ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 3 aprile 2019

Madrigali non Mariadaghi

Madrigali per papa Bergoglio

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo, a rate, degli sfoghi aulici ispirati da papa Bergoglio, redatti in rima da una donzella che giovane era prima e che oggi consuma lo stanco cuoricino con l’amore per il macho argentino.

Tra i 51 composti per amore coglieremo qua e là per aiutare il lettore a ritenerli meglio nel suo cuore, così da non creare imbroglio nel memorare Bergoglio.

Questo femminile aprirsi il cuore è presentato da un valente autore, completato dallo stesso con personale piccolo processo al rigoglio cortigiano del duce argentino.

L’ultima rata sarà accompagnata dalla raccolta completa, così che il lettore potrà serbare la memoria di tutta la storia.


* * *

Lo Junior Lorenzo Stecchetti spiega come incappò nella fatica amorosa di Sbolenfi Argia Novella e come si fece ingabolare nel presentarla.

Caro lettore, tu forse stenterai a crederlo, ma m’è occorso di imbattermi in una discendente, parrebbe non
proprio in linea retta, ma pur sempre consanguinea, di questa poetessa, anch’essa dedita, nei ritagli di tempo
libero, a rimeggiare; e anch’io incappai nell’errore del mio avo: sventuratamente promisi, ed ecco qui il risultato di tanta sconsideratezza.
[…]
Dopo avermi estorto, non dico ricorrendo a quali mezzucci, capitolato per sfinimento, la promessa di una prefazione, ecco la polpetta avvelenata: Argia è un’ammiratrice appassionata di Papa Francesco. Non già che sia una gran frequentatrice di chiese che, anzi, la più recente messa cui partecipò fu quella della sua prima e ultima comunione, e va aggiunto che mal sopporta tutta la dottrina, specie in campo morale e  specialissimamente in materia sessuale, della Chiesa, ma proprio questo fa sì che apprezzi Bergoglio, come tante altre donnette di dubbia fede e certa depravazione, avide di veder innalzato agli onori degli altari quanto dovrebbe essere celato nei sottoscala dei postriboli, così da poter conciliare spirito e materia, costringendo il primo nell’amplesso della seconda.

[il resto lo leggerete alla fine delle rate].

* * *


Terza e ultima rata

I monsignori

Per la scienza di vita
quale scelta perfetta,
quanto m’aggrada Monsignor Paglietta!
(uso il vezzeggiativo
perché viene dal cuore
usarlo con siffatto Monsignore)
Nell’Accademia vivo
splenderà come stella
lo spirito del fu Marco Pannella!

Papa Francesco, grazie
per il Vescovo Paglia
che lo spirito di Pannella abbaglia!
Oh, che gran Monsignore,
che scienza della vita,
da aborti e dolci morti garantita!
Chiamò pure un pittore
in cattedrale a Terni,
perché i finocchi in cielo ci squaderni.

Grazie, Papa Francesco,
per averci donato
Monsignor Paglia, colui che ha chiamato
a pittare il nartece
a Terni in cattedrale
un gran pittore amico suo e sodale
e ritrarre si fece,
mentre era ancora in vita,
nudo e gaudente in cielo e sodomita.

Mio buon Francesco, Papa
che scegli i tuoi seguaci
tra quanti sembran essere capaci
di compiacere al trono
di Pietro con ardore,
senza vergogna né falso pudore,
questo pure è un tuo dono,
l’intelligenza ascosa
del generale nero, il prode Sosa.

Il Sovrano Militare Ordine di Malta

Se un cavalier scortese
ti oppone un gran rifuto,
tu caro papa non restare muto,
ma in quella loro assise
manda il tuo commissario,
che dica pace ed operi il contrario:
togligli le divise,
togligli le feluche
e tutte l’altre loro fanfanluche.

Caccerò dal tronetto
il Gran Maestro inglese
e il cardinale Burke a quel paese.
Credevano gli illusi,
in virtù d’una croce,
d’opporsi alla mia brama, ch’è feroce.
Ora che li ho confusi,
reclinano la testa
e neppure l’onore ormai gli resta.

O Boeselager mio,
Gran Cancellier maltese
che fasci i dardi dell’amor cortese,
voglio sia preservata
la salute del vivo:
sono un Pontefice preservativo.
L’azione tua ho lodata,
mio cavalier del brago,
che il meglio sdegni e del peggior sei pago.

Poltrivo in Santa Marta,
quand’ecco che mi prese
con grande ardore la febbre maltese.
Mi luccicò l’occhietto
al pensiero dei soldi
che stanno in tasca a questi manigoldi.
Gli manderò un prefetto,
solerte esecutore,
che faccia del Sovrano un servitore.

Che notizia ferale:
l’obolo di san Pietro
pare proprio che vada a marcia indietro.
L’Argia tua cara ascolta:
attingi a piene mani
nel bussolotto di quei francescani.
Non basta la raccolta?
Avanzerai pretese
sul gruzzolo dell’Ordine maltese.

I Francescani dell’Immacolata

Non è questo un amare,
Jorge Mario Bergoglio,
ma un camuffare d’umiltà l’orgoglio.
Brandito il pastorale
la tua bontà hai mostrata
ai Francescani dell’Immacolata.
Ripristinasti il male
con un colpo di mano
nell’Ordine di Malta, già Sovrano.
Il Catechismo

Tu cambi il catechismo
per debellar la morte
e soggiogare il debole al più forte.
Tu difendi Caino
e proteggi i perversi
ma non coloro che ti sono avversi.
Tu, voce del divino,
dona al malvagio il miele
e al fariseo il calice del fiele!

Il Padre Nostro vari
perché non ti è gradito,
mio dolce duce dall’agire ardito.
Anche l’inferno svuoti
con turbine d’amore,
mentre del popolo cerchi il favore.
Su, levati e percuoti
chiunque non t’adori
e dalla chiesa tua buttalo fuori.
I tradizionalisti

S’erge la nera schiera
dei tradizionalisti,
che sono falsi ed ingiuriosi e tristi.
Ma tu, silente e forte,
siedi sull’alto trono
senza tremar né chiedere perdono.
Già propaganda e morte
van falciando il nemico:
ed io penso sia giusto, ed io lo dico.

Oh, che cani rabbiosi,
rabbiosi e disumani,
quei cani che non son altro che cani,
cani che contro il muto
Francesco van latrando
senza saper né il come, e il dove, e il quando:
cani, sopra voi sputo,
cani che il ver cercate
e dei silenzi non vi accontentate.
Monsignor Viganò

Non è questa un’accusa
credibile né vera,
ma fatta da persona non sincera.
Tu la risposta neghi
e la calunnia ignori,
certo che il popolo sempre ti adori.
Oh tu che sciogli e leghi,
chiama a raccolta i fidi,
che spediscano il nunzio ad altri lidi.

Non è questo un parlare
degno d’un monsignore:
causare al Papa mio tanto dolore.
Tu raduni le schiere
ed ecco il pio Tornielli
leccare i piedi e lavare i cervelli.
Ed ecco che le vere
parole, come raglio di somaro,
silenzia il fido protettor Spadaro.
L’accordo con la Cina

L’amore tuo immenso
è giunto fino in Cina,
sacrificando fronzoli e dottrina.
Ai vescovi fedeli
al verbo del partito
onore, lode e gloria hai garantito.
Oh!, qual dono dei cieli:
quei vescovi con moglie
m’attizzano la fede ed altre voglie.

SUPPLEMENTO AI MADRIGALI DI Sbolenfi Argia Novella

di Junior Lorenzo Stecchetti


Bergoglio visto dall’Inferno


Adoriamo Francesco e la Furbizia
che libito fe’ licito in letizia.

Bergoglio, falso pastor del gregge,
libito fe’ licito in sua legge.
Bergoglio visto da se stesso

Sono giulivo fuori e dentro tristo,
gran laudator del traditor di Cristo.

Eleverò agli altari, io che son bravo,
la letizia d’amor d’Enrico ottavo.

Sono il povero Bergoglio:
quando faccio tutti neri,
siano frati o cavalieri,
è il malloppo quel che voglio.

Sono il pastore bianco,
sono il pastore nero,
ma ad essere sincero
col diavolo m’abbranco.

Ascolto ogni opinione
di chi mi dà ragione.
La fede di Bergoglio

Ti mancò solo un pizzico di fede
per esser di Lutero degno erede.

Psicanalizzato
solo qualche mese:
ma senza pretese,
senza risultato.

Mi guarì qualche seduta – lo crede? –
dai pochi rimasugli della fede.

Son Papa, Bergoglio,
Francesco, perché,
senz’ombra d’orgoglio,
son Uno e son Tre.

Sul trono di Pietro siedo,
ma solo in me stesso credo.
Bergoglio e la carità

Ai francescani,
come al maltese,
queste mie mani
son sempre tese.

Della lor fede,
per sacro pegno,
solo si chiede
un lauto assegno.
Bergoglio e la Chiesa

Questo è un tempo di dolore,
per la Chiesa molto cupo,
quand’è il sommo suo pastore
mezzo uomo e mezzo lupo.

Ecco a voi la spirale luterina,
che sbarra il passo alla sana dottrina.

Grazie a Francesco è di rigore in Cina
che i vescovi abbian moglie e concubina.

Non è colpa tua, Bergoglio,
se fai rima con orgoglio,
se fai rima con imbroglio.
La tua colpa, ognun lo vede,
è che occupi la sede
di san Pietro senza fede.
Bergoglio e il migrante

Amo il migrante ed al migrante piaccio
perché di Cristo e della Chiesa taccio.

Benedico il fuggiasco
ed i proventi intasco.

Mi si è incantato l’unico neurone
e parlo solo dell’immigrazione.

A Cristo non m’inchino,
non predico la Croce,
ma innalzo la mia voce
a pro del clandestino.

Dice al saggio Bergoglio:
tanti migranti voglio.
Dice a Bergoglio il saggio:
procurano vantaggio.

Siccome stanno da me ben distanti
parlo sempre a favore dei migranti.

Amo il negretto ed amo il marocchino,
perché son papa sì, ma clandestino.

È Francesco infallibile e non sbaglia:
chiama il migrante e lo lascia all’Italia.

Dall’alto del mio alto cupolone
non vedo clandestini, ma persone.

Chi dal Continente nero
lo straniero
di condurci avrà il coraggio,
alla faccia del governo
(all’inferno!)
per non modico pedaggio?

Vieni, vieni bel bambino
clandestino,
forse un poco grandicello
e voi tutte brave donne
senza gonne
ma dotate di pisello.

Io vi accolgo, papa buono,
dal mio trono
e col gesto della mano,
mentre parlo dell’amore,
di gran cuore
vi regalo all’italiano.

Sian le chiese che ho svuotate
meglio usate
per alberghi e ristoranti:
Di sfrattare mi rattristo
Gesù Cristo,
ma i vantaggi sono tanti.

E’ la nave dei migranti
sequestrata in mezzo al mare
e le donne ed i lattanti
non han porti per sbarcare.
Ma Bergoglio s’erge e leva
alto un grido dall’inferno:
“Anche il Bimbo non nasceva
se Salvini era al governo.

Con Orlando e Mattarella
per aprire braccia e porti
faccio cricca e comunella,
ma non apro casseforti.
Che sia a tutti cosa nota:
ora accolga l’italiano,
che ho già preso la mia quota:
Sarah e Burke in Vaticano.
Bergoglio e la massoneria

Odia il peccato ed ama i peccatori,
disse Agostino vescovo d’Ippona;
ed io che sono una persona buona
detesto i muri ed amo i muratori.
Bergoglio e la dottrina

Farò della dottrina sana e giusta
quello che il mondo vuole ed a me gusta.

Dice Francesco: “Il Pater Noster vario”.
Oh, fosse il Pater a cambiar vicario!
La Corte di Bergoglio

Toribio Ticona Porco

Mi fece cardinale il buon Francesco,
perché son Porco e moglie e figli cresco.

Porco smentisce la notizia

Non ho moglie e figli e, per favore,
non date loro tanto dolore.

Becciu

Ama Becciu la porpora e gli onori
ed ancor più gli uccelli migratori.

Spadaro

“Il suo amore che al mondo manifesta
un manifesto immondo lo contesta”.
Così gracchiò Spadaro l’adornato,
del papa e di sé stesso innamorato.

Sono Spadaro
e fo da scudo
da buon somaro
a un papa ignudo.

Tornielli

Come un galletto
posto sul tetto
ad ogni vento
del Vaticano,
l’acume spento,
bifronte Giano,
servo d’Agnelli
ruota Tornielli.

Per chi crede
questa sede
non sia pura,
ho una cura
bella e forte:
la mia corte
non sia priva
di saliva;
non cervelli,
ma Tornielli.

Introvigne

Nell’Introvigne
del signorotto
come gramigne
cresce l’indotto.

Sono Introvigne, il sociologo dotto,
da Francesco e da Satana sedotto.
Vinsi alle Bergogliadi, a lingua fuori,
tutti gli argenti, tutti i bronzi e gli ori.

Galantino

Son Galantino,
un po’ superbo,
primo violino
del falso verbo.

Bassetti e Galantino

Galantino e il buon Bassetti
da Bergoglio son eletti,
perché a tutti sia palese
che non ha grandi pretese:
tra Bassetti e Galantino
non v’è traccia di divino.

Bruno Forte

Sono Bruno, son vescovo e son Forte,
gran precettore dall’idee contorte.

Son Bruno, son Forte,
spalanco le porte
al verbo furbesco
del fatuo Francesco.

Arturo Sosa Abascal

Il cervello è quella cosa
che non usa il gesuita:
ne fa fede garantita
quel che disse un certo Sosa.

Paglia

Spirito di Pannella,
conducilo in eterno
come tua degna ancella
a contemplar l’inferno.

Sono Paglia e mi accenderà in eterno
lo spirito che spira dall’inferno.

Tarquinio

Sono Tarquinio
dell’Avvenire,
detto il Superbo:
dal mio triclinio
del Papa Sire
diffondo il verbo.

Coccopalmerio

Tra un codicillo e l’altro
d’amore e di letizia,
Coccopalmerio scaltro
fornisce con dovizia
al fido monsignore
che vien da Palestrina
con grazia e con pudore
maschioni e cocaina.

Grillo

Ecco Grillo: cattolici, venite
ad ascoltare il verbo di Tersite.

Ravasi

“Ero straniero e non mi avete accolto”,
dice Ravasi citando il Vangelo;
ma sulla lingua gli è rimasto un pelo:
quello che viene prima e dopo ha tolto.

Enzo Bianchi

Questi è Francesco, che il Vangel pospose
all’ardire del ragionier di Bose.

James Martin

Sian fatti ponti al prode gesuita
che la lesbica adora e il sodomita

Lorefice

Nel concistoro traccerò una pista
per Lorefice, vescovo e ciclista.
Epitaffio 

Qui giace un papa che non fu mai tale.
Proscrisse il bene prescrivendo il male.





Prima rata
Seconda rata

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.