Viganò e il papa. Quel grande silenzio che ferisce la Chiesa
Per me leggere Viganò e il Papa. Un testimone racconta (Chorabooks) è stata un’esperienza strana. Perché l’autore del libro, Marco Tosatti, racconta una storia che è anche la mia e così in queste pagine mi sono specchiato. Anche Tosatti, come il sottoscritto, un certo giorno è stato cercato da monsignor Carlo Maria Viganò. Anche a Tosatti, come al sottoscritto, Viganò ha fatto leggere il suo memoriale sulla vicenda McCarrick. Anche Tosatti, come il sottoscritto, ha deciso di pubblicare il documento e di contribuire alla sua diffusione. E anch’io, come Tosatti, sono stato attaccato per la mia decisione e accusato di far parte di un’oscura macchinazione pensata negli ambienti più reazionari. Forse l’unico aspetto che mi differenzia, rispetto a Tosatti, è che a me sono state risparmiate le accuse di essere stato il vero autore del memoriale.
Ma lasciamo stare. La questione chiave resta quella che Viganò ha denunciato nel suo rapporto e che Tosatti, nel sito Stilum curiae, cos’ come il sottoscritto nel sito Duc in altum, ha sottoposto all’attenzione dei lettori: papa Bergoglio fin dal 2013, subito dopo la sua elezione, sapeva tutto dei misfatti del cardinale Theodore McCarrick. Eppure non solo decise di non fare nulla, ma anzi utilizzò McCarrick come suo consigliere privilegiato per quanto riguarda la politica internazionale e le nomine di vescovi e cardinali nella Chiesa americana. In parole povere, il pontefice regnante coprì per cinque anni il porporato, reo di aver abusato sessualmente di decine di seminaristi e di giovani sacerdoti. E, come sappiamo, a questa accusa gravissima il papa non ha ancora risposto.
Questi sono i fatti, ai quali occorre affiancare il motivo per cui un fedele servitore della Santa Sede ha deciso di denunciare.
Lasciamo che sia lo stesso Viganò a spiegare, con le parole che Tosatti riporta: “La ragione principale per cui sto rivelando queste notizie ora è a causa della situazione così tragica della Chiesa, che può essere riparata solo dalla piena verità, allo stesso modo in cui è stata gravemente ferita dagli abusi e dalle intercettazioni. Lo faccio per proteggere la Chiesa: solo la verità può renderla libera. La seconda ragione è di scaricare la mia coscienza di fronte a Dio delle mie responsabilità di vescovo per la Chiesa universale. Sono un vecchio e voglio presentarmi a Dio con la coscienza pulita. I segreti nella Chiesa, anche quelli pontifici, non sono tabù, sono strumenti per proteggere lei e i suoi figli dai suoi nemici. I segreti non devono essere usati per cospirazioni. Il popolo di Dio ha il diritto di conoscere tutta la verità anche riguardo ai suoi pastori. Hanno il diritto di essere guidati da buoni pastori. Per potersi fidare di loro e amarli, devono conoscerli apertamente nella trasparenza e nella verità come realmente sono. Un prete dovrebbe essere una luce in un candelabro sempre e ovunque e per tutti”.
A questo proposito Super Ex (ex Movimento per la vita, ex Avvenire ma, per fortuna, non ex cattolico), collaboratore sotto copertura, e molto ben informato, di Stilum curiae, pone alcune domande decisive: “Poteva Viganò, sapendo tutto, tollerare che si continuasse a dare le colpe degli abomini avvenuti negli Usa ad un vago clericalismo, alla Chiesa in generale, a soggetti non identificabili? No. Per questo, per amore della Giustizia e della Chiesa, ha parlato: i colpevoli, gli abusatori come McCarrick, hanno nomi e cognomi, così come gli insabbiatori (da Bertone a Bergoglio). Dire quei nomi può costare insulti, maldicenze, mal di fegato, ma ci vuole pure un vescovo, uno solo, che abbia il coraggio di lavare con il suo coraggio e il suo sacrificio lo schifo abominevole cui i fedeli stanno assistendo. Ecco, Viganò ha scelto di fare questo. La Chiesa vera lo ringrazia e lo ringrazierà ancora di più domani, quando avrà del tutto superato questa terribile e lunga tragedia, che ha più di quarant’anni, ma che ha raggiunto il suo culmine oggi, in questo clima grottesco in cui mentre il mondo chiede conto degli abusi di preti e cardinali omosessuali su seminaristi e minori, un gesuita americano di nome James Martin, protetto dalle alte sfere, cerca di sdoganare anche dottrinalmente il comportamento osceno dei suoi protettori americani e non”.
Naturalmente la campagna denigratoria contro Viganò è partita subito, e anche di questa si occupa Tosatti nel suo libro. La tecnica è collaudata. Siccome non si può e non si sa rispondere ai fatti, si ricorre al fango. Ecco perché il libro di Tosatti (come, nel suo piccolo, il mio Il caso Viganò) è anche un testo di teoria e tecnica dell’informazione e della disinformazione.
Tosatti dimostra che Viganò non è un povero curiale roso dall’invidia e dal rancore per non aver fatto carriera. Anzi, fu proprio lui, Viganò, a rinunciare al posto di prefetto della Congregazione per gli affari economici, che nel 2011 gli fu offerto da Benedetto XVI. Disse di no perché voleva completare il repulisti al quale aveva dato inizio in quanto responsabile del Governatorato e temeva che, se fosse andato via, la sua squadra sarebbe stata liquidata. Come in effetti accadde quando Viganò fu spedito negli Stati Uniti.
Molte altre sono le notizie che impreziosiscono il libro di Tosatti. Resta la tristezza per la mancata risposta del papa, “una ferita alla sua credibilità umana e di leader spirituale, e, in ultima analisi, anche alla sua missione”.
Non lo dice solo Tosatti. Lo hanno scritto giornali come il New York Times, la Frankfurter Allgemeine, Der Spiegel, il Wall Street Journal, il Catholic Herald e altri ancora.
Ai fedeli, che aspettavano una risposta, il papa ha fatto sapere: “Non dirò una parola”. E quando, di ritorno dal viaggio nei Paesi baltici, per gli inviati è stato il momento di porre le domande fatali, la risposta è stata: “Mi hanno detto che la cena è pronta e il volo è breve”. Stop.
È la strategia del silenzio, ben nota. Poi chi volesse tornare sulla vicenda potrebbe, per informazioni, rivolgersi all’autore di Sodoma, Frédéric Martel, attivista francese per i diritti omosessuali (molto ben introdotto in Vaticano), il quale nel suo libro conferma che papa Bergoglio realmente fu informato dall’arcivescovo Viganò dei trascorsi di McCarrick, ma non considerò il fatto importante e anzi usò McCarrick come consigliere e inviato speciale.
Questi i fatti. Che Tosatti rievoca in modo puntuale. Niente di strano, verrebbe da dire, visto che Tosatti fa il giornalista. Eppure oggi, in questo nostro mondo capovolto, che un giornalista dia le notizie, non si autocensuri e non si lasci intimorire è qualcosa di eccezionale.
Aldo Maria Valli
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.