I pastori malaccorti e la paura di proclamare la verità
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Cari amici di Duc in altum, ho ricevuto da monsignor Carlo Maria Viganò il seguente contributo, che volentieri vi propongo. A.M.V.
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Oggi, 6 ottobre, XXVII Domenica dopo la Pentecoste, memoria di san Bruno, l’Ufficio delle letture offre alla meditazione dei pastori questo brano della Regola pastorale di san Gregorio Magno, papa (Lib. 2, 4 PL 77, 30-31):
«Il pastore sia accorto nel tacere e tempestivo nel parlare, per non dire ciò ch’è doveroso tacere e non passare sotto silenzio ciò che deve essere svelato. Un discorso imprudente trascina nell’errore, così un silenzio inopportuno lascia in una condizione falsa coloro che potevano evitarla. Spesso i pastori malaccorti, per paura di perdere il favore degli uomini, non osano dire liberamente ciò ch’è giusto e, al dire di Cristo che è la verità, non attendono più alla custodia del gregge con amore di pastori, ma come mercenari. Fuggono all’arrivo del lupo, nascondendosi nel silenzio. Il Signore li rimprovera per mezzo del Profeta, dicendo: “Sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare” (Is 56,10), e fa udire ancora il suo lamento: “Voi non siete saliti sulle brecce e non avete costruito alcun baluardo in difesa degli Israeliti, perché potessero resistere al combattimento nel giorno del Signore” (Ez 13,5). Salire sulle brecce significa opporsi ai potenti di questo mondo con libertà di parola per la difesa del gregge. Resistere al combattimento nel giorno del Signore vuol dire far fronte, per amor di giustizia, alla guerra dei malvagi. Cos’è infatti per un pastore la paura di dire la verità, se non un voltar le spalle al nemico con il suo silenzio? Se invece si batte per la difesa del gregge, costruisce contro i nemici un baluardo per la casa d’Israele…Chiunque accede al sacerdozio si assume l’incarico di araldo, e avanza gridando prima dell’arrivo del giudice, che lo seguirà con aspetto terribile. Ma se il sacerdote non sa compiere il ministero della predicazione, egli, araldo muto qual è, come farà sentire la sua voce? Per questo lo Spirito Santo si posò sui primi pastori sotto forma di lingue, e rese subito capaci di annunziarlo coloro che egli aveva riempito» (Regola pastorale, Lib. 2, 4 PL 77, 30-31).
Ogni sacerdote deve esaminare assiduamente se stesso per conformare la propria condotta alla luce soprannaturale di questa Regola pastorale di san Gregorio Magno, incluso cardinali e vescovi, e specialmente papa Bergoglio, S.J.!
+ Carlo Maria Viganò
LA GIORNATA DELLA BUSSOLA/BURKE"Riaffermare la signoria di Cristo in una Chiesa che vogliono irriconoscibile"
"Senza dubbio, la Chiesa sta attualmente sperimentando una delle più gravi crisi che abbia mai conosciuto". Il cardinal Burke dal palco della Giornata della Bussola indica nella preghiera e nella testimonianza la via per fermare gli errori e il disorientamento che caratterizzano questo periodo. E sull'Instrumentum laboris il giudizio è netto: "Uno degli errori più gravi è l’apostasia, perché viene messa in dubbio la Signoria di Cristo che solo è la salvezza del mondo". Il saluto riconoscente alla Bussola: "Ci aiutate a capire la situazione della Chiesa con amore di figli".
-LA LECTIO MAGISTRALIS INTEGRALE
-LE FOTO DELLA GIORNATA
Il cardinal Burke con il direttore della Bussola Cascioli
Pubblichiamo di seguito gli stralci più significativi della lectio magistralis pronunciata dal cardinale Raymond Leo Burke ieri mattina nel corso della Giornata della Bussola “Fino ai confini della terra”, che si è svolta alla Comunità Shalom – Regina della Pace di Palazzolo sull'Oglio (BS). Per leggere la versione integrale clicca QUI. Nei prossimi giorni pubblicheremo i resoconti degli incontri e le testimonianze video.
Senza dubbio, la Chiesa sta attualmente sperimentando una delle più gravi crisi che abbia mai conosciuto. Oggi, come forse in nessun altro periodo del passato, c’è un fenomeno molto diffuso di confusione generale ed errore allo stesso interno del Corpo Mistico di Cristo. Nel passato, ci sono state delle più gravi crisi dottrinali, per esempio, l’eresia dell’Arianesimo nel quarto secolo cristiano che negava l’unione ipostatica, la verità delle due nature nell’unica divina persona del nostro Signore Gesù Cristo. Anche se in quel tempo l’eresia è stata assai diffusa e se, di tanto in tanto la Sede di Pietro è stata meno ferma di quanto dovesse essere, alla fine Roma, certamente grazie all’inabitazione dello Spirito Santo, si è tenuta ferma nella ininterrotta trasmissione della Fede dal tempo degli Apostoli. Oggi, però, in una marea di confusione riguardante molte verità della Fede, c’è la forte percezione che Roma stessa non sia più sicura e ferma.
LA NOSTRA DICHIARAZIONE
Per affrontare la gravità della situazione, il 31 maggio di quest’anno il Cardinale Janis Pujats ed io, insieme con gli Arcivescovi Tomash Peta e Jan Pawel Lenga, e il Vescovo Athanasius Schneider, abbiamo pubblicato la Dichiarazione sulle verità riguardanti alcuni degli errori più comuni nella vita della Chiesa del nostro tempo[1]. Con il documento in questione, riferendoci al Depositum Fidei, il deposito della Fede, abbiamo voluto dare “una voce comune dei Pastori e dei fedeli, attraverso una precisa dichiarazione delle verità,” quale “mezzo efficace di aiuto fraterno e filiale per il Sommo Pontefice, nell’attuale situazione straordinaria di confusione dottrinale e di generale disorientamento nella vita della Chiesa”.[2]
LA DOTTRINA NON E' QUESTA
Una delle manifestazioni più preoccupante della confusione e perfino dell’errore che stanno attualmente pervadendo la Chiesa oggi è l’Instrumentum Laboris per l’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la Regione Panamazzonica[3]. Mentre il Sinodo dei Vescovi, secondo la costante tradizione disciplinare della Chiesa esiste per aiutare il Romano Pontefice ad insegnare più efficacemente le verità perenni della fede ed ad applicare più efficacemente la disciplina che salvaguarda le verità in prassi[4], l’Assemblea Speciale che apre proprio oggi (ieri ndr.) è presentato come strumento per cambiare radicalmente la dottrina e disciplina ecclesiale. Il testo dell’Instrumentum laboris è strapieno di affermazioni con non hanno niente a che fare con la sana dottrina, e per molti versi la contraddicono. (LEGGI QUI IL DOSSIER DELLA BUSSOLA)
CHIESA IRRICONOSCIBILE
Questa non è una mia opinione. Basta leggere il testo. Anche i grandi entusiasti della rivoluzione proposta nell’Instrumentum laboris, specialmente certi Vescovi tedeschi, dichiarano apertamente che i risultati dell’Assemblea Speciale per la Regione Panamazzonica lascerà la Chiesa in uno stato irriconoscibile[5]. Loro, infatti, hanno presentato la cosiddetta “via sinodale” come un processo per arrivare ad un nuovo e diverso insegnamento morale della Chiesa, specialmente nelle materie che toccano il matrimonio e la famiglia, e il giusto ordine del rapporto tra uomo e donna nella loro sessualità umana.
LA SIGNORIA DI CRISTO E LA MISSIONE DELLA CHIESA
Uno degli errori più gravi espresso nell’Instrumentum laboris è l’apostasia, perché viene messa in dubbio la Signoria di Cristo che solo è la salvezza del mondo. L’Instrumentum laboris caratterizza l’insegnamento sull’unicità e sull’universalità della salvezza compiuta da Cristo vivo nella Chiesa quale relativo ad una particolare cultura. Afferma che questa relatività si manifesta in “dottrine pietrificate”[6]. Così, il documento propone che la Chiesa cerchi la sua propria identità in un dialogo con la creazione e con le culture pagane che sono falsamente considerate “una fonte peculiare della rivelazione di Dio”[7]. La verità che Dio si è rivelato a noi pienamente e perfettamente con il mistero della Incarnazione Redentiva di Dio Figlio è gravemente oscurata e perfino negata.
EVANGELIZZAZIONE NEGATA
Una conseguenza logica di questo pensiero radicalmente erroneo è che la missione della Chiesa, la missione di evangelizzazione è negata in favore di “un arricchimento reciproco delle culture in dialogo (interculturalità)”[8]. Il ruolo giusto della inculturazione nella missione di evangelizzazione è contraddetto, cosicché la cultura condizioni la verità rivelata, quando, in una vera inculturazione, la verità rivelata purifica ed eleva la cultura.
CHE COSA DOBBIAMO FARE?
Nella situazione assai preoccupante della Chiesa, mi è frequentemente domandato, da parte di sacerdoti e di fedeli, che amano la Chiesa e le verità della Fede trasmessaci attraverso Cristo vivo nella Chiesa: Che cosa dobbiamo fare? La mia risposta è semplice: pregare con tutto il cuore e dare testimonianza alle verità della Fede nella Chiesa e nel mondo. Ricordo l’esortazione di san Pietro ai nostri primi confratelli nella fede. Scrivendo a loro su come sopportare quelli che attaccano la vera Fede, egli li esorta:
E chi potrà farvi del male, se sarete ferventi nel bene? Se poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non sgomentatevi per paura di loro e non turbatevi, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.
LA TESTIMONIANZA ALLA FEDE E L'APOSTOLATO DELLA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA
Molte volte, i fedeli ed anche qualche chierico sono molto esitanti “a rispondere a chiunque [gli] domanda ragione della speranza che è in [loro]”, per paura di non conoscere abbastanza bene le dottrine sulla Fede e sui buoni costumi. È vero che la catechesi in varie parti della Chiesa, già da qualche decennio è stata gravemente mancante e talvolta erronea. Così, vi è un certo analfabetismo dottrinale e disciplinare fra molti nella Chiesa. Per questa ragione, sono particolarmente felice di intervenire alla Giornata della Bussola per ringraziare Riccardo Cascioli e tutti i suoi collaboratori che si impegnano, tramite i social media, per aiutarci a capire la situazione della Chiesa, presentando la Chiesa con l’amore filiale in tutta la purezza e bellezza della sua dottrina e disciplina, ed a comprendere come essere membra vive di Cristo nel Suo Corpo Mistico.
L'AUTOCOSCIENZA MISSIONARIA DEL CRISTIANO
La vita cristiana allora è essenzialmente missionaria. Se veramente crediamo in Cristo, se viviamo in Lui, vorremo condividere la nostra fede, la vita di Cristo in noi, con gli altri, sia vicini che lontani. La natura missionaria della Fede cristiana nel Catechismo Tridentino e nel Catechismo.
Per illustrare l’autocoscienza missionaria della Chiesa e per stimolare la nostra autocoscienza cristiana, vorrei fermarmi sull’insegnamento sulle missioni trovato nel Catechismo Tridentino, pubblicato da Papa San Pio V per decreto del Concilio di Trento, e il Catechismo della Chiesa Cattolica, promulgato 30 anni dopo l’apertura del Concilio Vaticano Secondo (11 ottobre 1962-11 ottobre 1992). Chiaramente queste due fonti riflettono il costante insegnamento sulla inerente natura missionaria della Fede cattolica.
SFORZO
Nessun cristiano può allora sottrarsi dall’impegno missionario della Chiesa universale. Ogni cristiano tramite lo sforzo a vivere coerentemente in Cristo rafforza l’intera missione della Chiesa. Ogni cristiano che manca al vivere pienamente in Cristo indebolisce la stessa missione.
DIALOGO
Infine, il Catechismo ci indica che la missione richiede “un dialogo rispettoso con coloro che non accettano ancora il Vangelo”[12]. Il rispetto per l’interlocutore pagano non significa per niente che il Vangelo, il Depositum Fidei, è relativo agli elementi veri, buoni e belli nella cultura pagana, ma che questi elementi rimangono mancanti senza la purificazione e l’illuminazione che solo Cristo porta al mondo.
[1] Cf. Raymond Leo Burke, Janis Pujats, Tomash Peta, Jan Pawel Lenga, e Athanasius Schneider, Dichiarazione sulle verità riguardanti alcuni degli errori più comuni nella vita della Chiesa del nostro tempo (Roma: Spunti, 2019). [Dichiarazione sulle verità].
[2] Dichiarazione sulle verità, p. 3.
[3] Cf. Sinodo dei Vescovi, Assemblea Speciale per la Regione Panamazzonica, “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale”, Instrumentum laboris (Città del Vaticano: Libreria Editrice Vaticana, 2019). [Instrumentum laboris].
[4] Cf. Codice di Diritto Canonico-1983, can. 342.
[5] Cf. katholisch.de/artikel/21542-overbeck-amazonas-synode-bedeutet-zaesur-fuer-die-ganze-kirche.
[6] Instrumentum laboris, pp. 35-36, n. 38.
[7] Instrumentum laboris, p. 23, n. 19.
[8] Instrumentum laboris, p. 103, n. 122.
[9] Catechismo della Chiesa Cattolica, p. 487, n. 854.
[10] Catechismo della Chiesa Cattolica, p. 487, n. 854.
[11] Catechismo della Chiesa Cattolica, p. 487, n. 854.
[12] Catechismo della Chiesa Cattolica, p. 489, n. 856.
Raymond L. Burke
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