Nonostante la sua data, questo articolo è di una edificante attualità
Il «famoso» sogno massonico (1934)
Nel settimo volume della sua serie Les Hommes de bonne volonté, il romanziere Jules Romains si sofferma sulla massoneria – con un evidente compiacimento. L’opera è intitolata A la recherche d’une église [Alla ricerca di una chiesa] (1).
Per disinnescare le critiche, inizialmente la massoneria è presentata in maniera satirica: uno dei personaggi del romanzo, vecchio massone, mette in ridicolo i riti della sua loggia. Dopo segue una presentazione positiva: un vero massone, molto simpatico, svela il suo ideale: la costruzione del tempio, cioè di una nuova umanità finalmente riunita nella giustizia, nella pace e nella fraternità.
A questa costruzione è chiamata a collaborare la stessa Chiesa cattolica, basti che anche per poco abbandoni la sua feroce intransigenza. E il pontiere massone enuncia il «famoso» sogno della sua setta:
- Bisognerà che una volta o l’altra si regoli la questione fra la Chiesa e noi… Io non dispero in un’alleanza, presto e tardi… alleanza più o meno occulta. … Perché il loro Dio non potrebbe tollerare il nostro giovane architetto? Basta che lui lasci questo mondo e conservi per sé l’altro mondo, non vi sembra?
- Ciò che gli offrite è una situazione di Dio in esilio?
- Forse, ma con grandi onori […] In breve, noi vedremo, voi lo sapete, il famoso sogno di un papa che un giorno sarà uno dei nostri.
L’alto iniziato conclude gioiosamente: «Noi abbiamo già dei vescovi massoni».
- Ciò che gli offrite è una situazione di Dio in esilio?
- Forse, ma con grandi onori […] In breve, noi vedremo, voi lo sapete, il famoso sogno di un papa che un giorno sarà uno dei nostri.
L’alto iniziato conclude gioiosamente: «Noi abbiamo già dei vescovi massoni».
(pp 303-304).
Versione ebraica (1951)
Questo sogno massonico ha anche una versione ebraica. Nel 1951, un romanziere ebreo (Abraham Moses Klein) ha descritto i diversi ideali che hanno successivamente entusiasmato i suoi correligionari nella prima metà del XX secolo.
L’eroe del romanzo, Melech Davidson, passa dallo studio assiduo del Talmud all’entusiasmo comunista, prima di diventare un militante sionista.
Entro poco tempo, egli è attratto dal cristianesimo. Resiste alla tentazione; ma suo nipote, che l’ignora, è pieno d’angoscia all’idea di questa conversione: «Mio zio ha già fatto il passo impensabile?». Per vincere la sua paura egli si abbandona ad un sogno: mio zio Melech è diventato, non solo cristiano, ma papa, ed impiega la sua autorità per trasformare la Chiesa: unificando il giudaismo, il cristianesimo e l’islam in una nuova «trinità».
«Vidi allora Sua Santità Melech assiso sul trono papale. Lo vidi compiere un intero ciclo annuale di cerimonie religiose e, regnando su tutti i regni spirituali, esercita la sua influenza e dà il suo avallo agli affari temporali. […] Adesso, investito dei pieni poteri della sua infallibilità, zio Melech proclama all’umanità l’abolizione di tutti i dogmi, ad eccezione del comandamento divino della fede; la riunione delle religioni: il cristianesimo, il giudaismo e il maomettanesimo, trinità fatta una. Mentre i passi latini dell’enciclica si presentavano alla mia immaginazione, il mondo sembrava ricreato a nuovo, e la sua fatica, come quella della creazione iniziale, si addolciva nell’armonia dell’universo, nel sabato della pace universale (2).
I precedenti
Versione carbonara (1824) – Niente di nuovo diranno i lettori di Le Sel de la Terre. La «rivoluzione in tiara a cappa» e il «papa secondo i nostri bisogni» erano stati auspicati fin dal 1820 dall’Alta Vendita dei Carbonari.
I documenti trovati dalla polizia vaticana di Gregorio XVI (e pubblicati nel 1859 per ordine di Pio IX) erano molto chiari. In particolare in una lettera scritta il 3 aprile 1824 da uno dei capi dell’organizzazione segreta:
«Noi dobbiamo realizzare l’educazione immorale della Chiesa e arrivare, con piccoli mezzi ben graduati ma ben definiti, al trionfo dell’idea rivoluzionaria ad opera di un papa. In questo progetto, che mi è sempre sembrato di un calcolo sovrumano, noi proseguiamo ancora a tentoni […] (3).
Versione occultista (1862) - Eliphas Levi (pseudonimo del diacono apostata Alphonse-Louis Constant, 1810-1875), inventore del termine “occultismo” e autore di un Rituale di Alta Magia (che praticava assiduamente), scriveva in una lettera del 21 gennaio 1862:
«Verrà un giorno che un papa ispirato dello Spirito Santo dichiarerà che tutte le scomuniche sono tolte, che tutti gli anatemi sono ritirati, che tutti i cristiani sono uniti alla Chiesa, che i giudei e i musulmani sono benedetti e da essa ricordati; che, pur conservando l’unità e l’inviolabilità del suo dogma, permette a tutti i culti di avvicinarsi gradualmente ad essa, abbracciando tutti gli uomini nella comunione del suo amore e delle sue preghiere. Allora, non potranno più esistere dei protestanti, contro chi protesterebbero? (4).
Versione noachita (1884) – Un sogno analogo lo ritroviamo nel rabbino kabbalista Elia Benamozegh (1882-1900), che descrive il piano «noachita» nella sua opera principale Israele e l’umanità (1884, ripubblicata con una prefazione del prete spogliato modernista Hyacinthe Loyson). Secondo il piano Benamozegh il cattolicesimo non deve essere distrutto, ma «metamorfizzato», trasformato dall’interno in religione umanitaria (5).
Versione satanista (1889) – Del pari, il canonico apostata Roca (1830-1893), scomunicato per il suo insegnamento apertamente satanista, nel 1889 annunciava una «nuova chiesa» che non conserverà più niente dell’antica, ma che «riceverà da Roma l’ordinazione e la giurisdizione canoniche». Essa sarà costituita da un papa che «consacrerà la civiltà moderna, e la proclamerà figlia del Vangelo». In seguito, a questo pontefice rimarrà solo dissolvere il papato:
«Pronunciando la propria decadenza, il papato romano dichiarerà urbi et orbi che avendo ultimata la sua missione e il suo ruolo primaziale, abbandona liberamente la sua vecchia forma, per lasciare campo libero alle operazioni superiori del nuovo pontificato della nuova chiesa e del nuovo sacerdozio che esso istituirà canonicamente prima di esalare l’ultimo respiro» (6).
Versione modernista (1907) – Questa attesa di un papa rivoluzionario che aprirà finalmente al mondo moderno e rinuncerà definitivamente a condannare gli errori, anima anche la corrente modernista ai primi del XX secolo.
Nel suo romanzo Il Santo, Fogazzaro presenta le riunioni segrete di un gruppo di ecclesiastici e di laici che si preparano a «riformare» la Chiesa alla loro maniera. «La dottrina cattolica è un vecchio manto logorato e destinato a sparire», dichiara uno dei congiurati, Don Clemente; e aggiunge «L’abito vecchio sarà dismesso dalla stessa autorità ecclesiastica».
In effetti, l’eroe del romanzo, Pietro Maironi (soprannominato “Benedetto») arriva fino a papa ed espone il suo piano di riforma: bisogna guarire la Chiesa dallo spirito di menzogna, di dominazione, d’avarizia (in cauda venenum!), dallo spirito di immobilità! Il dogma deve evolversi con il secolo.
Poco dopo, un opuscolo inglese pubblicato a Londra nel maggio 1908, Pope Pacificus, presenta lo stesso programma. Esso annuncia un papa che finalmente comprenderà che il cristianesimo è azione e vita, prima di essere dogma. Egli aprirà a tutti quelli che si richiamano a Cristo, e imporrà la tolleranza di tutte le opinioni e la collaborazione fraterna di tutti quelli che vogliono migliorare la società. Allora, sotto la sua guida, si realizzerà la promessa di Cristo: vi sarà un solo pastore e un solo gregge, la Chiesa della carità.
La condanna di Pio IX (1864)
Niente di nuovo, come si vede. Il piano del demonio non cambia. Ma i romanzi di Jules Romains e di Abraham Moses Klein hanno il merito di sottolineare la notorietà del progetto. E’ un sogno «famoso»: celebre, rinomato, ben conosciuto dal gran pubblico liberale a cui si rivolge Jules Romains. Un sogno talmente rappresentativo del mondo moderno che anche quelli che non lo conoscono esplicitamente vi si riconoscono immediatamente.
Un papa che infine assimilerà la Chiesa al suo secolo! Sogno talmente famoso che si credette realizzato già nel 1846: appena eletto, il Papa Pio IX ( 1846-1878) venne acclamato da tutta la massoneria europea. In Italia fu un delirio (7). Ovazioni pubbliche, concerti di lode, salve di applausi: nulla venne risparmiato per indicare al nuovo Papa la strada che doveva seguire. Una strada cosparsa di fiori e discendente dolcemente e progressivamente verso il mondo moderno. Ma ben presto arrivò la delusione, il Papa non si lasciava condurre.
Nel 1864, il Papa immortala il suo rifiuto pubblicando Il Sillabo. Il documento si chiudeva fieramente con la condanna della seguente proposizione:
«Il sommo Pontefice può e deve riconciliarsi col progresso, col liberalismo e col mondo moderno.»
Dietro questi tre pseudonimi non era difficile riconoscere la setta massonica1864-1964
Un secolo più tardi, però, un nuovo papa afferrò la mano tesa della massoneria. Nel 1964 il barone massone, Yves Marsaudon, testimoniò in un’intervista su Giovanni XXIII:
Domanda: Ha conosciuto bene Papa Giovanni?
Marsaudon: io ero molto legato a Mons. Roncalli (futuro Giovanni XXIII), nunzio apostolico a Parigi. Egli mi ha ricevuto molte volte in nunziatura e in diverse occasioni è venuto a casa mia a Belleuve nella Seine-et-Oise. Quando fui nominato ministro dell’Ordine di Malta, manifestai al nunzio le mie perplessità a causa della mia appartenenza alla massoneria. Mons. Roncalli mi incoraggiò formalmente a rimanere in massoneria.
Domanda: l’avete rivisto dopo la sua elezione a Papa?
Marsaudon: Sì, mi ha ricevuto a Castel Gandolfo nella mia qualità di ministro emerito dell’Ordine di Malta, mi ha dato la sua benedizione e mi ha rinnovato il suo incoraggiamento per il mio lavoro di riavvicinamento nella Chiesa e per il riavvicinamento fra la Chiesa e la massoneria di tradizione (8).
Marsaudon: io ero molto legato a Mons. Roncalli (futuro Giovanni XXIII), nunzio apostolico a Parigi. Egli mi ha ricevuto molte volte in nunziatura e in diverse occasioni è venuto a casa mia a Belleuve nella Seine-et-Oise. Quando fui nominato ministro dell’Ordine di Malta, manifestai al nunzio le mie perplessità a causa della mia appartenenza alla massoneria. Mons. Roncalli mi incoraggiò formalmente a rimanere in massoneria.
Domanda: l’avete rivisto dopo la sua elezione a Papa?
Marsaudon: Sì, mi ha ricevuto a Castel Gandolfo nella mia qualità di ministro emerito dell’Ordine di Malta, mi ha dato la sua benedizione e mi ha rinnovato il suo incoraggiamento per il mio lavoro di riavvicinamento nella Chiesa e per il riavvicinamento fra la Chiesa e la massoneria di tradizione (8).
Un secolo esatto da Il Sillabo, un concilio atipico – primo del genere e unico fino ad allora – inaugura una nuova pastorale: rimpiazzando la condanna dell’errore col dialogo; secondo l’espressione del cardinale Ratzingen, si è voluto un concilio che fosse un contro-Sillabo. Il che significa chiaramente un contro-magistero.
Più che un secolo di avvertimenti
Se l’impresa massonica fosse riuscita un secolo prima che fossimo muniti del Sillabo di Pio IX, dell’Humanus Genus di Leone XIII e della Pascendi di San Pio X, si potrebbe pensare che le porte dell’Inferno abbiano prevalso sulla Chiesa. Ma non è così. I papi hanno fornito loro stessi, con un secolo di anticipo, tutti i lumi necessarii per attraversare il tunnel. Pio IX ha voluto che i cattolici fossero messi in guardia contro il sogno carbonaro di una «rivoluzione in tiara a cappa», e ne ha condannato solennemente il progetto col suo Sillabo (1864).
Alla vigilia della sua morte, cinquant’anni dopo (1914), Pio X ha messo in guardia contro le «società segrete» dei modernisti installatisi ormai all’interno stesso della Chiesa (9). Allorché, cinquant’anni dopo, il Vaticano II si espesse contro il Sillabo, tutto avrebbe dovuto essere chiaro: il vecchio sogno massonico è troppo «famoso» per essere negato; la sua realizzazione è fin troppo evidente per non saltare agli occhi, e risulta evidente la sua condanna di un intero secolo di magistero.
Per chi ha voglia di guardare bene, la luce splende nelle tenebre.
NOTE
1 - Jules ROMAINS (1885-1972), A la Recherche d’une église, Paris, Flammarion, 1934. Si noti la minuscola della parola «chiesa», che indica la sua desacralizzazione. Per l’autore, ogni società dotata di un ideale, anche ateo, è una «chiesa». Il socialismo di Jaurès è una «chiesa». Il comunismo è una «chiesa». E anche la massoneria.
2 - Abraham Moses KLEIN (1909-1972), The Second Scroll, 1951 – Le Second rotulea [il secondo rotolo], traduzione di Charlotte e Robert Melançon, Montréal, Boréal, 1990, p. 65.
3 – Le istruzioni dell’Alta Vendita, pubblicate nel 1859 da Crétineau-Joly (con un “breve” di approvazione di Pio IX) sono riprodotte da Mons. Delassus come appendice della sua Conjuration antichrétienne [L’americanismo e la congiura anticristiana, Ed. Effedieffe, Proceno di Viterbo, 2° ed. 2015. — Molti passi sono citati da Mons. Tissier de Mallerais in Le Sel de la Terre n° 85, pp. 7 e 9.
4 - Éliphas LÉVI, Cours de philosophie occulte, Lettres au baron Spédalieri, de la Kabbale et de la science des nombres, Guy Trédaniel, éd. de la Maisnie, 1988, p. 49-50. Si veda un estratto più lungo pubblicato ne Le Sel de la terre n° 34, p. 263.
5 – Si veda «Le plan Benamozegh» in Le Sel de la terre n° 46, p. 54-76.
6 - ROCA, Glorieux centenaire, Monde nouveau, nouveaux cieux, nouvelle terre, Paris, A. Ghio, 1889, p. 466. — Si veda un estratto più lungo su Le Sel de la terre n° 23, p. 202-203.
7 – Il gesuita A. BRESCIANI ha ricostruito molto bene questo periodo nei suoi romanzi storici, in particolare in L’Ebreo di Verona.
8 - Intervista di Yves MARSAUDON pubblicata ne Le Juvénal, il 25 settembre 1964. Citata da Carlo Alberto Agnoli in La massoneria alla conquista della Chiesa, http://antimassoneria.altervista.org/wp-content/uploads/2016/02/massoneriaechiesa.pdf
Il barone MARSAUDON è autore de L’OEcuménisme vu par un franc-maçon de tradition, Paris, Vitiano, 1964. Sui rapporti di Giovanni XIII con la massoneria si veda Le Sel de la terre n° 34, p. 233-237.
9 - L’espressione «società segrete » (clandestinum foedus) è dello stesso papa. Tre anni dopo la condanna del modernismo (Pascendi, 1907), San Pio X spiegava, il 1 settembre 1910, con un motu proprio, che i modernisti «continuano a cercare e a raggruppare in una società segreta dei nuovi adepti».
Articolo pubblicato nella rivista francese Le Sel de la Terre n° 92
http://www.dominicainsavrille.fr/le-sel-de-la-terre-n92/
http://www.dominicainsavrille.fr/le-sel-de-la-terre-n92/
Salvini: "L'antisemitismo in Italia? È colpa dei migranti islamici"
Intervistato da un giornale israeliano, Salvini prende le distanze dai movimenti antisemiti. E rilancia: "Stop boicottaggio di Israele"
Matteo Salvini come Donald Trump. In un'intervista concessa oggi al quotidiano Israel HaYom, il leader della Lega ha affermato che è pronto a riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele nel caso in cui dovesse diventare premier.
Salvini, inoltre, riprendendo alcune affermazioni rilasciate questa settimana, ha assicurato che il suo partito non ha più alcun legame con organizzazioni - che Israel HaYom definisce antisemite - come CasaPound, Forza Nuova e Fiamma Tricolore.
Nella sua intervista, Salvini parte con l'analizzare la situazione in Italia: "Tra i partiti seduti al governo c'è chi sostiene la Palestina, il Venezuela e l'Iran. La definizione di antisemitismo consentirà di chiarire le posizioni di queste persone, come nel caso del Bds (la campagna di boicotaggio di Israele, Ndr). C'è chi lotta per uno stato per i palestinesi, ma nega il diritto all'autodeterminazione per gli ebrei. Questa contraddizione si basa sull'ipocrisia. L'Italia è stata troppo lenta nell'adottare questa definizione internazionale (di antisemitismo, Ndr)".
Poi, il leader della Lega si concentra su ciò che sta accandendo in Europa, dove si stanno registrando sempre più attacchi contro gli ebrei: "C'entra il fanatismo islamico", dice Salvini, che poi prosegue: "Ora la presenza massiccia in Europa di immigrati provenienti da Paesi musulmani, tra i quali ci sono molti fanatici che ricevono il pieno sostegno di alcuni intellettuali, sta diffondendo l'antisemitismo, anche in Italia".
Ci sarebbero, secondo il leader della Lega, due forme di antisemitismo in Occidente: quello dell'estrema destra e quello "istituzionalizzato dell'estrema sinistra. Pensa a Jeremy Corbyn o agli attivisti di sinistra in Germania che non vogliono essere come i nazisti ma si ritrovano a confiscare i prodotti israeliani".
Intervistato da un giornale israeliano, Salvini prende le distanze dai movimenti antisemiti. E rilancia: "Stop boicottaggio di Israele"
Matteo Salvini come Donald Trump. In un'intervista concessa oggi al quotidiano Israel HaYom, il leader della Lega ha affermato che è pronto a riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele nel caso in cui dovesse diventare premier.
Salvini, inoltre, riprendendo alcune affermazioni rilasciate questa settimana, ha assicurato che il suo partito non ha più alcun legame con organizzazioni - che Israel HaYom definisce antisemite - come CasaPound, Forza Nuova e Fiamma Tricolore.
Nella sua intervista, Salvini parte con l'analizzare la situazione in Italia: "Tra i partiti seduti al governo c'è chi sostiene la Palestina, il Venezuela e l'Iran. La definizione di antisemitismo consentirà di chiarire le posizioni di queste persone, come nel caso del Bds (la campagna di boicotaggio di Israele, Ndr). C'è chi lotta per uno stato per i palestinesi, ma nega il diritto all'autodeterminazione per gli ebrei. Questa contraddizione si basa sull'ipocrisia. L'Italia è stata troppo lenta nell'adottare questa definizione internazionale (di antisemitismo, Ndr)".
Poi, il leader della Lega si concentra su ciò che sta accandendo in Europa, dove si stanno registrando sempre più attacchi contro gli ebrei: "C'entra il fanatismo islamico", dice Salvini, che poi prosegue: "Ora la presenza massiccia in Europa di immigrati provenienti da Paesi musulmani, tra i quali ci sono molti fanatici che ricevono il pieno sostegno di alcuni intellettuali, sta diffondendo l'antisemitismo, anche in Italia".
Ci sarebbero, secondo il leader della Lega, due forme di antisemitismo in Occidente: quello dell'estrema destra e quello "istituzionalizzato dell'estrema sinistra. Pensa a Jeremy Corbyn o agli attivisti di sinistra in Germania che non vogliono essere come i nazisti ma si ritrovano a confiscare i prodotti israeliani".
"Gerusalemme capitale"
Salvini, inoltre, si è detto pronto, una volta al governo, a riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. In questo modo, il leader leghista sposa, con ancora più forza, la linea dell'amministrazione Trump sul Medio Oriente. Era stato proprio il presidente Usa, il 6 dicembre del 2017, a riconoscere questa città come capitale dello Stato ebraico. Questa decisione è stata duramente contestata dalla comunità internazionale che ha visto nella mossa di Trump un possibile pericolo per l'area. Il leader di Hamas, invece, ha parlato di "una dichiarazione di guerra contro i palestinesi".
Lo status di Gerusalemme è contestato. La città è stata occupata da Israele nel 1967, dopo la Guerra dei sei giorni, e nel 1980 la Knesset, ovvero il parlamento israeliano, ha proclamato "Gerusalemme, unita e indivisa capitale di Israele". Come ricorda The Post Internazionale, però, "quella legge costituzionale fu definita però nulla e priva di validità dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nella risoluzione 478. Fu considerata una violazione del diritto internazionale e un serio ostacolo al raggiungimento della pace in Medio Oriente". Per questo motivo, nessun Paese aveva mai spostato la propria ambasciata a Gerusalemme, preferendo Tel Aviv.
Salvini, inoltre, si è detto pronto, una volta al governo, a riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. In questo modo, il leader leghista sposa, con ancora più forza, la linea dell'amministrazione Trump sul Medio Oriente. Era stato proprio il presidente Usa, il 6 dicembre del 2017, a riconoscere questa città come capitale dello Stato ebraico. Questa decisione è stata duramente contestata dalla comunità internazionale che ha visto nella mossa di Trump un possibile pericolo per l'area. Il leader di Hamas, invece, ha parlato di "una dichiarazione di guerra contro i palestinesi".
Lo status di Gerusalemme è contestato. La città è stata occupata da Israele nel 1967, dopo la Guerra dei sei giorni, e nel 1980 la Knesset, ovvero il parlamento israeliano, ha proclamato "Gerusalemme, unita e indivisa capitale di Israele". Come ricorda The Post Internazionale, però, "quella legge costituzionale fu definita però nulla e priva di validità dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nella risoluzione 478. Fu considerata una violazione del diritto internazionale e un serio ostacolo al raggiungimento della pace in Medio Oriente". Per questo motivo, nessun Paese aveva mai spostato la propria ambasciata a Gerusalemme, preferendo Tel Aviv.
I rapporti tra Salvini e Israele
Matteo Salvini è sempre stato un sostenitore di Israele e, in particolare, del premier Benjamin Netanyahu, che aveva incontrato il 13 dicembre del 2018. In quell'occasione, si era registrata una delle prime fratture all'interno del governo gialloverde. Il leader della Lega aveva infatti definito il Partito di Dio libanese un movimento terroristico: "Chi vuole la pace, sostiene il diritto all'esistenza e alla sicurezza di Israele. Sono appena stato ai confini nord col Libano, dove i terroristi islamici di Hezbollah scavano tunnel e armano missili per attaccare il baluardo della democrazia in questa regione". Queste parole avevano provocato l'ira dell'ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta: "Non vogliamo alzare nessuna polemica, ma tali dichiarazioni mettono in evidente difficoltà i nostri uomini impegnati proprio a Sud nella missione Unifil, lungo la blue line. Questo perché il nostro ruolo super partes, vicini a Israele e al popolo libanese, è sempre stato riconosciuto nell'area".
In seguito all'uccisione mirata del generale iraniano Qassem Soleimani, Salvini si è schierato al fianco del presidente americano Trump dicendo: "Donne e uomini liberi, alla faccia dei silenzi dei pavidi dell’Italia e dell’Unione europea, devono ringraziare Trump e la democrazia americana per aver eliminato Soleimani uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo, un terrorista islamico, un nemico dell’Occidente, di Israele, dei diritti e delle libertà".
Solamente tre giorni fa, Salvini ha organizzato un incontro in Senato, intitolato "Le nuove forme dell'antisemitismo", in cui ha affermato che "chi vuole cancellare Israele ha in noi un avversario sempre" e ha chiesto che il Parlamento acceleri "l'approvazione del documento su come si identifica l'antisemitismo oggi".
Come notava tempo fa Francesco Giubilei su IlGiornale, il leader della Lega è molto legato ai neoconservatori americani, in particolare alla galassia che ruota attorno a John Bolton, che rappresentano i più importanti sostenitori (e alleati) di Israele nel mondo: "I sostenitori di Salvini sono più al di fuori del governo piuttosto che al suo interno a partire dai leader tradizionali del movimento conservatore e dal gruppo di intellettuali legati all'area del national conservatism".
Matteo Salvini è sempre stato un sostenitore di Israele e, in particolare, del premier Benjamin Netanyahu, che aveva incontrato il 13 dicembre del 2018. In quell'occasione, si era registrata una delle prime fratture all'interno del governo gialloverde. Il leader della Lega aveva infatti definito il Partito di Dio libanese un movimento terroristico: "Chi vuole la pace, sostiene il diritto all'esistenza e alla sicurezza di Israele. Sono appena stato ai confini nord col Libano, dove i terroristi islamici di Hezbollah scavano tunnel e armano missili per attaccare il baluardo della democrazia in questa regione". Queste parole avevano provocato l'ira dell'ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta: "Non vogliamo alzare nessuna polemica, ma tali dichiarazioni mettono in evidente difficoltà i nostri uomini impegnati proprio a Sud nella missione Unifil, lungo la blue line. Questo perché il nostro ruolo super partes, vicini a Israele e al popolo libanese, è sempre stato riconosciuto nell'area".
In seguito all'uccisione mirata del generale iraniano Qassem Soleimani, Salvini si è schierato al fianco del presidente americano Trump dicendo: "Donne e uomini liberi, alla faccia dei silenzi dei pavidi dell’Italia e dell’Unione europea, devono ringraziare Trump e la democrazia americana per aver eliminato Soleimani uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo, un terrorista islamico, un nemico dell’Occidente, di Israele, dei diritti e delle libertà".
Solamente tre giorni fa, Salvini ha organizzato un incontro in Senato, intitolato "Le nuove forme dell'antisemitismo", in cui ha affermato che "chi vuole cancellare Israele ha in noi un avversario sempre" e ha chiesto che il Parlamento acceleri "l'approvazione del documento su come si identifica l'antisemitismo oggi".
Come notava tempo fa Francesco Giubilei su IlGiornale, il leader della Lega è molto legato ai neoconservatori americani, in particolare alla galassia che ruota attorno a John Bolton, che rappresentano i più importanti sostenitori (e alleati) di Israele nel mondo: "I sostenitori di Salvini sono più al di fuori del governo piuttosto che al suo interno a partire dai leader tradizionali del movimento conservatore e dal gruppo di intellettuali legati all'area del national conservatism".
UN PRETE IN GREMBIULINO IN UNA LOGGIA? CONFERMARE…
19 Gennaio 2020 7 Commenti --Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, un amico mi ha inviato questa fotografia, che mi sembra molto interessante e curiosa; e per cui chiedo aiuto nella decifrazione.
§§§
La lunga didascalia legge:
Rinnovare i voti in un tempio massonico
Ecco un’altra prova che non si può essere niente di più romantico di un membro impegnato della Massoneria.
Lo scorso 30 novembre 2019 il Venerato Maestro Romy Joy Lasiste della Loggia N.334 di Ang Tipolo ha celebrato un rinnovamento dell’impegno matrimoniale con la sua sposa, Ateng Chy Aamande Lasiste. L’evento si è svolto dopo il previsto incontro della loggia e nella sala del tempio Massonico di Rizal, a TayTay, Rizal. Molti membri della loggia, familiari e amici sono stati testimoni di questa celebrazione importante. Dopo aver rinnovato i loro voti, la coppia ha festeggiato con gli ospiti.
La cosa curiosa, come potete osservare, è che in bella vista c’è un signore che sembra vestito con un clergyman, e che porta un colletto da prete. Sarebbe interessante sapere se davvero è un sacerdote, magari cattolico, e che cosa ci fa un grembiulino indosso. Se qualcuno ha amici filippini o contatti filippini può aiutare Stilum Curiae a risolvere il mistero. Taytay è una zona di oltre trecentomila abitanti, vicina a Metro Manila.
Grazie per l’aiuto.
§§§
LE NUOVE DISPOSIZIONI (Prendere attentamente nota)
L’Italia ha il suo Commissario Nazionale contro l’antisemitismo. Nominata Milena Santerini
Milena Santerini sarà il primo Coordinatore nazionale per la lotta all’antisemitismo. Lo ha annunciato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, pubblicando un messaggio su Twitter il 15 gennaio. La nomina verrà conferita ufficialmente il 17 gennaio al prossimo Consiglio dei ministri. Santerini ha risposto immediatamente alla dichiarazione di Conte, esprimendo riconoscenza via social con “Grazie”. Come riporta il Corriere della Sera, la neo-coordinatrice ha poi aggiunto: «Il 27 gennaio ricorderemo fin dove può arrivare l’odio che tutti insieme dobbiamo combattere».
Milena Santerini, esperta di didattica della Shoah, è impegnata da molti anni nel contrasto all’antisemitismo nella società italiana. Docente presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, la Santerini ha inoltre partecipato alla XVII legislatura in qualità di deputata alla Camera nel gruppo Demos-Centro Democratico.
La nomina di un commissario all’antisemitismo fa parte di una direttiva del 2017 dell’Unione europea per arginare le crescenti intolleranze nei confronti degli ebrei.
Palazzo Chigi adotta la definizione Ihra
“Lotta all’antisemitismo,
oggi giornata fondamentale”
“Il governo italiano – commenta la presidente UCEI Noemi Di Segni, appena appresa la notizia – scrive una pagina fondamentale nella lotta all’odio anti-ebraico in ogni sua forma, compresa quella particolarmente insidiosa di chi mina alla legittimità di Israele di esistere e difendersi.
Lucio Malan, presidente dell’Intergruppo Parlamentare d’amicizia Italia-Israele, dichiara: “Esprimo grande soddisfazione, sia a titolo personale, sia come presidente dell’intergruppo parlamentare di amicizia Italia-Israele, per l’adozione da parte del governo della definizione Ihra sul l’antisemitismo.
“Apprendo con soddisfazione la decisione del governo italiano di adottare la definizione di antisemitismo dell’Alleanza Internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA). “Ringrazio a nome dello Stato d’Israele il presidente del Consiglio Conte e le forze politiche che hanno sostenuto questa iniziativa”, il commento dell’ambasciatore d’Israele in Italia Dror Eydar.
“Se desideriamo investire sulle giovani generazioni – scriveva Di Segni, in una lettera aperta a Gaetano Manfredi, oggi ministro della ricerca – riteniamo che un contesto universitario debba adottare programmi, iniziative e un codice di condotta per orientare la conoscenza e formare persone affinché domani sappiano partecipare alla vita civile di questo Paese, affermando i principi costituzionali e comprendendo che le libertà di cui oggi beneficiano sono state la ragione di lotta al nazifascismo, vissuto amaramente da altri, giovani come loro”.
Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, in un tweet: “Con l’adozione della definizione dell’Ihra l’Italia si dota di un forte strumento legale per identificare univocamente l’antisemitismo.
Soddisfatta anche la Commissaria Santerini, da oggi in carica: “Quello che mi è stato affidato – dice a Pagine Ebraiche – è un compito molto impegnativo e sono contenta della fiducia che mi è arrivata dalle istituzioni e dalle comunità ebraiche, che ringrazio. La lotta all’antisemitismo coinvolge tutta la società italiana”. Si tratta, afferma, di lavorare a diversi livelli: “Abbiamo la definizione di antisemitismo dell’Ihra, bisogna vedere come tradurla in modo operativo e non è scontato”. Ossia non “solamente sul piano repressivo, spero di non essere tirata per la giacca per l’inasprimento delle pene o per nuove norme: abbiamo la legge Mancino, dobbiamo applicarla e colpire questo odio liquido ma soprattutto bisogna agire sul piano educativo e culturale”.
” Adesso bisognerà vedere come verrà recepita, se ci saranno conseguenze sul piano normativo” afferma Luigi Maccotta, capo della delegazione italiana all’Ihra.
Tra i comportamenti antisemiti indicati nella definizione dell’Ihra vi sono: negare al popolo ebraico il proprio diritto all’autodeterminazione, cioè sostenere che l’esistenza dello Stato d’Israele è un atto di razzismo; adottare due misure diverse (a Israele) aspettandosi da esso un comportamento non atteso o richiesto a nessun’altra nazione; usare i simboli e le immagini associate all’antisemitismo classico (per esempio accuse di ebrei che uccidono Gesù o l’accusa del sangue) per caratterizzare Israele e gli israeliani; tracciare paragoni tra la presente politica d’Israele e quelle dei nazisti; ritenere gli ebrei collettivamente responsabili per le azioni dello stato d’Israele.
Santerini ribadisce come “sia accettabile solo la critica verso certe politiche di certi di governi. Quando si passa all’antisionismo con paragoni come Israele si comporta come i nazisti, ecco tutto questo scivola in antisemitismo. Uno può abbracciare la causa per i diritti palestinesi ma se lo fa solo in funzione di denigrare Israele allora non c’è più legittimità…”.
ecco la liste stilata dall’Ente ufficiale
La definizione di antisemitismo dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto
L’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA) unisce governi ed esperti per rafforzare, far progredire e promuovere l’educazione, la memoria e la ricerca sull’Olocausto in tutto il mondo nonché per sostenere gli impegni della dichiarazione di Stoccolma del 2000.
La definizione di lavoro giuridicamente non vincolante di antisemitismo è stata adottata dai 31 Stati membri dell’IHRA, il 26 maggio 2016:
“L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio nei loro confronti. Le manifestazioni retoriche e fisiche di antisemitismo sono dirette verso le persone ebree, o non ebree, e/o la loro proprietà, le istituzioni delle comunità ebraiche e i loro luoghi di culto.”
Per orientare l’operato dell’IHRA, i seguenti esempi possono essere illustrativi:
le manifestazioni possono comprendere attacchi contro lo Stato di Israele, concepito come collettività ebraica. Tuttavia, le critiche mosse a Israele, simili a quelle nei confronti di qualsiasi altro paese, non possono essere considerate antisemitismo. L’antisemitismo di frequente accusa gli ebrei di cospirare ai danni dell’umanità ed è spesso utilizzato per accusare gli ebrei del fatto che “le cose vanno male”. Esso è espresso in termini di discorso, pubblicazioni, forma visiva e azioni, e utilizza stereotipi sinistri e tratti negativi del carattere.
I seguenti sono esempi contemporanei di antisemitismo nella vita pubblica, nei media, nelle scuole, sul luogo di lavoro e nella sfera religiosa, tenendo conto del contesto generale:
- incitare e contribuire all’uccisione di ebrei o a danni a loro scapito, o a giustificarli, nel nome di un’ideologia radicale o di una visione estremista della religione,
- avanzare accuse false, disumanizzanti, perverse o stereotipate sugli ebrei, in quanto tali, o sul potere degli ebrei come collettività, ad esempio, ma non esclusivamente, il mito di una cospirazione mondiale ebraica o degli ebrei che controllano i media, l’economia, il governo o altre istituzioni sociali,
- accusare gli ebrei di essere responsabili di comportamenti scorretti, effettivi o immaginari, commessi da una sola persona o da un gruppo ebraico, o addirittura di atti commessi da non ebrei,
- negare il fatto, l’ambito, i meccanismi (ad esempio le camere di gas) o l’intenzionalità del genocidio degli ebrei perpetrato dalla Germania nazionalsocialista e dai suoi sostenitori e complici durante la Seconda guerra mondiale (l’Olocausto),
- accusare gli ebrei come popolo, o Israele come Stato, di aver inventato o esagerato le dimensioni dell’Olocausto,
- accusare i cittadini ebrei di essere più fedeli a Israele, o alle presunte priorità degli ebrei in tutto il mondo, che agli interessi dei propri paesi,
- negare al popolo ebreo il diritto all’autodeterminazione, ad esempio, sostenendo che l’esistenza di uno Stato di Israele è un atteggiamento razzista,
- applicare una doppia misura, imponendo a Israele un comportamento non previsto o non richiesto a qualsiasi altro paese democratico,
- usare simboli e immagini associati con l’antisemitismo classico (ad es. gli ebrei uccisori di Gesù o praticanti rituali cruenti) per caratterizzare Israele o gli israeliani,
- paragonare la politica odierna di Israele a quella dei nazisti,
- ritenere gli ebrei collettivamente responsabili delle azioni dello Stato di Israele.
Gli atti antisemiti sono considerati reati quando sono definiti tali dalla legge (ad esempio il rifiuto dell’Olocausto o la distribuzione di materiale antisemita in alcuni paesi).
Gli atti criminali sono considerati antisemiti quando gli obiettivi degli attacchi, siano essi persone o proprietà, quali edifici, scuole, luoghi di culto e cimiteri, sono scelti perché sono ebrei, o proprietà di ebrei, o sono percepiti come tali, o connessi con gli ebrei.
La discriminazione antisemita è il rifiuto di offrire agli ebrei opportunità o servizi a disposizione degli altri, cosa che è illegale in molti paesi.
Per esempio, la seguente notizia rischia di cadere nel reato per definizione IHRA? Chiedere alla Commissaria:
Clamoroso matrimonio nella politica. Claudio Martelli sposa la piddina Quartapelle
Le pubblicazioni a Milano. Le nozze si terranno a Tel Aviv. Lei è più giovane di 40 anni
Clamorose nozze a sorpresa nel mondo della politica. Claudio Martelli, storico dirigente del Partito socialista e a lungo braccio destro di Bettino Craxi, sposerà a Tel Aviv la deputata del Pd Lia Quartapelle, capogruppo del partito in commissione Esteri alla Camera e, all’epoca del governo Renzi, entrata nel totoministri proprio per la guida del Farnesina, non riuscendo però poi a ottenere l’ambita poltrona.
L’atto di pubblicazione del matrimonio è nell’albo pretorio del Comune di Milano. Per lo storico esponente socialista si tratta delle quarte nozze. Il fidanzamento con la Quartapelle durava da alcuni anni, ora la decisione di fare il grande passo, con la curiosa scelta di celebrare il matrimonio in Israele. Lui ha 76 anni, lei 37.
Felicitazioni ed esultanza per la felicità dei cari padroncini!
Nessun commento è consentito, ovviamente. Siamo entrati in una fase nuova della libertà, gloriosa apertura politica e al dibattito pubblico; si tenga presente che le nuove disposizioni si coniugano con gli ordini – pardon, consigli – impartiti al governo dalle Sardine.
Sardine, Santori propone il daspo per i social: “Chi diffonde odio sul web fuori da piattaforma”
Il leader delle Sardine, Mattia Santori, lancia la proposta di una sorta di daspo per i social network, un sistema – magari da introdurre con la revisione dei decreti sicurezza – per espellere da Facebook e da altre piattaforme chi diffonde odio sul web: “Se qualcuno non è in grado di comportarsi nell’arena pubblica e di rispettare alcune regole non può entrare in quella comunità”.
continua su: https://www.fanpage.it/politica/sardine-santori-propone-il-daspo-per-i-social-chi-diffonde-odio-sul-web-fuori-da-piattaforma/
https://www.fanpage.it/
https://www.fanpage.it/
La prima proposta delle Sardine è dunque: la censura e l’espulsione dalla piazza pubblica.
Naturalmente, si potrà sempre confidare sull’oggettività e l’alto prestigio di cui il nostro ordine giudiziario è gelosissimo custode:
Giuliano Amato : <Il sovranismo, che ha sempre una matrice razzista, rischia di danneggiare l’idea di Europa, e di compromettere la difesa del fondamento delle Costituzioni>
Giuliano Amato, luglio 2018 : <Il sovranismo, che ha sempre una matrice razzista , rischia di danneggiare l’idea di Europa e di compromettere la difesa del fondamento delle Costituzioni>
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