Dio salvi l’Italia
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Ci siamo occupati, ultimamente, di categorie protette, ossia di quelle minoranze etniche o sociali a cui, per il semplice fatto di essere quelle determinate minoranze, tutto o quasi è permesso. In virtù di una sorta di complesso di eccellenza, i loro membri son convinti di essere al di sopra delle leggi comuni e riconoscono come unica morale quella che li autorizza a far sempre e comunque quel che vogliono, a prescindere dai diritti altrui.
Secondo un paradossale razzismo rovesciato, i cittadini normali, pur costituendo la stragrande maggioranza della popolazione, obbligata a lavorare in modo sempre più stressante, a pagare una delle tassazioni più esose al mondo, a fare spesso i salti mortali per arrivare a fine-mese e, di conseguenza, ad aggiungere regolarmente nuovi buchi alla cinghia, sono discriminati a casa loro, dovendo subire capricci, abusi, angherie e prevaricazioni non solo da parte dei rappresentanti delle istituzioni, che dovrebbero teoricamente tutelarli (visto che li pagano profumatamente), ma anche da parte delle minoranze privilegiate, le quali sanno di poter contare sul favore di magistrati compiacenti che applicano le leggi in modo quantomeno arbitrario. Anch’essi, in realtà, formano una casta, che comprende pure quegli psicologi, avvocati e assistenti sociali che rubano i bambini ai genitori legittimi per affidarli a pervertiti, oppure obbligano alla rieducazione coatta chiunque osi dissentire dal pensiero dominante.
Non tutte le minoranze, tuttavia, sono uguali né hanno lo stesso peso: ce n’è una che tira i fili e le altre che le servono da strumenti di destabilizzazione. Da noi, in Italia, sembrava che si fosse messo in moto un processo mirante a invertire la tendenza, almeno contenendo l’invasione di clandestini che pretendono di entrare illegalmente nel nostro territorio, traghettati dalle ONG finanziate da Soros e politicamente dirette da Francia e Germania. Poi, come un fulmine a ciel sereno, questa inopinata crisi di governo, provocata proprio da colui dal quale meno ce la si poteva aspettare. Il personaggio aveva già ampiamente esibito, purtroppo, tutta la propria inadeguatezza: oltre a una rozzezza e una volgarità assolutamente inaccettabili da parte del titolare di uno dei ministeri più importanti, le quali offendono la dignità della sua funzione e di coloro che rappresenta, a lasciare sgomenti è la disarmante mancanza di preparazione e di finezza politica. La sua mossa avventata, ora, ha consegnato il Paese all’ennesimo esecutivo abusivo di sinistra, composto di traditori al servizio di interessi estranei; la stampa di regime, del resto, già ci aveva indottrinati in questo senso.
È legittimo tentare qualche ipotesi sui motivi di questo inedito ribaltone ferragostano provocato nel momento meno indicato per il bene della Nazione, non solo per la programmazione finanziaria in vista, ma pure per l’imminente scadenza fissata dalla Corte Costituzionale in riferimento all’eutanasia. La prima spiegazione che viene in mente è che il leader della Lega, avendo perso la testa in seguito al successo elettorale di maggio, abbia tentato il fatidico passo più lungo della gamba, sicuro di diventare Presidente del Consiglio in seguito a nuove elezioni. I suoi ex-alleati, invece, da quegli avventurieri spregiudicati che sono, senza morale né competenza né pudore, si son subito gettati tra le braccia degli odiati nemici di ieri, pedine insensate della scacchiera europeista e irriducibili difensori di un regime di privilegi e corruzione che perdura da settant’anni. Ciò induce a sospettare che già prima il capo del governo facesse il doppio gioco, compiacendo di soppiatto le pretese di Bruxelles, Parigi e Berlino dietro lo schermo delle continue bagarre interne alla coalizione da lui guidata. La mossa di Salvini si potrebbe allora interpretare come un tentativo estremo di mandare in fumo tali trame; ma perché non denunciarle espressamente? L’ultima congettura è che l’ordine di far saltare tutto sia arrivato da quel livello di potere che, controllando sia la destra che la sinistra, coordina i conflitti al fine di utilizzarli, con invisibili manovre, a vantaggio dei propri scopi.
Tutto il progetto europeista, nella sua stessa ispirazione e nel suo stesso esordio, è in realtà di matrice americana (leggi: ebraica, visto che sono i banchieri a dettar la politica degli Stati Uniti d’America, sia quella ufficiale che quella “sommersa”). È da almeno un secolo che, nei circoli iniziatici più esclusivi d’Oltreoceano, si preconizzano gli Stati Uniti d’Europa, copia conforme dell’entità sorta con la rivoluzione massonica del 1776 (quella con cui la “figlia” coloniale si ribellò alla “madre” britannica). Senza un motivo e un interesse, una superpotenza non entra in due conflitti mondiali, né riversa in un altro continente un fiume di denaro con la scusa della ricostruzione (delle macerie in gran parte provocate dalla sua stessa aviazione…). A tagliar corto, basti sapere che Jean Monnet, il vero promotore e architetto dell’Unione, era a tutti gli effetti un uomo di fiducia di Washington, oltre ad essersi distinto per i servigi resi alla Corona inglese tanto da diventar baronetto.
Le numerose basi militari americane presenti sul territorio europeo, prima soltanto occidentale, poi anche orientale, costituiscono del resto un indizio sufficiente per capire chi comandi davvero da noi, al di là di quelle cortine fumogene che sono meri giochi delle parti: la guerra fredda, lo scontro di civiltà, le rivalità commerciali sulle opposte sponde del Pacifico… L’Unione Sovietica sarebbe implosa dopo appena un paio d’anni senza il massiccio flusso di “prestiti” dalle banche statunitensi (leggi ancora:ebraiche); quanto alla matrice anglo-sionista del terrorismo islamico, sarebbe addirittura banale insistervi. Riguardo alla guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti, può essere interessante sapere che neanche Mao Tse-Tung avrebbe vinto la guerra civile, se a un certo punto l’Occidente non avesse inspiegabilmente tagliato i fondi a un Chiang Kai-Sheck in netto vantaggio. Oggi la Repubblica Popolare Cinese detiene un terzo del debito pubblico americano e, con la sua tecnologia digitale, può spiare chiunque. Gli accordi siglati con il governo uscente le avrebbero permesso di sorvegliare le basi installate sul nostro suolo? Ma l’esecutivo partorito dalla crisi, teoricamente, sarà ancor più amico di Pechino e sfavorevole a Washington.
Arcani dell’occulto governo unico del mondo, suddiviso in zone d’influenza che si equilibrino a vicenda… Certe minoranze, del resto, non si sentono legate da alcun patto, malgrado le sperticate attestazioni di allineamento dispensate in Israele nel dicembre scorso. La fedeltà, peraltro, avendo a fondamento la fede e la ragione, è assente dalla struttura psichica talmudica, regolata invece dalla vendetta e dalla sete di dominio. Lo stallone italico deve aver scalciato un po’ troppo, a meno che il copione non fosse concordato fin dall’inizio. Se l’han lasciato fare per un annetto buono, è forse semplicemente perché bisognava allentare la tensione dell’esasperato popolo bue con la passeggera illusione di un cambiamento; ma non doveva durare più di tanto… Questi pizzaioli di italiani sono comunque colpevoli di aver tentato di opporsi all’inarrestabile movimento del progresso, che deve annullare le identità nazionali e culturali per ridurre tutti a schiavi felici del sistema mondialista, economico, politico e “religioso” (basti pensare all’accordo tra Cina e Vaticano, che ha gettato milioni di cattolici nel tritacarne del regime). Il populismo è ammesso soltanto nella misura in cui rende la sottomissione più emotivamente sopportabile, ma non può assolutamente produrre risultati concreti: dobbiamo togliercelo dalla testa.
Torneremo dunque a mettere la nostra Marina Militare al servizio delle organizzazioni criminali che prosperano sul traffico di esseri umani, così che aumenti a dismisura la presenza di delinquenti che, nonostante i gravi reati commessi, vengono scarcerati perché possano commetterne di più gravi? La BCE potrà continuare ad estorcere alle nostre finanze pubbliche, con il fondo salva-Stati, decine di miliardi di euro da trasfondere nel salvataggio delle banche tedesche e francesi, fino a quando non sarà necessario metter le mani sui nostri risparmi? Francia e Germania, che si autorizzano allegramente a violare le norme del patto di stabilità, ma sono poi severissime con noi, persisteranno nel gioco di modificarle a ogni piè sospinto a loro uso e consumo, rendendo così impossibile l’adeguamento da parte nostra? La colossale truffa dell’Unione Europea non può essere arrestata, perché risponde ad un piano occulto del quale i vari Mattarella, Macron, Merkel, von der Leyen… non sono altro che stolidi burattini, colpevoli però di prestarvisi.
A un gioco delle parti fa pensare, in conclusione, anche l’ultima crisi di governo. Si vocifera di un accordo segreto tra il capo della Lega e il sodomita comunista – con ascendenze giudaiche, guarda caso – a capo del PB (Partito di Bibbiano), il quale, grazie alla mossa del primo, è di colpo diventato l’ago della bilancia. Al di là di tali indiscrezioni non verificabili, in ogni caso, di certo c’è il flirt di Salvini con Steve Bannon, l’inviato di Trump in Europa, documentato fra l’altro dalla foto che li ritrae raggianti in compagnia del principale finanziatore del Movement, il faccendiere ebreo belga Mischaël Modrikamen. C’è dunque una regia sotterranea che controlla opposti schieramenti che si combattono solo in superficie? Una lettura in profondità della storia di quest’ultimo secolo – non quella propinata da scuola e università – induce inevitabilmente a pensarlo, con buona pace degli isterici che scattano automaticamente gridando al complottismo.
Che i sovranisti italici non siano in realtà così insanabilmente invisi all’establishment di Bruxelles, d’altronde, lo suggerisce l’inopinato trasferimento del ministro Fontana dalla famiglia agli affari europei, che ha lasciato orfani i pro life nostrani, di lui così entusiasti. Sono state davvero le sue “scandalose” dichiarazioni a favore della famiglia naturale a suggerirne il ricollocamento in una posizione più defilata? o una manovra che ci sfugge? Comunque sia, di colpo lo scenario è saltato per aria proprio a causa di colui che si era detto «pronto a tutto per difendere le leggi, i confini e la dignità del nostro Paese»… Tra chi, da una parte, ci ha difeso nel modo che si è visto e chi, dall’altra, invoca più Europa per arginare l’egemonia americana (sic) al costo della perdita della sovranità nazionale, si direbbe che siamo stati consegnati a un mostro senza volto che vuol continuare a stritolarci per mezzo di un regime tecnocratico al quale i popoli ad esso sottomessi sono del tutto estranei, trattandosi di una macchina costruita da fuori con la cooperazione di traditori locali. Forse è questo il castigo che ci spetta per aver abbandonato Gesù Cristo. Non si può mica viver di rendita all’infinito per il solo fatto di ospitare la sede del Successore di Pietro; visto poi chi ci s’è piazzato adesso, prepariamoci al peggio.
Pubblicato da Elia
E PER URSULA, ANGELA E CHRISTINE UN GOVERNO DI SVOLTA
E si ha il coraggio di criticare i “vuoti” di democrazia nelle Repubblica Popolare Cinese. Se vuoti esistono ne hanno diritto e dovere di critica chi ha sempre lottato perché la democrazia crei le sua fondamenta nei luoghi di lavoro, nelle fabbriche, nei pubblici servizi, nelle scuole, negli ospedali, nei quartieri, nelle campagne… nel vero coinvolgimento popolare ai problemi locali e nazionali…
La piattaforma Rousseau è un esempio dell’autoritarismo verso cui stiamo precipitando, con la spinta dei “democratici” per burla, degli “europeisti”, dei finti “sovranisti“. Un proposta dall’alto cui si deve rispondere con un sì o con un no. Un plebiscito Internet. Una cosa buona per molti. Toglie la fatica di pensare. L’elaborazione affidata ad un gruppo ristrettissimo di ducetti, di Fuhrer. Il golpista Mario Monti, incoraggiato dal Napolitano, non disse forse che un pesante intralcio ad un’azione seria di governo era causato dal parlamento, “un intralcio“?
Non è un inciucio quello tra DS e 5Stelle, tra Renzi/Zingaretti e Grillo/Casaleggio, perché i signorotti condividono non da ora ma da parecchio lo stesso spazio ideologico, quello imperiale, come definito in Europa Franco-Germanico.
Al di là delle retoriche funzionali a coprire i differenti corpi elettorali, in entrambe le coppie risulta vincente l’ostilità contro l’intervento dello stato in economia, intervento che aveva garantito la crescita del Bel Paese, l’indifferenza verso la democrazia all’interno dei luoghi di lavoro, ormai pressoché estinta, “affidata” ai vari capetti “sindacali“, la preoccupazione per il costo del lavoro (salari troppo alti e spese eccessive in contributi per i padroni), la predilezione per le privatizzazioni (poco importa se italiche o straniere), il cinismo contro tutto il mondo dell’emarginazione ( periferie urbane, il Meridione, migranti, senza casa, zingari…), la subordinazione ai diktat dell’oligarchia UE (significativo il voto comune per la presidenza della Commissione europea a favore della macellaia di Atene, la baronessa Ursula Von Loyen), l’avversione anticomunista, contro i Paesi che vogliono difendere la sovranità politica ed economica (Libia, Siria, Venezuela, Africa francofona…), la sottomissione alla nato (missili nucleari a Ghedi, armi e militi italici nelle aree di crisi create dagli USA e provocatoriamente ai confini con la Russia, MUOS a Niscemi, sventramento bombarolo di aree della Sardegna…) che comporta, tra l’altro, rischi reali di coinvolgimento immediato in un conflitto nucleare.
Che gran parte della popolazione italiana non abbia avvertito all’istante in Beppe Grillo un borghese cinico dai tratti autoritari come si evince dal suo disprezzo per lo Ius soli, per i barconi nel Mediterraneo, per le sue invettive ferocemente antisindacali e anticomuniste, per il tentativo malriuscito di aderire all’Alde, gruppo di destra al Parlamento europeo, risulta un mistero, se non si tiene conto della caduta di conoscenza e di capacità critica di una fetta maggioritaria del popolo italico. in questi ultimi trenta-quaranta anni. Giustamente, con sarcasmo, Paolo Virzì ha definito i simpatizzanti del Grillo “ quelli che andavano male a scuola”. Nel 1993 pare che Beppe fosse ospite del “Britannia” ove i Draghi, i Ciampi, i D’Alema ordivano le loro trame per far affondare un popolo che “aveva vissuto al di sopra delle sue possibilità e dei suoi meriti”. Forse aveva avuto l’incarico di costruire un binario morto per dirottare un popolo disgustato? Un’ ipotesi maliziosa? Forse. Ma il “divo” Giulio Andreotti ci ha insegnato che a pensar male si fa peccato ma che allo stesso tempo “ci si azzecca”
Salvini voleva le elezioni che lo avrebbero acclamato come Sindaco d’Italia ma- purtroppo per il Truce- non ha interpretato con successo dei segnali che parlavano di un avvicinamento dei pentastellati al PD. Evidente che in caso di crisi cui hanno contribuito il Mattarella e il pupo di Grillo, il Di Maio, i due futuri protagonisti della scena mediatica sarebbero convolati a fraudolenti nozze, per “salvare il Paese dall’aumento dell’IVA” proprio come sosteneva “quello di Bibbiano” il Renzi delle meraviglie.
Chi ha buona memoria si ricorderà il dibattito patetico sui decimali del deficit. Il 2,6%, proposto dai cosiddetti ormai giallo-verdi, era subito sembrata ai vertici UE… All’Italia sarebbe servito un 3% per avere un piccolo balzo di crescita che le avrebbe consentito di ridurre il debito… Era sembrato ai nemici dell’Europa ( gli europeisti) che la sola presenza di Paolo Savona, assennato economista, per niente bolscevico, con le sue critiche alla fatiscente architettura della gabbia europeista, potesse essere interpretata come un assalto alla Bastiglia. Ci ha pensato, per conto della Merkel, il nostro Mattarella che ne ha impedito l’ingresso, a mio giudizio abusando dei suoi poteri, in quanto il suddetto Savona non risultava conforme alla linea politica dell’oligarchia europea e dei suoi maggiordomi locali.
Il Mattarella ha poi imposto come ministri suoi uomini che fossero fedeli a Bruxelles, creando inevitabili storture nella squadra di governo che già di par suo appariva scombinata, decretando di fatto il ridimensionamento politico dei 5Stelle che risultava così sprovvisto delle sue credenziali e del suo potenziale, mentre affidava all’irresponsabile Salvini il ministero degli interni, prevedendo-suppongo- il marasma che ne sarebbe venuto, non immaginando tuttavia quanto sarebbe risultata potenziata la figura di Salvini nell’immaginario popolare, ma intuendo con intelligenza che la schiena del Di Maio non era ben diritta e che i 5Stelle avrebbero, per salvare almeno in parte consensi perduti, fatto il “salto della quaglia” e sperimentare con un ardito “coup de theatre”, l’ingresso in un nuovo governo con l’”odiato” PD per il quale il Presidente della Repubblica aveva con tanta solerzia lavorato durante il regno di Matteo Salvini, detto il Truce.
Non ci voleva perciò la sfera di cristallo per ipotizzare che il governo 5Stelle/Lega avesse vita breve e che la parte avversa stesse costruendo un trappolone…che comunque non muterà le sorti del Bel Paese. se non nella retorica perbenista.
Non ci voleva perciò la sfera di cristallo per ipotizzare che il governo 5Stelle/Lega avesse vita breve e che la parte avversa stesse costruendo un trappolone…che comunque non muterà le sorti del Bel Paese. se non nella retorica perbenista.
Che sia un governo di svolta ci vuole tanta faccia tosta. Svolta di che? Non c’è stato prima un governo di cambiamento? Un cambiamento di che? Conte premier con il governo del cambiamento e poi con il governo di svolta. Quindi, secondo logica si dovrebbe ritornare ad una forma di governo precedente rispetto al governo del cambiamento…quindi si ritorna, dato che precedentemente erano governi di continuità( e non come dice ora il Conte “di novità”)…quindi si ritorna a Renzi. Dopo il cambiamento, la svolta e la novità, è “il momento del coraggio”. In effetti ha ragione Conte, l’avvocato del popolo. Ci vuole coraggio per mettere in scena questa ridicola e patetica pantomima, all’ombra delle tre Zarine che forse, per premiare questi italici buffoncelli , allineatisi con prontezza, non detteranno una legge “tutta lacrime e sangue” come avrebbe voluto quel buon uomo di Mario Monti…si vocifera sulla manovra di trenta-trentadue miliardi una concessione di dieci miliardi che le Zarine dette anche, tra chi le conosce bene, macellaie di popoli, gentilmente adotteranno per non far capire subito alla martoriata popolazione, l’ennesima umiliazione, l’ennesima presa in giro, l’assoluto dominio, sancito ad Aquisgrana, del dominio Franco-Germanico.
Continuità altro che svolta.Bel Paese che vedrà sempre più scomparire la sua industria, la sua agricoltura, crescere in disoccupazione ed in ignoranza, abbassare le condizioni generali di salute e l’aspettativa di vita, correre il rischio di essere coinvolto in un conflitto nucleare, se non riesce ad uscire dalla tagliola mortale delle tre zarine, Angela, Ursula, Christine, dai trattati capestro firmati da politici italiani incapaci e complici.
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Antonello Boassa
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