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lunedì 10 dicembre 2018

La Santa Casa

10 dicembre: Traslazione della Santa Casa di Loreto. Ben quattro prove per crederci


Per la Santa Casa di Loreto, ovvero la Casa della Vergine Maria, dove Ella ricevette l’Annuncio dell’Angelo, negli ultimi decenni si è detto che essa sarebbe arrivata in Italia non miracolosamente, bensì smontata a pezzi da alcuni Crociati e che una nobile famiglia di nome de Angelis l’avrebbe da questi acquistata.
In realtà questa teoria è falsa perché ci sono quattro inequivocabili prove che dimostrano la traslazione miracolosa della Santa Casa. Attingiamo dal prezioso libro: Miracolosa Traslazione a Loreto della dimora della Santissima Annunziata di Giuseppe M.Pace.

Prima Prova
La ripuliture delle pareti della santa Casa hanno permesso di scorgere su di esse e in modo chiaramente interpretabile una cinquantina di graffiti. A giudizio di specialisti quali il padre Bellarmino Bagatti e il padre Emmanuele Testa, alcuni raffigurano dei simboli religiosi giudeo-cristiani del II e del III secolo, analoghi a quelli che si leggono sulle pareti rocciose della Grotta dell’Annunciazione a Nazareth. Dal momento che la Santa Casa sarebbe stata riedificata a Loreto tale quale era a Nazareth con pietre sciolte, non si capisce come i muratori del tempo abbiano potuto ricomporre perfettamente questi graffiti. Infatti, tali graffiti attestano che non sono giunti a Loreto dispersi dentro un pietrame sciolto, ma su delle pareti integre e compatte.
Seconda Prova
Le ricerche sulla storicità della Santa Casa di Loreto, venerata da secoli come la dimora di Maria di Nazareth, si arricchiscono di una nuova e importante documentazione con gli studi compiuti dall’ingegnere marchigiano Nanni Monelli, pubblicati nel volume La Santa casa di Loreto – La Santa Casa di Nazareth, per la collana di studi lauretani diretta da padre Giuseppe Santarelli. L’ingegner Monelli ha confrontato pietre, planimetrie e tecniche di costruzione fra la Casa di Loreto e quella di Nazareth, giungendo a conclusioni convincenti: vi sono molte anomalie nella Casa di Loreto che contrastano con lo stile e le tecniche costruttive in uso nelle Marche e appartengono invece alla tradizione palestinese. La stessa lavorazione e finitura delle pietre (il cui impiego era sconosciuto nella regione di Loreto) è propria della cultura nabatea che ebbe influenza anche in Galilea. Infine il Monelli dimostra che queste anomalie scompaiono se la Casa lauretana viene trasportata idealmente davanti alla Grotta di Nazareth che costituiva, secondo la tradizione, un’unica abitazione.
Terza Prova
La Santa Casa è stata edificata in completa violazione della sensibilità urbanistica medioevale. E’ sufficiente solo ricordare il modo di costruire le case, per capire come sia stridente una costruzione sopra una strada, per di più nota perché di vecchissima origine, così come testimoniano i reperti archeologici. Tutta l’urbanistica e l’architettura medioevali marchigiane fanno di questa localizzazione una vera eccezione, un caso abnorme e come tale da porre fuori della prassi urbanistica comune. Se non ci fosse stata traslazione miracolosa, significa che l’autorità competente, prima di permettere la riedificazione della Chiesa Santa casa sulla strada, ostruendola, dovette portare a termine ed aprire al traffico il nuovo tronco di strada che sostituisse il tratto ostruito: tronco nuovo lungo qualche centinaio di metri, a forma di “S” avvolgente in un’ansa a breve distanza il nuovo edificio. Perché mai l’autorità competente avrebbe dovuto affrontare una tale impresa? Non disponeva di un fazzoletto di terreno pubblico, infatti non se ne esigeva di più, e in posizione tale da rendere più visibile la Chiesa Santa Casa anche da lontano? Le sarebbe bastato riedificarla su uno dei due dossi che affiancavano la strada a soli 200 metri a occidente.
Quarta Prova
Non va inoltre dimenticato che la Santa Casa è deposta sulla strada senza fondamenta proprie. Solo quando si ritenne poco sicura la statica della Santa Casa, anche perché su terreno di scarsa consistenza, si inserirono delle sottofondazioni e poi la Casa venne circondata da un grosso muro. E’ contro il più elementare buon senso che l’autorità competente permetta di erigere un edificio su di una strada pubblica importante, a costo di rifare un tratto considerevole della medesima e che inoltre tale edificio sia senza fondamenta proprie; che si rimedi a tale supposta omissione con delle opere di sottofondazione molto più impegnative e costose di quanto sarebbero state le comuni fondamenta.
Conclusione
Per concludere basterebbe fare questa riflessione. Nella Santa Casa si è realizzato l’avvenimento più umanamente inimmaginabile della storia: l’Incarnazione del Verbo. Ora, se Dio si è fatto veramente uomo, tutto diventa possibile; anche che degli angeli, per evitare che la Santa Casa venisse profanata dai musulmani, l’abbiano trasvolata in Italia.
del C3S
http://itresentieri.it/miracolosa-traslazione-della-santa-casa-di-loreto/

Perchè la Santa Casa di Loreto è "fuggita" da Nazareth? Resterai a bocca aperta...





UN MIRACOLO STREPITOSO, UN SIGNIFICATO MOLTO PROFONDO...

Loreto: il santuario mariano più importante del mondo???
Potrebbe sembrare eccessiva una tale affermazione, eppure non appare così infondata se si pensa al motivo per cui questa piccola casetta – con annesso santuario – può a ragione avere la precedenza ed il primato su tutti gli altri luoghi di culto mariani del mondo.

La ragione è indicata dalla incisiva frase che si trova sullo stipite della casetta, ben visibile a tutti i pellegrini che vi entrano: “HIC VERBUM CARO FACTUM EST”.

Ebbene si, tra quelle anguste e povere mura si è compiuto, oltre duemila anni fa, l’evento più importante della storia che l’ha cambiata una volta per sempre: lì il Verbo di Dio si è fatto carne, ha preso la nostra natura per salvarci.

Stiamo parlando, evidentemente, della santa casa di Loreto, che giace nel grembo dell’amata terra marchigiana. Ma qualcuno che non conosce ciò di cui sto parando potrebbe domandarsi, riecheggiando le parole stesse dell’Ancella del Signore: “Ma come è possibile questo?”come può trovarsi in Italia quell’umile abitazione che al momento dell’evento dell’Incarnazione si trovava nella Terrasanta insieme con tutti i suoi protagonisti?...

Breve storia della santa casa di Loreto

E’ di dovere cominciare con alcune note storiche che ci raccontino il miracolo straordinario che diversi secoli fa si compì, miracolo che poi cercherò di difendere a causa della numerose polemiche di pseudo-studiosi che in nome di false documentazioni e di pregiudizi “razionaleggianti” vorrebbero mutilarlo negando la modalità soprannaturale della traslazione, che in realtà fu “attraverso il ministero degli angeli”, come ci tramanda la Tradizione.
Questo, evidentemente, risulta inaccettabile e fa torto sia alla Provvidenza di Dio che alla storia vera.

Ma vediamo come andarono le cose.

Fin dai primi secoli dell’era cristiana a Nazaret si trovava la piccola dimora della Vergine, dove ella nacque, dove ebbe luogo l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele e dove visse con Gesù e Giuseppe nella Sacra Famiglia. Dopo la Risurrezione, gli Apostoli vi riunivano vi celebravano l'Eucaristia conformemente all’insegnamento del Signore.

Agli inizi di maggio del 1291, Nazaret e tutta la Palestina erano dominio dei Turchi selgiuchidi. Secondo la Tradizione, accreditata dai Papi, mistici e della pietà dei fedeli, torme di angeli prelevarono la Santa Casa e la portarono in volo via da quel luogo ormai infestato dagli infedeli.

Il 10 maggio 1291, gli angeli depositarono la casa a Tersatto, nei pressi della città di Fiume; furono dei boscaioli, stupiti, a trovare la piccola dimora.

In quel luogo, però, i pellegrini erano spesso preda di ladri e malfattori. Così, tre anni e sette mesi dopo, gli angeli ripresero la Santa Casa e con essa si alzarono in volo, si fermarono con la casetta nelle Marche, in Italia, e la posarono nei pressi di Ancona, nel luogo in cui oggi sorge la chiesa di Santa Maria Liberatrice di Posatora.

La Santa Casa restò in quel luogo nove mesi; poi gli angeli la sollevarono nuovamente e la trasportarono nei pressi di Porto Recanati. Questa volta furono dei pastori a vedere una luce abbagliante uscire dalle nubi e, dietro la luce, la casa. Il luogo era però troppo vicino al mare e dunque esposto ai pericoli delle incursioni turche; inoltre anche lì cominciavano ad accorrere malfattori per derubare i fedeli che giungevano in pellegrinaggio.

Così, otto mesi più tardi, la Casa fu nuovamente spostata dagli angeli, questa volta sul Monte Prodo (ove poi nacque la cittadina di Loreto), su un terreno di proprietà di due fratelli che presto iniziarono a trarre profitto dai continui pellegrinaggi di fedeli al punto da fare una petizione al papa per diventarne proprietari.

Di nuovo, allora, gli angeli sollevarono in volo la Santa Casa e la traslocarono, alla fine del 1296, al centro della strada che da Recanati va al suo porto, e dunque in un luogo pubblico, che nessuno avrebbe potuto reclamare e sfruttare.

Il luogo scelto si trovava sulla cima di una collina coperta di lauri. Dal termine latino laurus il luogo si chiamò Lauretum, e quindi Loreto.

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Ma adesso veniamo alla questione affascinanate del PERCHE' di queste miracolose traslazioni della Casetta di Nazareth.

Trovo edificante la spiegazione che fa più di un autore sul perché la traslatio miraculosa è avvenuta attraverso diverse stazioni.

È chiaro che i santi angeli non avrebbero avuto alcuna difficoltà a trasportarla direttamente, senza tappe intermedie, nel luogo scelto dalla divina Provvidenza come sito della sua ubicazione definitiva.

Se così non è stato non è privo di fondamento voler cercare, nei diversi stazionamenti, un messaggio spirituale teso a farci comprendere da una parte la dignità e la sacralità del luogo e della persona stessa della Vergine Maria, dall’altra la necessità di una degna ricezione e accoglienza dei doni e dei favori di Dio, di qualsiasi specie essi siano. Ma ancora di più la necessità di trattare con la massima venerazione la Vergine Benedetta e tutto quello che con Lei abbia una significativa relazione.

In accordo a tale lettura, le singole località da dove la Casetta è stata portata via, rappresentano degli ambienti esterni e degli atteggiamenti interni indegni di ricevere la grazia della permanenza del grande dono della presenza della santa casa di Maria. Nelle tappe del tragitto percorso dalla casa di Maria, così, la Vergine esprime la sua volontà di escludere l'empietà (Nazareth minacciata dagli oltraggi dei musulmani), l'indifferenza (Tersatto in Croazia, insensibile alla devozione), il brigantaggio (la foresta di Loreto rendeva facile ai banditi derubare i pellegrini) e le dispute (la discordia nata dalla cupidigia dei due fratelli proprietari della collina). Per queste ragioni, Maria affida la propria casa non a dei privati, ma alla comunità, posandola sulla pubblica via. Il tutto sembra una didascalia molto opportuna e chiara dalla parola di Gesù: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi” (Mt 7, 6).

Il perché poi la Casetta si sia fermata definitivamente proprio a Loreto, se volgiamo proseguire sulla scia di questa lettura, dovrebbe cercarsi nel fatto che lì, probabilmente, la Vergine ha trovato un ambiente disponibile, adatto a custodire il tesoro prezioso della sua dimora terrena e preparato a esibire un culto alla Regina del Cielo quanto meno migliore di quello che non era stata in grado di ricevere dalle categorie di persone delle precedenti località dove la Casetta è stata o per cui è passata.

Dunque la Madonna ha trovato e trova ancora in questo mondo (e questo è di conforto non solo per Lei ma anche per noi), anime che non le chiudono il cuore, che la accolgono “in sua”, tra le loro cose più preziose (cf. Gv 19, 27).

Ed ecco, alla fine di queste riflessioni, il messaggio che ci arriva e che dobbiamo raccogliere per la nostra vita spirituale: essere anche noi di quelli che, fuggendo con orrore il peccato o quanto meno l’indegnità di coloro che vivono nell’empietà, nell’indifferenza religiosa, nello spirito di rivalsa e di contesa e che guardano ai loro interessi più che all’onore di Dio; evitando l’errore di quelli che manifestano si una qualche devozione ma falsa e affettata, catalogabile in una delle sette deformazioni del culto a Maria di cui parla san Luigi M. Grignion nel suo Trattato della vera devozione a Maria (cf. Trattato, nn. 90-104) entriamo invece a far parte di quella ben diversa categoria dei veri devoti di Maria che le offrono un culto verso e sincero: interiore, tenero, santo, costante, disinteressato (cf. Trattato, nn 105-114) per trovare il beneplacito di Dio, per piacere alla santissima Trinità e per sentirsi un giorno dire dal Signore alla fine della vita: “bene, servo buono e fedele…, entra nella gioia del tuo Signore” (Mt 25, 21).

fr. Pietro (Tempi di Maria)

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