ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 3 luglio 2019

Perché adesso?

Il prof Massimo Viglione ci racconta cosa sta accadendo oggi.....


Non perdete questo video! Il prof. Viglione non è un intellettuale da poco, è pure un bravo storico e ci dice di non sottovalutare ciò che sta accadendo, perchè questo ricorda molto la rivoluzione francese e noi siamo in pericolo. SVEGLIAMOCI DAL SONNO!


Enzina Pasquali  Pubblicato il 3 lug 2019

Se si vuole rivoluzionare la fede…

Cari amici di Duc in altum, mi ha scritto un amico che, come dice lui, vuole restare  “temporaneamente anonimo”.
È un intellettuale cattolico ben conosciuto, che ricopre incarichi istituzionali e anche per questo preferisce non manifestarsi. 
Perché adesso? Perché l’amico, mi ha spiegato, vede nel documento di lavoro del sinodo amazzonico e nella prospettiva del prossimo incontro di Assisi nel 2020 (Economy of Francesco) “l’atto finale di un attacco, condotto dall’interno della Chiesa, contro la Rivelazione e la Dottrina sociale della Chiesa”.
A.M.V.

***
Lamento di un “temporaneamente anonimo” 
Nelle sue Satire il grande poeta romano Orazio (65 – 8 AC)  invitò gli esponenti  della classe dirigente  dell’epoca  a lasciare Roma e ad andarsene da qualche parte nel mondo, per correggere i loro costumi corrotti. La mia tentazione è di rivolgere un analogo invito agli esponenti  di uno Stato che si trova all’interno di Roma e che – a questo punto è evidente –  sta operando per corrompere  il cattolicesimo in modo progressivo.
Tentativi simili, in duemila anni di storia, ce ne sono stati tanti. Ma fino a  sei anni fa nessuno avrebbe potuto immaginare che questa volta l’attacco sarebbe stato portato dai vertici della Chiesa cattolica. Invece è successo. Quello che vediamo è il tentativo di rivoluzionare dall’interno la fede nella Rivelazione cristiana.
Questione, badate bene, che non riguarda solo i cattolici. Perché rivoluzionare o negare il messaggio della Rivelazione comporterebbe la distruzione, con la fede cattolica, di un’intera civiltà e un’intera cultura, di un certo tipo di intelligenza scientifica, economica, sociale. Comporterebbe  la fine del diritto e del rispetto della dignità umana.
Poiché si direbbe che i promotori, o per meglio dire gli ideologi, di questa rivoluzione prevedono enormi vantaggi per l’intera umanità , vorrei provare (per ora in modo anonimo) a esporre gli altrettanto enormi rischi connessi a questo tentativo di rivoluzionare la bimillenaria fede nella Rivelazione cristiana.
Il primo rischio è collegato alla libertà di incoscienza  e al passaggio immediato a una forma più modesta di  protestantesimo, una religione che progressivamente, ma inesorabilmente, obbligherebbe noi tutti ad adottare un “pensiero libero” di tipo nichilista. Si confonderebbe il bene con il male e si scoprirebbe presto che se fare il male comporta più vantaggi personali, fare il bene ovviamente non conviene a nessuno. Quando fornicare, truffare e mentire saranno atti moralmente leciti (e persino approvati dall’autorità morale) avremo una forma di santità nuova, rovesciata, per cui le persone dovranno pentirsi di aver fatto il bene e anche di aver professato una fede (ora diventata eresia) in modo integrale e tradizionale. E l’essere fedeli integrali, di tipo tradizionale, comporterà la scomunica, o qualcosa di analogo. Conseguenza della rivoluzione, accettata anche nel sistema giuridico, sarebbe il rifiuto dell’educazione alla pratica delle (ex) virtù , quali la giustizia e l’onore, con la giustificazione che una tale pratica turberebbe gli animi di chi quelle virtù non le riconosce.
Non si sottovaluti poi la  quasi certa esplosione di un fanatismo che sarà portato a individuare nelle persone rimaste fedeli alla vecchia fede e alle vecchie virtù i residui di un mondo superstizioso da cancellare, ovviamente in nome del progresso, della libertà e del bene comune. Se anche fosse tenuta a freno la tentazione di ardere costoro come eretici, in alternativa si potrebbe pensare di spedirli in apposite strutture atte alla rieducazione e alla riconversione, così che la verità razionale possa avere la meglio su quella soprannaturale, sintomo  appunto di inutile e pericolosa superstizione.
Sto esagerando? Non credo. Già oggi, proprio  in questo nostro tempo, sebbene la fede nella Rivelazione non sia stata ancora del tutto cancellata e il soprannaturale non sia stato completamente negato in quanto “superstizione”, vediamo che la persecuzione verso che vive la fede cattolica integralmente è stata avviata ed è attuata ogni giorno, e proprio da parte di chi, invece, dovrebbe difendere la fede.
I promotori della rivoluzione, però, non si sono ben resi conto del fatto che una fede nuova non si impone con il terrore.  Se tu utilizzi il terrore e la minaccia, puoi provocare paura, silenzio, simulazione di obbedienza, apparente adeguamento alle direttive inaccettabili, ma non puoi certamente illuderti di imporre così una nuova fede.
Forse i promotori della rivoluzione in corso confondono la disponibilità della gerarchia all’obbedienza con la condivisione e l’assenso, senza capire che invece è solo sintomo di timore per le possibili ritorsioni e punizioni.
Un certo risultato, ovviamente, lo si raggiunge. La paura, operando in un cuore debole, fa diventare un uomo silenzioso proprio quando dovrebbe gridare, lo fa diventare vile quando  dovrebbe dimostrare coraggio, lo rende timoroso  quando dovrebbe mostrare fortezza. Ma poi? Se inviti la persona a essere moralmente disordinata, se le concedi di non sentirsi mai mancante, se la giustifichi sempre e comunque, se la fai sentire intelligente e sapiente secondo i costumi del mondo, se le eviti la scomodità dell’esame di coscienza e dell’autocritica, se la trasformi in un essere ambiguo e tiepido, se le instilli il dubbio che ciò in cui credeva prima non sia mai stato vero, se le fai rinnegare i doni dello Spirito Santo ed elimini la nozione di peccato, che cosa resterà? Non è questo un modo sicuro per andare verso l’autodistruzione?
Ora, secondo me molti non hanno ancora capito che cosa sta avvenendo in quello Stato che sorge nel bel mezzo di Roma, mentre molti altri, per un malinteso senso della prudenza e un autentica viltà, si sforzano di non capire.
Sappiamo ormai che reagire secondo le procedure codificate non serve a nulla. Sappiamo che i richiami e gli appelli, anche quando arrivano da persone molto autorevoli, sono puntualmente ignorati o ridicolizzati. Sappiamo che persistere  nella fedeltà alla tradizione, contro le trasformazioni imposte, significa essere commissariati ed emarginati a ogni livello, perché il cambiamento non può e non deve avere ostacoli. In pratica, sappiamo ormai che reagire in base a ciò che ci è sempre stato insegnato (e di cui siamo ben certi), per la gloria di Dio  e nella venerazione di Maria Immacolata, comporta la minaccia e poi l’esclusione da questa  Chiesa. E allora? Chi dobbiamo temere?
Persino un pagano come Orazio invitò i corrotti a lasciare Roma.
Un amico temporaneamente anonimo

NOBILE, SEA-WATCH E OICOFOBIA. MA PERCHÈ LA SINISTRA (E LA CHIESA) ODIANO GLI ITALIANI?

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Agostino Nobile ci offre una sua riflessione sul caso della Sea-Watch, e soprattutto sul significato di questa vicenda – di per sé forse trascurabile – nel panorama italiano e internazionale. Mentre leggevo la riflessione veramente molto acuta, documentata e interessante di Nobile, mi sono ricordato di uno spezzo di intervista registrata da un TG nazionale (credo il sinistrassimo TG3) in cui un signore con un bell’accento siciliano diceva di essere stato, e di essere ancora comunista, e di votare Salvini non una ma dieci volte, perché è l’unico che difende il popolo. Ho pensato a mio zio, operaio, segretario del PCI a Sampierdarena, partigiano, scampato per miracolo con un compagno all’eccidio nazista di Cravasco, che nel 1984 smise di rinnovare la tessera del Partito. La mutazione genetica dalla sinistra di popolo alla sinistra di salotto (e non solo…di soldi, di finanza, di affari) era già chiara, a qualcuno. Buona lettura.
Menzogne, oicofobia e cinismo 
Ero ancora un bambinetto quando un vicino di casa uscì sul suo balcone con le braccia alzate e i pugni chiusi, gridando euforico “abbiamo vinto!” La partita di calcio giocata a Mosca era finita 2 a 0, per i sovietici. Questo signore non era una scheggia impazzita dell’universo comunista. Palmiro Togliatti aveva un rispetto tale per gli italiani che rinunciò alla cittadinanza per abbracciare quella sovietica. Al XVI Congresso del PCUS ne dette la motivazione: “È motivo di particolare orgoglio per me l’aver abbandonato la cittadinanza italiana per quella sovietica. Io non mi sento legato all’Italia come alla mia Patria, mi considero cittadino del mondo, di quel mondo che noi vogliamo vedere unito attorno a Mosca agli ordini del compagno Stalin. È motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più. Come cittadino sovietico sento di valere diecimila volte più del migliore cittadino italiano”.
Dunque, niente di nuovo sotto il sole. In Italia gli eredi del comunismo hanno esteso su larga scala l’odio per le proprie radici per vedere uniti i popoli europei attorno agli Stalin dell’Alta Finanza. Uno dirà, che c’azzeccano Stalin e il comunismo con la finanza mondiale? C’entrano eccome. Il programma delle due ideologie mira alla creazione di un nuovo paradigma sociale. Distruggendo la cultura cristiana, imperniata sui i diritti umani dalla nascita alla morte naturale, i marpioni della finanza vogliono, come il comunismo mondialista, imporre una società di schiavi. L’immigrazione illegale insieme all’odio indotto per la propria cultura agli italiani, facilita l’infiltrazione dei popoli cresciuti in una società dove i diritti umani non li hanno visti nemmeno col cannocchiale.
Il filosofo britannico Roger Scruton definisce l’odio per le proprie radici oicofobia, dal greco òikos/famiglia o casa (considerate l’unità di base della società) e phobia/paura, definizione coniata in ambito scientifico dallo psichiatra Carl Westphal in una monografia sull’agorafobia del 1871. La vicenda della Sea Watch è l’ennesimo esempio di oicofobia. Per sostenere una giovane capitana tedesca che si fa beffe del Governo e degli italiani, alcuni politici di Sinistra s’insediano sull’imbarcazione sbeffeggiando il ministro dell’Interno Salvini. In poche ore riescono a racimolare più euro di quanti ne servono per pagare la multa che i giudici dovrebbero affibbiare alla capitana tedesca Carola Rackete.
Soldi arrivati alla velocità della luce, certamente non donati dalla classe operaia. Questa parvenu, paladina del gay pride, protetta dalla Sinistra, dalle toghe rosse, da Bruxelles e dall’ONU, ringalluzzita dal dinherino ricevuto dai sorosiani, sperona una piccola motovedetta della Guardia di Finanza mettendo in pericolo la vita degli agenti che cercano di far rispettare le leggi italiane e internazionali. Se questi fatti fossero avvenuti in qualsiasi porto di qualsiasi paese del mondo, molto probabilmente la vicenda non sarebbe finita – come probabilmente accadrà in Italia – a tarallucci e vino.
Basti ricordare i governi olandese e tedesco che, nonostante i richiami del ministro dell’Interno italiano, hanno fatto spallucce dicendo chiaro e tondo che da loro non entra la Sea Watch e nemmeno i migranti. Subito dopo l’attraccaggio illegale e violento della Sea Watch, con tempismo calcolato le tv nazionali e i grandi quotidiani sottolineano il disappunto di Berlino: “Non criminalizzare soccorso in mare”. Un direttore di giornale minimamente oggettivo avrebbe dovuto rilevare l’ipocrisia del Governo teutonico che prima se ne lava le mani e poi accusa il Governo italiano. Al contrario, i media mondialisti hanno già santificato la capitana. Il quotidiano La Stampa ha addirittura rappresentato la pulzella Carola come Gesù e Salvini come Barabba. In pratica gli italiani hanno votato un Barabba.
Solo gli sprovveduti non vedono in queste mosse un piano stabilito. Tanto più che non si tratta di salvataggio ma di palese tratta di africani. A questo sommiamo la chiesa bergogliana. L’arcivescovo  di Ferrara Giancarlo Perego ha superato la fantasia suicida dei politici di Sinistra, suggerendo di titolare il porto di Lampedusa all’eroina che ha portato illegalmente in Italia 41 migranti musulmani.
Chiunque possieda un IQ poco superiore di quello delle galline dovrebbe sapere che i giovani immigrati che arrivano in Italia non sono poveri, o perlomeno non lo sono come quei bambini denutriti che muoiono ogni giorno in Africa. Creature di cui i nostri sorosiani manco ci pensano. Si dovrebbe altresì sapere che gli scafisti non sono suore orsoline, ma schiavisti che portano carne umana alle ONG, che a loro volta vengono pagati profumatamente dai sorosiani promotori dell’immigrazione coatta. Nonostante queste evidenze macroscopiche l’oicofobia, il cinismo e le calunnie di gente in malafede continuano ad impestare tutti i media.
Bergoglio, ormai fuori controllo, ripete come un mantra di abbattere i muri. Il cinico presentatore tv Fabio Fazio, a proposito della vicenda Sea Watch, commenta: “Un giorno ci si chiederà conto di tutto questo… Prima di tutto essere italiani! Riconoscersi cioè nei valori fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione. Valori di pace, solidarietà e inclusione che la nostra bandiera riassume”. Commento degno di Kaa, il simpatico e viscido serpente boa del film disneyano Il libro della giungla. Non ha detto nulla di concreto, di vero e di ragionevole. Una mielosa doppiezza.
Massimo Cacciari, che con i suoi sforzi intellettuali cerca di superare sé stesso, sul caso Sea Watch commenta: “Totale solidarietà nei confronti di chi infrange leggi che trasgrediscono principi fondamentali sanciti dal diritto internazionale”. Sentire sulla bocca di un comunista queste parole solleticano il sarcasmo più irrispettoso. Vauro Senesi, uno dei depressi meno simpatici e graffianti, chiosa: “Forse, oggi, abbiano perso tutti. Non c’è umanità, non c’è empatia. E se non c’è verso il migrante che giunge nel nostro Paese, non ci sarà nemmeno nei confronti del vicino di casa. Costretti o condannati ad accettare la legge del più forte”. Come il milionario Fazio, molto miele e poca sensatezza. I personaggi che marcano la stessa linea di quelli su citati, non sono stupidi. Sono i soliti cinici che stanno dalla parte di chi li paga meglio. Se oggi imperasse il fascismo sarebbero tutti fascisti, come gran parte dei loro colleghi durante periodo fascista.
Grazie all’ingenuità di milioni di italiani che credono supinamente a questi odiatori di italiani ci stiamo giocando la dignità e la democrazia. Anche perché, se un Governo democraticamente eletto ha le mani legate da una magistratura ideologizzata, il suffragio universale non vale un fico secco. I personaggi mediatici, dopo essersi arricchiti con gli italiani, non pensano ai milioni di poveri autoctoni, ma a fare politica con l’immigrazionismo irregolare pagato dai contribuenti italiani.
Anche qui niente di nuovo sotto il sole. Basta leggere le righe conclusive della lettera che Palmiro Togliatti scrive all’amico Vincenzo Bianco, allora funzionario del Komintern. Alla richiesta di fare qualcosa per i tanti prigionieri italiani nei Gulag russi, il Migliore risponde:  “Il veleno è penetrato tra i contadini, tra gli operai, non parliamo della piccola borghesia e degli intellettuali, è penetrato nel popolo, insomma. Il fatto che per migliaia e migliaia di famiglie la guerra di Mussolini, e soprattutto la spedizione contro la Russia, si concludano con una tragedia, con un lutto personale, è il migliore, è il più efficace degli antidoti. Quanto più largamente penetrerà nel popola la convinzione che aggressione contro altri paesi significa rovina e morte per il proprio, significa rovina e morte per ogni cittadino individualmente preso, tanto meglio sarà per l’avvenire d’Italia…”.
Questo pensiero agghiacciante si ripete oggi nei fatti e nelle parole dei neocomunisti che accusano di fascismo coloro che non si piegano alla loro ideologia. “Tanto meglio sarà per l’avvenire d’Italia…”  se sosteniamo gli africani musulmani invece dei miserabili mandolinisti italiani. La Chiesa è con noi e gli imbelli che ci votano non mancano. Tradotto: le tratte continueranno e li seppelliremo di immigrati. A meno che Salvini non attui una politica meno dialogante e più determinata.
Agostino Nobile
Marco Tosatti
3 Luglio 2019 Pubblicato da  49 Commenti --

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