NOBILE: IL PAPA E DIVENTATO AMICO DEI NEMICI DELLA CHIESA, E NEMICO DI CHI LA DIFENDE.
Cari Stilumcuriali, Agostino Nobile ci ha inviato una riflessione estremamente dura sulla situazione attuale della Chiesa. E, come è sua abitudine, l’ha corredata con ragionamenti stringenti per logica e realtà. È una riflessione estremamente triste, ma d’altronde quello che vediamo ogni giorno la rende credibile. Che Dio abbia pietà della Sua Chiesa.
Gli amici e i nemici di Bergoglio
Il 31 di maggio alla Mecca 139 rappresentanti dei Paesi musulmani sottoscrivono la Dichiarazione “No all’islamofobia”. Il documento è definito sotto la direzione del Mufti dell’Arabia Saudita a conclusione della XIV sessione ordinaria della Organizzazione della Cooperazione islamica. Nella dichiarazione si afferma la necessità di tutelare le differenze culturali e religiose per contrastare discorsi e comportamenti islamofobici. Nella Dichiarazione si sottolinea, tra l’altro, di «stare al fianco di quei musulmani che nei Paesi non islamici soffrono persecuzione, ingiustizia, coercizione e aggressioni» (…) «sostenerli e farsi carico della loro causa nei forum internazionali, per tutelare il loro pieno esercizio dei diritti politici (diritto di costituire partiti d’impronta islamica) e sociali nei loro Paesi, e sviluppare programmi e meccanismi che garantiscano la loro piena integrazione nelle loro società, lontano da ogni discriminazione.»
Cosa che l’ONU, Bruxelles e non pochi governi occidentali hanno già accolto da anni istituendo il reato di islamofobia. Il fatto che i maggiori persecutori di cristiani siano musulmani non lo prendono nemmeno in considerazione. In Arabia Saudita, come in altri paesi musulmani, ancora oggi è vietato erigere o restaurare chiese, è vietata la pubblicazione di testi sacri non musulmani, vietato mostrare il crocefisso in pubblico, vietato pregare anche tra le mura domestiche. In occidente i musulmani pregano per le strade e, grazie a Bergoglio, anche nelle chiese. I cristiani sono considerati cittadini di serie b. In non pochi paesi musulmani le donne non musulmane, prevalentemente cristiane, sono rapite, violentate e costrette a convertirsi all’islam. Ai pochi missionari presenti nel mondo musulmano (in Arabia Saudita non esistono) è vietato indossare oggetti e vesti religiose, nonché convertire i musulmani. Chi non ottempera alle leggi della sharia rischia la galera, le frustate, la decollazione.
Lo stesso giorno in cui i quotidiani pubblicavano la notizia sulla Dichiarazione “No all’islamofobia” c’era un’altra notizia sul quotidiano dei vescovi Avvenire, che titola: “Udienza. Papa Francesco ai nunzi: no a lussi e pettegolezzi”. Leggendo l’articolo ci si rende conto che l’intestazione è la classica polpetta per ingenui. Dispiace sottolinearlo, ma come spesso accade i commenti del vescovo di Roma tendono più confondere che a chiarire. Soprattutto perché il Catechismo è spesso infarcito di personalismi. Nei “comandamenti” che il Papa ha indirizzato ai 103 rappresentanti pontifici che hanno partecipato alla terza riunione voluta dal vescovo di Roma, che si è svolta in Vaticano dal 12 al 15 giugno, Bergoglio dice che il Nunzio ha il compito di interpretare «la sollecitudine del Romano Pontefice per il bene del Paese in cui esercita la sua missione; in particolare deve interessarsi con zelo dei problemi della pace, del progresso e della collaborazione dei popoli, in vista del bene spirituale, morale e materiale dell’intera famiglia umana»”. L’opposto di quello che affermano i mufti musulmani, i quali, come abbiamo visto, non parlano di famiglia umana ma solo di rispetto per i musulmani ovunque essi si trovino.
Per Bergoglio il Nunzio «è uomo del Papa» (…) «in quanto Rappresentante Pontificio il Nunzio non rappresenta sé stesso ma il Successore di Pietro e agisce per suo conto presso la Chiesa e i Governi, cioè concretizza, attua e simboleggia la presenza del Papa tra i fedeli e le popolazioni.» Essendo rappresentante «il Nunzio deve continuamente aggiornarsi e studiare, in modo da conoscere bene il pensiero e le istruzioni di chi rappresenta [non la Sana Dottrina, ma il papa]. Ha anche il dovere di aggiornare e informare continuamente il Papa sulle diverse situazioni e sui mutamenti ecclesiastici e sociopolitici del Paese a cui inviato.» (…) «È inconciliabile, quindi, l’essere Rappresentante Pontificio con il criticare alle spalle il Papa, avere dei blog o addirittura unirsi a gruppi ostili a Lui, alla Curia e alla Chiesa di Roma.»
Certo, le continue critiche possono sembrare eccessive, ma il vescovo di Roma sembra faccia di tutto per provocarle. Come abbiamo appena visto, mentre i rappresentati musulmani s’incontrano alla Mecca per difendere e promuovere l’Islam, Bergoglio incontra i nunzi per difendere sé stesso.
Non è necessario essere maliziosi o, come lui li definisce, “pessimisti queruli e disillusi” per rilevare la politica autorefenziale del papa. Quando Pietro è redarguito pubblicamente da Paolo non si defila dietro il silenzio, né lo copre d’improperi. Pietro si comporta come vero capo della Chiesa, umilmente: “Allora Pietro raccontò per ordine come erano andate le cose, dicendo…” (Atti 11-4)
Oggi i Paolo sono trattati come “Vecchie comari, Specialisti del Logos, Mummie da museo” ecc. Bergoglio non risponde alle domande e alle preoccupazioni dei cattolici. Si nasconde. E al momento opportuno insulta e umilia chi non si piega al suo neo-vangelo. È arrivato a dire che è “meglio vivere come un ateo anziché dare una contro-testimonianza dell’essere cristiani“. Come se l’ateo testimoniasse il bene e la rettitudine evangelica. Non parliamo poi degli atei comunisti che hanno macellato milioni di esseri umani. Cosa che anche i credenti cattolici “pettegoli”, “cavillatori moralistici” e “cristiani con la faccia da sottaceto” non farebbero mai, poiché temono il Giudizio Divino. Siamo convinti che Bergoglio non si è mai chiesto il perché viene sollecitato o criticato dai cattolici, mentre è ossequiato dai laicisti, musulmani e comunisti. Da come si comporta pare proprio che sia consapevole del suo verbo acattolico. I ripetuti “Dubia” che ormai gli arrivano da tutte le parti lo snervano, per questo non dialoga e innalza le bandiere dell’insulto e del vittimismo. Non sarebbe più onesto seguire l’esempio di Cefa? “Allora Pietro raccontò per ordine come erano andate le cose, dicendo…”. Perché non lo imita? Elementare Watson!
I risultati li abbiamo davanti agli occhi. Mentre il papa cerca di annichilire l’identità dei cattolici fedeli alla Dottrina dei Santi, la roccia che ha sostenuto la Chiesa per duemila anni, i mufti armano di orgoglio, pur opinabile, i musulmani. Qualcosa non va. Siamo troppo sospettosi se pensiamo che in tutto questo c’è un disegno ben preciso? È un programma che coinvolge la Sinistra mondialista, la massoneria, il Vaticano, l’ONU, Bruxelles e i ricchi paesi musulmani? Chi pensa di saperla lunga parlerà di teoria della cospirazione. Ma i fatti dicono che dal 13 marzo 2013 il papa è diventato amico dei nemici della Chiesa e nemico di chi la sostiene. Non elenco i nomi e cognomi degli amici di Bergoglio, la lista gronda spesso di Sangue, ricordo solo alcuni nemici, i più conosciuti dai cattolici: gli evangelisti San Matteo, San Marco, San Luca, San Giovanni. San Pietro, San Paolo, Sant’Agostino d’Ippona, San Francesco d’Assisi, San Tommaso d’Aquino, San Bernardo di Chiaravalle, Santa Caterina da Siena.
Agostino Nobile
Marco Tosatti18 Giugno 2019 23 Commenti --
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