Thomas Michelet, domenicano, insegna teologia a Roma alla Pontificia Università di San Tommaso d’Aquino “Angelicum”. Non ha preso parte al sinodo dell’Amazzonia, ma ne ha seguito le discussioni, in particolare sull’ordinazione al sacerdozio di uomini sposati.
Lui non si dichiara né pro né contro. Ha notato però un vuoto di memoria storica clamoroso nella quasi totalità degli uomini di Chiesa che si accalorano sulla questione.
Quasi tutti dimenticano – o non hanno mai saputo – che nei molti secoli nei quali venivano ordinati preti e vescovi uomini sposati la sacra ordinazione era sempre legata all’impegno di una continenza perfetta tra gli sposi. E tale celibato “conseguente” non era ritenuto un vincolo puramente disciplinare, che la Chiesa avrebbe avuto facoltà di sciogliere di sua volontà. Era fatto risalire all’età apostolica, e quindi a una norma di cui la Chiesa non può disporre. Perché se ne disponesse a piacimento, “non sarebbe più la Chiesa degli apostoli”.
Padre Michelet ha preso dunque carta e penna e ha spiegato come stanno le cose in una nota pubblicata il 29 ottobre sulla versione francese del quotidiano cattolico on line “Aleteia”:
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Per cominciare, Michelet ricorda che la Chiesa cattolica latina ha continuato a ordinare uomini sposati di età matura “almeno fino al secolo XII”. Ma a una condizione: che al momento dell’ordinazione essi si impegnassero, “alla presenza della loro sposa, a vivere da lì in avanti come fratello e sorella, in continenza perfetta”.
Era ferma e generale convinzione che questo impegno alla continenza sessuale risaliva alle origini della Chiesa. Valeva già con Pietro – che era sposato – e con gli altri apostoli e non poteva essere in alcun modo revocato.
Non tutti però rispettavano fedelmente questa forma di vita e si ha notizia di vescovi rimossi dai loro uffici perché tornati a convivere “more uxorio”. Fu proprio per proteggere questa norma dalle sue troppo frequenti violazioni che nel XII secolo la Chiesa decise di ordinare sacerdoti, da lì in avanti, solo dei celibi.
Si ebbero così due tipi di celibato. Tra i quali il primo, quello “conseguente” degli sposati, ha finito per essere sovrastato e nascosto dal secondo, quello “antecedente” dei non sposati.
E siccome questo secondo regime era di istituzione ecclesiale tardiva, si è finito per ridurre il celibato del clero a “una semplice questione di disciplina”, che la Chiesa può cambiare come e quando vuole.
Ma in questo modo “ciò che la Chiesa ha deciso nel secolo XII per proteggere il celibato e rafforzarlo, ha piuttosto finito per renderlo più fragile, con una sorta di perdita della memoria”.
Se quindi oggi tanti vogliono tornare al regime dell’ordinazione dei “viri probati”, conclude Michelet, non dovrebbero fare a meno di tornare anche alla continenza perfetta che fin dalle origini della Chiesa era associata indissolubilmente a tale ordinazione.
E cita in chiusura alcune righe del memorabile discorso che Benedetto XVI dedico proprio al celibato, nell’incontro prenatalizio con la curia romana del 22 dicembre 2006.
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Per un inquadramento di quel discorso di Benedetto XVI nella controversia in atto pro e contro l’ordinazione dei “viri probati”:
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Tra le ricostruzioni storiche della norma del celibato nella Chiesa antica brilla quella del gesuita francese Christian Cochini (1929-2017), grande conoscitore della lingua e della storia cinese, missionario per decenni a Taiwan, nella Cina continentale e tra i cinesi emigrati in Giappone.
In quest’altra pagina di Settimo Cielo una puntuale guida alla lettura del suo libro, scritta da Agostino Marchetto:
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Quest’altro è invece il testo integrale, tradotto in italiano, della relazione sul senso teologico del celibato sacerdotale tenuta dalla teologa tedesca Marianne Schlosser al simposio sulle “Sfide attuali per l’ordine sacro”, promosso a Roma dal “Ratzinger Schülerkreise” il 28 settembre 2019:
Marianne Schlosser si è dimessa polemicamente lo scorso 21 settembre dal sinodo in agenda in Germania, dove era stata associata come esperta al forum sul ruolo della donna nella Chiesa, palesemente orientato a conferire anche alle donne l’ordine sacro.
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Sui due libri recentemente pubblicati da un cardinale, il canadese Marc Ouellet, e da un vescovo, il missionario italiano Cesare Bonivento, in difesa del celibato sacerdotale, il primo d’impronta più teologica, il secondo di taglio più storico, si veda:
Settimo Cielo
di Sandro Magister 01 nov
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