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lunedì 24 febbraio 2020

Motu Improprio

L'affondo del Papa: "Populismi? Mi ricordano gli anni '30"

A Bari il Papa ha attaccato i leader populisti: "Mi fa paura sentire discorsi che seminano paura e odio. Mi ricordano i discorsi che si sentivano negli anni '30 del secolo scorso"


Dalla paura incarnata dai leader populisti al pericolo rappresentato dagli estremismi, dalla grande ipocrisia dei governi che parlano di pace e poi vendono le armi in giro per il mondo a un'accoglienza troppo superficiale: questi sono i temi fondamentali affrontati da Papa Francesco nel suo discorso nella Basilica di San Nicola di Bari.
In occasione dell'incontro "Mediterraneo frontiera di pace", il pontefice ha parlato ai vescovi, 60, provenienti da 20 Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum. Il Papa ha definito accoglienza e integrazione “tappe di un processo non facile”; un'operazione “impossibile da affrontare innalzando muri”.
A questo punto Jorge Mario Bergoglio ha proseguito parlando di populismo: “A me fa paura quando ascolto qualche discorso di alcuni leader delle nuove forme di populismo. Mi fa paura sentire discorsi che seminano paura e odio. Mi ricordano i discorsi che si sentivano negli anni '30 del secolo scorso. In tale modo, piuttosto, ci si preclude l'accesso alla ricchezza di cui l'altro è portatore e che costituisce sempre un'occasione di crescita". "Quando si rinnega il desiderio di comunione inscritto nel cuore dell'uomo e nella storia dei popoli – ha specificato il Papa - si contrasta il processo di unificazione della famiglia umana, che già si fa strada tra mille avversità".

Accoglienza, ipocrisia e guerra

In merito all'accoglienza, ha poi aggiunto Bergoglio, “quanti insieme si sporcano le mani per costruire la pace e praticare l'accoglienza, non potranno più combattersi per motivi di fede, ma percorreranno le vie del confronto rispettoso, della solidarietà reciproca, della ricerca dell'unità".
Per quanto riguarda estremismi, fondamentalismi, radicalismi e terrorismo – tutti alimentati dalla “debolezza della politica” e dal “settarismo” - questi concetti “negano la dignità dell'uomo e la sua libertà religiosa”, causando un “declino morale” e incentivando, inoltre “una concezione antagonistica dei rapporti umani”. Ecco perché, a detta del pontefice argentino “si rende urgente un incontro più vivo tra le diverse fedi religiose, mosso da un sincero rispetto e da un intento di pace”.
A proposito di pace, il Papa ha esteso il suo ragionamento anche al “grande peccato di ipocrisia”: “Quando nelle convenzioni internazionali tanti Paesi parlano di pace e poi vendono le armi ai paesi in guerra. Questa è la grande ipocrisia". E proprio la guerra è stata definita “una pazzia alla quale non possiamo rassegnarci”.
È qui che l'ammonimento del Papa si fa più forte: “La guerra, che orienta le risorse all'acquisto di armi e allo sforzo militare, distogliendole dalle funzioni vitali di una società, quali il sostegno alle famiglie, alla sanità e all'istruzione è contraria alla ragione. In altre parole, essa è un'autentica follia, perché è folle distruggere case, ponti, fabbriche, ospedali, uccidere persone e annientare risorse anziché costruire relazioni umane ed economiche. Mai la guerra potrà essere scambiata per normalità o accettata come via ineluttabile per regolare divergenze e interessi contrapposti".

PEZZO GROSSO. DA BARI, IL BERGOGLIO AWARD FOR IGNORANCE.


Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Pezzo Grosso ha letto l’intervento del Pontefice regnante al Convegno di Bari, organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana in tema di Mediterraneo; che come sappiamo, è stato un grosso spot a favore dell’immigrazione incontrollata, della ripresa alla grande del traffico di esseri umani, complici le ONG e l’attuale impresentabile governo, basato su un Parlamento che definire truffaldino è poco; e se possibile, ancora più impresentabile. Tollerato e aiutato da chi al Colle sembra aver abdicato totalmente al suo ruolo di garante dei diritti del popolo ad avere una rappresentanza espressa dal voto, come dovrebbe essere in democrazia. In cui, evidentemente non siamo più. Scusatemi questo sfogo accorato, e leggete che cosa dice di papa Bergoglio e delle sue esternazioni Pezzo Grosso.

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Caro Tosatti. Propongo a Stilum Curiae di istituire un “Bergoglio Award for hypocrisy”.
Nel link qui sotto troverà spiegazione di questa iniziativa. Come leggerà, il Sommo Pontefice ha incontrato a Bari un certo numero di vescovi e patriarchi per l’evento organizzato da Sua Eminenza Reverendissima il supercardinalgeniale Bassetti: “Mediterraneo frontiera per arricchirsi“… Pardon, lapsus, volevo scrivere “Mediterraneo frontiera per la pace”.
Mi scuso moltissimo con il lettore. Mi è scappato…
Mare Nostrum (spiega Bergoglio) è il mare del meticciato, incontro di popolazioni diverse…ecc. A sto punto ho pensato di cambiare il sopracitato premio Bergoglio e chiamarlo “Bergoglio Prize for Ignorance”.
Per un Papa che prende come nome Francesco, è grave non conoscere neppure la storia di san Francesco.
I lettori di Stilum Curiae sanno che quando san Francesco d’Assisi nacque (nel 1182), la mamma lo aveva battezzato Giovanni; il babbo tornando da un viaggio d’affari, lo ribattezzò Francesco (cioè Franco), in onore dei suoi commerci con la Francia.
Il babbo di Francesco, Pietro Bernardone, si era infatti arricchito con commercio di stoffe (che importava e esportava ).
Perché ciò è significativo e pertinente? Perché proprio i tempi di san Francesco erano i tempi delle Crociate (la prima è del 1096) e i Crociati, per andare in Terrasanta, avevano dovuto ripulire il Mediterraneo dai pirati saraceni-musulmani che non permettevano i commerci via nave.
Ergo, il Mare Nostrum era luogo di scontro, non di incontro, tra cristiani e musulmani ed il meticciato era piuttosto dovuto agli stupri perpetrati dai suddetti musulmani a danno delle popolazioni rivierasche.
Dice, sempre a Bari, Papa Francesco che è folle fare guerre invece di costruire relazioni umane e economiche. Forse nei seminari argentini si racconta in modo neogesuitico la storia di Poitiers (anno 732), di Lepanto (1571), di Vienna (1683), dove i cristiani invece di difendersi avrebbero dovuto (secondo Bergoglio), proporre relazioni umane, scambi economici e dialoghi culturali.
Se al posto di Papa San Pio V, ci fosse stato Papa Francesco, oggi non ci sarebbe l’incubo islamico perché avremmo dialogato? Chissà perché San Pio V non aveva pensato, invece di recitare il rosario durante la battaglia di Lepanto, di mandare Carlo Borromeo o Filippo Neri a dialogare con i Turchi.
Chissà, Bergoglio denuncia chi parla di pace e vende armi, forse la famiglia Ghisleri (il cognome di san PioV) fabbricava e vendeva scimitarre?
Dice Bergoglio, sempre a Bari, che –s olo il dialogo permette di superare pregiudizi e conoscere meglio se stessi -. Perbacco ! avevo capito che per conoscere meglio se stesso, Bergoglio avesse utilizzato la psicoanalisi freudiana. Invece dialogava? Magari con Peron? Mah!
E poi aggiunge che si deve scoprire la Teologia della Accoglienza. Perbacco ! credevo volesse proporre la Teologia dello Sfruttamento dei migranti. Sempre a Bari, non si è neppure risparmiato la battuta, degna del grande Spadaro, sui sovranisti–populisti (…fascisti), seminatori di odio.
Lui invece semina amore, tolleranza, rispetto, ma condito da franchezza, lealtà, cultura e visione soprannaturale.
Come sempre. Un vero santo e dotto Papa, cui intitoliamo il “Bergoglio Prize”.

Primo premiato del 2020, con gradimento unanime: Gualtiero Bassetti.
Marco Tosatti
24 Febbraio 2020 Pubblicato da  16 Commenti --

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