Si è aperto il 5 febbraio scorso nella Casina Pio IV alle spalle della Basilica di San Pietro dentro la Città del Vaticano il convegno “Nuove forme di solidarietà, tra inclusione, integrazione e innovazione”. Il workshop è stato impostato sulle tre “i” che stanno a cuore a Papa Francesco. A discutere delle tre “i” sono stati chiamati a raccolta economisti importanti come il nuovo direttore del Fondo monetario Kristalina Georgieva o il premio Nobel Joseph Stiglitz, ministri delle Finanze come l’argentino Martin Guzman e importanti ricercatori di scienze sociali delle principali università cattoliche del mondo per una sorta di “Conferenza di Davos”, ispirata all’enciclica Laudato Sii.
Il convegno si è tenuto presso la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, il cui cancelliere è l’arcivescovo Marcelo Sanchez Sorondo. Jeffrey Sachs, Direttore dell’Istituto della Terra della Columbia University e già direttore del Centro per lo Sviluppo Sostenibile della medesima università, ne è stato l’oratore principale. Sachs ha collaborato con la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali varie volte, ha dato il suo contributo alla Centesimus Annus di papa Giovanni Paolo II (1991), poiché allora era il consigliere esterno della Polonia, da poco uscita dal regime comunista. Data la sua specializzazione nello sviluppo sostenibile, ha dato un apporto fondamentale allo sviluppo della enciclica Laudato si’ di Papa Francesco.
Jeffrey Sachs è l’esponente più autorevole degli “Obiettivi di sviluppo sostenibile” dell’ONU, che egli ha contribuito a redigere. Tali obiettivi includono l’obiettivo di “garantire la salute e i diritti sessuali e riproduttivi universali”, un eufemismo per indicare la legalizzazione dell’aborto su richiesta e per dare ai bambini l’accesso ai farmaci e ai dispositivi anticoncezionali, nonché all’aborto anche senza la conoscenza o il consenso dei genitori.
Sono rimasto basito nel vedere il video dell’intervento del prof. Jeffrey Sachs, perché mi è sembrato di ripiombare negli anni della mia gioventù quando ascoltavo attonito i leader dell’allora Partito Comunista d’Italia (marxista-leninista), nato nel 1966 dalla scissione del PCI perchè gli esponenti di orientamento marxista-leninista rifiutavano la linea revisionista del partito di origine.
Che tristezza vedere Sachs parlare della sua nazione come fosse il peggio tra le nazioni, vomitandole addosso tutto il male possibile, avendo come chiaro obiettivo il Presidente Donald Trump. E che tristezza vedere l’arcivescovo Sorondo sorridere con grande approvazione, battendogli anche le mani. Sono rimasto basito perché è stato proprio Sorondo che nel 2018, di ritorno da un viaggio in Cina, aveva detto che “In questo momento, coloro che meglio stanno attuando la dottrina sociale della Chiesa sono i cinesi”. Una affermazione scioccante ed imbarazzante, vista la violenza del regime cinese, anche nei confronti degli stessi cattolici cinesi, ma soprattutto verso i musulmani uiguri che stanno sperimentando l’internamento di massa nella provincia occidentale dello Xinjiang, come ha ben dimostrato il New York Times con documenti cinesi riservati trapelati.
Eppure è andata così, basta guardare il video, proprio dai primi secondi.
Sachs esordisce dicendo che “il multilateralismo non è minacciato, di per sé, nella maggior parte del mondo. È minacciato a causa degli Stati Uniti, e voglio dirlo chiaramente perché non è un gioco”. E qui scatta la risata compiaciuta dell’arcivescovo Sorondo, e dopo aver annuito, batte pure le mani.
“Gli Stati Uniti sono un problema”, ha continuato Sachs. “È diventato un problema molto più significativo con Donald Trump”.
“Gli Stati Uniti hanno bloccato ogni iniziativa multilaterale degli ultimi anni”, ha detto Sachs. È l’unico Paese che si tira fuori dall’accordo di Parigi sul clima”.
Sachs critica Trump anche per essersi ritirato dall’accordo nucleare JCPOA con l’Iran e per le sue azioni economiche nei confronti della Cina. “Non c’è una guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti”, ha continuato Sachs. “C’è una guerra commerciale degli Stati Uniti contro la Cina – è diverso. Questo è stato un attacco non premeditato”.
Sachs, a tal proposito, non fa alcuna menzione alla concorrenza sleale attuata dalla Cina, che si avvantaggia non solo grazie al mancato rispetto delle norme di protezione del lavoro e della salute, ma grazie ad un vero e proprio sfruttamento delle persone e dell’ambiente. Il prof. Sachs, non cita chi è stato il maggior paese al mondo ad inquinare l’ambiente negli ultimi anni (guardare la grafica).
Sachs ha accusato l’amministrazione Trump di “teppismo” e “completa violazione di ogni regola internazionale” per quanto riguarda il suo impegno militare in Iraq. Ha descritto l’attuale amministrazione statunitense come “bulli” che fanno “volgari minacce” e ha parlato della “palese ostilità di Trump contro tutti”.
E puntando il dito contro il presidente Trump ha detto: “Mi dispiace dirlo, è – è il mio Paese – non sono molto felice di dirlo, ma questa è una potenza imperiale in declino ed è un Paese pericoloso in questo momento. Sarà assolutamente pericoloso se Trump vincerà la rielezione”.
E’ dunque curioso vedere l’arcivescovo Sorondo battere contento le mani ad un globalista come Sachs, un convinto sostenitore dello sviluppo sostenibile da raggiungere anche con le politiche dell’aborto e della contraccezione. E’ curioso vedere Sorondo elogiare la Cina, quella Cina che ha adottato la violenta politica del “figlio unico” imposto con l’aborto forzato, che ha creato uno scompenso notevole nella demografia cinese, di cui oggi gli stessi cinesi ne pagano le conseguenze e riconoscono a denti stretti l’errore. E’ curioso vedere l’arcivescovo Sorondo ridere di gusto quando Sachs dà del “teppista” a Trump, quel Trump che ha adottato misure per impedire che il denaro dei contribuenti statunitensi finanzi l’aborto all’estero, che ha tolto 60 mln di dollari alla più grande multinazionale dell’aborto, la Planned Parenthood, che ha tagliato i finanziamenti al Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione perché collabora con il regime dell’aborto forzato della Cina, che ha sostenuto le Piccole sorelle dei poveri nella loro battaglia per la libertà religiosa, arrivata fino alla Corte Suprema americana, contro l’imposizione dell’assicurazione obbligatoria della contraccezione prevista dall’Obamacare, che è stato il primo Presidente degli Stati Uniti a partecipare alla Marcia per la vita dicendo: “Tutti noi qui comprendiamo una verità eterna: ogni bambino è un dono prezioso e sacro di Dio”.
Ma, evidentemente, il mondo sembra cambiato. Chi difende la vita viene considerato da Sachs un “teppista”, ed è applaudito da un arcivescovo, mentre il governo che difende l’aborto forzato è lodato, sempre dallo stesso arcivescovo, perché quello è il governo che meglio nel mondo attua la Dottrina sociale della Chiesa.
di Sabino Paciolla
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