ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 13 maggio 2019

Avanguardia Vaticana?

Fare l'elemosina con i soldi degli altri

Il gesto dell'elemosiniere del Papa, il cardinale Krajevski, che ha riallacciato l'energia elettrica in un condominio occupato, fa ovviamente discutere, ma soprattutto solleva una domanda su quali possano essere gli atti illegali ma legittimi.



E dopo aver visto ieri l’«esproprio clericale», qual è il prossimo passo che ci dobbiamo aspettare? La costituzione del Collettivo del Cortile di San Damaso? Le manifestazioni di Avanguardia Vaticana? I blitz a sorpresa degli Indiani metrovaticani? Perché è certo che, nella logica di aprire i processi, qualche altro passaggio seguirà.


Il clamoroso gesto di sabato sera compiuto dall’elemosiniere del Papa, il cardinale polacco Konrad Krajewski, che ha rotto i sigilli ai contatori per ripristinare la corrente in un condominio abusivo occupato da 450 persone, in effetti non sembra avere precedenti. «Il cardinale – così Repubblica riporta la testimonianza degli occupanti dello stabile - è arrivato nel pomeriggio, ha portato regali a tutti i bambini e ha promesso che se entro le 20 non fosse stata ripristinata la corrente nello stabile l'avrebbe riallacciata lui stesso. E così è stato. Padre Konrad si è calato nel pozzo, ha staccato i sigilli e ha riacceso la luce. E si è preso, a nome del Vaticano, la piena responsabilità dell'azione con Prefettura e Acea». Le cronache riferiscono anche che nel condominio la corrente era staccata dal 6 maggio, a causa di un debito pari a 300mila euro, e che il cardinale Krajewski conoscesse bene la situazione per via di una suora laica che opera all’interno dello stabile.

Quindi l’elemosiniere del Papa avrà certamente saputo anche che quel condominio di sette piani, in via di Santa Croce in Gerusalemme, ex sede Inpdap, è occupato abusivamente dal 2013 e gestito da una sorta di Centro sociale, l’associazione Action-Diritti in movimento, protagonista in questi anni di diverse azioni politiche violente (qui un videoservizio de Il Giornale che racconta la vita di questo condominio). Dunque una situazione di grave illegalità, come purtroppo ce ne sono molte altre a Roma, dove cambiano le giunte ma nessuno mette mano all’emergenza abitativa. E quello dell’ex Inpdap è anche un centro di “rieducazione ideologica”, un piccolo Stato autonomo in lotta contro lo Stato italiano. In questo contesto va inserita l’azione del porporato, che ha pensato bene di lanciarsi in una operazione stile collettivi anni ’70.

Verrebbe fin troppo facile dire che, se il Vaticano proprio ci teneva, poteva pagare lui la bolletta di 300mila euro; o che è facile fare l’elemosina con i soldi degli altri; o che il Vaticano avrebbe tutte le possibilità di risolvere i problemi abitativi a Roma potendo contare su un immenso patrimonio immobiliare nella capitale (qui l’articolo nel blog di Marco Tosatti che ne propone un censimento). Krajewski ha invece vestito i panni dell’eroe, dichiarandosi poi pronto a pagare di persona per il suo gesto illegale. In realtà qui c’è ben più che un semplice atto illegale, c’è il ministro di uno Stato estero che commette un reato in territorio italiano. Ci sono tutti gli estremi di un incidente diplomatico tra Santa Sede e Italia: cosa succederebbe se domani un ministro francese arrivasse a Torino e cominciasse a taglieggiare i supermercati per portare aiuti alimentari nei centri per gli immigrati?

Soltanto la buona stampa di cui gode papa Francesco e la connivenza di alcuni partiti e poteri forti con situazioni di illegalità come quella degli edifici occupati e dell’immigrazione clandestina, potrà impedire uno scontro senza precedenti.

Per i cattolici però conta molto di più la valutazione dell’atto compiuto dal cardinale Krajewski, ammesso e non concesso che rientri tra i compiti di un cardinale quello di compiere tali azioni di ribellione civile. Diverse sono le domande che il fatto pone, ma siamo stati colpiti soprattutto dalla giustificazione che abbiamo letto sul sito para-vaticano “Il Sismografo”: «non ogni atto illegale è illegittimo», forse una versione laica del più cristiano «bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini», che troviamo negli Atti degli Apostoli e che la liturgia ci ha riproposto qualche giorno fa. Ma quando Pietro e Giovanni rispondono così «ai capi, agli anziani e agli scribi», si riferiscono alla urgenza e necessità di annunciare Gesù risorto: «In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati». Non sembra proprio questo lo spirito con cui sentiamo tanto parlare di poveri e migranti, figurarsi l’azione di rompere i sigilli posti dall’Acea.

Ritorna quindi la domanda: qual è il confine della legittimità che mi permette di compiere un’azione illegale? Salvare la vita di una persona in pericolo, sicuramente. Ma possiamo considerare l’assenza di energia elettrica, peraltro in un contesto di totale illegalità tollerata da anni, un rischio immediato per la vita delle persone? È un po’ arduo sostenerlo. Perché allora chiunque sia in stato di bisogno a questo punto può reclamare il diritto di prendersi anche con le cattive ciò di cui necessita. Perché un pensionato con la minima non dovrebbe avere un uguale diritto di rubare al supermercato beni di prima necessità? O farsi consegnare gratuitamente dal farmacista le medicine per curarsi? Perché un disoccupato con famiglia a carico non dovrebbe avere diritto di saccheggiare i grandi magazzini? E via di questo passo.

Nella storia della Chiesa sono tanti i santi della carità, che hanno dovuto fare i conti con realtà gravemente ingiuste, soccorrere tante povertà, sollevare persone dalla miseria, eppure mai si è sentito di una Madre Teresa di Calcutta fare degli espropri proletari; di un san Giovanni Bosco rubare nei negozi specializzati per offrire ai suoi ragazzi strumenti di lavoro; o di un san Vincenzo de’ Paoli truffare per poter dare da mangiare ai suoi poveri. E poi sentirsi anche eroi. Nessuno dei santi ha vestito i panni del giustiziere, piuttosto tutti si sono affidati alla Provvidenza. Certo, bisognerebbe crederci.

Una spiegazione alternativa è che invece il cardinale Krajewski sia vittima di tesi teologiche avventurose. Ricordo molti anni fa che sui muri esterni della mensa universitaria di Perugia campeggiava una grossa scritta in vernice rossa, un misto tra cultura religiosa e rivendicazione: «Cristo ha pagato per tutti: mensa gratis». Allora sembrava una battuta, in Vaticano la stanno facendo diventare una scuola di pensiero.

Riccardo Cascioli

http://www.lanuovabq.it/it/fare-lelemosina-con-i-soldi-degli-altri





In difesa della sovranità dello Stato: abbiamo un Cardinale-elettricista che non conosce il Codice Penale della Repubblica Italiana, assieme a chi lo ha mandato …


IN DIFESA DELLA SOVRANITÀ DELLO STATO: ABBIAMO UN CARDINALE-ELETTRICISTA CHE NON CONOSCE IL CODICE PENALE, ASSIEME A CHI L’HA MANDATO …
Di una cosa, il Cardinale-elettricista e chi per lui può essere ben certo: con questa operazione hanno regalato a qualcuno almeno un milione di voti, senza che debba impiegare tempo ed energie per fare estenuanti e dispendiose campagne elettorali. E questa potete anche chiamarla: lungimiranza della Chiesa del nuovo corsoInfatti, le famiglie italiane disagiate che spesso pagano con dignitoso sacrificio le forniture, semmai chiedendo in certi momenti la rateizzazione degli importi dovuti alle aziende fornitrici, agli amici delTarzan Okkupatore ed a chi lo appoggia, il voto non glielo daranno neppure a morire. O per dirla proprio chiara a chi fosse duro nel capire: Matteo Salvini, il terribile ragazzaccio del cosiddettopopulismo, ringrazia la Santa Sede dal profondo del cuore!
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Chiesero i farisei: «Dicci dunque il tuo parere: è lecito o no pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché mi tentate? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Di chi è questa immagine e l’iscrizione?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio»
[Vangelo di San Matteo: 22, 17-21]
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fotomontaggio a cura di Tea63

Solitamente scriviamo su cose serie, ma ogni tanto può accadere di occuparci di cose in bilico tra il tragico e il comico.
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Il fatto:Konrad Krajewski polacco di nascita, di anni 55, cittadino dello Stato della Città del Vaticano e ivi residente, di professione cardinale e elemosiniere pontificio, l’11 maggio ha commesso un reato sul territorio della Repubblica Italiana: manomissione di sigilli apposti dalla azienda fornitrice ai contatori della luce di un intero stabile romano, il tutto dopo che gli utenti avevano accumulato circa 300.000 euro di debito per forniture non pagate.
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Lo stabile non è di proprietà del patrimonio ecclesiastico [vedere QUIQUI] ma dell’I.N.P.D.A.P(Istituto Nazionale Previdenza e Assistenza Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica), ed è stato occupato nel corso del 2013 su progetto e istigazione di soggetti che risultano essere dei professionisti dell’occupazione. A capo di questo comitato non c’è San Filippo Neri ma l’anarcoide anti-sistema Andrea Alzetta, detto Tarzan, denunciato numerose volte per reato di violazione di domicilio, per seguire con i reati di devastazione di edificio e di resistenza a pubblico ufficiale [vedere, QUI].
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Il fatto è narrato nei dettagli dall’ormai organo ufficioso della Santa Sede, La Repubblica. Vi invitiamo pertanto a leggere il resoconto dettagliato di questo quotidiano, la cui attendibilità è tal quale, se non addirittura superiore, a quella de L’Osservatore Romano [vedere QUI].
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Sul territorio della Repubblica Italiana governata da uno Stato sovrano, compresa Roma sua capitale, che non è più la capitale dello Stato Pontificio governata da er Cardenal Nepote — avente come solo merito quello d’esser nipote del Sommo Pontefice —, bensì da un’amministrazione comunale eletta dai cittadini, si applica la seguente legge contemplata dal dettato dell’articolo n. 349 del Codice Penale:
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«Chiunque viola i sigilli, per disposizione della legge o per ordine dell’Autorità, apposti al fine di assicurare la conservazione o la identità di una cosa, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 103 a 1032 €. Se il colpevole è colui che ha in custodia la cosa, la pena è della reclusione da tre a cinque anni e della multa da 309 a 3098 €.»
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Attendiamo quindi di sapere se la Procura della Repubblica di Roma, dopo avere appresa da tutti i giornali la notizia di reato, aprirà un fascicolo a carico di Konrad Krajewski, cittadino dello Stato della Città del Vaticano, chiedendo all’occorrenza per rogatoria internazionale la sua estradizione in Italia per rispondere del reato commesso.
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In caso contrario, in questo nostro ameno Paese dove quasi sempre a sproposito e per questioni a dir poco futili si urla alla laicità, vuol dire che siamo tornati alla Roma governata da er Cardenal Nepote, ma soprattutto, a partire da oggi, tutti i morosi in analoghe situazioni potranno rompere i sigilli ed infrangere in tal modo la Legge, senza che la Procura della Repubblica possa procedere a loro carico, il tutto sulla base del distruttivo princípio che Cesare da parte sua deve tutto, mentre a Cesare, da parte dei consociati che formano il corpo dei cittadini, non è dovuto invece niente.
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Di una cosa, il Cardinale-elettricista e chi per lui può essere ben certo: con questa operazione hanno regalato a qualcuno almeno un milione di voti, senza che debba impiegare tempo ed energie per fare estenuanti e dispendiose campagne elettorali. E questa potete anche chiamarla: lungimiranza della Chiesa del nuovo corso.
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Infatti, le famiglie italiane disagiate che spesso pagano con dignitoso sacrificio le forniture, semmai chiedendo in certi momenti la rateizzazione degli importi dovuti alle aziende fornitrici, agli amici del Tarzan Okkupatore ed a chi lo appoggia, il voto non glielo daranno neppure a morire. O per dirla chiara a chi fosse proprio duro nel capire: Matteo Salvini, il terribile ragazzaccio del cosiddetto populismo, ringrazia la Santa Sede dal profondo del cuore!
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Per uscire da questa ennesima brutta figura, la Santa Sede ha una sola soluzione: mettersi le mani in tasca e pagare a Cesare circa 300.000 euro di bollette arretrate da parte di chi a Cesare ritiene di non dovere niente, oppure, in caso contrario, regalare gratis un milione di voti a Matteo Salvini.
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Insomma: a Cesare, se non dai ciò che gli è dovuto, lui se lo riprende, sempre e di rigore con gli interessi.





Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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dall’Isola di Patmos, 12 maggio 2019
http://isoladipatmos.com/in-difesa-della-sovranita-dello-stato-abbiamo-un-cardinale-elettricista-che-non-conosce-il-codice-penale-della-repubblica-italiana-assieme-a-chi-lo-ha-mandato/

Il Vaticano si schiera con gli abusivi: "La vita delle persone viene prima della legalità"

La suora che ha contattato l'elemosiniere del Papa per riallacciare la corrente agli abusivi di via di Santa Croce in Gerusalemme spiega a Il Giornale: "Non so più chi sia più illegale, se lo Stato che lascia la gente in mezzo alla strada o loro che hanno occupato questo posto"

E luce fu. Al termine di un’attesa biblica è stato un uomo di Dio a riportare luce e speranza nell’immobile occupato di via Santa Croce in Gerusalemme.
Stiamo parlando di Konrad Krajewski, elemosiniere del Vaticano e simbolo dei valori che scandiscono il pontificato di Papa Francesco. L’uomo giusto per intervenire in uno scenario scomodo come quello dell’ex sede Inpdap, dove alle ragioni della povertà si contrappone una situazione di illegalità che perdura da quasi un un decennio. E che lunedì scorso è sfociata nel distacco della corrente elettrica da parte di Acea che vanta nei confronti degli abusivi un credito di 300mila euro. Una decisione improvvisa e inattesa che ha lasciato al buio quasi 500 persone tra italiani e stranieri (guarda il video).
“Da quando la corrente è andata via abbiamo ricevuto sostegno dalle istituzioni, ma solo a parole, l’unico aiuto concreto lo abbiamo ricevuto dall’elemosiniere vaticano che è venuto a vedere il contatore e si è rimboccato le maniche”, ci spiega Cecilia Carponi di Spin Time Labs, il collettivo di artisti nato nel palazzo occupato. Prima di tutto Krajewski contatta il neo prefetto di Roma Gerarda Pantalone. Il messaggio è un aut-aut: se entro le venti di questa sera non riallacciate la corrente, ci penso io e me ne assumo tutte le responsabilità. E così è stato. Il porporato si è calato giù per un tombino, sotto lo sguardo incredulo degli occupanti, ha tolto i sigilli al contatore e dopo aver armeggiato per qualche ora gli ha restituito la luce.
Un epilogo che ha lasciato di stucco persino Andrea Alzetta detto “Tarzan”, ras delle occupazioni romane e fondatore di “Action”, il movimento di lotta per la casa che gestisce l’occupazione. “Ci siamo stupiti - ha ammesso Tarzan - che sia arrivata una figura simile a metterci la faccia, cosa che la politica non ha fatto”. La vicinanza della Santa Sede alla occupazione di via di Santa Croce non è cosa di oggi, eppure nessuno si immaginava che si sarebbe arrivati ad un gesto così estremo.
“Anche il Vaticano - ci conferma il regista teatrale Roberto Andolfi, responsabile culturale di Spin Time Labs - ha una mission in questo spazio, all’interno dell’ex sede Inpdap c’è suor Adriana che rappresenta il vicariato e da qui fa attività sociale per il quartiere e per le famiglie povere”. È stata lei, quando i canali politici non hanno sortito nulla di più di qualche attestato di solidarietà, a chiamare Krajewski. “Dopo sei giorni senza corrente elettrica con bambini e malati bisognosi di elettricità per le cure primarie - ci racconta suor Adriana - la situazione era disperata e così mi sono decisa a chiamare padre Konrad, che già nei giorni addietro si era occupato di mandarci i medici solidali del Vaticano per curare le persone all’interno dell’occupazione”. “Non credo abbia tenuto conto delle leggi - prosegue - perché la vita delle persone viene al primo posto”.
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E parlando di legalità dice: "Non so chi sia più illegale, se lo Stato che lascia la gente in mezzo alla strada o loro che hanno occupato questo posto". Tuttavia il blitz dell’elemosiniere potrebbe avere delle conseguenze giudiziarie. Stando a quello che riferisce l’AdnKronos, infatti, il Gruppo Acea è pronto a presentare un esposto in procura visto che la manomissione della cabina elettrica “avrebbe potuto portare conseguenze anche mortali qualora fosse stata effettuata una manovra errata”.
Dal canto suo, sentito dall’Agi, Krajewski si dice pronto a fronteggiare “qualsiasi conseguenza”. “Per me conta che quella gente abbia la luce e l’acqua calda, il resto non ha importanza. Non mi interessa quello che altri commentano o come giudicano”. Il riferimento è a Matteo Salvini che ha criticato il gesto del porporato: “C’è questo palazzo occupato a Roma dove ci stavano 3-400 persone che non pagavano le bollette e quindi giustamente la società che gestisce l’elettricità ha staccato la corrente”. Poi la provocazione: “Conto che dopo aver riattaccato la luce adesso paghi anche i 300 mila euro di bollette arretrate.
A proposito di diritti e doveri, penso che voi tutti, magari facendo dei sacrifici, le bollette le pagate”. “Noi - si difendono quelli di Spin Time Labs - le bollette non le abbiamo mai ricevute perciò non ci è mai stato permesso di pagarle". "Ora - promettono - vogliamo metterci in regola ed estinguere questo debito”. Ed in segno di riconoscenza verso il porporato, gli attivisti, si autodenunceranno al prefetto e al sindaco. “Quello del cardinale - dicono - è stato un gesto di grande coraggio, tecnicamente illegale ma secondo noi legittimo”.

INDELICATO: PERCHÉ IL “FIAT LUX” DEL MINISTRO DEL PAPA È UN GESTO PERICOLOSO, INGIUSTO E DA CONDANNARE.


PERCH

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il caso Krajewski mi sembra ancora degno di attenzione. Per il suo potenziale diseducativo; se un immobile è pubblico non è di tutti noi, cittadini, ma è di nessuno, e chi se ne frega se qualcuno se ne impadronisce – se le bollette dell’elettricità non sono pagate, chi se ne frega, – paghino gli altri; che poi non sono i magnat, ma i comuni correntisti dell’ente su cui l’ente stesso scaricherà il costo…Populismo ecclesiastico all’ennesima potenza: io faccio il gesto “evangelico”, tanto il conto non mi resta mica in mano. Ma nelle sue implicazioni è gravissimo: significa non comprendere il principio base della convivenza: e cioè che solo la legge tutela i più deboli, e che ogni ferita inferta alla legge non va a scapito dei potenti, che sanno benissimo come difendersi, ma della gente comune, quella che stringendo i denti, magari, le bollette le paga. Per similitudini ringraziamo un amico di Facebook, Dulos Acreios.
Credo che né in Francia, o in Polonia, o in Gran Bretagna un comportamento del genere sarebbe tollerato. Specialmente da parte di un ministro, straniero, di una entità statuale straniera. Ma si sa che noi siamo abituati a ingoiare tutto. A questo proposito Alfonso Indelicato, un lettore abituale di Stilum Curiae, Consigliere comunale a Saronno, ci ha inviato una sua riflessione che volentieri pubblichiamo.
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FIAT LUX
C’era una volta, tanto tanto tempo fa, un partito che si chiamava Democrazia Cristiana.
La Chiesa sosteneva quel partito, poiché molti suoi esponenti erano cattolici praticanti e affermavano di ispirare la loro azione politica al messaggio cristiano. Inoltre la Chiesa temeva che il PCI  potesse prendere il potere, e realizzare in Italia, mutatis mutandis, la stessa persecuzione anticristiana che era stata messa in atto in URSS, nell’Europa Orientale, ed altrove. Lo stesso simbolo della DC – uno scudo crociato – lasciava intendere che in Italia la dottrina marxista, atea e materialistica, avrebbe trovato in quel partito un insuperabile ostacolo. In quegli anni lontani il PCI e le altre formazioni della Sinistra erano molto attenti alle “invasioni di campo” della Chiesa, cioè ai suoi sconfinamenti in ambito politico, e non mancavano di invitare i presuli ad occuparsi di questioni strettamente religiose e teologiche. Le censure erano particolarmente severe in occasione delle tornate elettorali, quando la CEI volta per volta, magari mutando in qualche misura gli accenti, invitava gli elettori a votare DC. Ricordo anche che i cattolici che sostenevano di ispirarsi, in politica, al messaggio di Cristo, venivano spregiativamente chiamati “integralisti”.
Passano gli anni, e passano con essi le varie vicende della nostra Nazione.  Il mondo è cambiato, al punto che i rapporti fra Chiesa e mondo politico si sono – rispetto ai quei tempi lontani – addirittura ribaltati.
Oggi la Chiesa compie continue invasioni di campo, ma la Sinistra non ha nulla da rimproverarle, anzi trova in essa il suo più forte alleato. In verità, poi, non si tratta di un’alleanza alla pari. È infatti la Chiesa che col suo interventismo nell’ambito sociopolitico  ha assunto la direzione dello schieramento che un tempo le fu nemico e che ora le marcia al fianco, anche se la truppa post comunista è divisa fra coloro che intendono togliere dal solaio la mummia di Lenin e  coloro che  guardano ad un neoliberismo finanziario che dovrebbe garantire nuovi spazi e nuove frontiere, e che in realtà le urne hanno già pesantemente punito.
Dunque è la Chiesa che muove all’assalto. Quando il Pontefice, nei giorni scorsi, concede udienza privata alla famiglia rom al centro dei disordini di Casal Bruciato, non compie certo un gesto gratuito, ma dà la sua risposta ai cittadini romani che osano rivendicare per sé – in quanto italiani – la casa comunale offerta ai nomadi. E con quel gesto dice chiaramente alcune cose: che la Patria non è un valore, che chiunque passi da queste parti, da qualunque parte provenga, ha altrettanti diritti, se non di più, di chi è italiano magari da generazioni. Quando l’Elemosiniere del Papa Konrad Krajewski entra in uno stabile della Capitale occupato da anni per iniziativa di movimenti politici di estrema sinistra, stabile in cui la luce non viene erogata perché nessuno degli occupanti ha mai pagato le utenze, e toglie personalmente i sigilli al contatore, col suo gesto dice chiaramente altre cose ancora: che la prepotenza è benedetta, che la proprietà è un furto, che l’abusivismo è bello, che rubare le case a chi sarebbe disponibile a pagare l’affitto è atto di giustizia.
Fa poi sorridere quanto ha dichiarato lo stesso prelato, evidentemente fiero della gloriosa impresa. “Mi assumo la piena responsabilità di ciò che ho fatto” ha egli scandito, o qualcosa del genere.
Che eroe, quel consacrato! Ricorda i preti che nei paesi comunisti, vestiti con abiti borghesi, portavano di nascosto il Santissimo nelle case dei privati cittadini, e vi celebravano la Santa Messa, e rischiavano la vita, e se scoperti erano trascinati nel Gulag, e quasi sempre vi morivano rendendo testimonianza della loro fede col martirio. Oggi, Cardinale Krajewski, che cosa rischi? Le prime pagine dei giornali, le comparsate in TV,  le lodi e i peana dei centri sociali. Diventerai l’ultimo della serie dei nuovi Santi di questa strana Chiesa: dopo Gretina, dopo il giovane che sussurrava a Casa Pound, dopo gli eroici magrebini sul pullman impazzito, ecco il Cardinale che taglia i sigilli e ridà la luce ai morosi. Ma sì, In fondo è scritto anche nella Genesi: “fiat lux”.
Alfonso Indelicato – Consigliere comunale eletto a Saronno
Marco Tosatti
13 Maggio 2019 Pubblicato da  5 Commenti --

Krajewski, elemosiniere del Vescovo di Roma, conosce il settimo comandamento??? "NON RUBARE"


Con un gesto insolito l’elemosiniere apostolico, il cardinale polacco Konrad Krajewski, ha fisicamente riattaccato la corrente allo Spin Time Labs, l’edificio di via Santa Croce in Gerusalemme 55, a due passi da San Giovanni.
L'occupazione dello stabile di via Santa Croce in Gerusalemme è cominciato nel 2013, quando i movimenti di Action hanno deciso di occupare il palazzo: 16mila metri quadri di spazi. Oggi l’edificio ospita - abusivamente - circa 400 persone di diverse etnie. Dopo la luce, doveva essere interrotta anche l'erogazione di acqua. Dal I Municipio hanno fatto sapere di non temere "problemi di ordine pubblico".Il palazzo non è di proprietà del Vaticano  fonti di Oltretevere ci fanno sapere.L’edificio in questione, che un tempo ospitava gli uffici dell’Inpdap,gli oltre 21mila metri quadri sono di proprietà del fondo Fip d InvestiRe sgr, ramo immobiliare del Gruppo Banca Finnat.Il problema è che nessuno paga le bollette e il fornitore di energia, Hera Comm, che vanta ormai un credito di 300mila euro ha chiesto ad Areti spa di staccare la corrente. Da allora la situazione si è fatta difficile per le famiglie che vivono all’interno dell’edificio. Konrad  Krajewskiche ieri è andato nel palazzo occupato, a portare doni e cibo,non poteva tramite corridoi di aiuto e servizi sociali, intervenire in maniera diversa? Se tutte le persone che oggi giorno per svariati motivi si mettono ad occupare immobili di altre persone, e poi si ritrovano un vescovo, un cardinale, o persino il romano pontefice, a fare i Robin Hood della situazione, qua va a finire in una anarchia spaventosa.

Il settimo comandamento proibisce di prendere o di tenere ingiustamente i beni del prossimo e di arrecare danno al prossimo nei suoi beni in qualsiasi modo. Questo vale anche per il cardinale Polacco che da oggi chiameremo 
Robin Hood.  Il settimo comandamento proibisce il furto, cioè l'usurpazione del bene altrui contro la ragionevole volontà del proprietario. E adesso se ci si mette anche L'elemosiniere di sua santità a sostenere le ragioni di coloro che occupano senza titolo una proprietà privata e violando i sigilli del contatore della fornitura elettrica siamo arrivati al paradosso.

«Sarebbe bene che l'elemosiniere del Papa, intervenuto per riattaccare la corrente in un palazzo occupato di Roma, paghi anche i 300mila euro di bollette arretrate facile eminenza fare i generosi con i beni e il lavoro d' altri».Krajewski è elemosiniere del il Papa Francesco dal 2013. L'elemosiniere è colui che presso la Santa Sede ha il compito di esercitare la carità verso i poveri a nome del Pontefice."NO d'infrangere la legge degli stati e della civile convivenza" Secondo i vaticanisti durante il pontificato di Francesco questo ruolo avrebbe assunto un peso crescente. L'elemosiniere ha il compito non di barricarsi "dietro la scrivania" ma di recarsi direttamente per le strade di Roma o dove necessario, a portare la carità del papa. A questo punto  la Santa sede se ne ha voglia e piacere,si faccia carico del debito fatto dal 2013 a oggi dei 400 occupanti rispettando la leggi italiane.Dare a Cesare ciò che è di Cesare, e a Dio ciò che è di Dio.Dimenticavo che sarebbe il caso che i comandamenti venissero rispettati innanzitutto Dal Vescovo di Roma,  dal suo elemosiniere che è espressione della carità del papa nel mondo,e da tutti i porporati la chiesa è una piramide se chi sta al vertice è corrotto e senza la Vera Fede cattolica tutto precipita inesorabilmente. .

LA BRAVATA DELL’ELEMOSINIERE SARA’ PAGATA DA TUTTI. COMPLIMENTI



Franco Bechis fa trasparire un certo disappunto in Vaticano per come si è comportato l’elemosiniere papale che si è recato in un palazzo occupato da Action ed abitato da 450 abusivi, oltre che da un’osteria ed un teatro, ed ha strappato i sigilli posti per morisità, 300 mila euro, e riattaccato le connessioni elettriche. Complimenti vivissimi.
Ora ci si potrebbe attendere che il prode prelato si rechi passo passo dalle altre 9 milioni di famiglie italiane che non riescono a pagare le bollette e che rischiano il distacco, anche perchè non si capisce come mai un collettivo “Rosso” sia degno di tanto onore e gli altri italiani o stranieri in difficoltà si debbano invece trovare al freddo ed attaccare al tram. Forse solo perchè non sono aiutati da Action? Quindi la Chiesa, nella sua elemosina, privilegia il padrinaggio politico?
L’azione è stata eclatante, quando probabilmente inutile, foriera di procedimenti penali, e dannosa alla collettività. Inutile perchè i 300 mila euro dovuti dal 2003 potevano essere probabilmente discussi e ridotti ad una cifra molto più bassa, visto che la legge di bilancio 2018 prevedeva un limite di prescrittibilità di 2 anni, e su questo un predicatore che avesse unito capacità dialettiche a qualche soldo avrebbe potuto puntare per ottenere dei risultati senza gesti oggettivamente violenti. Inoltre saprete chi pagherà la bravata del cardinal Krajewsky, l’elemosiniere? Tutti i clienti di Hera, la multiutility che suo malgrado, secondo Libero, fornisce il palazzo in questione.
Come ha scritto una settimana fa Fabio Lugano le multiutility sono società di diritto privato, gestite con criteri privatistici, che cercano di dare all’azionista un rendimento stabile (oltre il 10% in termini di ROE). Secondo voi dove scaricheranno le perdite per questi gesti eclatanti, non volendo tagliare gli utili?
  • sui clienti non morosi gestione luce;
  • sui clienti dei servizi in monopolio (acqua in primis), che tanto sono pecore da tosare e che nulla possono fare.
Certo, poteva essere un momento di discussione del problema dei monopoli naturali,  delle modalità di elargizione degli aiuti. Magari anche per un’iniziativa a favore delle famiglie in difficoltà, invece lo si è trasformato in un momento di illegale esibizione muscolare di una Chiesa che ormai fa solo politica, e solo in una direzione.
Che dire, complimenti. Intanto ci elargisce una predica pro migranti? Ne sentiamo la mancanza.

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