Un vescovo vaticano ha difeso l’offerta della Santa Comunione al presidente pro-aborto dell’Argentina e alla sua compagna durante la loro recente visita in Vaticano, dicendo che è solo un “problema” per i cattolici statunitensi e per il cardinale Raymond Burke.
Ecco l’intervista a Sorondo fatta da Diane Montagna, pubblicata su Lifesitenews, e qui presentata nella mia traduzione.
Un vescovo vaticano ha difeso l’offerta della Santa Comunione al presidente pro-aborto dell’Argentina e alla sua compagna durante la loro recente visita in Vaticano, dicendo che è solo un “problema” per i cattolici statunitensi e per il cardinale Raymond Burke.
Il vescovo ha accusato questa giornalista di essere una “fanatica” per averlo sfidato.
Nei commenti a LifeSite del 6 febbraio, il vescovo Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, ha sostenuto con forza che il diritto canonico “obbliga” un sacerdote a dare l’Eucaristia ai politici apertamente favorevoli all’aborto che si presentano per la Comunione. Il presule argentino ha detto che solo a chi è stato formalmente scomunicato può essere rifiutato il sacramento.
“Il presidente [argentino] non è scomunicato, quindi posso dargli la Comunione”, ha insistito Mons. Sorondo. Le sue politiche a favore dell’aborto non hanno “nulla a che vedere con questo”, ha detto.
Altre posizioni sono solo “l’opinione di alcuni vescovi del suo Paese”, ha detto il Vescovo Sorondo a questa corrispondente, puntando l’attenzione sul cardinale americano Raymond Burke.
Il Canone 915 del Codice di Diritto Canonico afferma: “Non siano ammessi alla sacra comunione gli scomunicati e gli interdetti, dopo l’irrogazione o la dichiarazione della pena e gli altri che ostinatamente perseverano in peccato grave manifesto”.
Nel febbraio 2007, il cardinale Burke ha scritto un ampio articolo di 55 pagine per la Periodica De Re Canonica intitolato “Canone 915: la disciplina riguardante la negazione della Santa Comunione a coloro che ostinatamente perseverano nel peccato grave manifesto”. Egli è stato a capo della massima corte vaticana per oltre un decennio (2008-2014).
Lo scandalo
Il 31 gennaio è stato diffuso sui social media un video del presidente argentino Alberto Fernandez, 61 anni, e della sua compagna, Fabiola Yanez, 38 anni, che hanno ricevuto la Santa Comunione in una Messa celebrata dal vescovo Sorondo nella cripta della Basilica di San Pietro. Dopo la Messa, Fernandez ha avuto un incontro di 45 minuti con Papa Francesco durante il quale, secondo quanto riferito, la questione dell’aborto non è stata sollevata.
Il nuovo presidente argentino ha fatto della legalizzazione dell’aborto una delle sue priorità politiche. In un incontro con il Papa, Fernandez ha confermato che non si tirerà indietro sulla legalizzazione dell’aborto e ha detto che la proposta di legge sarà inviata al Parlamento il 1° marzo.
Fernandez ha divorziato dalla moglie nel 2005 e dal 2014 vive con l’attrice trentottenne Fabiola Yanez (avendo vissuto con un’altra donna per quasi 10 anni). Dopo la sua elezione nel dicembre 2019, Yañez si è trasferito al Palazzo Presidenziale di Buenos Aires e svolge il ruolo di First Lady, nonostante non siano sposati.
Il video della coppia che riceve la Comunione ha causato uno scandalo internazionale tra i cattolici. Un alto prelato ha detto a LifeSite che diversi argentini hanno espresso il loro shock e sgomento per le azioni dei loro compatrioti.
Un franco scambio
Sulla scia delle polemiche, LifeSite ha incontrato il vescovo Sorondo presso la sede della Pontificia Accademia delle Scienze (PAS) in Vaticano, nel corso di un workshop di due giorni sul Global Education Compact – l’iniziativa di Papa Francesco del maggio 2020 volta a promuovere un “nuovo umanesimo”.
Durante il batti e ribatti (vedi lo scambio completo qui sotto), il vescovo Sorondo ha detto che rifiutare la Santa Comunione a un politico pro-aborto è contrario non solo alla “interpretazione comune della Chiesa”, ma anche “alle conferenze episcopali di Stati Uniti, Italia e Argentina – e al Papa”.
Quando è stato fatto notare che le conferenze episcopali hanno poca autorità in materia, il prelato argentino si è impuntato, giustificando la sua posizione sulla base dei predecessori di papa Francesco.
“Papa Giovanni Paolo II ha dato la Comunione a tutti coloro che sono a favore dell’aborto – tutti i presidenti”, ha detto.
Il cancelliere della PAS ha anche affermato che il cardinale Joseph Ratzinger (che poi è diventato papa Benedetto XVI), come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha inviato una “seconda lettera” ai vescovi degli Stati Uniti “concordando con la conclusione” che “possiamo dare la Comunione ai [politici favorevoli all’aborto] perché non sono scomunicati”.
A fronte dei fatti, l’affermazione del vescovo sul cardinale Ratzinger appare piuttosto leggera. E infatti, il testo principale del cardinale sulla questione si opponeva fortemente a dare la Comunione ai politici pro-aborto.
Nel 2004, il cardinale Ratzinger inviò una lettera dal titolo “Degno di ricevere la Santa Comunione: Principi generali” alla Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB) mentre [i vescovi] discutevano la questione della Comunione per i politici pro-aborto, vista la candidatura presidenziale di John Kerry, un democratico cattolico pro-aborto.
Egli inviò la lettera all’ex cardinale Theodore McCarrick (ora ridotto allo stato laicale per gli abusi sessuali, anche su bambini, ndr), allora arcivescovo di Washington, D.C. e presidente della Task Force USCCB sui vescovi cattolici e i politici cattolici, e al vescovo Wilton Gregory, allora presidente della USCCB (la Conferenza Episcopale USA, ndr), per chiarire la dottrina della Chiesa e assistere i vescovi nella loro riunione del 14-19 giugno a Denver.
Nella lettera il cardinale Ratzinger affermava, sulla base del canone 915 del Codice di diritto canonico:
“Quando la cooperazione formale di una persona diventa manifesta (intesa, nel caso di un politico cattolico, come la sua costante campagna e il suo voto per le leggi permissive sull’aborto e l’eutanasia), il suo Pastore dovrebbe incontrarlo, istruendolo sull’insegnamento della Chiesa, informandolo che non si presenterà alla Santa Comunione fino a quando non metterà fine alla situazione oggettiva del peccato, e avvertendo che altrimenti gli sarà negata l’Eucaristia”.
Ricevuta la lettera di Ratzinger, McCarrick la trattenne [non consegnandola] ai suoi fratelli vescovi, ne mitigò il tenore e ne distorse il contenuto.
“Ero alla riunione, non l’abbiamo mai vista”, ha detto il cardinale Burke a LifeSite nei commenti del 7 febbraio.
A conclusione della riunione del giugno 2004, l’USCCB ha rilasciato una dichiarazione dal titolo “I cattolici nella vita politica”. Il passaggio rilevante riguardante i politici pro-aborto afferma che la “decisione prudenziale” per negare loro la Comunione spetta “al singolo vescovo in accordo con i principi canonici e pastorali stabiliti”.
L’affermazione, seppur debole, rileva che la decisione di un vescovo deve essere “in accordo con i principi canonici e pastorali stabiliti”. Il cardinale Ratzinger aveva fornito questi principi nella sua lettera.
Il cardinale Ratzinger a quanto riportato avrebbe inviato una seconda nota alla USCCB affermando che la loro dichiarazione era “in armonia con” la sua lettera iniziale. Tuttavia [Ratzinger] non era d’accordo, come suggerito da Mons. Sorondo, sul fatto che i vescovi e i sacerdoti “possono dare la Santa Comunione ai politici favorevoli all’aborto”.
Disputare su San Paolo
Il vescovo Sorondo ha ulteriormente sminuito lo scandalo di Fernandez, indicando alla sottoscritta giornalista i politici americani a favore dell’aborto, come l’ex vicepresidente Joe Biden: “è un problema vostro – di nuovo; è un problema dei vostri vescovi, ma non è un problema della Chiesa”.
Pressato dal grave scandalo pubblico causato da un presidente pro-aborto e dalla sua compagna che riceve la Comunione nel cuore della cristianità, il prelato argentino ha detto di aver organizzato la Messa perché Fernandez voleva offrire al suo popolo un “esempio” durante la sua visita a Roma.
Suggerendo che avrebbe potuto parlare con il presidente Fernandez prima della messa, ha detto: “Non ho la possibilità di parlare”.
“Lei è un prete. Poteva cogliere l’occasione”, ho risposto. “Per il bene della sua anima [di Fernandez] – e per il bene della sua anima [Fabiola Yanez, la compagna di Fernandez]. San Paolo è molto chiaro su come possiamo mangiare la [nostra] condanna”, abbiamo detto.
“Sì”, ha risposto il vescovo Sorondo, “ma anche San Paolo è molto chiaro e ha detto: ‘Il mio unico giudice è la mia coscienza’”.
“No, non l’ha detto. Ha detto che il Signore è il mio giudice (cfr. 1 Cor 4, 4)”, ho risposto. Al che Sorondo ha risposto: “Il Signore è il mio giudice, ma il Signore è nella mia coscienza”.
“Ma se non hai una coscienza ben formata, dove la grazia divina è effettivamente attiva, allora la tua coscienza probabilmente ti sta mentendo”, ho detto. “È l’oscurità dell’intelletto”.
Il vescovo Sorondo si è alzato in piedi, ha affermato che questa era solo la mia “interpretazione”, e ha detto che non voleva più parlare.
Un fanatico?
Prima nella nostra intervista, il vescovo Sorondo ed io abbiamo parlato del perché ha permesso al globalista americano e guru del cambiamento climatico, Jeffrey Sachs, di criticare apertamente e ripetutamente il presidente americano Donald Trump negli incontri ospitati dal Vaticano dopo la sua elezione.
Tornando all’argomento del presidente Trump, a quella che si è rivelata la fine della nostra discussione, il vescovo Sorondo ha suggerito di dire al cardinale Burke che almeno il presidente argentino “va a messa” – a differenza del presidente Trump.
“Non è cattolico”, ho detto. “Ma è stato il primo presidente in assoluto ad andare alla Marcia per la Vita con migliaia e migliaia di giovani”.
“Sì, per avere i voti dei cattolici”, ha risposto.
“Sta salvando i bambini”, ho detto. “Sta salvando i bambini”.
Con questo, è stato suggerito che la sottoscritta corrispondente cerca di “capire le idee cattoliche”, non di essere “fanatica” e di “cercare di usare la ragione”. Mons. Sorondo è poi tornato al suo workshop sul Global Pact per l’Educazione.
(a breve questo post sarà aggiornata con l’intera intervista a Sorondo. Stay Tuned!)
Di Sabino Paciolla
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