Uomini giusti ai posti giusti / 18
video aggiunto https://youtu.be/qkK3GQTbGNo
Salve a tutti e scusate il ritardo. Eccoci qui di nuovo con la nostra rubrica Uomini giusti ai posti giusti. Che oggi si apre con sua eminenza il cardinale Carlos Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid, il quale nella cattedrale di Almudena ha promosso un “concerto interreligioso” con la recita di preghiere cristiane, ebraiche e musulmane. Eseguito anche, narrano le cronache, il Canto in onore di Muhammad, durante il quale alcuni musulmani hanno pure danzato.
Qualche cattolico irreparabilmente ultra-tradizionalista, miope, ipocrita, baciapile, farisaico eccetera ha fatto notare: “Non c’era un altro posto nel quale organizzare il tutto? Proprio nella cattedrale si doveva tenere il concerto con canti e danze da parte dei musulmani?”. Ma sua eminenza non ha ritenuto necessario rispondere. D’altra parte, chi è uomo giusto al posto giusto raramente risponde alle osservazioni critiche.
Da notare che il cardinale Osoro Sierra è tanto più uomo giusto al posto giusto in quanto voluto dal papa in persona, che l’ha scelto per Madrid e fatto cardinale nonostante, diciamo così, una piccola ombra. Sua eminenza nel curriculum inviato in Vaticano si è infatti attribuito ben quattro lauree (filosofia, teologia, scienze ed educazione) attorno alle quali aleggia però un certo mistero, nel senso che non si sa se sono state conseguite o meno.
Proseguiamo.
Il nostro secondo uomo giusto al posto giusto è l’arcivescovo di Reims (Francia), Eric de Moulins-Beaufort, il quale nella sua pagina Facebook si è detto entusiasta della costruzione nella stessa Reims della moschea più grande di Francia, con cupole e altissimo minareto: “Ieri – ha detto – è stata inaugurata la grande moschea di Reims e sono stato felice di condividere questo momento con i musulmani e i rappresentanti di tutte le religioni”.
“Con me gioiscono i cattolici di Reims”, ha aggiunto sua eccellenza l’arcivescovo non riuscendo a trattenere l’ardore. Ma in realtà non è proprio così. Molti cattolici infatti gli hanno scritto sostenendo di non aver apprezzato per niente la sua presenza all’inaugurazione della moschea. Al che l’arcivescovo ha prontamente replicato, senza nascondere un certo risentimento: “Mi piacerebbe che gli uomini cattolici inquieti per la presenza dell’Islam nel nostro paese fossero tanto assidui alla Messa e all’Adorazione eucaristica quanto gli uomini che un giovedì sera all’ora di preghiera ho visto nella moschea”.
Bravo! Così parla un uomo giusto al posto giusto. E nei confronti di tutti quelli che lanciano basse insinuazioni (tipo: ma il signor arcivescovo si è mai chiesto perché i fedeli non sono tanto assidui? Non sarà proprio perché hanno un pastore come lui?) si comporta, giustamente, secondo il buon vecchio metodo: non risponde.
E veniamo al vescovo di Bragança Paulista (Brasile), Sérgio Aparecido Colombo, il quale, essendo rappresentante della Chiesa in uscita, ha pensato bene di partecipare a un rito pagano all’esterno della chiesa del Buon Gesù a Vila Bela.
Organizzata dal Consiglio diocesano per l’ecumenismo (composto evidentemente da altri uomini giusti ai posti giusti), l’esibizione è stata assai pittoresca e ha visto il signor vescovo impegnato nel praticare il cosiddetto Candomblé, rito afro-brasiliana legato al vudu, nel corso del quale, anche mediante l’ausilio di rose e colombe, vengono invocati demoni chiamati Orixás.
Autentico uomo giusto al posto giusto, oltre che sopraffino interprete della Chiesa in uscita, il vescovo Colombo ha molti meriti, tra i quali quello di aver espulso dalla sua diocesi una comunità carmelitana maschile di rito antico.
Avanti così! La Chiesa in uscita deve andare fino in fondo!
E chiudiamo con la nostra bella Italia. Più precisamente con una segnalazione che ci giunge da Porto San Giorgio, dove, nella chiesa di San Giorgio e a cura di un reverendo sacerdote cattolico, si è tenuto un incontro, con tanto di canzoni e coro, sulla “vicenda poetica e umana di Fabrizio De Andrè”.
Al che i soliti ultra-tradizionalisti miopi, ipocriti, baciapile, farisaici eccetera sono saltati su e han detto: ma perché in una chiesa?
In particolare, una signora, evidentemente più ultra-tradizionalista, miope, ipocrita, baciapile e farisaica degli altri, non ha resistito e ha scritto al signor vescovo: eccellenza, scusi tanto, ma le sembra proprio il caso di far cantare in chiesa canzoni che dicono cose tipo ”Non intendo cantare la gloria né invocare la grazia o il perdono di chi penso non fu altri che un uomo, come Dio passato alla storia”?
Risposta del vescovo? Non pervenuta. Gli uomini giusti ai posti giusti non hanno tempo da perdere con gli ultra-tradizionalisti, miopi, ipocriti, baciapile e farisaici. La Chiesa in uscita li chiama e loro devono inseguirla!
Alla prossima.
Aldo Maria Valli
Come riporta il Washington Post, l’arcivescovo Wilton Gregory di Atlanta ha accettato la nomina ad arcivescovo di Washington dopo le dimissioni del card. Wuerl in seguito alle accuse di mala gestione dei casi di abusi sessuali. La nomina ufficiale, secondo fonti del Washington Post, potrebbe arrivare oggi dal Vaticano. Michael Warren Davis, in questo articolo sul Catholic Herald, si chiede se sia la persona giusta per quel posto.
Ecco l’articolo nella mia traduzione.
E’ (quasi) ufficiale: l’arcivescovo Wilton Gregory di Atlanta sarà nominato il prossimo arcivescovo di Washington, secondo Ed Condon della Catholic News Agency.
L’ufficio è tecnicamente vacante dall’ultimo arcivescovo, il cardinale Donald Wuerl, dimessosi in ottobre. Wuerl era stato danneggiato dalle accuse di aver coperto gli abusi sessuali nella sua precedente diocesi di Pittsburgh. Aveva anche sostenuto – di fronte alle affermazioni contrarie – di non sapere nulla delle attività sessuali predatorie del suo famigerato predecessore, Theodore McCarrick.
Washington è forse la diocesi più ricercata per vescovi ambiziosi americani – ma un tipo particolare di vescovo. Mentre l’arcivescovo di New York si trova a contatto con i media e i luminari della culturai, l’arcivescovo di Washington ha un accesso preziosissimo a legislatori e lobbisti politici. Il talento di McCarrick come fundraiser e la magistrale diplomazia di Wuerl sono stati di loro aiuto in quel posto.
L’ufficio è tecnicamente vacante dall’ultimo arcivescovo, il cardinale Donald Wuerl, dimessosi in ottobre. Wuerl era stato danneggiato dalle accuse di aver coperto gli abusi sessuali nella sua precedente diocesi di Pittsburgh. Aveva anche sostenuto – di fronte alle affermazioni contrarie – di non sapere nulla delle attività sessuali predatorie del suo famigerato predecessore, Theodore McCarrick.
Washington è forse la diocesi più ricercata per vescovi ambiziosi americani – ma un tipo particolare di vescovo. Mentre l’arcivescovo di New York si trova a contatto con i media e i luminari della culturai, l’arcivescovo di Washington ha un accesso preziosissimo a legislatori e lobbisti politici. Il talento di McCarrick come fundraiser e la magistrale diplomazia di Wuerl sono stati di loro aiuto in quel posto.
Ma poiché Washington è al centro dell’attuale crisi degli abusi sessuali, il Vaticano non poteva permettersi di passare il testimone al successivo burocrate in fila.
Il Vaticano doveva decidere se voleva un riformatore che scoprisse la rete di coloro che hanno consentito e dei compagni-predatori di McCarrick – o, diciamo, qualcuno più discreto, che proteggesse l’immagine pubblica della Chiesa. Quale ruolo giocherà l’arcivescovo Gregory, se sarà scelto? (come abbiamo visto, è stato scelto ed ha accettato, ndr)?
Gregory, che è stato il primo arcivescovo afro-americano di Washington, dal 2001 al 2004 è stato presidente della Conferenza dei vescovi cattolici statunitensi (USCCB), guidando i vescovi americani attraverso i primi capitoli delle rivelazioni (degli abusi sessuali, ndr) sotto i riflettori.
Fu sotto la sua guida che l’USCCB elaborò i suoi protocolli per la gestione delle accuse di sacerdoti predatori, nota come “Carta di Dallas” – anche se McCarrick ne era il principale autore. In ogni caso, Gregory ha certamente più esperienza nella gestione delle conseguenze degli abusi sessuali clericali rispetto alla maggior parte dei suoi fratelli vescovi.
Il Vaticano doveva decidere se voleva un riformatore che scoprisse la rete di coloro che hanno consentito e dei compagni-predatori di McCarrick – o, diciamo, qualcuno più discreto, che proteggesse l’immagine pubblica della Chiesa. Quale ruolo giocherà l’arcivescovo Gregory, se sarà scelto? (come abbiamo visto, è stato scelto ed ha accettato, ndr)?
Gregory, che è stato il primo arcivescovo afro-americano di Washington, dal 2001 al 2004 è stato presidente della Conferenza dei vescovi cattolici statunitensi (USCCB), guidando i vescovi americani attraverso i primi capitoli delle rivelazioni (degli abusi sessuali, ndr) sotto i riflettori.
Fu sotto la sua guida che l’USCCB elaborò i suoi protocolli per la gestione delle accuse di sacerdoti predatori, nota come “Carta di Dallas” – anche se McCarrick ne era il principale autore. In ogni caso, Gregory ha certamente più esperienza nella gestione delle conseguenze degli abusi sessuali clericali rispetto alla maggior parte dei suoi fratelli vescovi.
Non è, tuttavia, il tipo di riformatore che i cattolici conservatori speravano. Due anni fa ha tenuto una relazione all’Associazione dei sacerdoti cattolici statunitensi, che sostiene la proposta di sacerdoti sposati e delle diaconesse. Tra gli altri oratori di quell’anno vi erano anche due sostenitori di Papa Francesco: padre Thomas Rosica (ultimamente al centro di uno scandalo per plagio di testi di altri autori. Ne abbiamo parlato qui e qui, ndr) e il professor Massimo Faggioli.
L’arcivescovo Gregory ha difeso il controverso padre James Martin, redattore della rivista America dei gesuiti e consulente del Segretariato vaticano per le comunicazioni (molto vicino alle associazioni LGBT, ndr). Ed Condon riferisce anche che Gregory ha “stretti legami” con il cardinale Blase Cupich di Chicago, che molti considerano il leader della fazione pro-Francesco dell’USCCB.
In altre parole, Wilton Gregory è saldamente allineato con i ben collegati liberali (progressisti, ndr) noti come “Team Francis”. Questo potrebbe rivelarsi utile se Roma volesse esercitare un controllo più diretto sulla gestione da parte di Washington di ulteriori scandali nell’arcidiocesi.
I cattolici conservatori hanno a lungo diffidato dell’arcivescovo Gregory, che era amico di McCarrick, il quale ha sostenuto l’ex cardinale nel prendere parte contro i tentativi dell’allora cardinale Ratzinger di negare la Santa Comunione ai politici cattolici favorevoli all’aborto.
Va notato, tuttavia, che l’Arcivescovo di Atlanta ha parlato con evidente angoscia della sua “vergogna” per essersi lasciato ingannare da McCarrick. Infatti, ha detto recentemente che i cattolici erano “perplessi e disgustati” per il fatto che la Santa Sede potrebbe aver ignorato “molteplici segnali di avvertimento” relativi a McCarrick e altri.
D’altra parte, il cardinale Wuerl – un prelato che certamente ha ignorato quei segnali di avvertimento – potrebbe aver avuto un ruolo in questa nomina riportata. Lui e il cardinale Cupich sono gli unici membri americani della Congregazione per i vescovi, che trasmette le raccomandazioni al Santo Padre.
Dal punto di vista del Vaticano, l’arcivescovo Gregory è certamente una persona adatta. Resta da vedere se è lui l’uomo per tirare fuori gli scheletri dall’armadio di Washington.
L’arcivescovo Gregory ha difeso il controverso padre James Martin, redattore della rivista America dei gesuiti e consulente del Segretariato vaticano per le comunicazioni (molto vicino alle associazioni LGBT, ndr). Ed Condon riferisce anche che Gregory ha “stretti legami” con il cardinale Blase Cupich di Chicago, che molti considerano il leader della fazione pro-Francesco dell’USCCB.
In altre parole, Wilton Gregory è saldamente allineato con i ben collegati liberali (progressisti, ndr) noti come “Team Francis”. Questo potrebbe rivelarsi utile se Roma volesse esercitare un controllo più diretto sulla gestione da parte di Washington di ulteriori scandali nell’arcidiocesi.
I cattolici conservatori hanno a lungo diffidato dell’arcivescovo Gregory, che era amico di McCarrick, il quale ha sostenuto l’ex cardinale nel prendere parte contro i tentativi dell’allora cardinale Ratzinger di negare la Santa Comunione ai politici cattolici favorevoli all’aborto.
Va notato, tuttavia, che l’Arcivescovo di Atlanta ha parlato con evidente angoscia della sua “vergogna” per essersi lasciato ingannare da McCarrick. Infatti, ha detto recentemente che i cattolici erano “perplessi e disgustati” per il fatto che la Santa Sede potrebbe aver ignorato “molteplici segnali di avvertimento” relativi a McCarrick e altri.
D’altra parte, il cardinale Wuerl – un prelato che certamente ha ignorato quei segnali di avvertimento – potrebbe aver avuto un ruolo in questa nomina riportata. Lui e il cardinale Cupich sono gli unici membri americani della Congregazione per i vescovi, che trasmette le raccomandazioni al Santo Padre.
Dal punto di vista del Vaticano, l’arcivescovo Gregory è certamente una persona adatta. Resta da vedere se è lui l’uomo per tirare fuori gli scheletri dall’armadio di Washington.
Buongiorno ho bisogno di contattare il webmaster per cancellare dei dati personali riportati nel sito, dove trovo la sua email?
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