Parroci multati in processione, Messe interrotte, fedeli segnalati, preti sanzionati: almeno 40 casi sotto la lente ai quali si aggiungono molti episodi che non sono finiti sui giornali. Ora per loro c'è un pool di avvocati che sta studiando una class action. «In tutti i casi è un abuso: le violazioni sono inesistenti. Al parroco di Rocca Imperiale abbiamo detto di non pagare». Ecco perché la "polizia religiosa" ha compresso la libertà di culto.
A metterle in fila a una a una si resta davvero sbalorditi, soprattutto se si pensa che è avvenuto in meno di un mese. Sono le sanzioni amministrative comminate a sacerdoti o fedeli nel corso di questo mese da solerti poliziotti o carabinieri con eccesso di zelo e dalla vena anticlericale facile. Vederle tutte insieme come un elenco della spesa fa una certa
impressione: ci sono anche i casi raccontati dalla Nuova BQ di Rocca Imperiale, di Cerveteri, di Sulmona, di Cassano d'Adda, di Giulianova, di Formia e ancora: Frascati, Brescia e Verona. Ma anche le Messe interrotte di cui hanno dato conto solo i giornali locali: Sassari, Livorno, Lecce, Sanremo. Insomma: un giro d’Italia poco onorevole per le forze dell’ordine e per il governo che le ha “armate”.
Il catalogo piuttosto lungo, almeno 40 episodi, di quelli noti ai giornali ma chissà quanti non usciti pubblicamente, fa comprendere perché un gruppo di legali riunito in comitato, con in testa l’avvocato Francesco Fontana del Foro di Milano, abbia intravisto la necessità di una class action.
Una class action per tutti quei preti che hanno ricevuto multe ingiuste durante l’esercizio del loro ministero. E che hanno dovuto subire una limitazione del culto che sì, visti i toni, ha toccato toni da persecuzione.
A dirlo alla Nuova BQ è proprio Fontana che ha spiegato i contorni dell’operazione di una tutela legale collettiva ancora in nuce ma che presto potrebbe vedere numerosi casi.
Avvocato, i casi di abusi che documentate sono concreti?
Sì, anche se di molti casi ci mancano i verbali. Per questo chiedo ai sacerdoti di inviarceli anche via posta elettronica (scrivere a fontana.avvocato@gmail.com) perché si tratta di modalità comuni.
Per far partire una class action?
Sì. È ancora presto per definire le modalità, ma le caratteristiche della class action ci sono tutte: un interesse diffuso rispetto a quanto viene rivelato come un abuso, il fatto che siano stati danneggiati più soggetti e la possibilità di eventuali azioni risarcitorie.
Sarebbe la prima volta in Italia, giusto?
Per una limitazione della libertà di culto assolutamente sì. Per questo ci dovrebbe essere anche contestualmente un appello ai vescovi perché prendano posizione.
Crede che lo faranno?
Il mio timore è che la priorità di certi pastori non sia la salus animarum ma quella fisica.
Come interverreste sui singoli casi? Ad esempio, che cosa direste al parroco di Rocca Imperiale?
Lo abbiamo contattato e gli abbiamo già suggerito di non pagare la sanzione di 280 euro o 400, se dovesse scadere il mese.
Perché?
Perché è evidente che la motivazione non regge. Il verbale dice: “Sebbene lo spostamento non fosse motivato da ragioni lavorative”. Il punto è proprio che il sacerdote, uscendo da solo con la processione del Cristo miracoloso, stava proprio svolgendo il suo ministero che nella nota del Viminale del 27 marzo scorso è proprio equiparato a un lavoro.
In fondo però si tratta di multe, quindi non di reati veri e propri.
Ma dal punto di vista del ricorso è tecnicamente più difficile opporvisi dato che essendo tutte sanzioni amministrative paradossalmente hanno variabili e le soluzioni più lunghe, mentre nel penale il ricorso davanti al giudice è più immediato. In più, trattandosi di violazioni infondate bisogna anche dimostrarlo.
A Formia il sacerdote è stato multato perché non ha distribuito la Comunione con guanti e mascherine.
E questo poi è addirittura folle dato che non si troverà un giudice disposto a trovare una legge che indichi certe misure che non sono previste.
In generale si può sostenere che in tutti i casi ci sia stato un abuso?
Sì, facendo leva sul diritto di culto che è stato compresso: si apre un ambito nuovissimo e inesplorato di ingerenza della legislazione italiana nella vita della Chiesa che contraddice il Concordato, al quale non abbiamo mai assistito.
Il Concordato per la verità è un miraggio, qua ci stiamo affidando a un DPCM…
Che tra l’altro ha bypassato il vaglio parlamentare, stiamo parlando di un decreto del presidente del Consiglio dei ministri in cui tra l’altro c’è anche molta confusione normativa.
Spera che i preti si facciano vivi?
Sì, alcuni ci hanno già contattato per avere qualche dritta su come comportarsi. Ma in generale bisogna che i sacerdoti abbandonino l’eccesso di timore reverenziale nei confronti delle istituzioni.
In che senso?
Sono stati abbandonati al caos e alla fine rischiano di concepirsi come funzionari dello Stato.
Quali sono i codici o le leggi che utilizzerete?
Prevalentemente l’accordo tra Stato italiano e Santa Sede che all’art. 5,2 stabilisce che «Salvo i casi di urgente necessità, la forza pubblica non potrà entrare, per l’esercizio delle sue funzioni, negli edifici aperti al culto, senza averne dato previo avviso all’autorità ecclesiastica». Tra l’altro è punito dal codice penale «chiunque impedisce o turba l’esercizio di funzioni, cerimonie o pratiche religiose del culto di una confessione religiosa».
Eppure, potrebbero sempre giustificarsi dicendo che le chiese sono aperte al culto privato…
Le chiese sono destinate al culto pubblico e non a quello privato o domestico e, dunque, la loro apertura attiene all’esercizio legittimo delle attività religiose garantito dagli accordi tra Stato e Chiesa, dalla stessa Costituzione e da tutta la legislazione italiana, che tutelano la partecipazione spirituale e la preghiera in ogni sua forma quale espressione della libertà religiosa.
Andrea Zambrano
https://lanuovabq.it/it/messe-interrotte-e-preti-multati-parte-la-class-action
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https://lanuovabq.it/it
ITALIANI, SE ACCETTATE ANCHE QUESTO…
Portano la figlia di 8 anni a un controllo post-trapianto ma vengono multati dalla Polizia stradale sull’Aurelia prima di Livorno per aver contravvenuto alle disposizioni sulle misure di contenimento per l’emergenza sanitaria da Coronavirus. La sanzione è di 533 euro.
Qui il papà che racconta
Ricapitolo:
Hai una bambina di 8 anni malata di cancro. Ha subito il supplizio di un trapianto di midollo. La devi portare in visita a Pisa. Ci vai con la mamma e il fratellino – persone con cui convivi nella stessa casa, quindi se in pericolo di infettarsi a vicenda, è stato già realizzato (ed escluso) fra le mura domestiche. Per di più, tu papà sei in cassa integrazione, a 500 euro al mese. Poliziotti ti fermano nel percorso di ritorno a casa e ti infliggono 533 euro di multa perché “in auto siete in troppi” e fuori dai confini della vostra località.
Solo pochi mesi prima, dei poliziotti (e carabinieri) italiani conoscevamo un certo spirito di umanità, di comprensione per le disgrazie con cui venivano in contatto; magari anche solo la capacità di discernere il ragionevole e l’umano dall’assurdo e irrazionale, il caso di necessità, o almeno che hai a che fare con un incensurato capo famiglia la cui pericolosità sociale è nulla. Su quella umanità delle nostre polizie fidavamo; non erano nemiche della povera gente e dai cittadini comuni.
Ora, scopriamo che i nostri poliziotti si sono trasformati in un corpo privo di un minimo senso se non di umanità, di compassione sentimentale a cui si possa fare appello; insensibili robot applicanti con crudeltà meccanica una norma assurda, irragionevole fino alla demenza, imposta da un governo illegittimo fino alla radice: non si deve uscire coi propri figli, ma col cane sì.
Un capo di regione che rende obbligatori i vaccini (completamente inutili) ai 65 enni. Elicotteri che si alzano per braccare un incensurato che cammina o corre sulla spiaggia deserta, il luogo dove sicuramente non può infettare né se stesso né altri. E miriadi di piccoli casi che identificano l’attuale regime come la Dittatura della Sragione: gli autolavaggi sono aperti, ma chi li usa viene multato. I bambini devono essere chiusi in casa. Non si deve salire in quattro sulla terrazza del condominio. Nessuno deve andare in un parco pubblico: tutti divieti che non valgono per i nuovi immigrati clandestini, non solo liberi di andare dove pare lkoro, ma ospirtati in alberghi con piscine e in navi da crociera al costo di 400 euro a persona. ù
E’ troppo evidente che queste imposizioni dementi nulla hanno a che fare con il contenimento della (supposta) epidemia, il loro vero scopo è esercitare la l’oppressione e il sopruso fini a se stessi. E stringere sempre più le viti della gabbia, in preparazione al momento in cui, per avere la “libertà” di uscire a lavorare, salire su un treno o su un aereo, invocheremo la vaccinazione di Bill Gates: inutile per immunizzarci, ma necessaria burocraticamente come “Certificato di Immunità Personale” (Segno della Bestia) per avere il diritto di vivere – in miseria – nel GuLag manicomiale instaurato sull’Italia dal regime degli Zingaretti, dei Gualtieri, dei Delrio,e dai loro “tecnici” e “scienziati”.
L’effetto della cancellazione nelle coscienze – anche degli oppressi – di ogni minima memoria di Cristo e di cristianesimo, ha reso possibile questo. La società italiana assume nel modo sempre più compiuto la definizione del totalitarismo per Orwell : “Se vuoi un’immagine del futuro, immagina uno stivale che schiaccia una faccia umana, per sempre”.
Ha ragione l’amico Paolo Sensini, grande cronista e storico dei totalitarismi, coglie l’essenza e lo scopo del regime dell’Oppressione attraverso la Demenza::
“È la Regione che da sola produce quasi un terzo del PIL italiano e che rappresenta la settima area produttiva d’Europa, con un residuo fiscale verso lo Stato centrale di circa 54 miliardi di euro annui, ma questi parassiti professionali che sanno unicamente dilapidare i soldi dei contribuenti vorrebbero “commissariarla”. Proprio adesso, da veri sciacalli quali sono, si avventano sulla preda nel momento di massima difficoltà! Altro che virus, per energumeni così non esiste vaccino possibile…
“Ci stanno provando da anni e anni a introdurre la cittadinanza italiana per milioni d’immigrati. Il che significherebbe guadagnare d’un botto enormi quantità di voti a favore della sinistra e scaricare l’intero peso economico dell’operazione sul gobbo dei contribuenti. Così dopo le ipotesi di Ius Soli, poi camuffato in Ius Culturae ecco adesso la nuova pensata direttamente dai campi della ministra agricola in quota Renzi, lo Ius Pomodoris.
“In questa atmosfera irrazionale e di paura resa possibile dalla totale mancanza di cultura scientifica, l’applicazione del diktat diventa un articolo di credo, spesso imposto più dai fedeli (i solerti sceriffi dai balconi). Si chiudono parchi e aree balneari, si inviano i droni per individuare pericolosi camminatori solitari e gente che pranza sul balcone di casa, si inviano elicotteri per stanare bagnanti e nuotatori. E così si rimane agli arresti domiciliari non per evitare il virus, ma per non mettere in discussione l’autorità del governo a cui la società ha appaltato la propria salvaguardia. L’ignoranza gonfia la paura che cerca di placarsi nel sacrificio della libertà e nella totale sottomissione all’autorità dello Stato. L’applicazione rigida della legge veicolata dalla tv giorno per giorno, ora per ora, diventa così il pretesto per sfogare invidie, rivalità, complessi di inferiorità, asti campanilistici. E così ognuno rimane imprigionato a casa macerando nella propria impotenza e accettando una dittatura di fatto, anche se i media rassicurano del contrario. “Restate a casa per il vostro bene!”, ripetono in continuazione le trombette di regime, e intanto muore quel poco di libertà che ancora rimaneva”
Ha ragione l’amico Enrico Galoppini: Si deve entrare nell’ordine di idee che tutto questo baraccone carcerario è stato messo su per fare la guerra alla gente normale”. E’ al padre di famiglia disoccupato con la bambina ammalata, che lo stivale schiaccia la faccia –per sempre, perché tutti gli altri, tutti i normali a cui già si schiaccia la faccia, accettano e perfino approvano questo Gulag della Sragione.
Perché questo succederà a voi, anzi sta già succedendo. Siete già in un gulag sterilizzato di ogni briciola di pietà cristiana, di solidarietà fra vittime, sorvegliato da poliziotti capaci di tutto, tranne che di comprensione: gente che credevamo di conoscere come concittadini, e invece sono occupanti stranieri che schiacciano il volo umano coi loro stivali .
Si rilegga questo:
Il processo di lobotomizzazione è quasi compiuto…
Il processo di lobotomizzazione è quasi compiuto…
Come è stato possibile, mi chiedevo, per una nazione intera piegarsi alla volontà di un solo pazzo criminale?
Come era possibile, mi chiedevo studiando il processo di Norimberga, che dalle accuse per i crimini commessi contro l’umanità, i nazisti si difendessero asserendo, candidamente, di aver solo obbedito agli ordini?
Oggi lo capisco. Perché con i miei stessi occhi vedo l’inclinazione al conformismo e la spaventosa forgiabilità delle masse. La loro totale attitudine alla de-responsabilizzazione, all’abbandono della capacità critica, all’inerzia, alla pigrizia intellettuale. Costa troppa fatica porsi domande, andare a cercare fonti differenti, comparare dati, prendersi la responsabilità delle proprie scelte, vero? Meglio fare quello che ci dicono gli altri – o meglio, che ci impongono -, così se sbagliamo… in fondo la colpa non è nostra. Meglio rivestire il ruolo dei bravi soldatini, per poter poi rispondere dei propri errori con: “ho solo obbedito agli ordini”. Codardi.
Viviamo in uno Stato con un Capo del Governo eletto da nessuno dove i diritti costituzionali sono stati soppressi.
L’art. 16 della Costituzione garantisce la libertà di movimento. Soppresso. Soppresse anche le uscite negli spazi verdi in solitaria, senza alcuna esigenza reale. Perché, Signor Ministro? Perché voi italiani sieti degli imbecilli e non possiamo darvi alcuna fiducia. Così è.
La massa applaude.
L’art. 17 della Costituzione garantisce il diritto a riunirsi. Soppresso. Perché c’è un virus pericoloso, lo dicono i medici che contano. E chi sono i medici che contano, Signor Ministro? Quelli che decidiamo noi. E gli altri medici con pareri discordanti? Radiati.
La massa applaude.
L’art. 21 della Costituzione garantisce a “TUTTI il diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Ma la RAI, il più potente mezzo governativo di comunicazione di massa, istituisce una task force (termine militaresco) per censurare le fake news sul Coronavirus. Agcom (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) lancia pure una task force sulle piattaforme online e i big data per censurare le fake news sul Coronavirus. Facebook, nell’ambito di questa sorveglianza sulle libertà, si allinea e consente tramite WhatsApp di segnalare le fake news sul Coronavirus. E quali sono, Signor Ministro, le fake news? Quelle che stabilisce lo Stato, e cioè ogni pensiero che contraddica o metta in discussione le misure adottate dal Governo.
La massa applaude.
Chi si pone domande o adotta comportamenti non in linea con le disposizioni governative va censurato, radiato e sanzionato penalmente. Oggi viviamo in un paese dove una persona che esce di casa per una passeggiata nei boschi, una persona sana che non ha arrecato danni a nessuno – attenzione – è equiparata e perseguitata al pari di un criminale. Viviamo in un paese dove è stato soppresso il principio giuridico della “presunzione di innocenza”, principio già teorizzato nel 1764 nelle opere di Pietro Verri e Cesare Beccaria. Principio secondo cui la regola di giudizio impone di assolvere l’imputato, se non ne sia stata dimostrata dall’accusa la responsabilità, al di là di ogni ragionevole dubbio. Oggi invece ci ritroviamo condanne penali a prescindere, pur non avendo cagionato danni a nessuno, al di là di ogni ragionevole dubbio.
E la massa applaude.
Eppure.
Il presidente dell’ISTAT, Gian Carlo Blangiardo, ha fatto presente che i morti per malattie respiratorie sono stati:
– a marzo del 2017: 15.189
– a marzo del 2016: 16.220
Ovvero più di 12.352, che è il corrispondente numero di decessi per Covid, a marzo del 2020.
16.220 (2016)
15.189 (2017)
12.352 (2020)
Nel 2017 in Italia sono morte più di 53.000 persone a causa di malattie del sistema respiratorio. Per non parlare delle principali cause di morte:
– più di 230.000 decessi per malattie del sistema circolatorio (ischemie, infarti, problemi del cuore, ecc.)
– 180.085 decessi per tumori
Malattie per le quali esiste la prevenzione. Ma il Governo cosa fa? Tiene aperte le tabaccherie, autorizza la vendita di alcolici e non fornisce alcuna significativa indicazione per un’alimentazione e uno stile di vita sani.
Già. La massa continui pure a ingozzarsi di TV, a commentare il presunto charme del Premier e a stracciarsi le vesti al grido #iorestoacasa. In attesa del vaccino, ovviamente. Tant’è, da noi esiste anche la coercizione al trattamento sanitario obbligario. Ma a cosa vi serve più l’obbligo? Vi siete trasformati nei bravi Ufficiali di Polizia. E andrete in fila indiana a prendere la vostra dose. Il processo di lobotomizzazione è quasi compiuto.
Come è stato possibile, mi chiedevo, per una nazione intera piegarsi alla volontà di un solo pazzo criminale?
Come era possibile, mi chiedevo studiando il processo di Norimberga, che dalle accuse per i crimini commessi contro l’umanità, i nazisti si difendessero asserendo, candidamente, di aver solo obbedito agli ordini?
Oggi lo capisco. Perché con i miei stessi occhi vedo l’inclinazione al conformismo e la spaventosa forgiabilità delle masse. La loro totale attitudine alla de-responsabilizzazione, all’abbandono della capacità critica, all’inerzia, alla pigrizia intellettuale. Costa troppa fatica porsi domande, andare a cercare fonti differenti, comparare dati, prendersi la responsabilità delle proprie scelte, vero? Meglio fare quello che ci dicono gli altri – o meglio, che ci impongono -, così se sbagliamo… in fondo la colpa non è nostra. Meglio rivestire il ruolo dei bravi soldatini, per poter poi rispondere dei propri errori con: “ho solo obbedito agli ordini”. Codardi.
Viviamo in uno Stato con un Capo del Governo eletto da nessuno dove i diritti costituzionali sono stati soppressi.
L’art. 16 della Costituzione garantisce la libertà di movimento. Soppresso. Soppresse anche le uscite negli spazi verdi in solitaria, senza alcuna esigenza reale. Perché, Signor Ministro? Perché voi italiani sieti degli imbecilli e non possiamo darvi alcuna fiducia. Così è.
La massa applaude.
L’art. 17 della Costituzione garantisce il diritto a riunirsi. Soppresso. Perché c’è un virus pericoloso, lo dicono i medici che contano. E chi sono i medici che contano, Signor Ministro? Quelli che decidiamo noi. E gli altri medici con pareri discordanti? Radiati.
La massa applaude.
L’art. 21 della Costituzione garantisce a “TUTTI il diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Ma la RAI, il più potente mezzo governativo di comunicazione di massa, istituisce una task force (termine militaresco) per censurare le fake news sul Coronavirus. Agcom (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) lancia pure una task force sulle piattaforme online e i big data per censurare le fake news sul Coronavirus. Facebook, nell’ambito di questa sorveglianza sulle libertà, si allinea e consente tramite WhatsApp di segnalare le fake news sul Coronavirus. E quali sono, Signor Ministro, le fake news? Quelle che stabilisce lo Stato, e cioè ogni pensiero che contraddica o metta in discussione le misure adottate dal Governo.
La massa applaude.
Chi si pone domande o adotta comportamenti non in linea con le disposizioni governative va censurato, radiato e sanzionato penalmente. Oggi viviamo in un paese dove una persona che esce di casa per una passeggiata nei boschi, una persona sana che non ha arrecato danni a nessuno – attenzione – è equiparata e perseguitata al pari di un criminale. Viviamo in un paese dove è stato soppresso il principio giuridico della “presunzione di innocenza”, principio già teorizzato nel 1764 nelle opere di Pietro Verri e Cesare Beccaria. Principio secondo cui la regola di giudizio impone di assolvere l’imputato, se non ne sia stata dimostrata dall’accusa la responsabilità, al di là di ogni ragionevole dubbio. Oggi invece ci ritroviamo condanne penali a prescindere, pur non avendo cagionato danni a nessuno, al di là di ogni ragionevole dubbio.
E la massa applaude.
Eppure.
Il presidente dell’ISTAT, Gian Carlo Blangiardo, ha fatto presente che i morti per malattie respiratorie sono stati:
– a marzo del 2017: 15.189
– a marzo del 2016: 16.220
Ovvero più di 12.352, che è il corrispondente numero di decessi per Covid, a marzo del 2020.
16.220 (2016)
15.189 (2017)
12.352 (2020)
Nel 2017 in Italia sono morte più di 53.000 persone a causa di malattie del sistema respiratorio. Per non parlare delle principali cause di morte:
– più di 230.000 decessi per malattie del sistema circolatorio (ischemie, infarti, problemi del cuore, ecc.)
– 180.085 decessi per tumori
Malattie per le quali esiste la prevenzione. Ma il Governo cosa fa? Tiene aperte le tabaccherie, autorizza la vendita di alcolici e non fornisce alcuna significativa indicazione per un’alimentazione e uno stile di vita sani.
Già. La massa continui pure a ingozzarsi di TV, a commentare il presunto charme del Premier e a stracciarsi le vesti al grido #iorestoacasa. In attesa del vaccino, ovviamente. Tant’è, da noi esiste anche la coercizione al trattamento sanitario obbligario. Ma a cosa vi serve più l’obbligo? Vi siete trasformati nei bravi Ufficiali di Polizia. E andrete in fila indiana a prendere la vostra dose. Il processo di lobotomizzazione è quasi compiuto.
Solo una piccola correzione: da ciò che mi raccontava mia madre , che visse nella Repubblica sociale presso Sesto San Giovanni, le SS stesse che controllavano le fabbriche milanesi non avrebbero fatto quel che hanno fatto i poliziotti alla famiglia toscana. Sapevano distinguere fra partigiani e milanesi che andavano al lavoro. Erano accessibili raramente alla pietà, ma almeno alla ragione. Davanti ad una bambina malata di cancro, avrebbero fatto da scorta.
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