Il governatore Andrew Cuomo firma il Reproductive Health Act che codifica il Roe v. Wade nella legge dello stato di New York.
di Sabino Paciolla
“La verità mi fa male, lo so. La verità mi fa male, lo sai”, sono questi i versi della canzone che Caterina Caselli cantava alcuni decenni fa, e che mi sono venuti in mente nel vedere l’aggressione verbale cui è stato sottoposto il Congresso mondiale sulla famiglia in corso a Verona. Il motivo di tutta questa aggressione mediatica è che non si vuole che si dica la verità, non si vuole che si ricordi qualcosa che fa male. Un settore della pubblica opinione, una parte dell’apparato mediatico e politico non sopportano che si ricordi che l’aborto è la soppressione, l’uccisione, di una vita umana e non di un semplice “feto”, che l’unione tra un uomo (biologicamente inteso) ed una donna (biologicamente intesa) costituisce la famiglia naturale aperta alla generazione di una nuova vita umana, e che l’adozione di bambini concessa alle coppie omosessuali significa negare ad un bambino il diritto naturale alla mamma ed al papà. Contro queste primordiali verità inscritte nel cuore e nella natura umana si sono scagliati tanti con improperi ed offese di ogni genere. Sugli organizzatori, sugli ospiti e sui partecipanti sono piovute parole come “trogloditi”, “medioevali”, “reazionari”, “omofobi”, “estremisti di destra” e così via. Un autentico scempio, non all’altezza della democrazia. Di quella democrazia di cui costoro si fanno forti e rappresentanti per sparare democraticamente a pallettoni sugli altri.
Per rendere evidente in maniera plastica la verità che l’aborto è la soppressione di una vita umana, gli organizzatori hanno distribuito un essere umano in plastica alla decima settimana di vita con la scritta: “L’aborto ferma un cuore che batte”. Di fronte a questo, il fuoco di fila. Hanno cominciato con una nota Paola De Micheli e Marco Miccoli del coordinamento nazionale del Partito Democratico dicendo“La vicenda di un feto trasformato in gadget descrive meglio di ogni altra cosa che cos’è la manifestazione che si sta tenendo a Verona. Un festival dove tutto è permesso, anche offendere la vita, la dignità delle donne e i diritti delle persone”. A loro si è unita Laura Boldrini, deputata di Leu, affermando: “È semplicemente mostruoso fare un’operazione di questo genere. Se l’obiettivo è quello di suscitare sdegno collettivo nei confronti delle donne che sono costrette a interrompere la loro gravidanza sappiano, questi signori, che a vergognarsi dovrebbero essere loro”.
Capite? Dire la verità per alcuni è “semplicemente mostruoso”. Per altri, rappresentare cosa avviene durante un aborto, significa “offendere la vita”. Dimenticano questi signori una verità elementare: è l’aborto che offende la vita!
Perchè tutto questo? Semplice, perché una parte della realtà, quella che consciamente o inconsciamente fa male, è meglio non ricordarla. Per questo, secondo alcuni, non è bene ricordare, come ha fatto Gandolfini, che “In Italia, dal 1978 a oggi, sono stati uccisi sei milioni di bambini e ne sono stati salvati 200mila. Li ha salvati ad esempio il Movimento per la vita. Ecco lo Stato ha tradito se stesso”. Per loro, non è bene evidenziare che la legge 194 formalmente non riconosce il diritto all’aborto o che essa è stata applicata soltanto negli articoli che permettono la soppressione di una vita umana e non in quelli, fondamentali ed iniziali della legge, che aiutano la maternità. E invece tanti pensano che questo diritto all’aborto esista.
La cosa grave però è che non si vuole che altri ne parlino e lo ricordino. Alcuni, infatti, si riempiono la bocca di diritti e tolleranza ma poi in maniera intollerante non vogliono riconoscere agli altri il diritto di parlare di queste cose. Per questo, sembra quasi una mosca bianca il giornalista Cruciani, che, ricordiamolo, è a favore delle nozze gay e dell’utero in affitto, quando dice  “Io non sono uno di voi. Ma non trovo giusto quello che è stato messo in atto da coloro che vorrebbero spegnere questo microfono: una vera campagna di criminalizzazione. Quindi sono qui. Ovunque vieteranno di esprimere il vostro pensiero, io sarò uno di voi”.
Come si vede, la questione viene ridotta a desideri, la verità viene coperta dalla coltre politica della difesa dei diritti. Sì, il diritto del più forte sul più debole, il diritto del “potente” che sopprime l’innocente.
Chi è l’innocente? Beh, semplice, guardate questo splendido video:


E invece quello che respiriamo in tutte le salse, su tutti i canali, è un pensiero borghese della vita, fatto di grandi difese di piccoli desideri, chiusi al Mistero della vita. Vediamo gente come il deputato Vincenzo Spadafora, M5S, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle pari opportunità e ai giovani, il quale, riferendosi alla manifestazione in programma a Roma per promuovere i diritti LGBT, dice: “A Roma si celebreranno le idee e il futuro, a Verona si rivanga il passato”. Oppure, vediamo gente che festeggia con grida ed urla di gioia la firma da parte del Governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, della legge che permette l’aborto fino ad un attimo prima della nascita, cioè un infanticidio.Altro che diritto fondamentale delle donne!
Questo il concetto di libertà, questi i diritti che tali signori affermano.
Se avete lo stomaco per vedere questa oscenità piena di autocompiacimento, guardate questo video:

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