ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 10 marzo 2020

Fino a quando ne sentiremo la mancanza?

Il Re si è ritirato. Fino a quando ne sentiremo la mancanza. 

Dal web mi girano questo messaggio illuminante:

LE CHIESE DESERTE E SENZA MINISTRI 

—Dal Diario di Luisa Piccarreta: LIBRO DI CIELO (volume 12, febbraio 12, 1918) 

–Le chiese deserte e senza ministri.…. 

…. il sempre amabile Gesù si faceva vedere afflitto, afflitto, ed io Gli ho detto: “Amore mio, che hai così afflitto?”

E Lui: “Ah, figlia mia! Quando permetto che le chiese restino deserte, i ministri dispersi, le Messe diminuite, significa che i Sacrifizi Mi sono di offese, le preghiere insulti, le adorazioni irriverenze, le confessioni trastulli e senza frutti; quindi, non trovando più gloria mia, anzi offese, né bene loro, non servendomi più, li tolgo. Ma però, questo strappare i ministri dal mio Santuario significa ancora che le cose sono giunte al punto più brutto e che la diversità dei flagelli si moltiplicherà. Quanto è duro l’uomo, quanto è duro!”




Queste parole mi hanno colpito dentro, e personalmente

Quante confessioni “senza frutti” ho fatto nella mia lunga vita. E peggio: qualche Comunione non in grazia.  E infinite “adorazioni” irriverenti perché distratte pensando ad altro, e   ancor più infinite Ostie  prese con facilità, e senza ringraziamento (la mia anima anchilosata è  quasi  incapace di ringraziare)  perché erano disponibili,  e  le ho date per scontate – scontato che sarebbero state  lì, le Ostie sacre, anche domani. E dopodomani.

Adesso che sono irraggiungibili e le Comunioni sono sospese, mi arriva la Sua Voce che spiega il motivo: ho finito per trattarlo come una “cosa”.  E invece, lui è vivo. Anzi il Vivente assoluto. Ed  è lì  nel calice col suo sangue, la sua carne un pezzo di cuore coi globuli bianchi di un Uomo pestato, il Re agonizzante  ma vivente per la nostra salvezza, che è la sua Gloria.

Ora che troppi Sacrifici gli sono offese, e vengono anche da me che mi credo credente,  Egli si è difeso da questi sputi  sottraendoci la sua Comunione. E  con la voce della Picarreta  mi spiega  che in questo ritrarsi, in questo negarsi a noi, è un atto di delicata e suprema carità: per  non aumentare i carboni ardenti sul nostro capo, che ci procuriamo moltiplicando le Comunioni sacrileghe o offensive.  Se lo prendessimo non ci sarebbe di aiuto, ma di condanna.  Per questo si ritrae.  Per il nostro bene,  per non aumentarci il male.

Anche il divieto dei vescovi che hanno cancellato le Messe,   diventa chiaro. I vescovi italiani possono essere individualmente  peccatori orribili o mediocri, o ormai  personalmente increduli e  seguaci di quel loro esoterismo per cui Dio “non manda le punizioni” e  le pestilenze, e però  nemmeno “è Mandrake  con la  bacchetta magica”, quindi è assolutamente inutile anche chiedergli di togliere le pestilenze…  il Dio  umanitario e buono  è completamente inutile…..

Possono essere cattivi, i vescovi (certamente non tutti), peccatori (come me…). Però come corpo incarnano la Chiesa, l’autorità conferita a Pietro e   col Papa, paradossalmente,   la sua infallibilità. E quindi sono  soggetti da una Sapienza che li supera infinitamente. E’ questa  Sapienza infallibile a cui hanno obbedito, senza nemmeno capirlo,  vietando le Messe su tutta l’Italia.

Hanno disposto questo  divieto secondo la Sua volontà, spiegata così limpidamente  alla Picarreta.    Vediamo che “tutto è grazia”, anche quella che ci pare diserzione. L’astuzia  dello Spirito.

Il Vivente non  ci  ha tolto la sua Presenza.

Essa resta là,   protetta dalla porticina d’oro chiusa a chiave. Riposa un poco dalle offese che Gli abbiamo inflitto, dal suo Sacrificio senza frutto per noi.

Ora lo invoco davanti a quella porticina, con l’adorazione che dettò l’angelo della pace ai bambini di Fatima  nel 1916, e il cui significato diventa più chiaro:

«Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io ti adoro profondamente e ti offro il Pre-ziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi, delle indifferenze con le quali Egli è offeso e per i meriti infiniti del Cuore Sacratissimo di Gesù e per l’intercessione del Cuore Immacolato di Maria ti chiedo la conversione dei poveri peccatori»

E  mi  accorgo di non sapere nemmeno adorare. Anche la Comunione spirituale a cosa la riduco? Quando dico “…e come già venuto, ti abbraccio  e tutti ti stringo a me”,  poi non so cosa   dirgli.  Perché in fondo continuo a considerarlo una cosa, la sua natura di Vivente mi sfugge, è una credenza spettrale.

Ne devo fare di strada, per poterlo riavere  con buon diritto.

Questo digiuno eucaristico  cui ci tiene è una  dieta terapeutica. Egli    vuole che lo desideriamo. Che ne sentiamo la mancanza:  prima che come datore di grazie, miracoli  e  guarigioni, come l’Amico vivente .

Questo lo sappiamo di sicuro dall’altra veggente, la vergine stigmatizzata  Anna Caterina Emmerich.  Anche questa l’ho ricevuta via internet; e sapendo che è stata detta  nel 1820, 25 agosto, è impressionante per attualità:

“La gente sembrava non aspettarsi che le porte della chiesa si aprissero; essi volevano solo pregare fuori. Una spinta interiore li aveva condotti là. Ma io mi trovavo nella chiesa e aprii le porte. Essi entrarono, sorpresi e spaventati perché le porte si erano aperte. Mi sembrò che fossi  dietro la porta e che  loro non potessero vedermi.   Non c’era alcun ufficio aperto nella chiesa,  ma le lampade del Santuari erano accese.

La gente pregava tranquillamente. Poi vidi un’apparizione della Madre di Dio, che disse che la tribolazione sarebbe stata molto grande. Aggiunse che queste persone devono pregare ferventemente … Devono pregare soprattutto perché la chiesa delle tenebre abbandoni Roma” .

La tribolazione sarà molto grande, perché  è retribuzione meritata da noi: “Questo strappare i ministri dal mio Santuario significa ancora che le cose sono giunte al punto più brutto e che la diversità dei flagelli si moltiplicherà”.

Ma sappiamo che è grazia e favore divino,  il soffrire di qua per risparmiarci quello di là, dove non è che pianto e stridor di denti. Serve a far nascere in noi “la spinta interiore” che ci farà affollare davanti alla chiesa chiusa, sentendo  la Sua mancanza tanto acutamente da soffrirne.

Attenti a quelli da aiutare

Ché se  poi vi pare che questo sai un discorso da  bigotti senza contatto con la realtà, riporto due commenti a proposito della chiusura anche economica che è stata decretata per l’Italia, senza paracadute alcuno. Perché la UE vuole che tagliamo il debito anche adesso, e  Gualtieri  la rassicura :


 
Guido Crosetto (@GuidoCrosetto):

I messaggi degli imprenditori sono più o meno questi:
– non paga più nessuno
– non ho soldi per gli stipendi
– non ho nemmeno fatture da scontare
– non posso pagare iva
A fianco dell’emergenza sanitaria c’è questo”.

Il governo e burocrati, coi loro stipendioni, si sentono sicuri e  separati. Ed hanno gettato  nella miseria le frange del settore privato che  faticavano giorno per giorno.

Come  una Valeria : “Sto a Treviso. #zonerosse. Ho l’attività chiusa.

Non incasso. Sto tirando la cinghia all’osso. Sono in gravissima difficoltà e non so come tirerò al 3 aprile Le P. Iva non hanno aiuti.
Ieri ho pianto. Tanto. Mi sono rialzata e pianto ancora.
Mi sento sola. Abbandonata”.

Valeria lancia il suo grido come un naufrago un messaggio nella bottiglia nel mare del web.  Come aiutarla?  Le rispondono decine di disperati che sono nelle sue condizioni, ossia la precarietà mascherata da “partita IVA” e con dipendenti da pagare  –  e  certo non hanno i  mezzi di aiutarla.  Come aiutare le migliaia di persone come lei che fra quindici giorni non avranno più nulla e molte si uccideranno?  Non so, accetto suggerimenti:  bisogna organizzare la carità di patria, a livello di  patria

 “Beato l’uomo che ha cura del debole, dice il Salmo, nel giorno della sventura il Signore lo libera” (Sal 41,2).
Sant’Antonio di Padova (ca 1195 – 1231)
francescano, dottore della Chiesa
Quarta domenica dopo la Pentecoste
Intanto, pregare per loro il Vivente perché li preservi  dalla tentazione della morte,e  li soccorra.

    9 commenti 


 https://www.maurizioblondet.it/il-re-si-e-ritirato-fino-a-quando-ne-sentiremo-la-mancanza/

POVERI PASTORI, CHE HAN DIMENTICATO TOMMASO MORO

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, monsignor Ics ci invita a prendere esempio da San Tommaso Moro, nell’affrontare questo momento che sembra così pieno di angoscia e di paure, e in cui molti cattolici non si sentono sorretti, incoraggiati ed esortati a credere nell’aiuto sovrannaturale dai loro pastori. È un messaggio di speranza e di ottimismo cristiano, quello che state per leggere: che non nasconde né minimizza i pericoli e le durezze della realtà, ma ci invita ad affrontarle consapevoli del fatto che Qualcuno ha sofferto e ha vinto la morte. Buona lettura.


§§§

Caro Tosatti. Riflettevo sul suo Stilum Curiae (qui riportato) riferito al comportamento dei Vescovi in questo momento. Poveretti, sono nell’oscurità anche loro.
Son loro che hanno bisogno di voi, cattolici, figli di Dio, forti nella fede
Nel Vangelo di oggi il Signore accusa scribi e farisei perché si son seduti sulla cattedra di Mosè, son preoccupati solo di far bella figura e hanno abbandonato chi era stato loro affidato, lasciandoli “…come pecore senza pastore”.
Dovevano essere “sale e luce” per il popolo loro affidato, e invece hanno lasciato il popolo “senza sale e senza luce”. E loro stessi erano nell’oscurità.
Difficile non pensare subito alla situazione (in allegato) che il suo Stilum Curiae, commenta.
Oggi i pastori sembrano aver perso “lo spirito di servizio” di chi ama e segue il Signore. Manifestamente hanno acquisito altri “spiriti di servizio”, per attività di supposta etica sociale, ma sembrano aver dimenticato lo spirito di servizio necessario ad ottenere frutti soprannaturali, quelli che oggi produrrebbero le grazie speciali necessarie.
Si direbbe che i pastori del gregge di Cristo abbiano perso la capacità di fare il bene spirituale. Poveri!
Siamo in Quaresima, tra poco commemoreremo la Passione, morte e resurrezione del Signore. Tra poco ricorderemo che la Passione di Cristo è stata salvezza per l’intera umanità, nonché che il Signore ha fatto del dolore un mezzo di redenzione.
Tra poco dovremmo meditare che la mortificazione e la penitenza, a cui ci chiama la Quaresima, hanno come scopo principale la corredenzione.
Se oggi i pastori, invece di non far celebrare le Sante Messe e privare dei Sacramenti, canali della Grazia, insegnassero a valorizzare come il “sacrificio coronavirus” ci serva a purificarci e a riparare, quante Grazie potremmo attenderci!
Come potrebbero far crescere spiritualmente il gregge se insegnassero a vivere questi momenti esercitando le virtù umane e soprannaturali, soprattutto fede, speranza, carità, fortezza, ottimismo cristiano….
Aiutando il povero gregge a recuperare la prospettiva soprannaturale e con essa l’influsso reale della grazia nella propria vita.
Venerdì della V° settimana di Quaresima contempleremo l’orazione di Gesù nell’Orto del Getsemani. San Tommaso Moro, in prigione nella torre di Londra in attesa dell’esecuzione, meditò e contemplò questa orazione di Gesù, trovando tutte le forze per affrontare il martirio.
Suggerisco di leggerlo per trovare conforto, coraggio e ottimismo in questo momento. Scrive San Tommaso Moro: “Fatti coraggio…per quanto ti senta impaurito ed assillato dal terrore di tormenti…fatti coraggio, perché anch’io, che sono il vincitore del mondo, al pensiero della mia amarissima e dolorosa Passione, mi son sentito ancora più stanco, triste, impaurito e pieno di intima angoscia..”.
Coraggio amici miei.
Mons. ICS
Marco Tosatti
10 Marzo 2020 Pubblicato da  8 Commenti --

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