Il papa, i giovani e la ferula biforcuta
https://linformatoreweb.files.wordpress.com/2018/10/y.jpeg (immagine aggiunta) |
Per la Santa Messa di apertura del sinodo dei giovani papa Francesco ha usato una ferula che gli era stata donata durante l’incontro con i giovani al Circo Massimo. È un bastone che termina con due punte, attraverso le quali passa un grosso chiodo.
Guardando la ferula più da vicino, si vede che alla confluenza dei due rami c’è una protuberanza, una specie di naso. Vuol forse dire che essi sono, o dovrebbero essere, due braccia, ovvero quelle di Gesù in croce? Ma il chiodo messo in quel modo?
Sui social media ovviamente sono fioccati i commenti. Francesco è stato paragonato a Harry Potter che va a un incontro di Quidditch, a Gandalf del Signore degli anelli, al Simon mago degli Atti degli apostoli.
A me è venuta in mente la bacchetta a due punte del rabdomante, ma anche una fionda.
Se devo essere sincero, il primo pensiero è stato però un altro: quelle due punte sembrano proprio corna. E vedere il papa che se ne va in giro tenendo in mano quell’aggeggio suscita sgomento oltre che orrore, indignazione e tristezza.
Sento già il commento: ecco, il solito profeta di sventura, il solito fariseo, tutto formalismo ed esteriorità.
Che volete che vi dica? Quella ferula (ma la possiamo ancora chiamare così?) mi inquieta: la trovo sconvolgente. Vedere il papa che si appoggia a un bastone che termina con due corna mi fa star male.
Nel suo blog il padre John Zuhlsdorf, che non le manda mai a dire, mostra la foto che ritrae il momento in cui la ferula fu donata al papa da una giovane, durante l’incontro al Circo Massimo. Oltre che sulle corna alla sommità del bastone, padre John si concentra sul braccio sinistro della ragazza e in particolare sul polso, dove si vede un braccialetto rosso. Ebbene, secondo padre John quello è un simbolo wiccano.
Ora, il sottoscritto non sa nulla di wicca, wiccani e wiccanesimo. Sa soltanto che queste definizioni, come la “ferula” biforcuta, gli mettono agitazione. Siamo nel campo dell’esoterismo, della magia, del neopaganesimo, tutta roba che, a quanto pare, riscuote un certo successo tra i giovani in questo nostro mondo che definiamo evoluto.
Quella ragazza di fronte al papa, indossando quel braccialetto, era consapevole di portare su di sé un simbolo wiccano? Non lo so, ma tendo a pensare che non lo fosse. Anzi, a dirla tutta credo che il padre John questa volta abbia esagerato: magari quello è semplicemente un braccialetto rosso e basta, senza bisogno di scomodare i culti esoterici.
Il punto è un altro. Il punto è che la ferula biforcuta qualcuno l’ha pensata e l’ha pure realizzata, e poi l’ha proposta al Vaticano (o alla Cei o a vattelapesca) e qualcuno l’ha accettata, e qualcuno nell’accettarla avrà detto “ma che bella”, e qualcuno poi ha deciso che donarla al papa sarebbe stata una grande idea, e poi il papa l’ha ricevuta e a sua volta accettata, e l’ha pure usata per la Santa Messa che ha segnato l’inizio del sinodo dei giovani.
Ecco, in tutto questo c’è qualcosa che non quadra. Possibile che, nel corso dell’intera catena, a nessuno sia venuto spontaneo dire che la ferula biforcuta non ha nulla di cristiano, ha invece molto di demoniaco ed è proprio orrenda? Oppure vogliamo pensare, il che forse è ancora peggio, che qualcuno l’obiezione avrebbe voluto farla, ma non ha detto nulla, per paura di passare come tradizionalista e conservatore?
A proposito di tradizionalisti e conservatori, un amico mi dice che forse il papa ha accettato la ferula biforcuta perché ha visto la possibilità di usarla per punzecchiare il didietro di quelli che considera i suoi avversari, da lui graziosamente definiti tempo fa “cani selvaggi”. Può essere.
Può anche essere, ha osservato qualcun’altro, che la ferula biforcuta, con quella forma, sia utile come bastone per tenere su il filo per stendere il bucato, e magari a Casa Santa Marta c’era bisogno di un aggeggio simile.
Ecco. Allora lasciamolo a Santa Marta.
Aldo Maria Valli
https://www.aldomariavalli.it/2018/10/06/il-papa-i-giovani-e-la-ferula-biforcuta/“Forse io parlerò”. Francesco annuncia nuove indagini, ma su di sé tace
Nel pomeriggio di sabato 6 ottobre la Santa Sede ha diffuso il comunicato riprodotto integralmente più sotto.
In esso si può ravvisare il compimento di quel “forse io parlerò” detto da Francesco poche ore dopo la pubblicazione dell’atto d’accusa dell’ex nunzio negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò contro di lui, per aver “coperto” fino all’ultimo la condotta scandalosa dell’allora cardinale Theodore McCarrick, nonostante – a detta di Viganò – ne fosse a conoscenza da anni.
Ma in realtà, invece che dare risposta a questa accusa, in questo comunicato Francesco si limita ad annunciare che integrerà l’investigazione previa da lui commissionata nel settembre del 2017 all’arcidiocesi di New York su un singolo caso di abuso commesso da McCarrick in anni lontani – il cui accertamento ha portato lo scorso luglio all’estromissione del reo dal collegio cardinalizio – “con un ulteriore accurato studio dell'intera documentazione presente negli archivi dei dicasteri e uffici della Santa Sede riguardanti l'allora cardinale McCarrick”.
L’unico punto del comunicato in cui il papa sembra prendere vagamente in considerazione le accuse di Viganò – caricandole però solo su imprecisati “vescovi” – è là dove dice che “dall'esame dei fatti e delle circostanze potrebbero emergere delle scelte che non sarebbero coerenti con l'approccio odierno a tali questioni” e rispecchierebbero invece quel “clericalismo” che Francesco addita anche qui come la causa prima sia degli abusi che delle loro “coperture”.
Ecco dunque il testo integrale del comunicato. Dopo il quale è utile rileggere il connesso precedente comunicato della sala stampa della Santa Sede diffuso il 29 settembre, festa dell’arcangelo Michele, che invita i fedeli di tutto il mondo a pregare, in questi “momenti di turbolenza”, contro le insidie alla Chiesa del diavolo, “che sempre mira a dividerci da Dio e tra noi”.
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COMUNICATO DELLA SANTA SEDE
6 ottobre 2018
Dopo la pubblicazione delle accuse riguardanti la condotta dell’Arcivescovo Theodore Edgar McCarrick, il Santo Padre Francesco, consapevole e preoccupato per lo smarrimento che esse stanno causando nella coscienza dei fedeli, ha disposto che venga comunicato quanto segue:
Nel settembre 2017, l’Arcidiocesi di New York ha segnalato alla Santa Sede che un uomo accusava l’allora Cardinale McCarrick di aver abusato di lui negli anni Settanta. Il Santo Padre ha disposto in merito un’indagine previa approfondita, che è stata svolta dall’Arcidiocesi di New York e alla conclusione della quale la relativa documentazione è stata trasmessa alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel frattempo, poiché nel corso dell’indagine sono emersi gravi indizi, il Santo Padre ha accettato le dimissioni dell'’Arcivescovo McCarrick dal Collegio cardinalizio, ordinandogli la proibizione dell’esercizio del ministero pubblico e l’obbligo di condurre una vita di preghiera e di penitenza.
La Santa Sede non mancherà, a tempo debito, di rendere note le conclusioni del caso che coinvolge l’Arcivescovo McCarrick. Anche in riferimento ad altre accuse portate contro l'ecclesiastico, il Santo Padre ha disposto di integrare le informazioni raccolte tramite l'investigazione previa con un ulteriore accurato studio dell'intera documentazione presente negli Archivi dei Dicasteri e Uffici della Santa Sede riguardanti l'allora Cardinale McCarrick, allo scopo di appurare tutti i fatti rilevanti, situandoli nel loro contesto storico e valutandoli con obiettività.
La Santa Sede è consapevole che dall'esame dei fatti e delle circostanze potrebbero emergere delle scelte che non sarebbero coerenti con l'approccio odierno a tali questioni. Tuttavia, come ha detto Papa Francesco, “seguiremo la strada della verità, ovunque possa portarci” (Filadelfia, 27 settembre 2015). Sia gli abusi sia la loro copertura non possono essere più tollerati e un diverso trattamento per i Vescovi che li hanno commessi o li hanno coperti rappresenta infatti una forma di clericalismo mai più accettabile.
Il Santo Padre Francesco rinnova il pressante invito ad unire le forze per combattere la grave piaga degli abusi dentro e fuori la Chiesa e per prevenire che tali crimini vengano ulteriormente perpetrati ai danni dei più innocenti e dei più vulnerabili della società. Egli, come annunciato, ha convocato i Presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo per il prossimo mese di febbraio, mentre risuonano ancora le parole della Sua recente Lettera al Popolo di Dio: “L’unico modo che abbiamo per rispondere a questo male che si è preso tante vite è viverlo come un compito che ci coinvolge e ci riguarda tutti come Popolo di Dio. Questa consapevolezza di sentirci parte di un popolo e di una storia comune ci consentirà di riconoscere i nostri peccati e gli errori del passato con un'apertura penitenziale capace di lasciarsi rinnovare da dentro” (20 agosto 2018).
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COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE
29 settembre 2018
Il Santo Padre ha deciso di invitare tutti i fedeli, di tutto il mondo, a pregare il Santo Rosario ogni giorno, durante l’intero mese mariano di ottobre; e a unirsi così in comunione e in penitenza, come popolo di Dio, nel chiedere alla Santa Madre di Dio e a San Michele Arcangelo di proteggere la Chiesa dal diavolo, che sempre mira a dividerci da Dio e tra di noi.
Nei giorni scorsi, prima della sua partenza per i Paesi Baltici, il Santo Padre ha incontrato padre Fréderic Fornos S.I., direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera per il Papa; e gli ha chiesto di diffondere in tutto il mondo questo suo appello a tutti i fedeli, invitandoli a concludere la recita del Rosario con l’antica invocazione “Sub Tuum Praesidium”, e con la preghiera a San Michele Arcangelo che ci protegge e aiuta nella lotta contro il male (cfr. Apocalisse12, 7-12).
La preghiera – ha affermato il Pontefice pochi giorni fa, l’11 settembre, in un’omelia a Santa Marta, citando il primo libro di Giobbe - è l’arma contro il Grande accusatore che “gira per il mondo cercando come accusare”. Solo la preghiera lo può sconfiggere. I mistici russi e i grandi santi di tutte le tradizioni consigliavano, nei momenti di turbolenza spirituale, di proteggersi sotto il manto della Santa Madre di Dio pronunciando l’invocazione “Sub Tuum Praesidium”.
L’invocazione "Sub Tuum Praesidium" recita così:
“Sub tuum praesidium confugimus Sancta Dei Genitrix. Nostras deprecationes ne despicias in necessitatibus, sed a periculis cunctis libera nos semper, Virgo Gloriosa et Benedicta”.
[Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine Gloriosa e Benedetta].
Con questa richiesta di intercessione il Santo Padre chiede ai fedeli di tutto il mondo di pregare perché la Santa Madre di Dio, ponga la Chiesa sotto il suo manto protettivo: per preservarla dagli attacchi del maligno, il grande accusatore, e renderla allo stesso tempo sempre più consapevole delle colpe, degli errori, degli abusi commessi nel presente e nel passato e impegnata a combattere senza nessuna esitazione perché il male non prevalga.
Il Santo Padre ha chiesto anche che la recita del Santo Rosario durante il mese di ottobre si concluda con la preghiera scritta da Leone XIII:
“Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen”.
[San Michele Arcangelo, difendici nella lotta: sii il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del demonio. Supplichevoli preghiamo che Dio lo domini e Tu, Principe della Milizia Celeste, con il potere che ti viene da Dio, incatena nell’inferno satana e gli spiriti maligni, che si aggirano per il mondo per far perdere le anime. Amen].
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