Sinodo tedesco: «Interpretiamo liberamente il Magistero»
Democratica, femminilizzata, guidata dai laici, mira a sganciarsi dall'insegnamento cattolico e ad approvare il sacerdozio femminile. Così la Chiesa tedesca è solo formalmente soggetta al papato. Ma aumentano i vescovi che denunciano la deriva contraria alla fede, dovuta alla perdita di un rapporto reale con Cristo, e l'eresia alimentata dal silenzio di Roma.
La prima Assemblea generale del Sinodo tedesco ha già indicato chiaramente la linea che si vuole seguire (vedi qui); rigettando la richiesta di cinque vescovi, che domandavano che dai forum non uscissero testi contrari al Magistero della Chiesa, la nuova costituente della “chiesa” tedesca ha chiaramente fatto capire di volersi dedicare a libere interpretazioni – secondo l’espressione utilizzata in conferenza stampa dal cardinal Marx – dell’insegnamento della Chiesa.
L’Assemblea che ha considerato non rilevante la continuità dottrinale, è stata la stessa che ha invece eretto il principio democratico a criterio determinante, con tanto di quote rosa. Infatti non solo tutti i membri del Sinodo godranno del diritto di voto, azzerando d’emblée ogni ordine gerarchico (si noti che il 52% dei membri aventi diritto di voto sono laici, e solo il 30% vescovi), ma addirittura è stata approvata una votazione distinta che tenga conto delle Frauen presenti. Ogni deliberazione finale dell’Assemblea, non dovrà infatti limitarsi ad ottenere i due terzi dei consensi, ma dovrà avere anche l’approvazione della maggioranza delle donne con diritto di voto. Dei 230 aventi diritto di voto, 159 sono uomini, 70 donne e 1 “diverso”. I due terzi dell’Assembla corrispondono a 154 voti; se dunque la quasi totalità degli uomini votasse a favore di una decisione, ma 36 donne fossero contrarie, tale decisione non passerebbe.
Si tratta di una galanteria che non solo ha l’effetto di assolutizzare il ruolo decisionale femminile, ma anche di far prevalere decisamente il voto laicale su quello dei vescovi. È chiaro infatti che, poiché tutte le donne appartengono al laicato presente al Sinodo (almeno fino a quando non giungeranno all’agognata ordinazione femminile), ogni decisione dovrà ottenere la maggioranza di una porzione di membri esclusivamente laica e rosa. Una sorta di potentissimo diritto di veto affidato alle donzelle teutoniche.
La maggioranza del Sinodo tedesco va dunque senza freni verso la disintegrazione di quel poco di “cattolico” che è rimasto. Il dissenso però è crescente. E non c’è solo il cardinal Müller (vedi qui), che ha plasticamente paragonato l’autorità rivendicata dal Sinodo tedesco in corso a quella con cui i nazisti abrogarono la Costituzione di Weimar. Anche il vescovo di Passau, monsignor Stefan Oster, in un’intervista a Passauer Neuen Presse, ha espresso il suo dissenso e la sua preoccupazione (vedi qui), per il fatto che il Sinodo rivela una spaccatura «tra una minoranza di vescovi e laici, che hanno a cuore gli insegnamenti della Chiesa, tra i quali io, e una chiara maggioranza dell’assemblea sinodale che richiede con enfasi cambiamenti, per esempio, riguardo al celibato o al ruolo della donna».
Il cardinal Woelki, in un’intervista a Katolisch.de, è tornato ad esternare la propria perplessità per la piega presa dal Sinodo, denunciando anzitutto una non trasparenza nella fase preparatoria, particolarmente per quanto riguarda i criteri non chiari con cui sono stati scelti gli esperti presenti nei forum, che hanno il compito di preparare il testo che dovrà poi essere dibattuto in aula. Woelki ha poi ribadito la propria preoccupazione per il fatto che il Sinodo ha imboccato una strada in solitaria rispetto al resto della Chiesa; questa osservazione «mi è stata contestata e rimproverata. Adesso possiamo solo attendere. La storia ci farà vedere chi ha avuto ragione. Credo che molti argomenti trattati durante la prima riunione sinodale non siano conciliabili con la fede e con gli insegnamenti della Chiesa universale». Tra i membri sinodali «si crede di poter plasmare una chiesa diversa. Lo sguardo sulla tradizione della Chiesa non ha più un grande peso».
Il cardinale di Colonia ha il sentore che ci sia un’incomprensione di fondo della morale cattolica, una sorta di insofferenza per quella che è frettolosamente liquidata come una mera morale del divieto: «Però se amo una persona, alcune cose diventano per me proibite. Allora non è più una morale del divieto, ma un comandamento dell’amore. La cosa fondamentale nell’evangelizzazione è il rapporto con Cristo. Nel modo con cui io vivo e do forma a questo rapporto con Cristo, ne deriva un’etica dalla quale certe cose vengono di per sé escluse. Durante il cammino sinodale si dovrebbe parlare di Cristo e di come aiutare le persone ad avere un rapporto più profondo con lui. Purtroppo all’inizio di questo cammino sinodale non se ne è parlato molto».
Un altro intervento di sostanza è quello di monsignor Athanasius Schneider sintetizza il cammino sinodale in atto (vedi qui) come la volontà di «confermare per via ufficiale gli errori dottrinali con la loro corrispondente prassi sacramentale e pastorale, che stanno distruggendo spiritualmente la Chiesa cattolica in Germania già da decenni», anche se formalmente tutti i vescovi tedeschi sono ancora sottomessi al Papa.
Il problema fondamentale, secondo Schneider, è che «papa Francesco, con il suo silenzio, sembra tollerare quei vescovi - e soprattutto il cardinale Marx - che lavorano a favore di insegnamenti e prassi eretiche, come per esempio la benedizione delle coppie omosessuali, la santa Comunione ai divorziati risposati, l’appoggio all’ordinazione delle donne». Il Papa ha il dovere di intervenire per «proteggere i “piccoli”, cioè i semplici fedeli, i sacerdoti e i vescovi, le cui voci vengono lentamente soffocate dalla “Nomenklatura” della nuova casta, gnostica e senza fede, dei cosiddetti teologi “scienziati”, dei burocrati e di quei vescovi che si adeguano alla dittatura ideologica dei mass media e della politica».
Secondo il Vescovo ausiliare di Astana, si sta prospettando l’eventualità che «vescovi e sacerdoti di altri paesi non possono più essere in comunione ecclesiale con quei vescovi tedeschi che sostengono dottrine eretiche». Una tale confusione potrebbe essere ulteriormente aggravata dal fatto che «il Papa continui ancora formalmente a riconoscere i vescovi eretici». Una situazione simile si era già verificata in occasione della crisi ariana del IV secolo, quando papa Liberio scomunicò sant’Atanasio ed appoggiò i vescovi semiariani.
Se il Papa dovesse continuare a non intervenire «la Chiesa cattolica in Germania prenderebbe l’aspetto e la realtà della comunione anglicana o di una chiesa protestante».
Articolo con la collaborazione di Maria Stolz
Luisella Scrosati
https://www.lanuovabq.it/it/sinodo-tedesco-interpretiamo-liberamente-il-magistero
Un gruppo di sacerdoti tedeschi, riunitisi sotto la sigla “Communio Veritatis”, lancia parole di fuoco contro il Cammino Sinodale iniziato dai Vescovi tedeschi e da rappresentanti del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi (ZDK), cui non mi sento di aggiungere nulla. Nella loro schiettezza e nella loro appassionata difesa del Magistero rifulgono in mezzo a tante affermazioni ambigue e mezze verità.
Ve lo propongo nella mia traduzione.
Monito agli iniziatori e ai partecipanti
Il cosiddetto Cammino sinodale è un disastro pseudoteologico pieno di falsità e menzogna. Gli iniziatori vogliono evidentemente una Chiesa diversa da quella fondata da Cristo.
Nel documento di lavoro del forum preparatorio “Potere e separazione dei poteri nella Chiesa” (aggiornato al 20.1.2020) si legge: “Un compito decisivo è quello di non vincolare la facoltà di guida e il potere di decisione esclusivamente alla consacrazione, separandolo dalla comunità dei fedeli (communio fidelium), bensì di situare bene tale facoltà e potere nel complesso della Chiesa, che in tutti i suoi membri è il popolo sacerdotale di Dio” (p. 17).
Queste parole mostrano la superbia perniciosa con cui considerate la Chiesa del Signore come vostra proprietà. La vostra arroganza esprime l’esatto opposto di ciò che dice il costante magistero della Chiesa Cattolica:
“Cristo ha istituito la gerarchia ecclesiastica con la missione di pascere il popolo di Dio nel suo nome, e per questo le ha dato autorità. Essa è formata dai ministri sacri: Vescovi, presbiteri, diaconi. Grazie al Sacramento dell’Ordine, i Vescovi e i presbiteri agiscono, nell’esercizio del loro ministero, in nome e in persona di Cristo capo; i diaconi servono il popolo di Dio nella diaconia (servizio) della parola, della liturgia, della carità.” (Compendio CCC 179). ” Il sacerdozio ministeriale differisce essenzialmente dal sacerdozio comune dei fedeli poiché conferisce un potere sacro per il servizio dei fedeli. I ministri ordinati esercitano il loro servizio presso il popolo di Dio attraverso l’insegnamento [munus docendi], il culto divino [munus liturgicum] e il governo pastorale [munus regendi].” (CCC 1592).
Mettete in discussione i comandamenti di Dio e volete essere voi a decidere quale moralità, a vostro modo di vedere, sia accettabile per la maggioranza, al passo coi tempi e ragionevole.
Nel far ciò, invocate anche un “riconoscimento liturgico” di relazioni omosessuali (cfr. documento di lavoro del forum preparatorio “Vivere in relazioni di successo”, aggiornato al 7.1.2020, p. 19). I vescovi, che in diverse occasioni si sono pronunciati a favore della benedizione delle unioni omosessuali, ricevono qui un sostegno efficace mediaticamente dal “Politburo” liberal-sinistroide dei funzionari del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi (ZDK).
Queste desolate richieste sono in palese contraddizione con la Sacra Scrittura e il Catechismo: sulla base della chiara testimonianza biblica, il Magistero della Chiesa cattolica definisce gli atti omosessuali “una grave depravazione” (CCC 2357). Tali pratiche fanno parte dei peccati gravi che offendono gravemente la castità (cfr. CCC 2396) e sono respinte con veemenza dalla Scrittura (cfr. Gen 19, 1-29; Rm 1, 24-27; 1 Cor 6, 9-10; 1 Tm 1, 10).
Sul vostro sito web synodalerweg.de, inoltre, si può leggere l’affermazione ipocrita secondo cui finora non si sarebbe rivolta sufficiente attenzione al significato personale della sessualità. Se fosse stata recepita la teologia del corpo e la dottrina della Communio personarum di San Giovanni Paolo II, bisognerebbe ammettere il contrario. Ma se è proprio dalle vostre fila che in particolare l’Esortazione Apostolica Familiaris Consortio è stata deliberatamente ignorata e combattuta!
Per la Chiesa del Signore, la natura e il significato del matrimonio e della sessualità non derivano dallo spirito del mondo, ma dalla rivelazione di Dio:
“Creando l’uomo e la donna, li ha chiamati nel Matrimonio a un’intima comunione di vita e di amore fra loro” (CCC 337). “L’unione matrimoniale dell’uomo e della donna, fondata e strutturata con leggi proprie dal Creatore, per sua natura è ordinata alla comunione e al bene dei coniugi e alla generazione ed educazione dei figli” (CCC 338).
Poiché è chiaro che avete perso di vista la sequela di Cristo e la prospettiva dell’eternità, non comprendete neanche il necessario segno sacerdotale della dedizione totale a Dio. Come c’era da aspettarsi, secondo la vostra volontà il Rio delle Amazzoni dovrebbe scorrere soprattutto attraverso la Germania. Perciò vi chiedete: “Il celibato è l’unica forma di vita appropriata alla natura del sacerdozio?“ (Documento di lavoro del forum preparatorio “Vita sacerdotale oggi”, aggiornato al 12.9.2019, p. 3). Talvolta fingete una stima di fondo del celibato, per poi rovesciarlo nei fatti con l’introduzione dei cosiddetti viri probati.
In tal modo private la Chiesa del così prezioso dono di grazia, di cui il Signore ha vissuto l’esempio affidandolo alla Chiesa, come Papa Benedetto XVI ha confermato per il nostro tempo con parole notevoli:
“In unità con la grande tradizione ecclesiale, con il Concilio Vaticano II e con i Sommi Pontefici miei predecessori, ribadisco la bellezza e l’importanza di una vita sacerdotale vissuta nel celibato come segno espressivo della dedizione totale ed esclusiva a Cristo, alla Chiesa e al Regno di Dio, e ne confermo quindi l’obbligatorietà per la tradizione latina. Il celibato sacerdotale vissuto con maturità, letizia e dedizione è una grandissima benedizione per la Chiesa e per la stessa società. ” (Esortazione Apostolica post-sinodale Sacramentum Caritatis, 24).
Le intenzioni divisorie degli iniziatori [del Cammino sinodale N.d.T.] sono evidenti anche nell’ambito dell’ordinazione femminile. Nel documento di lavoro del forum preparatorio “Donne nei servizi e nei ministeri della Chiesa” (aggiornato al 23.10.2019) si legge:
“Quanto alla questione dell’ordinazione delle donne a sacerdoti e vescovi, sarà necessario riflettere sugli argomenti teologici che sono avanzati negli scritti dottrinali già disponibili. Qui […] andrà certamente anche tenuto conto di quale carattere vincolante questi scritti dottrinali possano pretendere di avere” (p. 12).
Con questo suggerite che la questione dell’ordinazione non sia ancora stata decisa definitivamente e sia, per così dire, oggetto di una massa da negoziare.
È vero, al contrario, che la risposta a questa domanda è già stata data in modo irrevocabile:
“Pertanto, al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli [cfr. Lc 22,32], dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa.” (Papa Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica Ordinatio sacerdotalis, 4).
Anche i dubbi da voi deliberatamente diffusi sul carattere vincolante di questa dichiarazione dottrinale sono già stati fugati con forza:
“Considerando il chiaro atto di insegnamento del Papa, che è espressamente rivolto a tutta la Chiesa cattolica, tutti i fedeli devono dare il loro consenso all’insegnamento in esso contenuto. A questo proposito, la Congregazione per la Dottrina della Fede, con l’approvazione papale, ha presentato una risposta ufficiale sulla natura di questo consenso. Si tratta di un consenso definitivo, cioè irrevocabile, a una dottrina infallibilmente presentata dalla Chiesa” (CDF, Risposta sulla dottrina presentata nella Lettera Apostolica Ordinatio sacerdotalis).
Nell’odierna festa della Presentazione del Signore, in cui Cristo nostro Dio fu portato al Tempio tra le braccia della sua Immacolata Madre Maria, diciamo agli iniziatori del Cammino sinodale:
Non siete servi della verità, ma moderatori della divisione!
Il vostro programma non è determinato dalla luce di Cristo e della sua Chiesa, ma dall’altare dello spirito dei tempi!
La vostra aspirazione non è di donarvi al Regno di Dio, ma di costruire una chiesa umana orizzontale!
A maggior ragione vogliamo rimanere fedeli a Cristo Signore, servire il costante magistero della Chiesa cattolica e affidarci alla guida della Beata Vergine e Madre di Dio Maria.
Paderborn, Festa della Presentazione del Signore 2020
Circolo sacerdotale Communio veritatis
Alessandra Carboni Riehn
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