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lunedì 1 luglio 2019

Prete pride

Marsala, lite sui migranti a messa tra prete e sostenitrice Lega

La polemica inziata con la lite in chiesa si è poi spostata su Facebook con il botta e risposta tra i due. La causa è stata la frase contro la Lega a termine dell'omelia

Scoppia la lite all’uscita dalla messa a Marsala, nel trapanese, tra Don Francesco Fiorino e l’ex consigliera comunale socialista, Fanny Montante, ora sostenitrice di Salvini.
Davanti alla navata affollata della chiesa di San Giovanni al Boeo, per la funzione di domenica scorsa dedicata al patrono omonimo, secondo quanto riportato dalla leghista il prete avrebbe concluso l’omelia dichiarando: “E chi è della Lega o simpatizza per questo governo non dovrebbe nemmeno entrare in chiesa!".


Frase che ha scatenato l’immediata reazione della Montante. In un post l’ex consigliera racconta di aver chiesto al sacerdote di poter chiarire quelle parole “profondamente rammaricata dell'uso strumentale della religione per la lotta politicante” venendo però, a suo dire, malamente respinta. Ed è lì che si sono alzati i toni.
Su Facebook, dove si è spostata la polemica prendendo nuova linfa, è lo stesso padre Fiorino che risponde alla versione della leghista: “La signora Montalto ha più volte gridato che io e la Chiesa abbiamo fatto affari con gli sbarchi e che ‘la Chiesa e la sinistra in Italia ci avete rovinato’. La signora ha diverse volte inveito verso di me dicendo: ‘Vergogna. Vergognatevi. Fate allontanare le persone dalla Chiesa”.
In effetti Fanny Montante nel suo racconto ha accusato di essere stata cacciata più volte dal prete al grido di “Se ne vada! Esca dalla chiesa”, cosa che le ha lasciato dal suo canto un "profondo senso di disagio". Che ha provveduto a sfogare sui social.
Così si è difeso Don Fiorino: "Sto subendo un personale attacco diffamatorio dalla signora Fanny Montalto, attraverso un post pubblicato su Facebook. L’attacco è anche rivolto alla Chiesa Cattolica e alle sue strutture caritative di accoglienza. Secondo la signora, la Chiesa ed io facciamo ‘campagna elettorale’ perché ricordiamo che salvare le vite umane in mare è prioritario e che lasciare 42 persone su una imbarcazione è ingiusto e disumano”.
 

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/marsala-lite-sui-migranti-messa-prete-e-sostenitrice-lega-1719588.html

Quella t-shirt choc al Gay Pride: "Salvini appeso a testa in giù…"

Durante il Milano Pride, un attivista Lgbt ha indossato una maglietta rosa piena di insulti verso il ministro dell'Interno

"Salvini muori, Salvini crepa, Salvini Bastardo, “Salvini infame…appeso a testa in giù a piazzale Loreto".
Insulti minacce scritte nero su bianco – anzi, nero su rosa – su una maglietta indossata da un attivista Lgbt durante il Gay Pride.
La Milano Pride Parade di sabato 29 giugno non è certo passata inosservata, ma durante il corteo anche tante offese e ingiurie verso il ministro dell'Interno, finito nel mirino del mondo gay e di chi ha sfilato per le vie della città.
E così in piazza, oltre alla festa Lgbt, anche molti attacchi al responsabile del Viminale, oltre che una spassionata difesa nei confronti di Carola Rackete, la Capitana della Sea Watch 3.
Tra i quasi 300mila del Milano Pride, ecco un ragazzo sceso in strada con tanto di bambola gonfiale con le fattezze del leader della Lega. Ma fantoccio a parte – "Temevo me lo sequestrassero", ha raccontato - , quello che colpisce è la rosea t-shirt del giovane, che è intrisa di odio nei confronti del numero uno del Carroccio"Salvini muori, Salvini crepa, Salvini Bastardo, “Salvini infame…appeso a testa in giù a piazzale Loreto". Insomma, non proprio un messaggio di pace.
E il diretto interessato ha "denunciato" la cosa su Facebook, postando una foto della maglietta che lo vorrebbe appeso a testa in giù: "Però loro sono quelli 'democratici'…".

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/t-shirt-choc-gay-pride-salvini-appeso-testa-gi-1719262.html

ALESSANDRO MELUZZI e DIEGO FUSARO: I nuovi negrieri del capitale. Sradicamento e deportazione

https://www.youtube.com/watch?v=41Y-3FpH8nA


LA TRUFFA DEI MIGRANTI – INCHIESTA


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