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domenica 4 agosto 2019

Kommissariaturi?

Padre Bonello: non svuotiamo la croce di Cristo

L’Argentina di Josè Mario Bergoglio è anche la patria di una Famiglia religiosa, l’Istituto del Verbo Incarnato (IVE), che da diversi anni vive una staordinaria fioritura: crescono le vocazioni religiose maschili e femminili, nascono sempre nuovi gruppi di famiglie, fervono le attività culturali e caritatevoli.
Incontriamo Padre Andrés Bonello, sacerdote argentino dell’Istituto, qualche giorno prima del raduno mondiale che la sua famiglia religiosa terrà a Roma, dal 30 luglio al 3 agosto.

Padre Andrés come è nata la sua vocazione?
Avevo 17 anni quando sono entrato al seminario minore dell’Istituto in Argentina, nella città di San Rafael, Mendoza. Ho scelto il Verbo Incarnato perché è un istituto di vita religiosa di forte impronta missionaria e mariana. Oggi, per grazia di Dio siamo presenti nei 5 continenti, e professiamo un quarto voto mariano, secondo lo spirito di san Luigi Maria Grignon di Montfort.

Nel 1984 nasce il ramo maschile; nel 1988 il ramo femminile, l’Istituto “Serve del Signore e della Vergine di Matarà”, in allusione ad un’ umile città del nord argentino, dove fu scoperta una croce con dei simboli catechetici con cui venivano evangelizzati gli indios della zona.
Avete anche tante giovani suore…
Sì, le suore sono presenti nei 5 continenti e attualmente contano circa 1.200 membri; nel ramo maschile siamo circa 900, di cui 450 sono sacerdoti.
Il carisma, con approvazione di diritto diocesano, nel 2004, da parte di Monsignore Andrea M. Erba, consiste nel riprodurre, in noi religiosi e nei nostri terziari laici, il mistero dell’Incarnazione, vivendo le virtù dell’annientamento di Cristo, imitando la sua vita nascosta in Maria con il quarto voto e nella scelta dei luoghi di missione. Preferiamo quelli più abbandonati: è regola nostra andare anzitutto lì dove nessuno vuole andare.
Le famose “periferie esistenziali”?
Sì, effettivamente siamo presenti nella striscia di Gaza (l’unica parrocchia cattolica è quella gestita dai nostri padri e suore), in Iraq, in Siria (proprio ad Aleppo), dove suor Maria Guadalupe ha avuto l’impegno di diffondere la verità sulla situazione di persecuzione dei cristiani, ricevendo anche molta attenzione in Italia.
Siamo anche presenti in Tagikistan (missio sui iuris affidata direttamente da Papa Giovanni Paolo II), Kazakistan, Russia, Egitto, Tunisia, Giordania, Russia, Ucraina, Filippine, Cina, Papua Nuova Guinea, Australia, Tanzania, Lituania, Stati Uniti, Brasile, Peru, Cile, Ecuador, Canada. Anche in Italia, Spagna, Francia, Germania, Olanda, Scozia, Albania, Grecia.
Quali i vostri obiettivi?
Il fine specifico è l’evangelizzazione della cultura. Ad imitazione del mistero dell’Incarnazione dove in Cristo si uniscono in modo indissolubile la natura Divina e la natura umana, cerchiamo di elevare ogni realtà umana al Vangelo. Assumiamo tutto ciò che è autenticamente umano affinché sia anche pieno della grazia soprannaturale. Il fine è far sì che ogni uomo sia “come una nuova incarnazione del Verbo”.
Chiediamo due grazie in modo speciale per il nostro Istituto: la povertà e la persecuzione. Il motivo è che anzitutto sono due beatitudini insegnate da Cristo, per le quali bisogna gioire. Ma in modo particolare perché sono le due beatitudine che ci fanno dipendere esclusivamente da Dio.
Avete molto successo con i giovani…
E’ vero. Il fatto stupisce anche noi. Alcuni anni fa, con la collaborazione di suore e seminaristi abbiamo iniziato le “Giornate di Formazione” per i giovani. Sono 8 giorni molto intensi in cui si offrono loro formazione apologetica tramite delle conferenze, e formazione spirituale attraverso forti momenti di preghiera, adorazione, Santa Messa, direzione spirituale, confessioni e diverse pratiche spirituali. Tutto però nell’ ambito di un grande clima di allegria attraverso momenti di ricreazione, in mezzo a canti e giochi.
L’intensità di queste giornate ha fatto sì che dai 15 giovani presenti alla prima edizione, nel 2012, si sia passati ad alcune centinaia che partecipano da tutta l’Italia. Un nutrito numero di loro partecipa anche al gruppo “Voci del Verbo”, con il quale cerchiamo di mantenere lo spirito di queste giornate e portarle alla pratica concreta dell’apostolato. Abbiamo poi esportato lo stesso format in Albania e Spagna, con una partecipazione ancora maggiore. A breve partiremo in Ucraina…
Cosa attrae i giovani?
Paul Claudel diceva che “la gioventù non è fatta per il piacere ma per l’eroismo”. Quando al nostro fondatore chiedevano come mai vi erano tante vocazione nel nostro Istituto, lui rispondeva sempre che è perché qui “non svuotiamo la croce di Cristo”. La nostra famiglia religiosa è molto legata agli scritti del padre italiano Cornelio Fabbro, quello che in Italia ha fatto conoscere il filosofo danese Søren Aabye Kierkegaard: anche Kierkegaard, nell’Ottocento, invitava i cristiani a non “borghesizzare” Gesù Cristo, a non anestetizzare la forza del messaggio evangelico.
Ai giovani proponiamo impegno, sforzo nella ricerca della Verità, un modo di vivere diverso da quello “facile” e mondano che di solito gli viene offerto. I giovani amano mettersi in gioco per ciò che è grande, anche se comporta sacrifici. Essere alla moda può sembrare più facile, ma alla fine non attare, non tocca in profondità la mente e il cuore.




Il Verbo Incarnato: una famiglia religiosa in festa




Dal 30 luglio  al 3 agosto si è svolto a Roma l’Ive Meeting, cioè il raduno internazionale della famiglia religiosa del Verbo Incarnato. Di origine argentina, il Verbo Incarnato è una comunità con moltissime giovani vocazioni, maschili e femminili, che predilige la missione nei luoghi più difficili, nelle “periferie esistenziali”, materiali e spirituali, dal quartiere Zen di Palermo alla striscia di Gaza, da Betlemme ad Aleppo… La straordinaria capacità di attrazione dei religiosi dell’Ive deriva certamente da uno spirito molto “latino” che sa conciliare allegria, gioco e devozione popolare: il torinese don Bosco con il suo oratorio e il napoletano sant’Alfonso de Liguori, con i suoi canti e la sua teologia morale, chiara ma non rigorista, sono due santi particolarmente stimati e imitati.


Ma ad una squisi ta semplicità, ad uno spirito di povertà evidente a chi abbia visitato qualche volta le loro case e i loro conventi, si unisce una profonda attenzione alla cultura, alla filosofia e all’attualità. Di qui, per esempio, il grande lavoro della casa editrice EDIVI, specializzata soprattutto nelle edizioni critiche di un acutissimo teologo italiano del Novecento, il padre Cornelio Fabro (1911-1995), per anni presidente della Società Internazionale San Tommaso d’Aquino e fondatore del primo istituto europeo di Storia dell’Ateismo. Filosofo e teologo di enorme spessore, oltre che appassionato calciatore ed amorevole pastore, Fabro è noto al grande pubblico per essere stato il principale scopritore e valorizzatore del filosofo danese Soren Kierkegaard. Le traduzioni e i commenti di Fabro hanno permesso a milioni di persone di apprezzare questo originale pensatore, nato in un paese protestante, eppure critico verso le chiese di stato luterane e  per molti aspetti evidentemente filo cattolico.
Kierkegaard, annota il Fabro, ha saputo colpire “l’errore hegeliano e riprendere il realismo greco-cristiano e ristabilire la centralità dell’Assoluto e il momento decisivo della libertà come scelta assoluta dell’Assoluto” ( C. Fabro, L’uomo e il rischio di Dio, Edivi, Segni, 2014). Kierkegaard ebbe effettivamente il coraggio di sfidare il suo secolo, l’Ottocento, che con Hegel, Marx, il positivismo ecc. impose  una visione filosofica immanentista, capace di preparare le devastazioni del Novecento. All’immanentismo, idealista e materialista, che distrugge l’unicità del Singolo, annulla l’uomo sciogliendolo in una fantomatica ed astratta Umanità, e considera la storia il luogo in cui si realizza un processo necessario e automatico di autoredenzione progressiva, K. oppose il singolo che assume consistenza, libertà, senso, non davanti all’io o al mondo, o a fumosi sogni ideologici, ma solo “davanti a Dio”.
Da: https://loccidentale.it/ive-una-comunita-al-servizio-delle-periferie-umane/
Qui alcuni video:



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