ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 29 settembre 2019

Più prati, meno preti..

La Chiesa si spacca su Greta. Radio Maria: "È manipolata"

Radio Maria prende le distanze dal quotidiano Avvenire, che si era schierato dalla parte di Greta Thunberg. E attacca la ragazzina con un post-preghiera su Facebook: "Vuole salvare i cuccioli animali e sopprimere i feti umani"

I milioni di giovani di tutto il mondo scesi in piazza venerdì in occasione del "Friday for Future" per chiedere alla politica di fare qualcosa contro il riscaldamento globale non hanno spaccato solo l'opinione pubblica.
Ma anche la Chiesa cattolica. Qualcuno è rimasto sorpreso a vedere la prima pagina del quotidiano dei vescovi, Avvenire, colorata di verde per condividere le battaglie sul clima promosse dalla piccola Greta. Una presa di posizione più convinta di quella sull'eutanasia, che una recente sentenza della Corte Costituzionale ha di fatto sdoganato aprendo un dibattito sul fine vita che potrebbe concretizzarsi in una norma per legalizzare il suicidio assistito. Tuttavia, dentro il Vaticano, non tutti condividono gli allarmismi sulla "fine di Gaia".
A puntare il dito contro il "gretinismo" è Radio Maria. Da venerdì, giorno in cui fiumane di giovani e meno giovani hanno invaso piazze e strade su scala globale, l'emittente diretta da padre Livio Fanzaga si è scagliata contro l'ideatrice degli scioperi del clima. Arrivando a pubblicare su Facebook una "preghiera" anti-Greta intitolata "Venerdì clima glaciale".
"Cara Greta", si legge, "dopo che abbiamo buttato Dio nella pattumiera vogliamo salvare il pianeta? Dopo che lasciamo sopprimere i feti umani vogliamo salvare i cuccioli animali? Dopo che confondiamo i generi vogliamo salvare la specie? Dopo che aiutiamo gli uomini a morire vogliamo far crescere le foreste?". Quindi l'attacco finale: "Volto indignato il tuo, o forse manipolato? Giovani, non lasciatevi ingannare!".
Una preghiera sui generis che ha scatenato feroci polemiche sul web. La radio è stata immediatamente travolta da centinaia di messaggi di protesta, ma non si è fatta intimidire. Tanto che, con il passare delle ore, il profilo Facebook dell'emittente radiofonica ha pubblicato altri post contro la giovane ambientalista svedese, tra cui l'editoriale di Andrea Zambrano dal titolo "Non fatevi rubare il futuro dal 'gretinismo' scolastico e pecorone", un articolo dello scienziato Antonio Zichichi sul riscaldamento globale come "bufala" e la riflessione di Rodolfo Casadei sull'"infanzia" di Greta "sfruttata ai fini di eco-tassa. La giovane ambientalista svedese viene mandata al massacro per scopi di speculazione economica e politica dagli adulti che dovrebbero proteggerla".
Ed è proprio questa la principale accusa rivolta alla ragazzina: il fatto di essere strumentalizzata dai genitori per motivi economici.

GRETA, E LA MARCIA DI REGIME CONTRO LA “TIGRE DI CARTA” DEL CLIMA.

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, sull’onda lunga della manifestazione di venerdì scorso in tutta Italia da parte degli studenti, una manifestazione analoga – se mi permettete -a quelle che nella Cina di Mao si facevano “spontaneamente” con libertà ufficiale da scuola e lavoro per protestare contro la “Tigre di Carta” USA pubblichiamo la lettera che mi ha inviato un amico di Palermo he si avvia verso i quaranta…Buona lettura.

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Gentile dottor Tosatti, sono un EX ventenne di Palermo, ora piuttosto maturo, ma ancora sensibile ai problemi dei ventenni di oggi… Leggo il Corriere di oggi, in prima pagina: <Un onda verde nelle piazze, i ragazzi in festa> e all’interno due intere pagine sullo slogan <Vogliamo salvare il nostro futuro – ci avete rotto il clima – ecc.> Ho riflettuto, ricordando i miei vent’anni, e su COME SI INVENTA E COSTRUISCE UN VALORE INCONSISTENTE E PERICOLOSO PER I GIOVANI. PUR DI FARLI STARE BUONI E ORIENTARE ARTATAMENTE EVENTUALI GERMI DI PROTESTA.
Anche i ventenni di oggi hanno bisogno di valori forti. Ma hanno tolto loro la fede, e il Papa attuale addirittura sembra incoraggiarli a non cercarla.
Così indicano loro l’ambientalismo come motivo di lotta e di valore di riferimento.
Senza spiegar loro in modo convincente il perché, inventano per loro slogan (mi diceva mio padre: slogan da ’68, quelli della rivolta studentesca).
E molti di loro ci cascano leggendo il Corriere, Repubblica, l’Avvenire. Stamattina ho letto anche La Verità, trovando un motivo di riflessione estremamente lucido e illuminante in due articoli. Quello del direttore Belpietro che lascia intendere che dietro il tema climatico ci sono “affari economici “ e tasse; e quello di Ettore Gotti Tedeschi, che spiega che cosa significhi credere in qualcosa per i giovani.
Ma l’autore spiega anche come e perché esiste, se esiste, il problema del clima.
Poi conclude con un riferimento morale che mi è piaciuto molto e sto divulgando. Dice che chi ha rubato a Greta i sogni e la infanzia e magari anche il futuro, non è chi ha inquinato l’aria, è chi non le ha insegnato il senso della vita.
E richiama Caritas in Veritate, quando conclude che per cambiare il mondo, non si devono cambiare gli strumenti, ma chi li usa, cioè l’uomo.
Non dovrebbe essere questo il principale, ed essenziale, compito della Chiesa? Ma allora perché la chiesa di oggi supporta Greta? perché Papa Bergoglio la evoca come santerellina?
Andrea S. – Palermo

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Marco Tosatti
29 Settembre 2019 Pubblicato da  19 Commenti --


https://www.marcotosatti.com/2019/09/29/greta-e-la-marcia-di-regime-contro-la-tigre-di-carta-del-clima/

L’Umanità rischia più del clima


“Fàmose ‘sti du’ passi per sarvare er monno”, avrebbe detto Trilussa, nonno di Osho, per riassumere la marcia planetaria di venerdì contro l’inquinamento globale. Il nesso che c’è tra lo sciopero giovanile e il clima da salvare è lo stesso che può esserci tra un rito vudù e la salvezza del mondo. Anzi i riti vudù sono più efficaci e attendibili di queste marce, la cui vera funzione è fare movimento, additare nemici politici (quasi sempre conservatori e sovranisti) e sfangare una giornata a scuola. Certo, è meglio che i ragazzi si occupino del clima piuttosto che sempre e solo del proprio smartphone e che si mobilitino per salvare il mondo anziché rovinarsi la vita con le proprie mani, per procurarsi fumo, polvere ed ebbrezze narcisistiche.
A me fanno simpatia quei ragazzi che si ritrovano per strada a difendere la terra, ma mi chiedo: quanti di loro alzano gli occhi dal display per vedere il mondo, quanti si soffermano a guardare le stelle, a godersi un’alba o un tramonto, ad amare il mare, la campagna, la montagna? Quanti di loro, magari causa nostra, vivono in un altro pianeta, scollegati dalla storia, dalle altre generazioni, dal passato e dal futuro, da ogni legame comunitario e da ogni apertura al cielo?
Magari fosse così facile e così allegro risolvere i problemi del mondo; una marcia due slogan tre striscioni, e la coscienza globale è a posto. È irrealistico indicare obbiettivi così vasti e indefiniti, additare problemi globali e lontani, e scaricare i guai del mondo sugli altri, i generici potenti della terra, per dimenticare poi la vita che è a noi più vicina, i problemi km.0.
Trovo grottesco che una ragazzina inventata dalla Macchina Mondiale del Racconto Globale a Senso Unico inveisca con ignoranza pari ad arroganza contro il mondo intero per salvarlo, e accusi gli Stati, i Capi, gli scienziati, gli adulti in generale. Con tutti i bambini venduti, sfruttati, schiavizzati, stuprati nel mondo, non è esagerato che una ragazzina svedese, ascoltata nei massimi consessi, rinfacci loro di aver osato rubarle e rovinarle l’infanzia? Che dovrebbero dire i ragazzini di Bibbiano a cui hanno rubato davvero con l’infanzia pure la famiglia e i loro genitori? Trovo poi grottesco che una manifestazione del genere trionfi in Nuova Zelanda o in Canada ma non abbia la minima traccia in Cina o nei paesi più grandi che inquinano più di tutti. Scusate, ma questo ragazzismo escatologico non è populismo allo stato puro? Che pena la pubblica istruzione in mano a un piccolo demagogo che come suo primo atto invita a zompare la scuola e pone sul Ministero uno striscione ambientalista come se fosse una scuola okkupata. La priorità nella scuola è l’ignoranza, non le merendine.
Detto questo, reputo realmente grave la situazione del pianeta, non mi accodo affatto a chi pensa che il mondo, gli stati, le aziende, il capitalismo vadano nella direzione giusta e obbligata, a cui è impossibile sottrarsi. Non sono tra i fautori del Modello Occidentale industriale e consumistico basato sull’espansione illimitata dei commerci, dei consumi, dei desideri e dello sviluppo. Credo che si debbano al contrario riscoprire i limiti, darsi delle regole, arginare la sete sconfinata di profitto e di sfruttamento. E per farlo credo che si debbano auspicare svolte politiche in grado di restituire sovranità alla politica e ai popoli, agli interessi generali, agli stati nazionali e ai decisori forti. Non credo infatti che basti l’autocoscienza dell’umanità o addirittura l’auto-redenzione etica ed ecologica del turbo-capitalismo e della tecnologia, come pensano duecento CEO e i media appresso. Occorrono argini reali che possono porre solo gli stati, i poteri sovrani, coi limiti da rispettare e i soggetti politici capaci di decisione, visione e strategia.
Ma se vogliamo mettere in discussione il modello di sviluppo dobbiamo avere il coraggio di andare più a fondo. L’utopia dei consumi illimitati nasce in una società dei desideri illimitati e senza confini; la rottura dell’equilibrio tra l’uomo, la società e l’ambiente non si esaurisce solo alle emissioni nocive e al clima. Ma è un modello globale che considera gli uomini non più come cittadini o persone ma come utenti, clienti, consumatori sfrenati di un mondo globale. Un potere del genere, lo notava già Pasolini nei primi anni Settanta, non vuole che la gente risponda ad altri valori e coltivi il senso del limite, non vuole credenti, patrioti, padri, madri ma solo consumatori; intercambiabili, influenzabili, sradicati, nomadi e alienati.
La fabbrica globale che ha lanciato il marchio Greta nel mondo è la stessa che veicola modelli e valori fondati sullo sradicamento planetario, sulla libertà come desiderio illimitato e istiga a rimuovere i legami famigliari, religiosi, naturali e territoriali e sfondare ogni confine. La stessa ideologia che vuol salvare l’ambiente incita a superare la natura umana e a sancire che l’uomo non è ciò che la natura ha generato tramite i suoi genitori ma ciò che vuole essere. Ciascuno è figlio di se stesso e si sceglie la vita, la morte, il sesso, il corpo. Non è il lato b della stessa ideologia consumista che viene criticata sul piano ecologico? Non c’è un nesso assai stretto tra i due aspetti?
La distruzione dell’ambiente non è il primo e nemmeno il più grave dei problemi: c’è la disumanizzazione in atto, c’è l’alienazione e il trionfo degli automi; e c’è la perdita dell’umanità per eccesso e per difetto di natalità. Anzi per essere più precisi, l’umanità muore d’eccesso di natalità e la civiltà muore per difetto. Voi dite che di questo passo col surriscaldamento globale perderemo il pianeta. Ma vi dice niente l’aumento vertiginoso, esponenziale delle nascite in Africa e nel sud del mondo, il dato che l’umanità è triplicata nell’arco della vita di una persona; e, di contro, non vi dice nulla la nostra denatalità? Che dici, Greta, di un altro sciopero globale contro lo scompenso demografico che distruggerà l’umanità prima del degrado ambientale?
MV, La Verità 28 settembre 2019
Crozza sul #FridayforFuture


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