ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 24 marzo 2019

Se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi

Se la Chiesa preferisce l'ambientalismo ai valori cristiani

Bergoglio si piega al catastrofismo ecologista mentre gay e sinistra attaccano la famiglia


Se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi su quali siano oggi le priorità della Chiesa, gli eventi degli ultimi giorni dovrebbero averli cancellati. Coincidenza ha voluto infatti che la cronaca intrecciasse diversi temi caldi per i cattolici.
Il Papa all'Angelu
Oltre al perenne problema delle migrazioni, abbiamo avuto due eventi che hanno catturato le prime pagine dei giornali e sono fortemente simbolici: da una parte lo sciopero per il clima, la marcia globale degli studenti lo scorso 15 marzo; dall'altra le polemiche in vista del Congresso mondiale delle Famiglie che si svolgerà a Verona dal 29 al 31 marzo.

Da una parte una Chiesa che si fa fatica a distinguere da Greenpeace e WWF, dall'altra associazioni cattoliche pro-family abbandonate dalla gerarchia all'aggressione di partiti laicisti e organizzazioni Lgbt. La 16enne Greta Thunberg, icona dello sciopero degli studenti, è diventata l'eroina anche dell'establishment cattolico: il cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, ha garantito la benedizione del Papa alla sua protesta; Avvenire, il giornale dei vescovi italiani, ha per giorni tenuto la notizia dello sciopero in prima pagina con titoli rassicuranti sul futuro della Terra quanto un missile a testata nucleare puntato sulla vostra casa. L'Osservatore Romano registrava con soddisfazione l'aumento delle adesioni allo «sciopero» in tutto il mondo, per poi rafforzare il concetto con una prima pagina, il 15 marzo, grondante catastrofismo. In uno dei suoi quotidiani attacchi ai critici delle marce e dell'ecologismo, su Avvenire abbiamo letto anche la rivalutazione dei rapporti catastrofisti (e smentiti dalla storia) del Club di Roma di Aurelio Peccei e dei suoi «limiti dello sviluppo». Evidentemente la criminalizzazione degli esseri umani e il controllo delle nascite non fanno più problema.
Negli stessi giorni montava però anche la polemica durissima, violenta, di movimenti femministi, Lgbt, di giornali laicisti e dei partiti di sinistra compresi i 5Stelle contro lo svolgimento del Congresso mondiale delle famiglie a Verona. Il Congresso, in realtà, è una iniziativa nata negli Stati Uniti nel 1997, una sorta di evento itinerante nel mondo che soltanto dal 2012 è diventato annuale e che per la prima volta, alla sua XIII edizione, tocca l'Italia. E in Italia, il terminale organizzativo è nelle mani di alcune delle sigle protagoniste dei Family Day del 2015 e 2016.
Mai, nelle edizioni passate, si sono creati problemi, paradossalmente solo in Italia parlare di «famiglia naturale» concetto peraltro sancito nella Costituzione all'articolo 29 sembra diventato tabù.
Ebbene, mentre su Repubblica e Corriere si moltiplicavano gli attacchi e anche le menzogne riguardo al pensiero dei relatori e alle intenzioni del Congresso, sul fronte istituzionale cattolico tutto taceva. Neanche davanti agli insulti arrivati dal vicepremier Luigi Di Maio, che aveva parlato di «sfigati», vescovi e direttori di giornali hanno fatto una piega. C'è voluto il balbettio del segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, per aprire uno spiraglio: «Siamo d'accordo sulla sostanza, qualche differenza c'è nelle modalità». Parole che a qualcuno devono essere sembrate fin troppo ardite se Avvenire, ad esempio, ha sentito il bisogno di correggere Parolin, facendogli dire che sulle modalità non c'è alcun accordo.
In ogni caso il concetto espresso da Parolin è stato autorevolmente ripreso due giorni fa su queste colonne dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente dei vescovi italiani, che si è collocato a metà, perché vede troppa ideologia intorno al tema della famiglia: «Da una parte chi la usa per legittimare le discriminazioni e le divisioni, dall'altra chi la considera ormai superata e retrograda». Secondo Bassetti la famiglia deve essere terreno di incontro e non di scontro, tutti uniti per la famiglia.
La realtà dimostra tutt'altro; che il Congresso di Verona sia stato attaccato duramente senza che nessuno abbia inneggiato a discriminazioni è sotto gli occhi di tutti, a meno che affermare l'unicità della famiglia naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna non sia diventato un crimine.
È davvero curioso come siano bastati pochissimi anni a vescovi e cardinali per dimenticare la lezione di San Giovanni Paolo II, che alla difesa della famiglia e della vita aveva dedicato un enorme sforzo: aveva creato il Pontificio consiglio per la Famiglia, una Università a questo dedicata, aveva organizzato l'Incontro mondiale delle famiglie, ha fondato l'Accademia per la Vita, ha ingaggiato epiche battaglie contro le agenzie dell'Onu. Tutto perché vedeva con chiarezza e lo ha ripetuto mille volte che la famiglia era sotto attacco, ed era così perché il Maligno vuole distruggere l'uomo, vertice della Creazione, immagine e somiglianza di Dio. E per far fuori l'uomo bisogna distruggere la famiglia, il luogo dove si nasce e si impara ad essere uomini. Se non si difende la vita e la famiglia questo hanno insegnato san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI non si potranno aiutare i poveri e non si rispetterà neanche la natura.
Ora, tutto ciò sembra non essere più vero, contano solo l'ambiente e i migranti. O forse semplicemente tanti ecclesiastici e tanti cattolici preferiscono essere confortati dal mondo piuttosto che rispondere alle sfide: gridano laddove gridano i poteri del mondo, tacciono dove i potenti chiedono silenzio.
Riccardo Cascioli -

SPALLONE E I DISTINGUO DI PAROLIN. CHIESA ALGIDA SULLA FAMIGLIA. LE FAKENEWS DI CARLO CALENDA.



Cari amici e nemici di Stilum Curiae, oggi pubblichiamo un’amara, e ahimè drammaticamente realistica riflessione dell’avvocato Giorgio Spallone sulle tiepide dichiarazioni del card. Pietro Parolin in tema di Congresso delle Famiglie. Che nel frattempo, viene aggredito in maniera scomposta e impensabile in un Paese civile. L’ultima perla è questa: Carlo Calenda, già ministro dell’Economia e capolista per il PD alle prossime europee, ha diffuso su Twitter un manifesto falso, circolante sui social, e da giorni già denunciato come un falso, in cui si attribuiscono al Congresso Mondiale delle Famiglie obiettivi e scopi totalmente inventati. Il Tweet è ancora lì, nonostante la minaccia – sacrosanta – di querele da parte del Vicepresidente del Congresso, Jacopo Coghe. Complimenti per la serietà di una persona che ha avuto in mano le sorti economiche del Paese, e soprattutto auguri e complimenti per quelli che voteranno lui e gli altri della banda. State sereni, siete in mani sicure e affidabili, come peraltro si è già visto.
La sostanza e gli “sfigati”.
Il Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, alla richiesta di un’opinione sul Congresso Nazionale delle Famiglie in programma a Verona a fine marzo, ha rotto l’assordante silenzio dell’Episcopato nostrano con la seguente, criptica ed inquietante, dichiarazione “Siamo d’accordo nella sostanza, ma non nelle modalità”. Inquietante perché in luogo di un appoggio, totale, pieno, corale e perfino grato, a quei laici che si preoccupano di promuovere la Famiglia così come voluta da Dio – secondo il Nuovo Testamento – l’alto Prelato induce il fedele ad interrogarsi sulla drammatica ipotesi – in astratto fantascientifica – che la Chiesa nei suoi massimi esponenti potesse, anche, non essere d’accordo.
Criptica in quanto il Card. Parolin non dice quali sarebbero state le modalità che, a Suo dire, avrebbero dovuto seguire gli organizzatori, per ricevere il consenso Suo e, visto il ruolo, dell’Episcopato.
Pur non facendone parte, ho motivo di ritenere che gli organizzatori del Congresso – in luogo di un atteggiamento distinto e distante – avrebbero di buon grado valutato ed accolto i suggerimenti metodologici eventualmente pervenuti dalla Santa Sede, ovvero dalla CEI.
Ricordo a me stesso che verso i primi anni ’90, sotto la sapiente e provvidente presidenza del Card. Camillo Ruini, la Conferenza Episcopale Italiana, resasi conto dell’incipiente attacco frontale all’Istituzione Famiglia – all’epoca agli esordi e di cui oggi, fra le macerie raccogliamo i reperti tossici – si attivò in ogni modo affinché alcuni laici, muniti di famiglia e buona volontà, si inventassero qualcosa a difesa di quella Famiglia, così come voluta da Dio – secondo il Nuovo Testamento.
Nacque così il Forum delle Associazioni Familiari con l’impegno di padri, madri, sposi, dai mestieri vari, fra cui anche quello di casalinga ed intellettuali, talmente poco medievali da essere tuttora nostri contemporanei.
Oggi, invece, quando un tale definisce “sfigati” quei cattolici, il Card. Parolin replica algidamente: “Noi non usiamo questi termini”. Orbene, non posso non dolermi con l’Alto Prelato, a nome di tutti i cattolici “sfigati”, per la difesa, diciamo così, timida e non certo “usque ad effusionem sanguinis”.
A meno che il Cardinale non intendesse dire che Loro, invece, usano il termine “perseguitati”, questo sì sicuramente applicabile allo status dei Cristiani che si raduneranno a Verona.
Perseguitati dal mainstream del pensiero unico imperante, da mass media asserviti al suddetto pensiero unico, da politici radicali e radicaleggianti, da partiti di governo in disperata ricerca di appigli bio-politici cui aggrapparsi nel precipitare dei consensi alla vigilia di una tornata elettorale.
Tutto si tiene, ma al postutto ai Cristiani di Verona nei confronti dell’Autorità Ecclesiastica e a ruoli, dolorosamente, invertiti, rimane – absit iniuria verbis – la domanda che nostro Signore rivolse ai Discepoli: “Volete andarvene anche voi?” (Gv. 6, 67).
Si attende risposta, fiduciosamente.
Giorgio Spallone

24 Marzo 2019 Pubblicato da wp_7512482 11 Commenti --
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