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giovedì 27 dicembre 2018

” E' il claim dei santegidini "

Il banchetto è in chiesa, com'è retrò la Messa di Natale

Numeri da capogiro per il tradizionale pranzo di Natale di Sant'Egidio che ha attovagliato i poveri nelle chiese di molte città italiane. Confermando la cattiva teologia che desacralizza le chiese per trasformarle in mensa. E relegando la messa di Natale a evento superfluo o accessorio. Ma se non si mette al centro il Pane Vero, che carità sarà mai quella che si vuole offrire ai poveri? 




Citano il Vangelo per sentirsi a posto con tutti. Ma scelgono le citazioni ad hoc ed evitano le altre. "C'è più gioia nel dare che nel ricevere” è il claim dei santegidini per il loro tradizionale pranzo di Natale nelle chiese. Verrebbe da chiedersi dove sia finito l’altrettanto evangelico “non di solo pane vive l’uomo”, ma avrebbe sicuramente rovinato la festa alla potente multinazionale della carità, sempre più vicina a una Ong.


Pranzi in chiesa. Per il Natale 2018, coincidente con i 50 anni di attività della realtà di Andrea Riccardi & Paglia non si è certo badato a spese: oltre 240 mila persone in 77 Paesi del mondo, 60 mila solo in Italia dice il comunicato di Sant’Egidio. Tutti in chiesa, attovagliati: da Firenze a Roma, e poi Napoli, Genova, Messina, Milano, Bari, Torino, Pisa, Novara, Padova, Catania, Palermo, Trieste, Reggio Calabria e molte altre città in Italia e nel mondo. Perfino in Indonesia.

Una immensa tavolata nelle chiese. Ormai non ci si stupisce neanche più. Il povero come categoria teologica è diventato l’obiettivo supremo di qualunque attività pastoral-ecclesiale. E chi meglio di Sant’Egidio, che ha inaugurato la cattiva teologia dell’utilizzo delle chiese come refettori, dormitori e centri di svago di qualunque tipo, poteva onorare questo “sacro” principio?

Che deriva – lo abbiamo già detto – da una concezione rahneriana della storia dove il mondo stesso si fa chiesa da adorare e con il quale mischiarsi.

Con la campagna #salviamolechiese abbiamo abbondantemente denunciato questa deriva di desacralizzare le chiese. E lo diciamo utilizzando una parola che lo stesso cardinale Ravasi ci ha autorizzato a pronunciare nelle sue linee guida ad usum delle chiese dismesse, che però potremmo tranquillamente applicare qui. Infatti nel testo del Pontificio Consiglio per la Cultura si ammette l’utilizzo delle chiese come mense per i poveri e per usi solidali. Quelli appunto delle multinazionali della carità.

Tutti attovagliati, dunque, ma stando ben accorti ad allontanare con grande ipocrisia il Padrone di casa. Ipocrisia rivelatrice, o se vogliamo, prova regina che desacralizzare si può e si deve e non vale solo per le povere chiese dismesse, ma deve valere anche per quelle che ogni domenica ospitano la Santa Messa, ma all’occorrenza possono tirare fuori anche le tavolate.

Svuotare il tabernacolo equivale a dire a Gesù: “Perdonaci, stiamo facendo una cosa dove tu non c’entri. Ti portiamo altrove così te ne stai tranquillo da un’altra parte”. Potremmo disquisire ore e ore sulla cattiva teologia che anima questi pranzi, ma sappiamo che sarebbe fiato sprecato perché la sensibilità sacra o la si ha o non la si ha.

Solo una cosa ci sovviene. Il pomposo comunicato di Sant’Egidio parla di numeri esorbitanti, di partecipanti oltre ogni aspettativa e di chiese da tutto esaurito. Ma chissà in quante di queste chiese il giorno di Natale si è celebrata la messa. Immaginiamo in ben poche dato che le tavole dovevano essere pronte per l’ora di pranzo come documentano alcune foto che ci hanno mandato i lettori.

Ma in ogni caso sul sito di Sant’Egidio non v’è notizia di una messa che precedesse i luculliani pranzi. Né fotografie.

Quindi, fateci capire: per il giorno di Natale la Messa è diventata un optional e Gesù Cristo allontanato dal suo tabernacolo per soddisfare il bisogno di mangiare in chiesa. Inutile chiedere se nei pressi delle chiese non ci fossero - magari - saloni o refettori adatti. Inutile chiederlo perché non avrebbe fatto notizia e soprattutto non avrebbe soddisfatto la visione teologica della chiesa come luogo profano dove la Chiesa si incontra col mondo.

E confermare con coerenza che questi banchetti altro non sono che la prosecuzione logica di una concezione della messa intesa esclusivamente come banchetto fraterno, come agape amicale, svuotata da anni e anni di abusi della sua dimensione sacrificale, è rimasta solo come mensa di un cibo che all'occorenza può essere sostituito con i tortellini al ragù. E' tutto estremamente coerente. 

Ma se si toglie la Messa ai poveri per il giorno di Natale che cos’altro si è offerto per la loro salvezza, al di là del panettone? “Non di solo pane vive l’uomo”. Com’è falsamente caritatevole questo slancio di bontà verso i poveri, ai quali si dà un pane per soddisfare la pancia, ma non quello per l’anima proprio nel giorno in cui quel pane per l’eternità si è fatto carne.

Andrea Zambrano

http://www.lanuovabq.it/it/il-banchetto-e-in-chiesa-come-retro-la-messa-di-natale

L’emorragia di fedeli dalla Chiesa …a chi ha, sara dato; a chi non ha, sarà tolto…


del C3S
Cari pellegrini, in questi giorni di Natale le chiese sono certamente più frequentate. Ma non bisogna illudersi, la situazione è quella che è. L’emorragia di fedeli è sotto gli occhi di tutti, per non parlare della grande questione di scarsità di sacerdoti.
In Italia la situazione è disastrosa. Un solo dato: in molte regioni i matrimoni civili hanno superato quelli religiosi. Ma la situazione in Europa è ancora più tragica. Per esempio, nella diocesi tedesca di Essen, nel 2016, si registrarono ben 4000 “abbandoni” di cattolici. In Germania è più facile il conteggio perché i cattolici sono tenuti a pagare una tassa per il sostentamento della Chiesa.
Tornando ad Essen, per comprendere le ragioni degli abbandoni in massa, la Diocesi condusse un’inchiesta su 3000 fedeli, di cui 440 che avevano lasciato la Chiesa cattolica. Si lessero queste motivazioni: la mancanza di un legame con la Chiesa, la tassa sulle religioni (Kirchensteuer), ma soprattutto «l’attitudine della Chiesa che non è più in sintonia con l’epoca odierna». Insomma, la posizione della Chiesa sulle donne, il celibato, la contraccezione e, naturalmente, l’omosessualità.
Risposte interessanti. Gesù dice che a chi ha, sarà dato ancora di più; e che a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha (Luca 8). Parole che sembrano non facili da capire, ma che invece hanno un significato chiaro. Il senso è questo: quando ci si allontana dalla verità e dal bene, si perde anche quel poco di verità e di bene che si possiede. Quando invece si sceglie la verità e il bene, quella verità e quel bene che originariamente si posseggono, aumentano.
La chiesa tedesca è tra le chiese che più si sono aperte al mondo. La teologia tedesca ha prodotto i guasti che ha prodotto. Ancora adesso teologi come Kasper o cardinali come Marx dicono quello che dicono… eppure i cattolici tedeschi non sono contenti: accusano la Chiesa Cattolica di essere ancora troppo “tradizionale”.
E’ come l’alcolista: più è pieno di vino, più ne desidera, perché non riesce a contenerne il bisogno insopprimibile.
Si è tradita la Tradizione, eppure si viene accusati di inguaribile tradizionalismo.
Insomma, coloro che volevano smarcarsi dalla Tradizione, vengono accusati di essere troppo legati alla Tradizione. Verrebbe da dire: chi di tradizionalismo ferisce… di tradizionalismo perisce.
Appunto: a chi ha, sara dato ancora di più… a chi non ha sarà tolto anche quel poco che ha…

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