in vita 
di Francesco Lamendola  

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La crisi della Chiesa è cominciata quando si è diradata l'abitudine alla preghiera; quando si è smesso di pregare. Quando la preghiera è stata sostituita dall'impegno sociale, quando si è cominciato a guardarla con una punta di sospetto, come indizio di un atteggiamento troppo spirituale, troppo distaccato dal mondo, quindi troppo pre-conciliare. Dal 1965, il cattolicesimo è stato sostituito dal modernismo, contrabbandato dalla confezione in salsa conciliare. Essere in linea col Concilio, o (che è ancora meglio) con lo "spirito" del Concilio, vuol dire uscire dalle chiese e andare incontro al mondo: senza paura, senza pregiudizi. Vuol dire mettere tutte le fedi, tutte le opinioni religiose, filosofiche e morali, sullo stesso piano; vuol dire riconoscere che in tutte vi è la scintilla del divino; e che tutte, più o meno, presto o tardi, conducono a Dio. 


Non solo: vuol dire pensare che le religioni, a un certo punto, dovranno rinunciare alle loro specifiche identità e fondersi in una cosa sola. Come dice il signore argentino, bisogna invocare la benedizione di quel Dio che è il padre di tutti gli uomini (vero) e di tutte le fedi (falso). La preghiera, di conseguenza, la vera preghiera cristiana e cattolicail Padre nostrol'Ave Maria, il Gloria, il Rosario, e ogni forma di preghiera rivolta a Gesù, alla Madonna, agli Angeli e ai Santi, comincia a essere vista come ciò che ostacola la comunione e la fratellanza universale; qualcosa che è superata, perché questo è il tempo di gettare ponti e non di erigere muri. Pertanto la preghiera va lasciata, il più possibile, alle vecchiette, sgridandole, peraltro - come fanno certi preti modernisti, e noi li abbiamo visti e uditi coi nostri occhi e coi nostri orecchi - se si permettono di pregare in modo troppo tradizionale, se portano i fiori freschi in chiesa per l'altare della Vergine Maria (magari con la scusa che “fanno sporco”, anche se a pulire non sono certo loro, ma proprio quelle stesse vecchiette); se hanno una speciale devozione per la Madonna di Fatima, o di Lourdes; se recitano il Rosario troppo spesso; se si accostano alla santa Comunione con la bocca aperta, perché il Pane eucaristico va ricevuto sulla mano, eccetera. Eh, che palla al piede questi vecchi, per una chiesa che - come diceva il cardinale Carlo Maria Martini - deve recuperare un ritardo di almeno due secoli. Non c'è niente da fare, bisognerà aspettare che muoiano: solo allora si potrà realizzare definitivamente il progetto della neochiesa, del tutto priva di muri, cioè di identità, e fatta solo di ponti, cioè di dialogo" con tutto e con tutti: una chiesa secondo i desideri della massoneria ecclesiastica, che a sua volta prende ordini dalla massoneria internazionale. Martini era massone e amico dei massoni; la mafia di San Gallo era formata da cardinali massoni, ed è la mafia di San Gallo che ha messo sul seggio di San Pietro il signore argentino; oggi si farebbe prima a dire quali cardinali e quali vescovi non sono massoni, perché ormai l'infiltrazione massonica, almeno agli alti livelli della gerarchia, è pressoché totale. Solo così si spiegano le liturgie irriverenti, le pastorali senza dottrina, il magistero che si contraddice, la chiesa senza verità, l'inflazione di parole buoniste come accoglienzainclusione,solidarietà, la sfacciata propaganda omofila nel clero, il cadere verticale della spiritualità, dell'ascetica, dell'apostolato. Le vecchiette, inoltre, hanno la "colpa" di aver visto la vera Chiesa cattolica, quella di prima del Concilio: bisogna aspettare che siamo morte, affinché non ci sia più nessuno che possa fare il confronto diretto fra essa e la neochiesa massonica e modernista. Ed ecco spiegata l'antipatia di certi neopreti nei confronti delle vecchiette, e l'insofferenza dei neoteologi verso la tradizione. Bisognerà aspettare qualche anno, diceva Karl Rahner, ma alla fine tutta la chiesa sarà quella del Concilio, e non altra. Pensiero di per sé eretico e blasfemo: perché non esistono due chiese, una anteriore e una posteriore al Concilio, ma una sola Chiesa, quella vera, quella perenne, di sempre. Pensiero, inoltre, di una superbia inaudita: senza mostrare troppa modestia, quel signore pensava di avere sia la capacità, sia il diritto morale di cambiare la Chiesa, di imprimerle una svolta decisiva. Insomma, una rottura. Ma la Chiesa non può rompere con se stessa; se lo facesse, confesserebbe con ciò stesso di essere una falsa chiesa, eretica e apostatica.

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Oggi si farebbe prima a dire quali cardinali e quali vescovi non sono massoni, perché ormai l'infiltrazione massonica, almeno agli alti livelli della gerarchia, è pressoché totale.

Quando apparve ad Adele Brise, nel 1859, in una fitta foresta di abeti presso Champion, nel Wisconsin, la Madonna, poi chiamata la Nostra Signora del Buon Soccorso, le disse: Sono la Regina del Cielo che prega per la conversione dei peccatori, e desidero che tu faccia lo stessoInsegnare il catechismo ai bambini e avvicinare le anime ai Sacramenti: questo fu quel che Maria disse alla giovane immigrata belga in quell’angolo sperduto del Nuovo Mondo; e aggiunse che, se gli uomini non si fossero convertiti e non avessero fatto penitenza per i loro peccati, suo Figlio sarebbe stato costretto a punirli. Che poi è lo stesso concetto espresso tante volte da Gesù Cristo, ad esempio nella parabola della vedova importuna (Luca, 18, 1-8): Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: «C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Ed è un concetto associato a quello della missione affidata agli Apostoli, dopo la Resurrezione e prima di ascendere al Padre: (Marco, 16, 15-16): Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. Le due cose, la preghiera e l’apostolato, non sono separabili: si prega per adorare Dio e per chiedere perdono; e si predica il Vangelo per far sì che gli uomini si pentano dei loro peccati e si volgano a Dio. Ed è lo stesso concetto ribadito da san Paolo (Colossesi, 4, 2-4): Perseverate nella preghiera e vegliate in essa, rendendo grazie. Pregate anche per noi, perché Dio ci apra la porta della predicazione e possiamo annunziare il mistero di Cristo, per il quale mi trovo in catene:che possa davvero manifestarlo, parlandone come devo. È con questo atteggiamento spirituale che Dante si è accinto a scrivere il suo immortale poema, a cui han posto mano e cielo e terra: adorare Dio e rivolgere un invito alla conversione degli uomini. Ed è con questo atteggiamento che vivevano i nostri nonni: pregavamo molto e mostravano, con le loro opere innanzitutto, qual è la maniera cristiana di vivere, amando, perdonando e facendo del bene, sempre con l’aiuto e il consiglio di Dio.

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Una delle funzioni principali della preghiera è proprio questa: chiedere l’aiuto di Dio. La Madonna del Buon Soccorso ci ricorda questo aspetto della Lieta Novella: che, per ricevere, bisogna imparare a chiedere; e bisogna chiedere nel modo giusto. Chiedendo l’aiuto di Dio, l’uomo si riconosce misero, debole e peccatore; si riconosce, cioè, creatura, bisognosa di tutto; mostra però anche fiducia che Dio può colmare le sue manchevolezze, può infondergli il coraggio, la saggezza e la perseveranza necessari, può fare di lui un utile operaio della vigna anziché un servo inutile. Ma per entrare in questo stato d’animo, per avere questo atteggiamento, è necessario fidarsi di Dio e volgere le spalle al mondo, alle sue illusioni, alle sue brame disordinate, alle sue speranze fallaci. Non si può tenere il piede in due staffe; non si può tenere Dio coma carta di riserva, se falliscono le speranze riposte nelle cose del mondo. Dio non si lascia usare come soluzione di ripiego; quel che vuole da noi, è la fede perfetta e incondizionata. L’apostolo Giacomo ammonisce severamente contro questa mentalità (Giacomo, 4, 2-4): Bramate e non riuscite a possedere e uccidete; invidiate e non riuscite ad ottenere, combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri. Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio? Per avere il soccorso di Dio, il consiglio di Dio, la sapienza che viene da Dio, bisogna voltare le spalle al mondo e tagliarsi i ponti dietro le spalle: Dio ci vuole tutti, senza riserve di alcun genere. È Gesù Cristo che lo ha ripetuto tante volte. A Marta, la sorella di Lazzaro che piange la morte di suo fratello, Egli dice (Giovanni, 11, 25-26): Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo? Dunque, pregare è anche riconoscere l’unicità della salvezza per mezzo di Gesù; il fatto che solo da Gesù e dai suoi intermediari, gli Angeli, i Santi e la Madonna, ma in ultima analisi sempre da Lui, vengono le grazie, i soccorsi, le guarigioni, la forza per sopportare le prove, la serenità per non scivolare nella disperazione. Gesù non è un maestro di saggezza, non è un predicatore, un profeta, un taumaturgo: è il Figlio di Dio, e quindi è la luce del mondo. Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita (Gv, 8, 12). E ancora: Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo (Gv 9, 5). E ancora: Gesù allora disse loro: «Ancora per poco tempo la luce è con voi. Camminate mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va (Gv 12, 35). E di nuovo: Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. (Gv12, 46). Altro che equivalenza di tutte le fedi: no, essere cristiani significa fidarsi di Gesù e solo di Gesù; nelle altre fedi, nel migliore dei casi, si troveranno parole di saggezza puramente umane; nel peggiore, si troveranno dei precetti diabolici.

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L’anima che non prega è come se fosse già morta; è solo la preghiera che la tiene in vita, perché è solo la preghiera che tiene aperto il canale fra l’uomo e Dio. 

Necessità della preghiera

di Francesco Lamendola

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