Card. Raymond Leo Burke
I cardinali Raymond Burke e Robert Sarah hanno esortato i cattolici a non perdere la speranza durante la pandemia globale di coronavirus e il panico.


“L’assalto prolungato del coronavirus porta naturalmente alla tristezza e alla paura”, ha postato Burke su Twitter. “Ma noi sappiamo che Cristo è il Signore della natura e della storia. Usando mezzi naturali per difenderci dalla pestilenza, non dimentichiamo il nostro principale mezzo di difesa: la preghiera, soprattutto il rosario e l’adorazione eucaristica”.
“Cristo non ci abbandona mai”, ha aggiunto.


Anche Sarah ha esortato i cattolici a pregare e ad avere fiducia nel Signore. 

“Se le circostanze o le disposizioni civili o ecclesiastiche provocate dal coronavirus vi impediscono di andare in chiesa semplicemente per incontrare il Signore o di partecipare all’Eucaristia, sappiate che nessuno, assolutamente nessuno può impedirvi di volgervi verso Dio e di implorare il suo aiuto durante questa grande prova”, ha scritto Sarah, il Prefetto della Congregazione del Culto Divino, in una lettera ai fedeli che ha postato su Twitter.

Ha esortato i fedeli a pregare di più senza stancarsi.

« Je suis heureux de vous rejoindre par ces lignes pour vous encourager à prier davantage et sans vous lasser. »



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“Insieme con un cuore e un’anima sola e uniti nella stessa fede, alziamo le mani verso Dio e supplichiamolo”, ha continuato Sarah. “Affidiamo a lui il mondo e la sua Chiesa. Il suo cuore sarà toccato e ci salverà”.
Di Sabino Paciolla
https://www.sabinopaciolla.com/card-burke-cristo-non-ci-abbandona-mai/

CHIESA DEI BORGIA, E QUELLA DI OGGI. CORONAVIRUS E SIFILIDE…

Cari amici e nemici di Stilum Curiae viviamo e lo sappiamo in tempi difficili, confusi e pericolosi per il corpo e soprattutto per l’anima. E quella che delle anime si dovrebbe occupare – la Chiesa cattolica – troppo spesso sembra in tutt’altre faccende affaccendata (anche se per ora il coronavirus le ha un po’ rotto il giocattolo dell’accoglienza/traffico di umani. Qui Super Ex ci offre un paragone fra i tempi nostri e quelli di un’altra grave crisi del mondo, dell’Europa e della Chiesa. Buona lettura, e buona discussione, che mi aspetto vivace…


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Le analogie storiche vanno prese sempre con le pinze. Ma in qualche caso hanno il loro significato. E quando si parla di crisi della chiesa, il precedente più clamoroso è quello di papa Alessandro VI Borgia, il papa spagnolo, “superbo e sleale”, eletto nell’anno della scoperta dell’America (fu quindi il primo a doversi occupare dell’America latina).
Il grande accusatore di papa Borgia fu l’italiano Girolamo Savonarola, strenuo avversario anche della famiglia dei Medici (che avrebbero dato alla chiesa papa Leone X, il papa dell’epoca di Lutero).
Il Savonarola ebbe sempre chiaro che la chiesa del suo tempo, quella che avrebbe preparato il terreno all’eresiarca tedesco, versava in una malattia mortale. Ancora giovane aveva scritto:
“A terra va san Pietro/ quivi lussuria et ogni preda abunda/che non so come il ciel non si confunda”.
All’età di 33 anni il Savonarola ha un’esperienza interiore e vede le future calamità della Chiesa e dell’Italia: “La Chiesa sarà rinnovata; ma prima l’Italia sarà flagellata; e ciò avverrà presto”.
E’ il 1 agosto 1489: tra qualche anno, nel 1494, i francesi caleranno in Italia, diffondendo tra l’altro, nell’Italia centro settentrionale, la terribile sifilide, e due decenni dopo la chiesa verrà lacerata da Lutero.
Nei giorni della calata francese Savonarola tuona: “O chierica, o chierica, o chierica, a causa tua è sorta questa tempesta; o chierica che sei la principale cagione di questi mali…per i tuoi peccati sono apparecchiate molte tribolazioni…”.
Vediamo di tracciare il parallelo, senza voler proporre nulla più che una suggestione.
C’è qualcosa di simile tra l’Umanesimo dell’epoca dei Borgia e il “nuovo umanesimo” di cui parla Bergoglio: l’uomo al posto di Dio, anche tra i chierici;
c’è somiglianza tra la scarsa devozione e la corruzione morale del clero di allora e i continui scandali di fede e sessuali cui assistiamo da tempo;
fa riflettere, nei giorni in cui imperversa il cosiddetto “nuovo coronavirus” (“un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo. In particolare quello denominato provvisoriamente all’inizio dell’epidemia 2019-nCoV, non è mai stato identificato prima di essere segnalato a Wuhan, Cina a dicembre 2019”, http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=5337&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto), il propagarsi, allora, della sifilide: diffusasi presto in tutto il mondo -dopo la prima globalizzazione dovuta alla scoperta dell’America-, era una malattia nuova, inaudita (secondo alcuni una malattia della pecora che riuscì a compiere il salto da una specie all’altra in conseguenza di un contatto sessuale), come lo sarebbe stato anche l’Aids…
Marco Tosatti19 Marzo 2020 Pubblicato da  1 Commento --