ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 10 giugno 2019

Una figurina da incollare

Il nuovo eroe della sinistra laica è il capo dei vescovi anti Salvini

La Repubblica benedice il cardinale Bassetti come suo leader

A furia di cercare il papa straniero hanno incoronato Papa Francesco. Di più, il capo dei vescovi italiani Gualtiero Bassetti.
È una vecchia storia della sinistra sempre in cerca di un leader per superare crisi e contraddizioni, è un antico ritornello di Repubblica, giornale partito sempre pronto ad imbarcare chiunque critichi gli avversari politici. Così nell'edizione domenicale, una messa cantata, il laicissimo quotidiano battezzato da Eugenio Scalfari nell'acquasanta del dubbio e della cultura liberal, offre la prima pagina a Bassetti e lo strattona in chiave antisalviniana con un'intervista dal titolo roboante: «Non divideranno i cattolici dal Papa». 

Insomma, il cardinale viene iscritto d'ufficio al partito antisalviniano, come presunto leader di una resistenza antileghista. Argine alla deriva di un certo mondo che userebbe crocifissi e madonne per staccare il popolo dai suoi pastori. Intendiamoci, Bassetti non fa sconti al vicepremier, anche quando non lo cita: «Una politica fondata sulla paura e sulle promesse facili è destinata a rovinare quel poco che ancora resta dell'unità nazionale». E ancora: «Non basta dirsi cattolici per diventare De Gasperi». Ma anche ambienti del Vaticano, interpellati dal Giornale, sottolineano che il testo ha un significato più profondo e intercetta il disagio di molti davanti ai balbettii della politica. Tutta la politica. Quando Bassetti interpreta il dilagare del voto pro Carroccio, anche fra i cattolici, lo fa distribuendo critiche a una parte e all'altra: «Significa che è profonda la crisi di altre proposte».
La verità è che i vertici della Cei non vogliono restare impigliati nelle polemiche di giornata fra destra e sinistra e Bassetti prova a portare la riflessione sul piano dei contenuti, lontano dagli slogan. Ma c'è chi non considera queste sfumature, pure decisive, e arruola il cardinale, come una figurina da incollare sulla propria home page. Dunque, il Papa e i vescovi vengono amplificati quando prendono le distanze dalle politiche antiumanitarie del ministro dell'Interno, diventano invisibili quando - e Francesco lo fa con aspra regolarità - denunciano l'aborto come un crimine. Nell'ultima riunione della Cei Bassetti si è smarcato dai vescovi più intransigenti che chiedevano la «scomunica» di Salvini. Il cardinale si tiene alla larga dai tradizionalisti che contestano a Bergoglio pure le virgole, ma non si lascia beatificare da quelli che raccattano ogni sospiro antisalviniano di preti e suore. Come fa, col turibolo fra le mani giunte, la piissima Repubblica.

IL MANIFESTO ANTI LEGGE DEI VESCOVI DEL LAZIO. SILENZIO IN MOLTE PARROCCHIE. SUL TEMA MIRIANO E UN LETTORE.

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ieri in molte chiese del Lazio (e in molte no) è stato letto un manifestino pro-immigrazione dei vescovi della regione; che come ben sappiamo, sono stati ben zitti quando le autorità politiche hanno deciso provvedimenti e preso posizioni contrarie a vita, famiglia, educazione e valori cristiani. Vogliamo offrirvi due elementi di riflessione e discussione. Il primo viene da una persona molto nota, Costanza Miriano, che ha pubblicato un intervento nel suo blog.Il secondo è la lettera di un lettore di Stilum Curiae; antecedente l’iniziativa politica dei vescovi laziali, ma che spiega perché non pochi parroci, più sensibili dei presuli al polso e ai sentimenti dei fedeli, abbiano preferito non dar lettura del manifestino immigrazionista.
Ecco qualche brano di Costanza Miriano:
 Se l’uomo fosse solo ricolmo di Spirito Santo non ci sarebbe bisogno di legge, tutti faremmo il bene senza sforzo, tutti condivideremmo i nostri beni, il tempo, tutto quello che abbiamo, facendo a gara nello stimarci gli uni con gli altri, e nessuno sfrutterebbe le risorse dei paesi poveri per arricchirsi, tutti avrebbero la possibilità di vivere nel paese dove nascono, tra i propri cari, con le proprie risorse, che sono sufficienti a far vivere bene tutti, se si studia e si progredisce, e si impara a usare bene quello che la natura ci dà. Chi si impegnasse di più, chi avesse più capacità e fosse più serio degli altri, avrebbe più risorse, ma grazie alla pienezza dello Spirito Santo sarebbe anche più capace di condividerle.
La legge però non ha questo compito, la legge e la politica devono solo garantire il rispetto dei diritti, fino a che non ledono quelli degli altri, insomma, mettere ordine, costruire una società armoniosa e organizzata in modo intelligente, sconfiggere il caos al quale ci consegna il nostro mondo interiore ferito dal peccato originale.
La Chiesa fa bene a invitarci ad andare oltre la legge, ma può farlo solo se prima ci ha insegnato a pregare, pregare senza interruzione, chiedendo, mendicando lo Spirito Santo perché ci faccia incontrare Cristo. Allora, pieni della gioia di questo incontro, pazzi del suo amore, risorti già adesso in questa vita perché abbiamo scommesso tutto sul Risorto, su quello che ha vinto la morte, allora possiamo nel sacrario intimo e inviolabile del nostro cuore decidere di andare oltre la legge, e di amare anche quando non è giusto, perché questo è l’amore. Di amare i nemici, di amare chi si prende quello che è nostro, di dare anche la tunica a chi ci prende (e non “ci chiede”, il vangelo dice proprio “ci prende”) il mantello. Solo da Cristo può venire la grazia di questo amore. Solo se hai incontrato Cristo puoi andare in missione, puoi aiutare una famiglia anche se non hai niente o quasi da parte per la tua, puoi fare un passo che – per l’uomo – non è “giusto”, ma è oltre la giustizia e la ragionevolezza.
Non credo che sia compito di un governo stabilire che questo modo di amare “pazzo” sia la legge, non lo può fare perché questo lo fa solo lo Spirito Santo, che non può agire se noi non lo mendichiamo giorno e notte, pregando senza interruzione come dice san Paolo. San Francesco lo aveva ottenuto, ma tutti si dimenticano che dopo l’incontro con Cristo lo aveva chiesto a forza di digiuni e preghiere e penitenze che lo hanno portato alla morte precoce.
Quindi hanno ragione i governi che cerchino di stabilire una società ordinata, che tuteli e protegga se stessa nel rispetto delle leggi, che siano ordinate a una gerarchia del bene. I paesi dove è altissima la disoccupazione e bassissima la natalità devono investire anche per aumentare il lavoro e le nascite (che poi le due cose sono correlate).
Contemporaneamente hanno lo stesso ragione i nostri pastori a ricordarci di pregare e digiunare per chiedere la grazia di saper fare la volontà di Dio, perché quando saremo pieni di Spirito Santo, abitati solo da lui, sapremo andare oltre la gerarchia del bene. Ma questa condotta non può essere una cosa imposta dalla legge (abbiamo visto cosa è successo con il comunismo), perché va contro la natura umana quando priva della grazia, bensì solo scelta e abbracciata per grazia, individualmente (questo sono i santi) e non imposta per legge statale.
Amare oltre misura non può essere un dovere stabilito per legge.
La stragrande maggioranza di sacerdoti che conosco, e che amo come una figlia, quelli che vogliono appartenere solo a Cristo, e danno la vita nel silenzio, senza curarsi delle polemiche mediatiche e politiche, hanno molto chiaro tutto questo. Pochi altri, quelli che hanno manie di protagonismo politico, no. Non parlano di peccato originale e di preghiera, di come solo Dio ci possa dare la miracolosa possibilità di essere buoni. Hanno dimenticato che il solo loro compito è stare con Cristo e farcene innamorare”.

 Come avete visto, Costanza vola alto. Ed ecco la lettera di un lettore.
Caro Marco.
Purtroppo, stamani alla prima messa nella Domenica festa dell’ Ascensione ho assistito ad una cosa che non avrei mai voluto sentire (vedendo le deviazioni che stanno assumendo nelle chiese vicine), il parroco cappellano più giovane nel concludere l’omelia ha parlato dei morti in mare e dei cuori indifferenti a ciò…dicendo che viene sempre prima chi è in difficoltà e poi tutti gli altri…alludendo in maniera molto sottile a questioni politiche e a certi slogan.
Il mio animo ribolliva, tanto che alla fine della messa sono entrato in canonica, e alla presenza contemporanea del parroco superiore e del cappellano più giovane,  ho manifestato quanto avevo nel cuore:
” ..non accetto che vengano fatti proclami politici in questa mia Chiesa che mi ha dato i natali , dove ho vissuto tutti i sacramenti, ho servito la messa per molti anni sentendo la grazia di Dio vegliare su di me in giovane età. Non vorrei essere costretto ad uscire durante le predicazioni per rientrare e ad assistere a l’unica cosa che conta ancora, il miracolo della Transustanziazione del Corpo e del Sangue di Cristo.
Occupatevi della salvezza delle anime e non di proclami politici da qualunque lato essi vengano.
Se volete fare ciò toglietevi le vesti e fatevi un vostro partito..”
Ho parlato con calma e rispetto senza alzare i  toni pur manifestando una certa tensione dalla voce; spero che il Buon Dio non mi voglia male per aver ripreso un Suo servitore.
Nel mio paese (di cui ieri era festa del patrono), la Lega governa dal 1995 e si è riconfermata domenica scorsa con quasi il 69% , mentre alle Europee ha preso il 58%.
Se a qualcuno in diocesi brucia deve farsene una ragione.
Nicola

Marco Tosatti
10 Giugno 2019 Pubblicato da  10 Commenti --

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