ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 16 marzo 2019

Impegnati, non ignoranti




Ieri a Roma c’è stata una svolta.
Una svolta che non ha precedenti storici. Nella Casa Bonus Pastor, si è svolto il convegno «Fede, Scienza e Coscienza – L’utilizzo di feti abortiti per la produzione farmaceutica».
Per i cattolici è una prima assoluta – una parte della Chiesa si apre all’ascolto di questo problema abissale: l’uso di feti abortiti nella ricerca scientifica e nella produzione di farmaci.
La sala era gremita già venti minuti prima dell’inizio. L’evento, come sappiamo, era sold out da giorni.
L’arrivo in sala di Sua Eminenza Cardinale Raymond Leo Burke strappa uno scrosciante ed affettuoso applauso al principe della Chiesa Cattolica Romana.


Vi erano persone di tutte le età: bambini, giovani, giovanissimi, adulti e anche diversi nonni: un pubblico, cioè, di estrazione molto eterogenea.
A presentare e moderare l’incontro il cofondatore e portavoce di Renovatio 21 Cristiano Lugli.
Ad aprire i lavori, un messaggio del Cardinale Burke.
«Spero che il presente incontro possa giovare al bene comune del popolo italiano e di tutti i popoli (…) sappiamo bene che anche il più desiderabile fine non può mai giustificare l’utilizzo di mezzi contrari alla legge morale (…) la questione morale si estende anche agli effetti collaterali del vaccino» ha detto il Cardinale Burke.



«Il nostro incontro di oggi è stato un atto di grande benevolenza e di carità verso la nostra società, verso tutti i nostri fratelli e sorelle affinché tutti noi possiamo avere a nostra disposizione delle misure cautelative necessarie che siano in se stesse anche moralmente giuste, cioè coerenti con il piano di Dio per noi e per tutta la Sua creazione. Che Dio ci benedica e ci dia la sapienza il coraggio di fare sempre il bene e così di servire sempre il bene di tutti i nostri fratelli e sorelle».

È seguito l’intervento di Debi Vinnedge, presidente dell’associazione americana Children of God for Life, che ha tracciato, in modo davvero esauriente, tutta la storia dell’utilizzo di feti abortiti per l’isolamento dei virus e la produzione conseguente dei vaccini attraverso le linee cellulari costruite con materiale organico di questi bambini sacrificati sull’altare di una cosiddetta «scienza».


  Il cofondatore e portavoce di Renovatio 21 Cristiano Lugli

Sono state offerte informazioni davvero sconvolgenti, incontestabili perché dimostrate attraverso fatti, documenti e citazioni precise e impossibili da contraddire, a meno di scadere nel ridicolo. Le basi eugenetiche dell’uso di feti abortiti sono emerse con chiarezza agghiacciante.
Un silenzio tombale, menti e cuori rapiti da una storia che in Italia non era mai stata raccontata in modo così preciso e dettagliato. Tanti occhi lucidi, dritti verso il tavolo dei relatori, mentre la storia di centinaia di bambini abortiti volontariamente (con buona pace dei Lopalco di turno che vorrebbero cavarsela riducendo i numeri reali  e risolvendo il problema dell’inviolabilità della vita umana a calcolino matematico) sfata tutte le falsità che si sono pronunciate su questo tema.


                          L’intervento di Debi Vinnedge di Children of God for Life


La Dott.ssa Vinnedge ha poi parlato della GlaxoSmithKline, che in America, dopo alcune pressioni, avrebbe prodotto dei vaccini etici, cioè senza linee cellulari di feti abortiti ma con linee animali. Cogliamo l’occasione per ricordare che però, in Italia, la GSK produce il Priorix Tetra  – cioè il vaccino MPR – all’interno del quale si trova la linea cellulare MRC-5.
Parrebbe che in USA la parte del cattivo la voglia fare Merck, mentre  quelli della GSK si comporterebbero da bravi ragazzi. Come è stato fatto notare alla signora Vinnedge al termine della conferenza, si tratta di una classica tecnica: good cop, bad cop. Poliziotto buono, poliziotto cattivo. Sappiamo esistono, all’interno del mercato farmaceutico, patti più o meno occulti tramite i quali le multinazionali si dividono il mercato, e, par di comprendere, anche i ruoli del film.
Il secondo intervento è stato quello della dottoressa Martina Collotta, medico chirurgo ed esperta di bioetica. Un intervento breve, di cerca venti minuti, per spiegare come avvengono le pratiche di aborto necessarie per ricavare cellule di feto estratte dagli organi venduti alla macchina di morte farmaceutica.

A questo punto, qualcuno è pure uscito dalla sala in lacrime, sconvolto e stravolto da un male di cui forse non conosceva la portata, semplicemente perché nessuno, nemmeno le tanto impegnate associazioni pro-life italiane, si era mai preso la briga di spiegarlo davvero.
«Queste pratiche sono terribili, perché i feti devono essere sani, ed estratti con metodiche disumane per non danneggiare i tessuti che poi serviranno per le linee cellulari. Servono alternative etiche contro questa grave immoralità. Il documento del 2017 della Pontificia Accademia per la Vita è allucinante, perché non tiene conto di cosa sia davvero la cooperazione al male» ha detto la dottoressa Collotta, che ha fatto il sacrificio di partecipare alla conferenza pur essendo oramai prossima a partorire.
Proprio oggi ci è pervenuta la mail di una mamma che ci ha scritto:«Buonasera, ieri pomeriggio siamo stati presenti alla Vostra conferenza, e io ho pianto quando la Dott.ssa Collotta parlava delle metodologie di aborto». Signora, le assicuriamo che lei non è sola.
Un applauso senza fine ha accompagnato la conclusione del breve ma potente intervento della Dott.ssa Collotta, che ha lasciato poi il posto al dottorStefano Montanari, ricercatore e direttore del laboratorio Nanodiagnostics di Modena.



L’intervento della dottoressa Martina Collotta


«Io sono qui come scienziato, ma anche come uomo della strada che non può fare a meno di porsi e porre qualche domanda davanti a queste gravi questioni»ha detto il dottor Montanari.

«Se quello dei feti abortiti è un problema per i cristiani e per i cattolici – ha proseguito il ricercatore modenese – bisognerebbe però anche capire come mai musulmani ed ebrei tacciano sulla notevole presenza di gelatine di maiale nei vaccini. Molti, o meglio dire quasi tutti i vaccini, contengono gelatine di maiale. Gli estremisti islamici, per uccidere il nemico, intingono solitamente le pallottole dentro al sangue di maiale. Lo fanno perché, una volta che la pallottola raggiunge l’avversario e lo uccide, il sangue di maiale – considerata la cosa più impura che ci possa essere per un musulmano – secondo il credo islamico negherà l’accesso in paradiso di questo nemico. Come mai, allora, tutto questo silenzio sulle tracce di maiale che vengono inoculate a milioni di bambini musulmani? E come si spiega anche il silenzio degli ebrei su questo tema, per loro che considerano il maiale come altrettanto impuro e proibito? Se fino ad ora hanno scherzato sulle loro ragioni religiose, allora diciamocelo apertamente. Se però le cose stanno così, allora siamo di fronte ad un’incoerenza quanto meno aberrante».



Il Cardinale Burke omaggiato con una copia del libro di Gatti e Montanari 
Vaccini sì o        no?

Al termine del suo intervento, accompagnato da un lungo e caloroso applauso, il Cardinale Burke si è alzato in piedi per ringraziare personalmente Montanari, che con grande rispetto e stima, ha baciato l’anello dell’Eminenza. Segno, questo, di una possibile, onesta, rispettosa e veritiera collaborazione fra Fede e Scienza.
È stato poi il turno della dottoressa  Theresa Deisher, una delle più importanti ricercatrici al mondo sul tema della presenza di DNA esterno nei vaccini, causa probabile dell’aumento esponenziale del cancro infantile e giovanile, nonché dello spettro autistico. Inutile sottolineare la ricchezza delle informazioni che la dottoressa Deisher ha fornito a tutti presenti e a tutti gli spettatori a casa che hanno seguito la diretta streaming.


                            La dottoressa Theresa Deisher


Infine, il fondatore di Renovatio 21 Roberto Dal Bosco ha ricordato brevemente come tutti questi temi – aborto, vaccini, eutanasia, fecondazione in vitro, predazione degli organi – siano in verità tutti elementi di un unico assalto alla dignità umana, un assalto che ci interroga sulla necessaria riformulazione dello Stato e del suo apparato sanitario.

Negli ultimi minuti, fra la commozione di tanti, c’è stata la benedizione che Sua Eminenza, Cardinale Raymond Leo Burke, ha voluto dare al convegno, alla nostra battaglia etica e a tutti i presenti in sala.
A conclusione di tutto questo, possiamo dire di aver ottenuto un grande risultato, che speriamo possa essere un punto di partenza importante su cui continuare ora la nostra battaglia.



Roberto Dal Bosco, fondatore di
 Renovatio 21

Una battaglia che ha però bisogno di tutti voi: della vostra voglia di combattere, delle vostre forze e anche dei vostri pianti.
State con noi.
Avanti.
Per la difesa dei nostri figli, per la difesa della Vita Umana, per superare le rovine e ricostruire questo 21° secolo.


 – di Renovatio 21


https://www.riscossacristiana.it/la-svolta-di-roma-resoconto-della-conferenza-fede-scienza-e-coscienza-di-renovatio-21/

Caro Di Maio… c’è sfiga e sfiga


C’è un detto napoletano che dice …anche gli sfottuti vanno in Paradiso, che significa: ...anche chi viene insultato va in Paradiso. 
Potremmo ben parafrasare: …anche gli sfigati vanno in Paradiso. E ci riferiamo all’infelice uscita di Di Maio a proposito del Congresso delle Famiglie che si terrà a Verona. Ai giornalisti ha detto che si tratterà di un raduno della “destra degli sfigati”.
Lasciamo perdere il termine “destra” che oggi come oggi viene sempre più utilizzato a sproposito. D’altronde cosa è oggi la “destra“? Ci potrebbero essere tante risposte a riguardo. Chi la vuole liberale, chi la vuole neo-fascistoide, chi la vuole conservatrice, chi la vuole trampiana, chi la vuole reazionaria… e la lista potrebbe continuare.
Ciò che però merita qualche riflessione è la parola “sfigati”, che -si sa bene- significa sfortunati, ma non semplicemente sfortunatisfortunati  in senso reiterato, Insomma lo sfigato è colui a cui non ne va bene una. E’ il perdente per eccellenza.
Ebbene, su questo punto ci permettiamo di dire che Di Maio ha perso una buona occasione per poter evitare di dire una cosa non solo poco intelligente, ma anche politicamente sconveniente.
Certo, le idee che verranno vessillate nel Convegno di Verona sono minoranza. Su questo sarebbe sciocco contraddire. Ma -qui Di Maio- deve fare molto attenzione: minoranza dove? Certamente nei salotti buoni. Certamente nei media. Certamente ai vertici delle organizzazioni politicamenteeconomicamente e finanziariamente più importanti. Ma nelle vie, nei quartieri, tra la gente comune, tra gli stessi ex elettori di certi partiti progressisti (e che hanno permesso il trionfo degli attuali partiti di governo), è davvero così? Abbiamo qualche dubbio.
Si tratta, insomma, di una “sfiga” parziale, pateticamente mediatica. Certo, nel talk-show della Gruber si tratta di una parte “sfigata” eccome. Proprio nella serata del 14 marzo, dove si è parlato anche del Convegno di Verona, non ve ne era uno (diciamo: uno!) che difendesse ciò che si farà a Verona. Tutti ad attaccare o per lo meno a compatire.
Ma nelle piazze, nelle cucine, nei soggiorni domestici quanto conta il salotto della Gruber? L’apparecchio televisivo è acceso. I soloni parlano e pontificano. Ma chi li ascolta? Meglio: chi li capisce? Se davvero contassero qualcosa, per l’audience che hanno queste trasmissioni, dovremmo avere ben altri risultati elettorali e anche ben altri scenari politici.
E allora -e su questo Di Maio è scivolato pericolosamente su una buccia di banana- quale parte è davvero sfigata? Chi difende ancora la famiglia? O chi da un pezzo sta affermando altro, trova tutti gli spazi possibili, parla e scrive dappertutto, prende i finanziamenti più consistenti possibili… e poi si ritrova con sempre meno consenso popolare?


Arrestatelo, elogia la famiglia

di Marcello Veneziani
Più che il congresso mondiale della famiglia, in programma a Verona a fine mese, colpisce la mobilitazione isterica, ideologica e intollerante della sinistra italiana, delle sue portaerei a mezzo stampa, contro la famiglia e il suo contesto.
Si può dissentire sul ruolo della famiglia, e ancor più sulle manifestazioni in suo favore; ma non si può definire eversiva la difesa della famiglia, evocare fanatismi, estremismi e totalitarismi per squalificare chi la promuove, e poi ridurre a “merda” principi e pratiche di vita, di fede e di cultura come Dio, patria e famiglia che denotano la storia dell’umanità e di ogni civiltà. Si avverte qualcosa di barbarico e di bestiale, un nichilismo volgare da osteria, un progressismo eruttante e ottuso nelle posizioni assunte contro la famiglia, contro l’amor patrio e contro la fede in Dio.
Nessuno pretende che venga sancito anche in questi casi il reato d’opinione per chi oltraggia e vilipende questi principi e queste esperienze storiche, come oggi accade nel nome del razzismo, della xenofobia, del sessismo e dell’omofobia. Oggi si può bestemmiare Dio e la Madonna, la Patria e la Famiglia, insultare il Padre e la Madre che fa figli, ma è reato offendere religioni e patrie altrui, gay e lesbiche, neri, rom e migranti, e alcune pagine di storie sono sotto tutela penale (mentre altri orrori no). Nessuno chiede che venga reintrodotto il reato di blasfemia, o venga punita a norma di legge la bestemmia o l’insulto all’amor patrio e all’amor famigliare.
Ma non sottovalutiamo e non dimentichiamo in fretta la portata di queste manifestazioni e di questi messaggi, ad opera non di isolati e squilibrati, ma di cortei, con cartelli, slogan e striscioni, e di rappresentanti parlamentari che hanno avuto responsabilità legislative in partiti di governo, col solidale e complice silenzio-assenso di leader, partiti, stampa e propaganda. Tanto più che il fuoco di sbarramento e la richiesta di negare quel patrocinio al congresso mondiale delle famiglie, che viene normalmente dato dalle istituzioni alle più variopinte manifestazioni lgbt, gay-pride, lesbiche e personale in transito, rischiano di crescere a ridosso o durante la manifestazione di Verona.
Se la famiglia viene difesa anche da piccoli gruppi radicali di destra, la demonizzazione scatta automatica e per la proprietà transitiva investe chiunque difenda la famiglia; ma se è per questo, le manifestazioni femministe e antifamiglia sono condivise da gruppi eversivi antagonistici, anarco-insurrezionalisti, centri sociali, autonomi e occupanti abusivi di spazi pubblici, manifestanti con volto coperto e oggetti contundenti… Ma nessuno si sognerebbe di vietare o comunque di impedire cortei e manifestazioni femministe e antifamiglia solo perché condivise da quei gruppi. La disparità di reazioni, di libertà e di compostezza ci pare evidente. E poi accusano i populisti e i sovranisti di fomentare l’odio e la malversazione.
Miserabile e ossessiva è la reductio ad ducem di chi difende la famiglia, Dio e la patria; fondamenti di civiltà come quelli non possono ridursi al fascismo. Il tratto comune che unisce i promotori delle giornate sulla famiglia è semmai l’ispirazione cattolica. In realtà con la scusa del fascismo o di Salvini criminalizzano anche i conservatori, i fautori della tradizione e i cattolici non bergogliani. E criminalizzano il mondo dei nostri padri e delle nostre madri, da cui proveniamo.
Ma lasciando il folclore, la grezza polemica e l’intimidazione pubblica verso chi semplicemente manifesta a favore della famiglia naturale, della nascita, della tradizione, resta in piedi un grande, enorme quesito: ma si può bandire la famiglia, la nascita e la procreazione secondo natura dagli orizzonti di una società civile, libera e proiettata nel futuro? Si può ritenere la famiglia un focolaio preistorico di eversione, dispotismo e regressione? È possibile che la realtà, la natura, l’esperienza della storia, prima ancora che il pensiero, il sentimento, la fede, possano essere cancellate, rimosse, irrise e calpestate in questo modo così plateale e rozzo? Si può ritenere che l’umanità abbia finora vissuto nella “merda”, nel male e nell’ignoranza e solo ora, grazie a quattro gatti e quattro leggi, si sia finalmente redenta, liberata e incivilita?
Si può avere cioè uno sguardo così torvo, presuntuoso e piccino che non sa giudicare oltre il metro del presente, condannando tutto quel che è stato vita e cultura, natura e tradizione, fede e pratica per millenni? Nessun uomo di senno immagina o auspica che la famiglia resti immutata e imbalsamata nei secoli, è evidente che si modifica; come sono altrettanto lampanti i mille guai che la attanagliano.
Ma qualcuno può seriamente pensare che si possa fare a meno o si possa mortificare quel luogo primario in cui nasce, cresce, si forma, e muore ogni persona; quel luogo che nonostante le fratture e le solitudini presenti resta il principale rimedio alla solitudine, alla vecchiaia, all’infermità, in cui si gioisce per la nascita e si patisce per la morte, in cui si vive (e magari si litiga, pure) tra le persone a cui più teniamo? Possiamo ritenere intercambiabili con qualunque estraneo ed equivalenti sul piano affettivo e reale un figlio, una madre, un fratello? Si può ritenere un residuo animalesco la procreazione secondo natura e la gravidanza?
La famiglia resta anche in una società sfasciata e sfilacciata il luogo insostituibile della cura e della premura. Tutto questo, ripeto, può anche essere criticato e ripensato; però una cosa è dissentire, un’altra è bollare la famiglia, questa struttura reale e naturale, oltre che storica, sociale e culturale, come un mostro da abortire.
https://www.controinformazione.info/arrestatelo-elogia-la-famiglia/ 

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