La morale di Corrado Augias esplicita ciò che sentiamo dire da anni sui giornali. Chi vota a destra lo fa per rispondere a un istinto animale. Chi vota a sinistra è superiore: è dotato di “conoscenza” e “nobile altruismo”. Ma è un nuovo autogoal della sinistra, sempre più anti-populista e im-popolare.
Corrado Augias
Corrado Augias
di Miguel Cuartero Samperi
«Essere di sinistra è difficile». Lo ha affermato Corrado Augias a “Di Martedi”, programma di Giovanni Floris su La7, in dialogo con il deputato Pierluigi Bersani.
Al contrario, essere di destra «è facile» ha affermato il noto conduttore. Perché «Vuol dire andare incontro alle spinte istintive, che quasi tutti hanno. E che vengono invece moderate, e indirizzate magari meglio, dal ragionamento, dalla conoscenza degli argomenti, da un senso nobile di altruismo… Essere di sinistra è più difficile. La sinistra gioca su un terreno dove la conoscenza degli argomenti è fondamentale. Quelli di destra dicono, a me gli immigrati mi fanno schifo. Fine del discorso».
Insomma, secondo Corrado Augias, maître à penser della cultura di sinistra, l’uso del ragionamento e del pensiero logico è appannaggio esclusivo della sinistra (veri uomini sapiens sapiens) mentre gli intellettuali di destra, incapaci di ragionare e di produrre un pensiero articolato, utilizzano una dialettica istintiva, basata sui bisogni primari, immediati, sugli istinti animali degli esseri umani; una dialettica basata sull’insulto e sulla volgarità al fine di imporre con violenza il proprio pensiero.
Non è certo la prima volta che delle affermazioni di Augias provocano un misto di tenerezza e ironia sul web. Ma questa volta, accanto alla simpatiche semplificazioni e caricature di un anziano presentatore tv, ci sono delle pesanti accuse nei confronti di una buona parte della popolazione nazionale. Affermare che chi è di destra è rozzo e troglodita mentre a sinistra fiorisce la raffinatezza intellettuale è offensivo verso milioni di italiani che si riconoscono nei valori e nel pensiero della cultura di destra o per lo meno che rifiutano di venir rappresentati da quella sinistra spocchiosa e arrogante che si autoincensa per la sua autoproclamata superiorità morale ed intellettuale. Ma c’è di più.
Con le sue affermazioni Augias insulta e offende (ma di certo, con un fine ragionamento e con linguaggio forbito), non solo i molti intellettuali di destra che la storia italiana ha conosciuto e conosce (non ci riferiamo di certo al fascismo), ma milioni di liberi cittadini che attualmente sostengono i partiti della coalizione di destra. In modo particolare la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, partiti che hanno visto incrementare vertiginosamente i loro indici di gradimento, non solo nei sondaggi (QUI e QUI) ma anche nelle urne.
Nulla di nuovo sotto il sole. Sono anni, infatti, che cercano di spiegarci che chi vota non vota a sinistra è un minus habens. Attraverso giornali, telegiornali e radio, scrittori, giornalisti e opinionisti vari (dotati di una capacità di critica politica impeccabile) insinuano da anni il pensiero che le vittorie elettorali della destra non siano altro che il frutto (marcio) di un voto “di pancia”, “di protesta”, frutto di sentimenti di insoddisfazione e di rabbia. Chi vota a destra lo fa perché stressato, stufo e giustamente arrabbiato; annebbiato dalla povertà o dalla disoccupazione è incapace di vedere nella sinistra la speranza per il futuro e si butta tra le braccia di chi “specula sulla paure” mostrando il pugno duro e diffondendo odio verso lo straniero (Europa o Africa, fa lo stesso). E’ l’ignoranza che alimenta e sostiene le vittorie della destra.
La destra non ragiona, fomenta la paura. Chi vota a destra non ragiona, si fa ingannare. Scemi gli uni e scemi gli altri. Beceri populisti e plebaglia al seguito.
Così ha vinto Trump (“macio troglodita!”) e ha perso Lady Clinton (“che ragiona e discorre con delizia”); così ha vinto la Brexit (“insano!”) e ha perso l’Europa. Così ha vinto Salvini (“Papeete!”) e hanno perso Renzi e Del Rio (“esseri pensanti, fini intellettuali, nobili statisti al servizio del popolo”). Così continuano a salire le percentuali di VOX in Spagna (“extremisti paranoici!”) e così coalizioni di destra collezionano vittorie in mezza Europa (“incubo del fascismo!”). Finché il suffragio universale permetterà di votare anche a chi non ha studiato a Oxford e alla Bocconi, la sinistra subirà l’ingiustizia di venir rifiutata da un popolo sempre più bisognoso di educazione (oggi l’urgenza è: e-d-u-c-a-r-e!).
Dunque essere di sinistra è difficile perché si cerca di parlare ad un popolo di bestie che ascolta solo chi sollecita i propri istinti più elementari. La clamorosa esternazione di Augias ha provocato dunque inevitabili polemiche sui giornali non allineati al mainstream nel silenzio dei grandi quotidiani italiani (che a parte inverse si sarebbero stracciati le vesti in prima pagina).
E il protagonista? L’anziano conduttore, di fronte alle polemiche, ha rincarato la dose ribadendo il suo erudito pensiero nel programma Agorà, dove ha affermato: “Il pensiero di destra è più vicino alle spinte istintive delle masse di quanto non lo sia il pensiero di sinistra, che invece è più elaborato, tanto è vero che sul pensiero di sinistra esistono intere biblioteche, mentre il pensiero di destra è più semplice»

Mentre Nicola Mirenzi su Linkiesta.it si chiede cosa abbia mai a che vedere la campagna elettorale di Matteo Salvini con la “cultura di destra”, Nicola Porro spiega che in Italia ad essere censurati sono gli intellettuali di destra e non di certo quelli di sinistra: “Perché noi siamo come delle bestie, perché nel nostro cervello non c’è il ragionamento”. Ed è lo stesso Porro a denunciare il razzismo di Augias e il silenzio complice di una classe culturale (superiore) che spadroneggia da decenni su media e tv: «Dietro a quella voce suadente… c’è il razzismo antropologico per chi non la pensa come loro. Gli altri non hanno un’idea diversa, gli altri sono inferiori; gli altri non stanno sbagliando, non si devono criticare, si devono abbattere».
Resta solo da ringraziare perché le incredibili confessioni del compagno Augias rendono la sinistra (che già non gode di una buona reputazione) ancora più impopolare e meno affidabile per quel “popolo” che dice di voler rappresentare e che vorrebbe – ogni tanto – venire ascoltato.