ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 18 dicembre 2019

L’irriverenza alla Madre di Dio

Il papa, il popolo di Dio e quel quinto dogma mariano che fa discutere


Cari amici di Duc in altum, le parole pronunciate da Francesco il 12 dicembre scorso, durante la messa nella festa della Madonna di Guadalupe, hanno suscitato numerose reazioni e polemiche. Tralasciando la definizione di Maria come “meticcia”, due i punti caldi: il fatto che il papa abbia voluto sottolineare che a suo giudizio Maria è solo una “discepola” e che si sia schierato nettamente contro la possibilità di giungere a un nuovo dogma mariano, che sarebbe il quinto, circa il ruolo di Maria quale “corredentrice”.

Sostenitori del quinto dogma mariano sono sparsi nel mondo intero e fanno riferimento anche alle apparizioni della Madonna avvenute ad Amsterdam tra il 1945 e il 1959, fenomeni che, riconosciuti come autentici nel 2002 dal vescovo di Haarlem Joseph Maria Punt, ebbero per protagonista la veggente Ida Peerdeman (1905 – 1996).
Sull’omelia di papa Francesco ho ricevuto dagli Stati Uniti un commento che volentieri vi propongo. L’autore è il professor Mark Miravalle, docente di Teologia e Mariologia all’Università Francescana di Steubenville e presidente di Vox Populi Mariae Mediatrici, movimento laicale internazionale che da tempo, con il sostegno di milioni di fedeli e le adesioni di cardinali e vescovi, si batte perché la Chiesa proclami il dogma di Nostra Signora Corredentrice.
A.M.V.
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Caro dottor Valli, vorrei fare tramite il suo blog alcune riflessioni in merito alle parole pronunciate da papa Francesco il 12 dicembre 2019, durante l’omelia nella festa di Nostra Signora di Guadalupe, circa il tiolo di “corredentrice” e la possibilità di un nuovo dogma mariano.
Le parole precise utilizzate da papa Francesco, in spagnolo, e non supportate da un testo scritto, sono le seguenti: “Fedele al suo Maestro, che è suo Figlio, l’unico Redentore, Lei non ha mai voluto togliere nulla a suo Figlio. Non si è mai presentata come corredentrice. No, discepola”  (“Fiel a su Maestro, que es su Hijo, el ùnico Redentor, jamás quiso para si tomar algo de su Hijo. Jamás se presentó como co-redentora. No, discípula“).
Ora, il papa ha certamente ragione nel dichiarare che Maria non si è mai presentata come “corredentrice”, né nel contesto dell’Annunciazione né negli eventi storici di Guadalupe, argomento dell’omelia. Ciò tuttavia non nega né la verità dottrinale né la tradizione riguardante il titolo di corredentrice, quando tale titolo sia usato nel suo significato autentico, ovvero per sottolineare la partecipazione di Maria alla redenzione storicamente compiuta da Gesù Cristo, l’unico divino Redentore.
Il papa ha ragione quando afferma che “Lei [Maria] non ha mai voluto togliere nulla a suo Figlio”. Allo stesso modo, quando san Giovanni Paolo II (e Pio XI prima di lui) usò ripetutamente il titolo di “corredentrice” non cercò in nessun modo di prendere qualcosa da Gesù per darlo a Maria; volle piuttosto sottolineare la cooperazione unica di Maria nell’opera redentrice compiuta da Cristo.
Occorre notare che il titolo di corredentrice attribuito alla Madonna fa parte della tradizione della Chiesa fin dal XIV secolo.  Schiere di santi, papi, mistici, vescovi e teologi l’hanno utilizzato abitualmente, come nel caso di san Padre Pio da Pietrelcina, san Massimiliano Kolbe, santa Maria Benedetta della Croce, san Jose María Escrivá de Balaguer, santa Teresa di Calcutta e, non ultimo, san Giovanni Paolo II.
Con il titolo di corredentrice si cerca di riassumere, in una sola parola, la dottrina ufficiale della Chiesa sulla partecipazione impareggiabile di Maria alla redenzione compiuta da Gesù Cristo, unico divino Redentore, dottrina riproposta nel Concilio Vaticano II (Lumen gentium, 56, 57 , 58, 61) così come dal magistero pontificio degli ultimi tre secoli.
Papa Francesco nella sua omelia del 12 dicembre di fatto ha confermato la legittimità del titolo di Maria Madre di tutti, proposto nel secolo scorso in vista di una potenziale proclamazione, poiché attualmente nessuno dei quattro dogmi già esistenti (Madre di Dio, verginità perpetua, Immacolata Concezione, Assunzione) si riferisce alla relazione diretta e materna di Maria con l’umanità come nostra Madre spirituale.
Ricordo che il movimento internazionale secolare per la definizione di un quinto dogma mariano ebbe inizio per opera del cardinale belga Desirè Mercier nel 1915, e a partire dal 1918 i pontefici hanno incominciato a ricevere una quantità impressionante di petizioni, anche da parte di cardinali e vescovi, per la solenne definizione papale, o dogma, del rapporto di Maria con l’umanità come nostra Madre spirituale (rapporto che ha il suo fondamento teologico nel ruolo unico della Madonna, con e sotto Gesù, nell’opera di redenzione).
Nel corso degli ultimi cent’anni il santo popolo di Dio non ha mai smesso di pregare e di presentare petizioni ai vari papi per questa “incoronazione” dogmatica. In proposito, negli ultimi venticinque anni, fedeli di oltre centosettanta Paesi di tutto il mondo hanno inviato oltre otto milioni di petizioni alla Santa Sede. Si tratta di un grandissimo movimento spontaneo, sull’esempio di quelli che portarono, sempre attraverso lo strumento delle petizioni del popolo di Dio,  alla definizione degli ultimi due dogmi mariani: l’Immacolata Concezione (1854) e l’Assunzione (1950).
Per quanto riguarda i commenti di Francesco espressi a braccio il 12 dicembre in merito ai nuovi dogmi in generale, risulta chiaro che papa Bergoglio ha un certo orientamento, ma nulla toglie che in futuro potrà rivederlo, come è già successo nel caso delle apparizioni di Medjugorje, quando, dopo un’iniziale presa di posizione che sembrò negativa, permise poi ufficialmente i pellegrinaggi, e tutto ciò ancor prima di arrivare a una parola definitiva sulle apparizioni.
Il movimento internazionale Vox Populi Mariae Mediatrici, sempre in piena obbedienza al Santo Padre e al magistero della Chiesa, continua a pregare e a lavorare nella gioiosa attesa di un ulteriore sviluppo verso la potenziale definizione solenne del ruolo materno della Madonna nella nostra Redenzione e del suo ruolo di Madre spirituale di tutti i popoli.
Mark Miravalle
presidente di Vox Populi Mariae Mediatrici
La Corredentrice nel pensiero dei Papi, dei teologi e dei santi


(Cristina Siccardi) Come è ormai noto, il 12 dicembre scorso, festa di Nostra Signora di Guadalupe, papa Francesco ha tenuto in spagnolo un’omelia in San Pietro, parlando di Maria Santissima in termini non soltanto profani, ma anche blasfemi e contrari alla dottrina cattolica. Ha affermato che la Madonna non è corredentrice, quindi non condivide con il Figlio di Dio e Suo la potestà di redimere l’umanità dal peccato, perciò non occorre «perdere tempo» con nuovi dogmi che stabiliscono nuovi titoli; inoltre ha definito la Beata fra tutte le donne donna, madre, discepola, meticcia. Il Papa gesuita ha perciò affermato che a «sant’Ignazio piaceva chiamarla Nostra Signora. Ed è così semplice, non pretende altro: è donna, discepola».
L’irriverenza alla Madre di Dio è stata così palese che nessuno la può negare. La Tradizione della Chiesa custodisce un sacro patrimonio mariano che non può essere gettato in tal modo e in tal misura senza suscitare profondo dolore e scandalo e profonda pena per papa Bergoglio, che ha pronunciato tali parole per far piacere a chi? A se stesso, ai protestanti, ai musulmani, a quale altra religione del mondo? Quale considerazione soggiace sotto le espressioni di donna, madre, discepola, meticcia? Di carattere meramente neoantropocentrico e globalista, dove la dimensione soprannaturale, propria della cattolicità, è cancellata a priori.
Ha affermato Roberto de Mattei dall’emittente Radioromalibera.org: «La Chiesa ha infallibilmente definito quattro dogmi relativi alla beatissima Vergine Maria, ossia la sua perpetua verginità prima, durante e dopo il parto. La sua eccelsa dignità di Madre di Dio. La sua Immacolata Concezione e la sua gloriosa assunzione in Cielo in anima e corpo. Il sensus fidei del popolo di Dio chiede da tempo con insistenza la definizione di un quinto dogma quello di Maria Corredentrice e mediatrice di tutte le grazie»
Infatti, il 22 agosto 2019 il messicano cardinale Juan Sandoval e l’indiano cardinale Telesphore Toppo, insieme a quattro vescovi di alcuni Paesi (Nigeria, Scozia, Stati Uniti, Argentina) hanno scritto una lettera aperta a papa Francesco per chiedergli di proclamare il grande ruolo che la Vergine Maria possiede nel piano divino della Redenzione. «Questi sei vescovi ritengono che nella grande battaglia in corso tra il bene e il male l’annuncio dogmatico del ruolo corredentivo della Vergine Maria e la sua maternità spirituale universale porterà un nuovo storico effluvio dello Spirito Santo e consentirà alla Beata Madre di esercitare pienamente la sua mediazione materna» (ibidem). Invece di un simile e meraviglioso dono all’umanità, il Papa scandalizza non solo i teologi, ma anche i semplici, i piccoli.
Il Papa, dichiarando, come spiega Maria Guarini, che Maria «mai ha voluto per sé prendere qualcosa di suo figlio, mai si è presentata come corredentrice, ma come una discepola», ha così «espunto la confessione del Concilio di Efeso (431 d.C.) che Maria è Theotòkos: non solo Christotòkos, cioè Madre di Dio e non solo Madre di Cristo, liquidata dall’affermazione citata come “roba da teologi”, ammesso che si possa scindere la teologia dalla fede. Ha proseguito liquidando le litanie lauretane come “il canto di figli innamorati”, perché tutte quelle attribuzioni alla Vergine non sarebbero pertinenti»
Sul ruolo della Vergine come Corredentrice, si pronunciarono i pontefici Leone XIII, Pio X e Giovanni Paolo II, mentre Benedetto XV affermò: «si può dire, a ragione, che Ella abbia redento con Cristo il genere umano. Evidentemente per questa ragione tutte le diverse grazie del tesoro della Redenzione vengono anche distribuite attraverso le mani dell’Addolorata» (Lettera Apostolica Inter sodalicia, 22 marzo 1918, in AAS, X, p. 181).
I santi portano una forte testimonianza a favore del titolo di Maria Corredentrice. San Pio da Pietrelcina, san Josemaría Escrivá, santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), san Leopoldo Mandic, il beato Bartolo Longo, san Massimiliano Kolbe e molti altri, anche beati, recentemente innalzati all’onore degli altari, hanno sostenuto titolo e valenza. Anche Madre Teresa di Calcutta si schierò per la definizione dogmatica di Maria Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie, come pure suor Lúcia de Jesus Rosa dos Santos, la veggente di Fatima, che sottolineò il ruolo di Maria Corredentrice nel suo ultimo libro, Gli appelli del messaggio di Fatima (Libreria Editrice Vaticana, 2001), nel quale parla di Lei in sei diverse sezioni. Per di più, san John Henry Newman, rispondendo all’obiezione di Pusey che affermava non essere presente il titolo di Corredentrice in alcuni Padri della Chiesa, egli rispose: «perché contestate il fatto che Nostra Signora venga chiamata Corredentrice quando siete pronti ad accettare titoli incommensurabilmente più gloriosi attribuiti a Maria dai Padri: Madre di Dio, Seconda Eva, Madre di Vita, Stella del Mattino, Nuovo Paradiso Mistico, Centro dell’Ortodossia, e altri simili?».
D’altra parte, il termine transustanziazione non compare nel Vangelo (il primo ad utilizzarlo fu papa Alessandro III nel XII secolo), tuttavia questo mistero della fede è divenuto dottrina fondativa della Chiesa.
Il grande teologo monsignor Brunero Gherardini (1925-2017), al convegno organizzato a Frigento (AV) dai Francescani dell’Immacolata dal titolo «Nel 60° anniversario del dogma dell’Assunzione della Beata Vergine al Cielo» (13-15 settembre 2011), auspicò che quest’ultimo dogma, in ordine di tempo, non fosse l’ultimo. In quella straordinaria conferenza parlò del valore trascendente del dogma e della cosiddetta anologia fidei, dimostrando teologicamente che un dato non formalmente dogmatico, la Corredenzione mariana, va comunque a supporto di un altro dato, formalmente dogmatico, l’Assunzione della Vergine Santa in corpo ed anima alla Gloria del Cielo.
«Ci sono dottrine ineludibilmente cattoliche ed ecclesiali che ricorrono sia nei documenti ufficiali, sia nella preghiera liturgica, ovvero nella scaturigine stessa, nella misura della fede pur non vantando una validità formalmente dogmatica per non essere state mai in tal senso definite. Un solo esempio, il Purgatorio. E tuttavia sono anch’esse autentiche dottrine della Chiesa […]. Di tali dottrine, senza alcun dubbio fa parte la Corredenzione mariana. Presenza nella dottrina della Chiesa della Corredenzione anche se fino al momento non si tratta di un dogma, non soltanto perché i Papi relativamente recenti […] lumeggiarono con documenti di valore universale le ragioni della Corredenzione, ma perché quei valori affiorano da quello che io chiamo dogma pregato, vale a dire la liturgia, così come affiorano dal patrimonio patristico orientale ed occidentale, dalla più seria tradizione teologica, dalla pietà popolare, questo è importantissimo, perché senza una radicazione nella pietà popolare non c’è dogma che sia stato definito, questo è importantissimo. Questo ci fa capire che se oggi non siamo di fronte ad un dogma di fede quando si parla di Corredenzione si ha la fondata speranza e oserei dire la certezza che domani indubbiamente anche questa dottrina che è già di pertinenza ecclesiale sarà dogma di fede. La Corredenzione pertanto, prima o poi, secondo quello che io posso prevedere, verrà definita, farà parte formalmente e dogmaticamente della fede cattolica. Però, anche nel caso che ciò non avvenga mai, quod Deus avertat («Dio ce ne scampi» ndr), non potrà mai cessare di appartenere al patrimonio dottrinale della Chiesa»
A chi credere, dunque, a papa Francesco oppure a Monsignor Brunero Gherardini? Chi fosse ancora nel dubbio può rileggere le parole di san Paolo: «Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. In realtà, però, non ce n’è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema!» (Gal 1, 6-8).
La Tradizione della Chiesa non sbaglia, come avvertì l’Apostolo delle genti.
Da sempre la Chiesa dichiara dottrina cattolica il ruolo corredentivo e mediatore della Vergine Santissima. Proprio a partire dal 12 dicembre 2019 non dovremmo più prestarvi fede?
Piaccia o no, Maria è Corredentrice




Nel 2018 Papa Francesco disse che Maria non è nata santa. Quest'anno che non è Corredentrice. Pare che non ci siano più freni alla deriva non solo mariologica, ma pure ecclesiologica e cristologica di questo pontificato. Nonostante le stravaganti -- per non usare altri termini -- affermazioni di Papa Francesco, la Dottrina cattolica non cambia, neppure con la patetica scusa dello "sviluppo dottrinale". A proposito, nonostante tutto, Papa Francesco è il legittimo Romano Pontefice e come tale dovrà rendere conto a Dio e alla sua Chiesa di ciò che ha detto e fatto durante il suo pontificato. ****** Il 22 agosto 2019 due cardinali e quattro vescovi scrissero a Papa Francesco per chiedergli di proclamare il Dogma della Corredenzione di Maria. Cliccare qui per aderire: https://openletterformary.com/italian/ ****** Per approfondire sulla Corredenzione: Roberto de Mattei (https://www.radioromalibera.org/cultu...) Aldo Maria Valli (https://www.aldomariavalli.it/2019/12...) Maria Guarini (http://chiesaepostconcilio.blogspot.c...) Mons. Brunero Gherardini (https://www.youtube.com/watch?v=N6G1A...) Tempi di Maria: (https://gloria.tv/post/hwfTACNbsWKG3F...) Chiesa e post-concilio (http://chiesaepostconcilio.blogspot.c...)
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