Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, si è recato alla basilica della Madonna della Salute, eretta da Baldassarre Longhena a ricordo dell’aiuto celeste durante la peste del 1630. Il caso Brugnaro, ripetuto anche dal sindaco di Sassuolo, è particolarmente significativo. Un comportamento laico e nello stesso tempo religioso
Brugnaro, sindaco di Venezia, in preghiera
Esiste un principio di coerenza che, se gli uomini non ne deviano il corso per motivi di vario interesse, conduce le cose alle loro naturali conclusioni. Ne abbiamo fatto esperienza nei giorni scorsi. Vediamo di cosa si tratta e poi ritorniamo al principio di coerenza.
Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, si è recato alla basilica della Madonna della Salute, eretta da Baldassarre Longhena a ricordo dell’aiuto celeste durante la peste del 1630. Brugnaro indossava la fascia tricolore, non era quindi là a titolo personale, si è inginocchiato davanti all’altare e ha recitato la preghiera composta dal Patriarca Francesco Moraglia. Il sindaco ha messo la civitas di Venezia nelle mani di Dio, per intercessione di Maria. Non è stato un generico appello al divino, un semplice “guardare in su”, come possono fare i fedeli di tante religioni in questo momento difficile, è stata una consacrazione cattolica e politica nello stesso tempo. Anche il cardinale Sepe, a Napoli, ha invocato la protezione di San Gennaro, anche il cardinale Delpini, a Milano, ha pregato la Madonnina del Duomo per la salute e la salvezza della città, anche il vescovo Crepaldi, a Trieste, ha composto una preghiera alla Madonna della Salute chiedendo la sua recita a tutta la diocesi. Ma questi sono vescovi e non sindaci. Il caso Brugnaro, ripetuto anche dal sindaco di Sassuolo, è quindi particolarmente significativo.
Torniamo ora al principio di coerenza. La Nuova Bussola Quotidiana, nei giorni scorsi, ha pubblicato molti interventi decisamente critici verso la decisione di sospendere le messe o, addirittura, di chiudere le chiese. Le principali motivazioni di questa critica nascevano dalla fede cattolica e dall’idea che non c’è un ambito del creato ove sia sospeso il potere del Creatore. Non ci sono piani della realtà autonomi e autosufficienti, in grado di fare da soli nel risolvere i propri problemi e raggiungere i propri fini, perché “nessuno si dà ciò che non ha” e il più non viene dal meno. Per il credente questo è evidente: la salute nel senso sanitario del termine non è autonoma e indipendente dalla salute nel senso di salvezza spirituale e religiosa. Una simile concezione comporterebbe di eliminare la dottrina del peccato originale, che per la dottrina della fede è invece ineliminabile. Comporterebbe anche di considerare gli eventi che stiamo vivendo solo dal punto di vista scientifico-tecnico, privandoci di altre letture simboliche, anagogiche e addirittura di teologia della storia. Ci priverebbe della possibilità di cogliere in questi eventi dei moniti, dei messaggi, degli inviti e appelli di carattere spirituale.
Ma - ecco il punto – questa critica può essere fatta anche dal punto di vista della politica? Delle esigenze del bene comune temporale? Da parte di un sindaco, quindi, oltre che di un vescovo? E così facendo, il sindaco non mescola trono e altare, come si diceva una volta, sacro e profano? È qui che si evidenzia il principio di coerenza: quanto si chiede sulla base della fede, si finisce per chiedere anche sulla base della ragione, in questo caso della ragione politica: la politica ha bisogno di presupposti che non si sa dare da sola e che, quando vengono meno, non sa ricostruire con le proprie mani. Brugnaro, come sindaco, e quindi laicamente, è arrivato alle stesse conclusioni di molti vescovi, non sulla base di suggestioni o pressioni, ma per un principio di coerenza della ragione politica. Piuttosto è da osservare che con la sospensione delle messe e i tentativi di chiudere le chiese, a non rispettare il principio di coerenza sono stati molti uomini di Chiesa. La coerenza alla Brugnaro è implicitamente anche un richiamo alla coerenza verso chi, su questo terreno, avrebbe dovuto partire per primo mentre invece arriva ultimo e tentennante.
Il comportamento del sindaco di Venezia è schiettamente laico e nello stesso tempo religioso. Perché la laicità non consiste nella neutralità rispetto a Dio. Se si pensa la politica in questo modo, allora la politica viene assolutizzata in quanto autosufficiente. Le emergenze come questa che stiamo vivendo mostrano invece in modo inequivocabile che la politica non basta a se stessa: essa deve far fronte a problemi più grandi di lei e, se non fa riferimento anche a strumenti più valenti dei suoi, non ci riesce. La ragione politica, per motivi politici, arriva per coerenza a comprendere che Dio fa parte del bene comune, perché se non c’è il Bene non esistono nemmeno i beni. La ragione politica comprende che senza il Fine ultimo, vengono meno o si annebbiano anche i fini intermedi e la comunità si frammenta in percorsi individuali privi di efficacia. Il sindaco di Venezia si è quindi dimostrato veramente laico.
Quando, nei giorni scorsi, si era preoccupati per la sospensione delle messe, che dava l’idea di una esclusione di Dio dal bene comune, molti avranno pensato che avrebbe dovuto essere la stessa politica a chiedere il mantenimento delle celebrazioni, per motivi politici e per realizzare, come è suo scopo, il bene comune temporale. La politica non ha potere sulla salvezza delle anime, ma la prospettiva della salvezza delle anime è indispensabile alla politica. Ora il principio di coerenza ha condotto il sindaco di Venezia proprio lì.
Stefano Fontana
https://lanuovabq.it/it/i-sindaci-laici-che-pregano-contro-lepidemia
Da un flash della Foxnews.com, nella mia traduzione.
Il presidente Trump, venerdì scorso, ha proclamato una Giornata nazionale di preghiera per questa domenica, poco dopo aver dichiarato lo stato di emergenza nel mezzo della pandemia di coronavirus che si sta diffondendo rapidamente.
“Siamo un Paese che, nel corso della nostra storia, ha guardato a Dio per avere protezione e forza in tempi come questi…”, ha twittato Trump. “Non importa dove siate, vi incoraggio a rivolgervi alla preghiera in un atto di fede. Insieme, avremo la meglio”.
L’annuale Giornata nazionale di preghiera è prevista per il 7 maggio. L’annuncio di Trump è arrivato dopo che ha dichiarato un’emergenza nazionale per la pandemia di coronavirus, oltre alla collaborazione con diverse grandi aziende per espandere i test per la malattia.
Trump ha un grande sostegno da parte dei cristiani bianchi evangelici e degli elettori cattolici. Come presidente, ha difeso la libertà religiosa e ha chiesto maggiori libertà religiose, come il rafforzamento della preghiera nelle scuole pubbliche.
Oltre alle linee guida aggiornate sulla preghiera nelle scuole, l’amministrazione Trump è intervenuta anche in nove agenzie federali, autorizzando norme proposte per garantire che le organizzazioni religiose non siano discriminate dal governo federale.
“In America noi celebriamo la fede. Abbiamo a cuore la religione”, ha detto durante il suo discorso sullo Stato dell’Unione il mese scorso. “Alziamo la voce in preghiera e alziamo gli occhi alla gloria di Dio”.
Di Sabino Paciolla
GOTTI, CORONAVIRUS. LA SFIDA ALLE LEGGI NATURALI È LA RADICE.
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il prof. Ettore Gotti Tedeschi ci ha inviato una terza riflessione sulla realtà che stiamo vivendo, a causa dell’epidemia di coronavirus. Siamo ben lieti di condividerla con voi. Le riflessioni precedenti le potete trovare a questo collegamento e a questo collegamento. Buona lettura.
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Ettore Gotti Tedeschi a Tosatti
Terza riflessione sul coronavirus. Caro Marco, sono solo un economista di fede cattolica, ma vorrei ugualmente proporre ai lettori di Stilum Curiae una terza riflessione “real-spirituale” da fare in questi giorni di reclusione forzata.
Noi dobbiamo tornare a guardare a Cristo scrollandoci di dosso questa indifferenza tragica ed insostenibile a Cristo stesso. Questa indifferenza è la vera origine delle calamità che oggi ci affliggono. Vi propongo alcune spiegazioni su cui riflettere.
– Lo spiegò la Congregazione della Dottrina della Fede (Istr.Libertatis Conscientiae) nel marzo del 1986.Ci avvisava che, negando Dio, il Suo Principio e il Suo Fine, viene alterato l’Ordine della Creazione visibile, quello sociale ed economico…più di così!
– Lo spiegò San Giovanni Paolo II in Sollecitudo Rei Socialis, dove aveva profetizzato che all’uomo troppo immaturo, preoccupato di investire solo in scienza e tecnica, ma non in sapienza, gli strumenti sofisticati sarebbero sfuggiti di mano….più di così!
– Lo spiegò Benedetto XVI in Caritas in Veritate confermando che l’uomo privo di valori di riferimento avrebbe permesso agli strumenti da lui creati di prendere autonomia morale e rivolgersi contro di lui…più di così!
– Cercherò di proporre anch’io una spiegazione. Nonostante questi richiami, abbiamo continuato a vivere come se Dio fosse solo tanto “misericordioso” da permetterci di ignorare o confondere le sue leggi. Questo falso “abbandono” ha anche offuscato la nostra razionalità al punto da non riuscire a capire le vere cause di fondo (di origine morale) di questo virus, ma solo da cercare di limitarne gli effetti. Le cause che vogliamo ignorare stanno nella negazione di leggi naturali, persino quelle riferite alla vita umana (ridotta a esser considerata quale evoluzione di un bacillo) e alle nascite.
Leggi naturali che son state disprezzate, anzi son state sfidate, per dimostrare che non esistono perché non deve esistere un legislatore-Creatore. E questa sfida è stata persa proprio… con un vero bacillo.
Che fare quindi ?
Anzitutto torniamo a guardare a Cristo come le Scritture insegnano. Nel Libro dei Numeri dell’Antico Testamento (Num 21, 4-9) si narra come il popolo di Israele, lasciato l’Egitto, stanco di non trovare la terra promessa, cominciò a mormorare contro Mosè e persino contro il Signore. Per castigarlo il Signore mandò fra loro serpenti velenosi che uccisero molti israeliti. Allora il popolo si pentì e chiese a Mosè di chiedere perdono al Signore. E il Signore disse allora a Mosè di fare un serpente e metterlo sulla cima di un’asta, affinché chi fosse stato morso, ma lo avesse guardato, sarebbe stato salvato.
Nel Nuovo Testamento (Gv 3, 14-15) Nicodemo ricorda questo passo riferendolo a Gesù, spiegando che per esser salvati bisogna innalzare Cristo e guardare a Lui. Come dire: il primo antidoto è sempre in Cristo e nella sua dottrina di salvezza. Elevare Cristo sulla cima di tutte le attività umane avrebbe dovuto essere il nostro compito.
Poi facciamo come gli ammalati del Vangelo che chiedevano a Gesù di guarirli, e riscopriamo il nostro Angelo Custode. Domenica 12 aprile sarà Pasqua di Resurrezione, facciamo in modo che in quel giorno così vicino, gli stessi motivi che oggi ci angosciano possano trasformarsi in motivi di gioia.
Poi verrà Pentecoste e sentiremo ciò che ci suggerirà, per il futuro, lo Spirito Santo.
Ettore Gotti Tedeschi
15 Marzo 2020 1 Commento --
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