Continua il festival delle parole non chiare, anzi dell’ambiguità. Infatti, il cardinale Reinhard Marx ha espresso l’opinione che le coppie omosessuali possano ricevere una benedizione della Chiesa “nel senso di un accompagnamento pastorale” nella Chiesa cattolica, ma non in un modo che assomigli al matrimonio. Ce ne parla questo articolo pubblicato sul Catholic News Agency. Eccolo nella mia traduzione.
Il cardinale Reinhard Marx ha espresso l’opinione che le coppie omosessuali possano ricevere una benedizione della Chiesa “nel senso di un accompagnamento pastorale” nella Chiesa cattolica, ma non in un modo che assomigli al matrimonio.
In un’intervista alla rivista tedesca Stern, all’arcivescovo di Monaco e Frisinga è stato chiesto: “Cosa farebbe quando una coppia omosessuale vi chiedesse una benedizione episcopale?”
Marx ha risposto: “Posso benedirli entrambi nel senso di accompagnamento pastorale, possiamo pregare insieme. Ma la loro non può essere una relazione matrimoniale”.
Mentre c’è spazio per diverse interpretazioni dei commenti di Marx, il sito web “katholisch.de“, finanziato dai vescovi tedeschi (è il portale della Conferenza Episcopale Tedesca, ndr), ha riferito in merito utilizzando il titolo “Marx: Le coppie omosessuali possono ricevere una benedizione”.
Dopo la pubblicazione di quell’articolo, Matthias Kopp, direttore della stampa della conferenza episcopale tedesca, ha detto alla CNA che la conferenza non ha nulla da aggiungere all’intervista pubblicata.
CNA ha chiesto all’arcidiocesi di Monaco di Baviera di chiarire le osservazioni del cardinale, e se la benedizione delle coppie omosessuali sia praticata nella diocesi. L’arcidiocesi non ha ancora risposto.
Nell’intervista alla rivista, Marx ha anche detto di aver detto al Sinodo [Vaticano] sulla Famiglia del 2015 che le coppie omosessuali, che sono fedeli l’una all’altra e si sostengono a vicenda, non dovrebbero essere “classificate in maniera negativa” dalla Chiesa o esser dette dalla Chiesa che le relazioni omosessuali stabili sono considerate prive di valore.
Allo stesso modo, Marx ha affermato nell’intervista a Stern che un’unione omosessuale “non è un matrimonio” nel senso cattolico del termine, e che il sacramento del matrimonio è tra un uomo e una donna.
Marx ha anche commentato la questione dell’ordinazione delle donne.
Interrogato sulla questione dell’ordinazione sacramentale delle donne, Marx, che la rivista definisce “il più potente cattolico in Germania”, ha detto che Papa Francesco gli ha detto che “la porta è chiusa”, data la dichiarazione di Papa San Giovanni Paolo II del 1994. Tuttavia, il prelato tedesco ha affermato che il dibattito sulla questione “non è finito”.
Non è la prima volta che il cardinale Marx parla delle benedizioni cattoliche delle coppie omosessuali.
In un’intervista del febbraio 2018 con la Radiotelevisione di Stato bavarese, Marx ha convenuto che una benedizione è possibile, ma che non ci possono essere “regole” sulla questione – piuttosto, la decisione sarebbe quella di “un sacerdote o un operatore pastorale”.
Dopo la segnalazione della CNA, la Conferenza episcopale tedesca chiese una “correzione” della traduzione fatta dalla CNA.
Più recentemente, l’arcivescovo Heiner Koch di Berlino, dopo le consultazioni dei primi di dicembre, ha dichiarato che sia l’eterosessualità che l’omosessualità sono “forme normali di predisposizione sessuale, che non possono o dovrebbero essere modificate con l’aiuto di una specifica socializzazione”.
Koch, che ha partecipato al Sinodo Vaticano sulla famiglia insieme a Marx ed è presidente della Commissione per il matrimonio e la famiglia della Conferenza episcopale tedesca, è intervenuta dopo che i vescovi tedeschi hanno affermato di essere impegnati in una “nuova valutazione” dell’insegnamento della Chiesa universale sull’omosessualità – e sulla morale sessuale in generale – in vista di un “processo sinodale” biennale.
Di Sabino Paciolla
SANTO STEFANO. SAREBBE PERSEGUITATO DALLA CHIESA DI OGGI? RIGIDO…
Cari Stilumcuriali, ci ha scritto un sacerdote di una diocesi di quelle travolte dalle nuove ordinazioni episcopali, per capirci, una diocesi più in uscita possibile nella Chiesa in uscita (e anche un po’ spersa, tanto è uscita, temiamo). Ci ha mandato una riflessione pregandoci di condividerla con voi, come aiuto spirituale in tempi di tempesta. Buona lettura.
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Caro amico Tosatti, vorrei proporre ai suoi lettori una meditazione su Santo Stefano ed il suo significato, per chi si sente, ed è perseguitato, oggi nella stessa Chiesa, perché vorrebbe fare il vero bene, quello insegnato da Cristo e non da Karl Rahner. Ma vorrei farlo oggi stesso poiché temo che da qualche parte si arrivi a proporre Santo Stefano quale primo perseguitato, equivalente ai “migranti perseguitati “oggi.
Mi permetta di usare come pseudonimo mons. AmaDio.
Ogni tempo ha le sue persecuzioni ed i suoi martiri.
Ieri Santo Stefano, da parte di ebrei ellenistici, a causa della sua fede in Cristo.
Oggi dalla stessa Chiesa se si vuole vivere pienamente in Cristo e si predica la verità della tradizione (“tutti quelli che vogliono vivere piamente in Gesù Cristo, saranno perseguitati” -2 Tim 3-12).
Chissà se Cristo aveva previsto la persecuzione dei suoi apostoli da parte della Chiesa stessa.
Chissà se aveva previsto una persecuzione verso chi è considerato nemico del Papa, anziché nemico di Cristo.
Nel giorno di Santo Stefano la Chiesa dovrebbe ricordare che la Croce è sempre sulle spalle di chi ama Cristo alla follia perché “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me…” e un servo non può esser più grande del suo padrone.
Ma Gesù rincuora: “Voi avrete tribolazioni nel mondo, ma abbiate fiducia, io ho vinto il mondo!”(Giov 16-33).
Certo oggi Santo Stefano sarebbe considerato dalla chiesa attuale un fondamentalista, non incline al dialogo con i pagani, provocatore, da disprezzare.
Perciò temo lo vestano da emigrante perseguitato dai leghisti salviniani.
Ai tempi di Santo Stefano i pagani costringeva i cristiani a rinnegare Cristo, oggi la chiesa insegna (attenzione, “insegna”) a ignorarlo o contraddirlo.
Il Signore ci chieda di pregare per quelli che ci perseguitano “ vivendo secondo la Verità nella carità” (Ef, 4-15).
L’ultima delle Beatitudini promette ai perseguitati ricompensa nel regno dei cieli.
Ora mi permetto una raccomandazione ai suoi lettori, caro Tosatti, da vecchio esperto di direzione spirituale. Le tribolazioni, vissute grazie alle incomprensioni e persecuzioni da parte della Chiesa, portano spesso anche ad un raffreddamento del rapporto con Dio.
Ciò accade perché in questi momenti vengono a mancare i sacerdoti e direttori spirituali, essendo obbligati a “irreggimentarsi “, cioè a conformarsi alle direttive del papa o al suo magistero, che, se è confondente, crea confusione.
Certo fanno maturare anime sante, ma persino queste rischiano di trasformare la fede in cultura, perché proprio queste vogliono chiarire la confusione, spiegarla, divulgarla.
E lo fanno studiando e pensando continuamente al perché la nuova dottrina di un papa può essere vera o falsa.
Attenzione a questo tranello, non concertiamo la fede in cultura. la cultura sia solo un mezzo per affermare la fede.
Identifichiamoci anzitutto sempre con Cristo e raccomandiamoci sempre a nostra Madre Corredentrice, auxilium christianorum.
Grazie per l’ospitalità.
Suo Mons. AmaDio.
Marco Tosatti
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