ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 27 febbraio 2020

Jorge pro domo sua..

Mare Nostrum, secondo la mala volontà di Bergoglio




«Il Mare nostrum è il luogo fisico e spirituale nel quale ha preso forma la nostra civiltà, come risultato dell’incontro di popoli diversi. Proprio in virtù della sua conformazione, questo mare obbliga i popoli e le culture che vi si affacciano a una costante prossimità, invitandoli a fare memoria di ciò che li accomuna e a rammentare che solo vivendo nella concordia possono godere delle opportunità che questa regione offre dal punto di vista delle risorse, della bellezza del territorio, delle varie tradizioni umane».

Subito ci si chiede: è una citazione di Cicerone? E’ una citazione di Attilio Regolo? No! E’ una frase di Jorge Mario Bergoglio, pronunciata il 23 febbraio 2020 nel discorso rivolto ai  60 vescovi del Mediterraneo raccolti a Bari dal 19 al 23 sul tema “Mediterraneo, frontiera di pace”.
Che cosa stupisce? La grande ignoranza di Bergoglio della storia o, se si vuole, la grande malafede che dimostra nel manipolare la realtà per pronunciare frasi ad effetto.





“Mare nostrum” è l’espressione usata dai Romani per indicare il Mediterraneo dopo che il loro Impero si estese dalla penisola iberica all’Egitto e alla Siria. E questo a buona ragione: sia perché il mare era compreso entro le terre divenute “romane”, sia perché in quelle terre vigeva un unico regime economico, politico e culturale, quello che i Romani chiamavano “Pax Romana”. Insomma, “Mare nostrum” perché era il mare in cui si bagnava una stessa civiltà, la romana.

Secondo il piemontese-argentino Bergoglio le cose starebbero diversamente: “come risultato dell’incontro di popoli diversi”.
Altro che “incontro”! I Romani combatterono tre guerre tra il III e il II secolo a. C. contro il cartaginese  “popolo diverso” che mirava ugualmente ad avere la supremazia nel Mediterraneo. E quello scontro si svolse tra un tipo di civiltà che si nutriva perfino di sacrifici umani e il nuovo tipo di civiltà di cui Roma era portatrice e che impregna ancora oggi la nostra cultura europea: l’equilibrio tra diritto pubblico e diritto privato.
E non fu casuale l’affermazione della cultura romana, poiché è nell’alveo di essa che fu possibile l’affermazione del cristianesimo, al punto che si può dire che faceva parte del disegno di Dio fare insediare a Roma i Santi Pietro e Paolo.
Fu l’eredità romana che passò in quella che divenne la nuova civiltà cristiana; e questo fu possibile perché Roma  era portatrice di “ordine” contro Cartagine che era portatrice di “disordine”.

Ma lo strafalcione di Bergoglio non è casuale, egli parte da una falsificazione storica per arrivare ad una falsificazione del Vangelo:
«Si può dire che le sue dimensioni siano inversamente proporzionali alla sua grandezza, la quale porta a paragonarlo, più che a un oceano, a un lago, come già fece Giorgio La Pira. Definendolo “il grande lago di Tiberiade”, egli suggerì un’analogia tra il tempo di Gesù e il nostro, tra l’ambiente in cui Lui si muoveva e quello in cui vivono i popoli che oggi lo abitano. E come Gesù operò in un contesto eterogeneo di culture e credenze, così noi ci collochiamo in un quadro poliedrico e multiforme, lacerato da divisioni e diseguaglianze, che ne aumentano l’instabilità».

Lasciamo stare il riferimento a La Pira, suggerito dal cardinale Bassetti all’inizio dell’incontro e che è indicativo di una mentalità laico-sinistra a cui si vuole sottoporre la mentalità cattolica; ma il lago di Tiberiade non rappresentava un “contesto eterogeneo di culture e credenze”, ma semplicemente divideva la terra degli Ebrei (riva est) dalla terra dei pagani (riva ovest), e Gesù si recava ora sull’una ora sull’altra riva per predicare l’unico insegnamento di cui era portatore; basta leggere il Vangelo di San Marco ai capitoli 6 e 8 in cui si racconta delle due moltiplicazioni dei pani.
Quindi, nessun paragone è possibile col Mediterraneo che si collocherebbe in “un quadro poliedrico e multiforme”. Piuttosto, la multiformità delle attuali sponde del Mediterraneo è tale per l’occupazione della sponda sud da parte dell’Islam, che richiama alla memoria la storia di Cartagine e che oggi non trova alcun freno nella Roma moderna, occupata dei neopreti della neochiesa come Bergoglio.

Oggi, Bergoglio, invece di farsi portatore dell’“Ordine”, come fecero i Romani, si fa fomentatore del “disordine”, con il suo sostegno alla migrazione forzata che sta portando milioni di musulmani senza Dio nelle terre europee un tempo cattoliche. E addirittura si fa portatore del sincretismo anticattolico sottoscrivendo documenti blasfemi e contrari al Primo Comandamento con i capi musulmani.
E’ lui stesso che intenzionalmente ricorda il Documento firmato ad Abu Dhabi con lo sceicco di Al Azar:
«Tale incontro muove dalla consapevolezza, fissata nel Documento sulla fratellanza firmato ad Abu Dhabi, che «i veri insegnamenti delle religioni invitano a restare ancorati ai valori della pace; a sostenere i valori della reciproca conoscenza, della fratellanza umana e della convivenza comune».

L’incontro è il chiodo fisso di Bergoglio, dimentico dell’insegnamento di San Paolo:
«Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele?» (2 Cor. VI, 14-15).
Per Bergoglio c’è, non solo collaborazione, ma anche intesa tra Cristo e Beliar, e arriva persino a metterlo per iscritto in un documento pubblico che ha voluto fosse diffuso e studiato nell’intero mondo cattolico: una sorta di “magistero” negativo con tanto di ufficialità che fa pensare ad una sorta di impegno del munus petrino nei confronti dei fedeli. Questo si chiama tradimento e chi tradisce non è degno di alcuna considerazione, solo di condanna.

E a questo chiodo fisso Bergoglio appende la sua ultima trovata pubblicitaria, confezionata a proposito dell’immigrazione forzata che da diverse parti porta in Europa milioni di infedeli, soprattutto musulmani. E’ infatti per coniugare immigrazione, accoglienza e incontro che Bergoglio si è inventato il valore superiore del “meticciato”.
E per introdurre, secondo lui in modo credibile, questa ultima novità, strumentalizza e distorce il Vangelo:
«La settimana scorsa, un artista torinese mi ha inviato un quadretto, fatto con la tecnica del bruciato sopra il legno, sulla fuga in Egitto e c’era un San Giuseppe, non così tranquillo come siamo abituati a vederlo nelle immaginette, ma un San Giuseppe con l’atteggiamento di un rifugiato siriano, col bambino sulle spalle: fa vedere il dolore, senza addolcire il dramma di Gesù Bambino quando dovette fuggire in Egitto. È lo stesso che sta succedendo oggi».

Lo ha già detto altre volte: anche Gesù era un migrante; dimenticando che la Sacra Famiglia si è spostata in Egitto su indicazione dell’Angelo ed è tornata a Nazareth sempre su indicazione dell’Angelo. Gesù non è mai stato un migrante e San Giuseppe non è mai stato un rifugiato siriano, e allora non successe quello “che sta succedendo oggi”, perché passata la strage degli innocenti e il suo autore, Gesù, Maria e Giuseppe tornarono nella bottega da falegname, come se non fosse successo niente, esattamente il contrario di quello “che sta accadendo oggi”.

E la falsità sulla Sacra Famiglia “migrante” è servita a Bergoglio per sventolare il suo “meticciato”:
«Il Mediterraneo ha una vocazione peculiare in tal senso: è il mare del meticciato, “culturalmente sempre aperto all’incontro, al dialogo e alla reciproca inculturazione”».




Una delle sei torri di avvistamento e di difesa costruite a Bari
contro le incursioni dei pirati musulmani

Viene da ridere quando si va col pensiero alle tante “torri di avvistamento e di difesa” disseminate lungo le nostre coste dai nostri padri per guardarsi in tempo dagli attacchi dei “turchi”. Altro che reciproca inculturazione! Altro che “meticciato”! I nostri padri si sono ben guardati dal mischiarsi con i musulmani che scorazzarono per alcuni secoli nel Mar Mediterraneo, fino a combattere delle dure guerre contro di essi per preservare la loro cultura e la loro fede cristiane; e sempre sostenuti dalla Chiesa che, essendo allora cattolica, non osava neanche pensare a mischiarsi con gli infedeli, come fa oggi Bergoglio.

«Le purezze delle razze non hanno futuro. Il messaggio del meticciato ci dice tanto. Essere affacciati sul Mediterraneo rappresenta dunque una straordinaria potenzialità: non lasciamo che a causa di uno spirito nazionalistico, si diffonda la persuasione contraria»

Spirito nazionalistico? Cosa c’entra lo spirito nazionalistico con la volontà di preservare la propria cultura e soprattutto la fede cattolica? E Bergoglio, in malafede, non parla infatti di preservare la fede, non gliene importa niente a lui che persegue l’obiettivo di demolirla. Presuntuoso, oltretutto, perché né lui, né altri che stanno dietro di lui potranno demolire la fede e distruggere la Chiesa… Dio vede e provvede!
Bergoglio parla di “meticciato” e intende dire che è bene mischiare la fede dei fedeli con l’infedeltà degli infedeli. E per far questo: «Solamente il dialogo permette di incontrarsi, di superare pregiudizi e stereotipi, di raccontare e conoscere meglio sé stessi. Il dialogo e quella parola che ho sentito oggi: convivialità».
«Per chi crede nel Vangelo, il dialogo non ha semplicemente un valore antropologico, ma anche teologico. Ascoltare il fratello non è solo un atto di carità, ma anche un modo per mettersi in ascolto dello Spirito di Dio, che certamente opera anche nell’altro e parla al di là dei confini in cui spesso siamo tentati di imbrigliare la verità».

Chi ne avesse voglia potrà commentare come vuole quest’ultima affermazione, noi diciamo solo che essa non è degna di commento, ma di condanna: non si può commentare ciò che è detto in mala fede e al solo scopo di seminare confusione e disordine, lo si può solo condannare!
Ascoltare il fratello è certo un atto d’amore verso il prossimo, ma il fratello di cui parla qui Bergoglio è un nemico di Cristo, un seguace dei falsi dei, e per compiere un atto di carità verso costui non si deve ascoltarlo, ma convertirlo al vero Dio.
Bergoglio invece, contrariamente a quanto dovrebbe essere il suo dovere, vuole dialogare con lui perché questo sarebbe «un modo per mettersi in ascolto dello Spirito di Dio, che certamente opera anche nell’altro e parla al di là dei confini in cui spesso siamo tentati di imbrigliare la verità».

Si noti come Bergoglio aggiunga ad una bugia – lo Spirito di Dio che opera nell’altro – una bestemmia - lo Spirito che parla al di là dei confini in cui… -
Noi non siamo tentati di “imbrigliare la verità”, è la Verità che non ammette tergiversazioni, distinguo ed errori: da un lato ci sta la Verità e dall’altro c’è la menzogna; da un lato c’è la verità di Dio e dall’altro c’è l’errore che contrasta Dio; e questo è l’insegnamento continuo dello Spirito di Dio, che è cosa ben diversa dall’insegnamento dello spirito del Concilio che infiamma il cuore di Jorge Mario Bergoglio. Spirito di menzogna che fa sproloquiare Bergoglio:
«il confronto tra i contenuti delle diverse fedi potrà riguardare non solo le verità credute, ma temi specifici, che diventano punti qualificanti di tutta la dottrina».
«Troppo spesso la storia ha conosciuto contrapposizioni e lotte, fondate sulla distorta persuasione che, contrastando chi non condivide il nostro credo, stiamo difendendo Dio. In realtà, estremismi e fondamentalismi negano la dignità dell’uomo e la sua libertà religiosa, causando un declino morale e incentivando una concezione antagonistica dei rapporti umani. È anche per questo che si rende urgente un incontro più vivo tra le diverse fedi religiose, mosso da un sincero rispetto e da un intento di pace».

Finora, per duemila anni, abbiamo usato i Vangeli per imparare i “punti qualificanti di tutta la dottrina”, da oggi, sproloquia Bergoglio, dovremmo servirci del “confronto tra i contenuti delle diverse fedi”.
Siamo all’apostasia e alla lotta contro Dio che, esaltando “la dignità dell’uomo e la sua libertà religiosa”, pretende di abbandonare l’insegnamento divino trasmessoci dalla Chiesa per sostituirlo con l’insegnamento umano suggeritoci dall’ONU, dal Vaticano II e, in ultima analisi, dal Nemico di Dio e della Chiesa.

Chi può negare, in buona fede, che Bergoglio si rivela essere sempre più al servizio dell’Anticristo, piuttosto che al servizio di Cristo?

di
 Belvecchio

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