Nei giorni scorsi abbiamo letto di un incontro avvenuto in Vaticano tra il card. Parolin e un gruppo di associazioni LGBT impegnate contro la criminalizzazione dell’omosessualità nella regione caraibica. Incontro finito con la promessa di un futuro dialogo su questi temi.
Forse vi siete persi qualche dettaglio: erano presenti non solo avvocati militanti LGBT che promuovono il riconoscimento del matrimonio gay a livello internazionale (oltre che il “diritto” di aborto) ma anche rappresentanti di molte aziende multinazionali che premono a livello mondiale per la promozione dei cosiddetti “diritti LGBT”.
Avete presente la “colonizzazione culturale” cui spesso mette in guardia il Santo Padre? Ecco, è stato un incontro tra il Segretario di Stato Vaticano (il Papa all’ultimo momento ha rinunciato) e proprio chi la diffonde in tutto il mondo.
In una dichiarazione rilasciata questo pomeriggio, il portavoce vaticano Alessandro Gisotti, rispondendo alle ripetute richieste dei giornalisti sul presunto incontro, ha dichiarato:Oggi in Vaticano, il cardinale Pietro Parolin ha ricevuto un gruppo di circa cinquanta persone che lavorano in vari modi contro la criminalizzazione dell’omosessualità.Durante l’incontro, la ricerca sulla criminalizzazione delle relazioni omosessuali nei Caraibi è stata presentata al Segretario di Stato vaticano.Il cardinale Parolin ha rivolto un breve saluto ai presenti, ripetendo la posizione della Chiesa cattolica in difesa della dignità di ogni persona umana e contro ogni forma di violenza.
Dopo aver ascoltato le presentazioni di alcuni partecipanti all’incontro, il Card. Parolin ha assicurato che avrebbe informato il Santo Padre dei contenuti della ricerca.
La notizia dell’incontro di oggi era emersa per la prima volta a fine marzo, quando il sociologo e autore francese Frédéric Martel, omosessuale dichiarato, aveva parlato dell’evento, facendo riferimento ad una lettera di invito indirizzata ad un attivista LGBT.
Come riportato da LifeSite il 29 marzo, la lettera (vedi sotto), datata 4 marzo e firmata dal professor Raúl Zaffaroni e dal dott. Leonardo Raznovich – è stata inviata a nome di un comitato di coordinamento per un progetto di ricerca riguardante la “criminalizzazione delle relazioni sessuali tra persone dello stesso sesso nei Caraibi.”
Gli organizzatori invitavano i destinatari (in questo caso, un attivista pro-LGBT all’ONU) a unirsi a “un’udienza privata con Sua Santità Papa Francesco che si terrà il 5 aprile 2019 nella Città del Vaticano alle 12.00”.
La lettera affermava che durante l’udienza “il presidente del comitato di coordinamento, il professor Raúl Zaffaroni, giudice della Corte interamericana per i Diritti Umani, presenterà a Sua Santità il Papa i risultati preliminari della ricerca”.
Ha aggiunto che “le parole del professor Zaffaroni saranno seguite da un discorso storico di Sua Santità concernente l’argomento”.
In risposta alle speculazioni che impazzavano sui social media a proposito dell’imminente discorso del Papa, il 4 aprile, il portavoce vaticano Alessandro Gisotti ha “categoricamente” negato che il Santo Padre avrebbe “fatto un discorso storico sul tema dell’omosessualità”, ma non ha negato che ci sarebbe stato l’incontro.
.@AGisotti: + + Parolin ha ricevuto oggi circa 50 persone che lavorano contro la criminalizzazione dell’omosessualità.Gli è stata presentata una ricerca sul tema riguardante i Caraibi.Egli ha ribadito la posizione della Chiesa che difende la dignità umana e contro ogni violenza, informerà il Papa della loro ricerca.
Fonti vaticane affermano che i delegati vogliono che la Chiesa li sostenga sulla base comune del rispetto della dignità di ogni essere umano. Si aspettavano di essere ricevuti dal Papa (come @martelf aveva detto qualche settimana fa), ma sono stati informati pochi giorni fa che egli non avrebbe partecipato.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica – basato sulla legge naturale, le Scritture e la tradizione – insegna che gli atti omosessuali sono “atti di grave depravazione” (n° 2357), e che l’inclinazione è “oggettivamente disordinata” (n° 2358 ).
Il Catechismo afferma anche che le persone che sperimentano queste tendenze “devono essere accolte con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione.“. Tuttavia, chiarisce che “in nessun caso [gli atti omosessuali] possono essere approvati” (n°2357, 2358).
Conferenza stampa dopo l’incontro
In una conferenza stampa dopo l’incontro di oggi in Vaticano, una dei partecipanti – la baronessa Helena Ann Kennedy, una giurista britannica, conduttrice televisiva e membro laburista della Camera dei Lord – ha detto ai giornalisti che il gruppo di attivisti “LGBT” è stato accolto con rispetto.
“Abbiamo iniziato un dialogo e il cardinale Parolin ha detto che questo dialogo continuerà”, ha affermato.
Secondo i resoconti dei media italiani, lo studio sulla criminalizzazione delle relazioni omosessuali nei Caraibi presentato al cardinale Parolin in occasione della riunione odierna mette in luce “il legame tra leggi che ancora criminalizzano l’omosessualità in dieci contee caraibiche e gli atteggiamenti discriminatori che si diffondono in tutta la società fino alla violenza “.
Gli organizzatori sostengono che la Chiesa cattolica ha una certa responsabilità in materia e chiede alla Santa Sede di rilasciare una dichiarazione contro la criminalizzazione degli atti omosessuali.
Leonardo Raznovich ha dichiarato ai giornalisti alla riunione stampa di oggi che quando la ricerca è iniziata, la Corte Suprema in Belize aveva dichiarato incostituzionale la criminalizzazione dell’omosessualità, ma la Chiesa cattolica aveva contestato la decisione. Raznovich ha affermato che papa Francesco “è intervenuto” – portando la Chiesa locale a ritirare l’appello.
Ha detto che “grazie all’intervento di Papa Francesco” il Belize non è più annoverato tra i paesi che criminalizzano gli atti omosessuali.
Raznovich, omosessuale dichiarato, ha detto che il gruppo ha quindi deciso di presentare una petizione alla Santa Sede per un incontro al fine di determinare la “posizione” del Vaticano sulla questione.
Mentre un sito “LGBT” ha dato la colpa dell’assenza del Papa alle pressioni sorte dopo l’annuncio di Martel a proposito del suo “discorso storico”, i partecipanti alla conferenza stampa odierna hanno cercato di minimizzare la polemica.
“Speravamo di vedere il Papa stesso, ma alla fine non era disponibile”, ha detto Kennedy. “Immaginiamo semplicemente che abbia avuto questioni di Stato che richiedevano la sua presenza”.
“Fino a qualche giorno fa pensavamo che lo avremmo incontrato, poi abbiamo saputo che non era disponibile. Ci è dispiaciuto non poterlo vedere, ma forse sarà per la prossima volta “, ha aggiunto.
Secondo i resoconti, nella conferenza stampa di oggi Raznovich ha ringraziato pubblicamente Papa Francesco, affermando che “in qualche modo egli è responsabile di questo incontro. Dopo essere intervenuto sulla Chiesa in Belize, voleva sapere di più su questa ricerca, ed è per questo che siamo qui oggi. “
L’Associated Press ha riferito che il gruppo ha rilasciato una dichiarazione che esorta la Chiesa cattolica a dichiarare la sua opposizione alle terapie di “conversione”, che mirano a portare guarigione alle persone che soffrono per un’attrazione verso lo stesso sesso.
La Deutsche Bank, che opera in 60 paesi in tutto il mondo, ha anche rilasciato una dichiarazione sulla loro partecipazione all’incontro privato con il cardinale Parolin, in cui dicono che il loro scopo era di discutere sulla “discriminazione LGBTIQ”.
Secondo la dichiarazione, il membro del consiglio di amministrazione Karl von Rohr ha presentato la Deutsche Bank “come parte di una delegazione di Open for Business, una coalizione di multinazionali che rappresenta e promuove la causa economica e commerciale dei diritti LGBTQI”.
La dichiarazione della Deutsche Bank continua:
Dopo la conferenza stampa, Karl von Rohr, presidente e membro del consiglio di amministrazione, ha dichiarato: “Abbiamo la responsabilità sia verso le imprese che verso la società di lavorare con piattaforme di influenza che promuovano un mondo più inclusivo e giusto. Deutsche Bank è impegnata a far progredire i diritti LGBTIQ in tutto il mondo. Siamo grati che il Vaticano ci abbia ospitato per discutere di questo argomento e ci auguriamo di continuare a collaborare con altre aziende, organizzazioni della società civile e governi per far avanzare questo importante tema dei diritti umani.
La banca tedesca ha elogiato il cardinale Pietro Parolin per aver segnalato la sua volontà di “andare avanti insieme con la discussione”.
“Questo rappresenta un nuovo importante livello di dialogo con il Vaticano attraverso un’ampia base di parti interessate, composta da parlamentari, giudici, difensori dei diritti umani e leader aziendali”, ha affermato la banca.
Insieme a Deutsche Bank, hanno preso parte all’udienza privata con il cardinale Parolin i membri di Open for BusinessAccenture, Brunswick Group, EY, IBM, Microsoft, Linklaters e Virgin Atlantic (tutte società di affari, comunicazioni e marketing N.d.T.)
La dichiarazione ha anche evidenziato che l’iniziativa è sostenuta dall’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e “include un invito globale affinché le società attuino gli standard di condotta delle Nazioni Unite per contrastare la discriminazione LGBTIQ sul posto di lavoro entro il 2020”.
Una minaccia per la proclamazione della morale da parte della Chiesa
Nei commenti a (un articolo in merito apparso su) LifeSite, un alto funzionario vaticano ha affermato che l’incontro di oggi minaccia di “paralizzare la Chiesa nel proclamare la sua morale”.
“La punibilità è una questione che riguarda la giustizia civile”, ha spiegato l’alto funzionario.
“Nella Chiesa, si tratta dei comandamenti di Dio la cui violazione è un peccato mortale. L’opinione pubblico, tuttavia, non farà questa netta distinzione. E questo è esattamente l’effetto voluto”, ha detto.
Gli osservatori si chiedono anche quali ripercussioni avrà il dialogo del Vaticano con attivisti, politici e giuristi LGBT nelle oltre 30 nazioni africane in cui l’attività omosessuale tra adulti è ancora messa al bando, e che vivono sotto la crescente minaccia di colonizzazione ideologica da parte della lobby “LGBT” dell’Occidente.
In un rapporto del febbraio 2019, Open for Business ha identificato il Kenya come nazione in cui “l’inclusione di LGBT+” è un “ingrediente chiave per la crescita economica”.
(Annarosa Rossetto)
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