(Rino Cammilleri, La Nuova Bussola Quotidiana – 2 ottobre 2018) Nel 1893 parte del Palazzo Borghese a Roma fu dato in affitto al Grande Oriente d’Italia. Due anni dopo, il principe Scipione invocò una clausola del contratto che gli permetteva di rientrare in possesso dell’intero immobile. Si iniziò a sgomberare gli arredi massonici ma si trovò una stanza che non fu possibile aprire se non minacciando l’intervento dei gendarmi. I giornali dell’epoca descrissero quel che fu trovato: le pareti foderate di damasco nero e rosso e, in fondo, un arazzo raffigurante Lucifero. Niente di strano, allora: gli anticlericali usavano stendardi siffatti nella loro polemica antivaticana.
Nel mio thriller storico Immortale odium, recentemente riproposto dalle edizioni Gondolin, si rievoca appunto l’assalto al corteo funebre di Pio IX avvenuto in quegli anni. Era il clima, un clima che dettagliatamente descrive lo storico Roberto De Mattei nella sua ultima fatica, Trilogia romana (Solfanelli, pp. 160, €. 12), ma che in questo caso sceglie la forma narrativa e dialogica per ricreare un tempo di forti contrasti e zeppo di notizie autentiche e poco note.
Così, nel libro troviamo il cardinale Mezzofanti a colloquio con lo storico Crétineau-Joly e frasi come questa: «Dio è l’essere, mentre le società segrete pretendono rivelarci che il nulla è il grande segreto dell’universo». Infatti, Crétineau-Joly era lo storico delle società segrete. Apprendiamo anche che la celebre pedagogista Maria Montessori aveva avuto una relazione con lo psichiatra Giuseppe Montesano. Il 31 marzo 1898 i due ebbero un figlio che, però avrebbe rovinato loro la carriera. Così, la creatura finì in collegio come «figlio di ignoti». Sulla scia di un altro celebre educatore, Rousseau, che i suoi figli li mise in orfanotrofio.
Nel libro di De Mattei incontriamo anche Annie Besant, colei che succedette a Helena Blavatsky nella direzione della Società Teosofica: «da giovane è stata militante del femminismo, della lega malthusiana per il controllo delle nascite e poi del socialismo fabiano. Pretende di essere la reincarnazione di Giordano Bruno». Ma, bontà sua, «a differenza della Blavatsky non è dotata di poteri medianici». E poi, di contro, facciamo la conoscenza con Giuseppina Berettoni, una terziaria domenicana che aveva il dono della bilocazione e parlava con la Madonna. Non si muoveva dalla chiesa di San Carlo al Corso ma fu vista assistere il moribondo capitano Ulivelli, colpito da un fulmine mentre stava su un pallone aerostatico.
Ancora, il modernista don Ernesto Bonaiuti celebrò la sua prima messa nel 1903 alla Chiesa Nuova assistito da un giovane chierico di nome Giuseppe Roncalli (che avrebbe fatto carriera). Addirittura, il Bonaiuti era stato designato da monsignor Umberto Benigni, acerrimo nemico del modernismo, quale suo successore alla cattedra di Storia della Chiesa. Benigni, fondatore del «Sodalitium Pianum», non sapeva ancora quale sarebbe stata l’evoluzione del suo discepolo, che finì espulso dalla Chiesa. Ma il vero iniziatore del modernismo italiano fu il prete Salvatore Minocchi. Il suo collega don Romolo Murri fu invece «l’ideologo della Democrazia Cristiana» di allora. Ambedue si spretarono. Minocchi nel 1911 sposò civilmente Flavia Corradini Cialdini ed ebbe due figli. Murri lo imitò l’anno seguente impalmando Ragnhild Lund, figlia del presidente del senato norvegese, ed ebbe come testimone di nozze il sulfureo principe Leone Caetani, islamista di fama, alle cui gesta da liberopensatore De Mattei dedica molte pagine che vale la pena di leggere per conoscere un personaggio davvero sconcertante.
Francia, un altro massone nelle stanze del potere
Ancora un massone nelle stanze del potere, in Francia. Si tratta di Christopher Castaner, nominato nuovo ministro degli Interni lo scorso 16 ottobre, due settimane dopo le dimissioni di Gérard Collomb.
Durante i suoi studi in Giurisprudenza, Diritto commerciale internazionale, Scienze criminali e criminologia e Scienze politiche, Castaner si è avvicinato ai club «Forum» di Michel Rocard, dove ha fatto la conoscenza di differenti personalità del mondo politico, tra le quali i massoni Michel Sapin, Alain Bauer, Manuel Valls così come Olivier Faure, con cui ha mantenuto i contatti, e Benoît Hamon, con cui invece li ha recisi. Divenne membro del Partito socialista nel 1986. Venne eletto Sindaco di Forcalquier nel 2001, confermato poi nel 2008 e nel 2014; nel 2004 è stato consigliere regionale in Provenza-Alpi-Costa Azzurra, rieletto poi nel 2010. Nel 2012 è stato eletto deputato nella II Circoscrizione delle Alpi-de Haute-Provenza. Membro della Commissione Finanziaria dell’Assemblea Nazionale, è stato nominato relatore speciale per i bilanci di lavoro ed occupazione. Nel giugno 2014 l’allora primo ministro Manuel Valls gli ha affidato per decreto la vicepresidenza del Copiesas, il Consiglio d’orientamento della partecipazione, degli utili, del risparmio salariale e dell’azionariato salariato. Inoltre, è stato relatore della legge sulla crescita, sull’attività e sull’eguaglianza nelle opportunità economiche, più nota come legge Macron. E proprio da Macron Castaner è stato nominato nel 2017 Segretario di Stato incaricato delle relazioni col Parlamento e designato portavoce del governo di Edouard Philippe, posto che lasciò il 24 novembre di quell’anno: pochi giorni prima, il 18 novembre, era stato eletto delegato generale di La République en marche.
Lo scorso 16 ottobre è giunta la sua nomina a ministro degli Interni: secondo diversi media, avrebbe minacciato di lasciare il posto di Segretario di Stato e di aggiungersi così al lungo elenco di addii al governo, se non gli fosse stato dato questo ministero. Come il suo predecessore e come la maggior parte di coloro che hanno avuto tale funzione, anche Castaner è massone, come precisa l’agenzia Medias-Presse.Info, assieme a molti altri organi di stampa, come il blog Le Salon Beige, che fornisce un ulteriore tassello, evidenziando come sia proprio di En Marche l’80% dei circa 500 aderenti al Circolo Camille-Desmoulins, impegnato a riunire i massoni di qualunque obbedienza, che si riconoscano nelle idee e nell’azione di Emmanuel Macron. Ed allora tutto diviene più chiaro…
LA DEMOCRAZIA SECONDO MACRON
(MB. Da Contropiano, il giornale comunista:)
Solidarietà a Jean-Luc Mélénchon!
Stamattina alle 7:00 le forze dell’ordine hanno fatto irruzione in casa di Jean Luc Melenchon. Perquisizioni a tappeto in ogni angolo, sequestro di computer, cellulari e altri oggetti personali.
I motivi di questa irruzione forzata, neanche si trattasse di chissà cosa, sono riconducibili, stando alle prime notizie, alla denuncia di una esponente di destra, denuncia che ha colpito numerose forze politiche circa l’uso di alcuni fondi destinati agli assistenti parlamentari.
Questa accusa, più tardi smentita dalla stessa donna, viene strumentalmente utilizzata da settimane per demolire l’immagine di Melenchon e la costruzione di quel movimento popolare che può davvero rappresentare una speranza e un’alterativa in una Francia sempre più problematica e classista.
Non ci risulta, infatti, che media e giornali si siamo soffermati allo stesso modo sulle accuse identiche mosse a Macron.
Abbiamo conosciuto Melenchon da vicino, il suo impegno e la sua dedizione e non dubitiamo del fatto che certi episodi siano vere e proprie intimidazioni, reali attacchi politici. In attesa di aggiornamenti, esprimiamo la massima solidarietà a Melencon e a tutta la France Insoumise.
Da Wikipedia:
Jean-Luc Mélenchon (Tangeri, 19 agosto 1951) è un politico francese, fondatore nel 2008 del Partito di Sinistra. È stato candidato alle elezioni presidenziali del 2017, senza il Fronte di Sinistra (coalizione con cui aveva ottenuto più dell’11% dei voti nel 2012), ma in nome del movimento “La France Insoumise” (FI), fondato per sostenere la sua candidatura nel febbraio 2016.[1] Con esso ha ottenuto il 19,58% dei voti: anche se non sufficienti per accedere al ballottaggio, lo hanno comunque piazzato davanti al candidato del Partito Socialista Benoit Hamon (6,36%). È la prima volta nella storia della Quinta Repubblica francese che un candidato di sinistra supera il candidato del Partito Socialista alle presidenziali[2].
La serie di perquisizioni è fatto di gravità inaudita, che viene dopo l’ordine giudiziario a Marine Le Pen di sottoporsi a perizia psichiatrica: non sono coincidenze, ma l’attacco concentrico di Macron e della sua cosca globalista contro gli avversari politici meno addomesticati e che hanno forti minoranze elettorali. La Le Pen ha avuto il 33,94% dei voti.
Jean-Luc Mélenchon aveva espresso piena solidarietà a Marine Le Pen: “Disaccordo totale con la psichiatrizzazione della politica. Madame Le Pen è responsabile delle sue azioni politiche. Non è vero che per combatterla ogni mezzo è buono e accettabile. Non è con tali metodi che l’estrema destra sarà arginata”.
Commenti.
Il giornale online YetiBlog:
“Secondo le nostre informazioni, non meno di 15 perquisizioni in contemporanea, che sono state condotte senza un mandato, senza un processo verbale [che renda atto dei computer sequestrati], facendo ostruzione ai deputati eletti, senza un giudice istruttore, solo la volontà di un procuratore per ordine del potere.
yetiblog.org/coup-detat-con… tramite @yetiblog
Con queste perquisizioni,”
Il potere Macronien è appena entrato in possesso di tutti i file politici e le inserzioni della principale opposizione #FranceInsoumise”
(Jean-Hugues Ratenon, Deputato di France Insoumise)
“In 50 anni di attivismo politico non ho mai visto una tale operazione di polizia contro un partito politico e un presidente di un gruppo parlamentare” (Martine Billard, ex deputata di Parigi)
La motivazione (la scusa) sarebbe scoprire irregolarità nelle spese dei fondi (pubblici) per la campagna elettorale. Si noti che di irregolarità peggiori è accusato lo stesso Macron
Commento di un militante su twitter:
“Il disastro #Benalla non è bastato a questa cricca da operetta. Hanno ancora bisogno di aggiungere strati su strati di infamia alla loro disfatta.. Credo sempre più che, se non si manda via il #SublimissimeClown tutto questo sboccherà in una violenza di strada inaudita”.
Naturalmente, la cosiddetta “Europa” non trova nulla da eccepire: le perquisizioni nelle sedi delle opposizioni sono secondo “i nostri valori”. Solo per il governo italiano le minacce e i rimproveri.
Manovra, Juncker boccia l’Italia: “Se l’accettassimo ci sarebbero reazioni virulente in altri Paesi” – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Juncker-e-la-Manovra-dell-Italia-Se-la-accettassimo-ci-sarebbero-reazioni-virulente-in-altri-Paesi-71c71c0b-af02-4953-a69e-e40310fb0167.html
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