Mauro Mazza, giornalista di talento e volto della RAI, scrittore di saggi e romanziere, ha pubblicato in questi giorni un libro dal titolo “Bergoglio e pregiudizio”(Pagine editore, 210 pag.), ove espone una carrellata di fatti, analisi e opinioni su quello che è stato il primo lustro di regno di papa Francesco al secolo Bergoglio. Ne percorre cinque anni per l’appunto, in quasi duecento pagine. È un libro che si legge tutto in pochi giorni. La figura professionale dell’autore – giornalista di razza lo chiama Bisignani- da sola è una garanzia di uno sguardo lucido, competente e appassionato sulle vicende che hanno segnato la vita della Chiesa cattolica fin dal giorno in cui Jorge Mario Bergoglio è diventato papa.
Il collega Mazza mette in ben evidenza una delle tante contraddizioni di questo regno monocratico vaticano. Ricorda che “Anche Jorge M. Bergoglio, prete e vescovo argentino, mostrava di avere bene individuato quali fossero e dove albergassero i nemici della Chiesa e della dignità dell’uomo.
Nella prefazione a un libro di Guzman Carriquiry Lecour, amico dell’allora arcivescovo di Buenos Aires e del filosofo uruguayano Methol Ferré, nel 2011 Bergoglio scriveva: L’ateismo edonista e i suoi supplementi d’anima neo-gnostici sono diventati cultura dominante, con proiezione e diffusione globali. Costituiscono l’atmosfera del tempo in cui viviamo, il nuovo oppio del popolo. Il pensiero unico, oltre ad essere socialmente e politicamente totalitario, ha strutture gnostiche: non è umano, ripropone le diverse forme di razionalismo assolutista con le quali si esprime l’edonismo nichilista descritto da Methol Ferré. Domina il teismo nebulizzato, un teismo diffuso, senza incarnazione storica; nel migliore dei casi, creatore dell’ecumenismo massonico”.Da buon gesuita Bergoglio ieri scriveva bene ma oggi razzola male. Un’analisi limpida, di chi vuol predicare bene, ma tra il dire e il fare -recita un proverbio- c’è di mezzo il mare;purtroppo, ripeto purtroppo, ben sottolinea il Mazza che, “Non se ne vedono segnali” nella predicazione di papa Francesco, “Non si palesano nel silenzio quasi rassegnato su quei valori irrinunciabili che ovunque sono stati mortificati e sostituiti da normative che legittimano aborto, eutanasia e matrimoni tra persone dello stesso sesso”. Sta di fatto che con l’ascesa di Bergoglio al soglio pontificio – molti cardinali si sono poi pentiti di averlo eletto e glielo hanno pure rinfacciato “Noi ti abbiamo eletto per riformare e non per distruggere tutto!”- questo pontefice sudamericano e comunista ha fatto nascere mille problemi in questi cinque anni di Triregno vaticano. Molti indicano in parte la colpa anche al servaggio che gli ruota attorno, ai consiglieri responsabili di mille problemi (vedi i cardinali Parolin, Becciu, Galantino, Bassetti ecc.) , e hanno trascinato per loro tornaconto Papa Francesco persino sulla tomba di Don Tonino Bello , è questo il “cerchio magico” che circonda il papa; ma secondo Mauro Mazza “è lo stesso pontefice a essere sceneggiatore, regista e attore protagonista. Bergoglio in persona ha scelto di non incarnare il papa della ritrovata unità e del rilancio del cattolicesimo, bensì di caratterizzare la sua stagione al vertice della Chiesa con un susseguirsi di scosse telluriche che, a osservare le conseguenze, non hanno prodotto effetti positivi – conversioni, ripresa delle vocazioni sacerdotali, ritorno dei fedeli alle funzioni religiose – ma hanno moltiplicato confusione, delusione, sconcerto, distacco, disamore”. E’ questo oggi il periodo più squallido della Chiesa cattolica in due secoli di cristianità, con Cristo tradito ogni giorno.
Uno dei grandi punti di dibattito, nella Chiesa e sui social, dibattito giornaliero -spesso a seguito di scandali- come mai era avvenuto nella Storia della Chiesa, è se realmente nella Chiesa ci sia confusione, crisi e disaccordo; e a chi debba essere attribuita la responsabilità di questa situazione in campo. L’opinione di Mazza è chiara, chiarissima e condivisibile al massimo grado: “È sempre più evidente che il cattolicesimo sta vivendo una delle crisi più drammatiche. Chi credeva che il punto di maggiore smarrimento si fosse toccato con le clamorose dimissioni di papa Ratzinger nel febbraio 2013, si è dovuto ricredere. Il suo successore non solo non ha invertito la china, ma ha aggiunto divisioni a divisioni, polemica a polemica, confusione a confusione. Mai era accaduto che un gruppo di cardinali, principi della Chiesa, in assenza di risposte da parte del papa, si sentisse costretto a rendere pubblici i propri dubia. È ormai difficile tenere il conto di tutte le lettere e gli appelli, singoli o di gruppi, con la richiesta accorata che si sgomberi il campo da ambiguità, foriere di pericolose confusioni dottrinali e pastorali”.
Dal Segretario di Stato, dai dicasteri vaticani, dai vescovi e cardinali, dalla Conferenza episcopale italiana e dal suo presidente Cardinale Bassetti, dalle conferenze episcopali del mondo, è tutto un silenzio. Bocca chiusa. Omertà. Gli scandali -e che scandali- travolgono vescovi e Cardinali di santa Romana Chiesa inquisiti in tutto il mondo, dal Cile all’Argentina, dall’Honduras agli Stati Uniti, dall’Italia all’Olanda. Un esempio: Rapporto shock sui preti pedofili in Pennsylvania: oltre 300 i religiosi coinvolti, un migliaio le vittime. La risposta a tutte queste domande, con ripetuti appelli e sollecitazioni è il silenzio; o anche attacchi da parte delle guardie pasdaran del Papa. “In luogo delle riforme, si assiste a un arroccamento difensivo, con un vertice chiuso a riccio su se stesso, sordo a ogni richiesta di chiarimento e di correzione”.
Il libro mette il dito e ne tratteggia tutti i principali temi scottanti di questi anni, sia in ambito nazionale che internazionale, fino a toccare il tema dell’immigrazionismo su cui non c’è giorno che Francesco nelle sue prediche non faccia politica di sinistra relativamente a ciò, invece di parlar di Vangeli. Scrive Mazza: “Per Bergoglio, essere diventato di fatto, leader politico del mainstream globale, vessillifero dell’ideologia immigrazionista, somiglia molto a un eccellente biglietto da visita per il conferimento di un prossimo premio Nobel per la pace…”. Ma osserva ancora Mazza l’immigrazionismo del pontefice trascura troppi elementi, tanto da fargli azzardare un paragone interessante: “Inforcando per un attimo gli occhiali italiani e prendendo il nostro cortile di casa come parametro, una simile sordità alla realtà delle cose consente di azzardare una singolare similitudine tra papa Bergoglio e Matteo Renzi.Tutti e due ‘uomini soli al comando’ che, di tanto in tanto, hanno pensato di poter essere sciolti da ogni vincolo o regola, insomma ex legibus soluti. E, convinti di avere dalla loro la maggioranza (della Chiesa o degli italiani) hanno giocato d’azzardo”.
Ormai dopo cinque anni di Bergoglio il danno è fatto, le chiese sono vuote, rosario e vangelo sono relegati in soffitta, questo Papa si deve solo dimettere, e non solo dimissionare altri vescovi e cardinali pedofili, perché -come documenta “Der Spiegel”- anche Bergoglio vescovo a Buenos Aires ebbe modo di proteggere preti che commisero abusi, tipo Julio Cesar Grassi. Torniamo al libro di Mazza. L’autore Mazza sottolinea nel libro come Papa Francesco sia accusato di aver creato confusione nella dottrina e nei sacramenti – con due sinodi dei vescovi e con un’esortazione apostolica – in materia di comunione ai divorziati risposati. Allo stesso modo, gli viene attribuita la responsabilità di aver prodotto grave turbamento con quella sua domanda retorica “chi sono io per giudicare?” in tema di omosessualità. Ma l’accusa diventa quasi una condanna in tema di migrazione, quando si ricorda che “l’immigrazione fattasi invasione potrebbe cancellare l’identità dei popoli d’Europa e la civiltà un tempo cristiana”.
Il libro è un pluriannuario aperto e lascia aperta la porta del buon consiglio: “In tempi dominati dai media, è molto grave non prestare ascolto a quanti consigliano prudenza e invitano a non confondere l’applauso dei chierici, sia pure molto influenti, con il consenso del popolo… Bergoglio forse ha ritenuto di godere ancora del vasto consenso popolare che ne accompagnò l’esordio e i primi tempi di pontificato. Non è più così. Anche evitando di emettere giudizi osservando piazza San Pietro semivuota, con un numero decrescente di fedeli presenti alle benedizioni papali (o gli indici di ascolto televisivi, ogni volta più bassi, nelle occasioni di cerimonie solenni) la realtà è molto mutata rispetto al 2013. E un bagno di sano realismo dovrebbe consigliare un cambio di rotta, urgente e visibile, senza ulteriori margini di ambiguità”.
Voi capirete che i pregiudizi su Bergoglio ci sono tutti, qui elencati, discussi, analizzati, osservati. Un papato così era proprio da evitare.
Carlo Franza
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