ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 11 aprile 2020

Ora come allora?

TEMPO DI CORONAVIRUS
Monte Berico, la peste e la pedagogia di Maria

Oltre seicento anni fa la Madonna è apparsa a Monte Berico: "Costruite un Santuario, pregate e la peste cesserà". Dopo due anni di resistenza, autorità civili e religiose obbedirono e la peste, che era aumentata, cessò. In questa vicenda giace tutta la semplicissima pedagogia di Maria: nell'obbedienza a Dio vi è la strada per la liberazione da ogni male. 


Il linguaggio di Maria è limpido, la sua pedagogia è incredibilmente semplice. Tra le braccia di Maria siamo tutti figli ma, ancor più, siamo tutti bambini. Ecco perché la Madre di Dio, anche in questa Pandemia così dolorosa e apparentemente insormontabile, che colpisce l’Italia e il mondo, ci mostra la via della salvezza con la stessa pace e naturalezza con cui una mamma porge il latte al suo piccolo.


Lo fa oggi come seicento anni fa a Monte Berico, un piccolo colle che sovrasta la città di Vicenza. E’ qui infatti che sorge il più noto Santuario mariano del Veneto, oggi meta di pellegrini da tutto il mondo. E’ grazie alla storia di questo santuario che la Madonna di Monte Berico, detta anche Madre della Misericordia diverrà nel 1978, patrona dell’intera diocesi di Vicenza, per volontà di Papa Paolo VI. Ma cosa centra Monte Berico con l’attuale Emergenza Coronavirus?

L’APPARIZIONE DI MARIA

Apparendo ad umile ed ignorante donna, tale Vincenza Pasini da Sovizzo, mentre ella si recava a portare il pranzo al marito che lavorava nella vigna sul Monte Berico, la Madonna disse: «Io sono Maria Vergine, la Madre di Cristo morto in croce per la salvezza degli uomini. Ti prego di andare a dire a nome mio al popolo vicentino di costruire in questo luogo una chiesa in mio onore, se vuole riavere la sua salute, altrimenti la peste non cesserà. Tutti coloro che con devozione visiteranno questa chiesa nelle mie feste e ogni prima domenica del mese avranno in dono abbondanza delle grazie e della misericordia di Dio e la benedizione della mia stessa mano materna».

Era il 7 marzo 1426, verso le nove del mattino. La città in quel tempo era drammaticamente colpita da epidemie e contagi che infierivano sulla già misera vita dei vicentini. L’apogeo della crisi si ìraggiunse proprio nel biennio 1424-1426, anni in cui la peste flagellò Vicenza con una violenza inaudita.

L’UOMO NON LIBERA L’UOMO

Con un atteggiamento tutto ripiegato sull’uomo e chiuso alla regalità e all'onnipotenza di Dio, nessuno di coloro che avrebbe dovuto, diede ascolto a Vincenza.

La donna infatti, nella sua fede e semplicità, si recò subito dal vescovo di Vicenza, Pietro Emiliani, per raccontargli l’accaduto. Ma il vescovo non credette. Non credettero nemmeno i magistrati della città. Eppure lei non faceva altro che riferire il desiderio della Vergine, la quale aveva anche aggiunto: “Dirai loro che se non obbediranno, il Figlio mio non cesserà di essere severo con loro e che invano spereranno di essere liberati dalla peste”.

Anzi, a dar prova che diceva proprio sul serio, la Madonna nella Sua infinita e materna bontà, aveva voluto lasciare un segno tangibile: aveva dunque preso la piccola croce di olivo, davanti alla quale Vincenza aveva pregato, salendo dal marito al Monte, e con le sue stesse mani celesti aveva tracciato la planimetria del tempio da costruire. Aveva rassicurato, poi, che quanti si fossero recati al futuro Santuario nella prima domenica di ogni mese e nei giorni a Lei dedicati avrebbero ricevuto grazie abbondanti dal Suo Figlio divino e la benedizione dalla Sua stessa mano materna.

Ma, purtroppo, tutte queste abbondanti Grazie concesse dalla Vergine ai suoi figli, furono come acqua fresca sull’incredulità dei governanti. Passò un anno, passarono due anni: nessun Santuario si vide spuntare all’orizzonte, al contrario la peste imperversava sul popolo con crescente forza, mietendo vittime a più non posso e mostrando tutta l’incapacità dell’uomo di liberare l'uomo il male.

MA DIO NON ABBANDONA


Attraverso la Sua pietosissima Madre, Dio a Monte Berico, mostra il suo Volto più misericordioso all’uomo che pur lo rinnega.

Accade così che il primo agosto 1428 la buona Vincenza ebbe nuovamente una visione della “bellissima donna”, la Vergine Maria. Questa volta però, forse per paura di non essere nuovamente creduta e ascoltata, forse perché animata dalla forza dello Spirito Santo, decise di scendere in città e si mise a gridare a gran voce tutto quello che le era accaduto.

La gente, che era spezzata dalla peste e continuava a morire copiosa, rimase fortemente colpita dalle parole di quella donna. E, grazie a Dio, le autorità civili ed ecclesiastiche, vedendo il popolo di Dio credere per davvero, si lasciarono contagiare dalla stessa fede che, d’improvviso, si fece infinitamente più potente del virus.

Il 25 agosto del medesimo anno, infatti, popolo e autorità erano sul colle, per la posa della prima pietra del Santuario. La peste allora, veniva rapidamente decrescendo mano a mano che si innalzava l’edificio sacro e, quando tre mesi dopo, la chiesetta era terminata, la peste era del tutto scomparsa.

ORA COME ALL’ORA


“La Vergine Maria, assunta in cielo, non ha deposto questa missione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni della salvezza eterna. Nella sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora pellegrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata. Per questo la beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice”. (Lumen Gentium, 62)

La statua della Madonna di Monte Berico o della Misericordia, scolpita in pietra da Nicolò da Venezia nel 1430, solo due anni dopo la seconda apparizione, esprime la perenne bontà che Ella ha manifestato per il popolo vicentino e per il mondo intero. E ne declina, ancora una volta, la sua sepmlicissima pedagogia.

Maria è la Mamma buona e potente che allarga il suo manto e accoglie noi suoi figli piccoli, deboli e peccatori per proteggerci dal maligno e dai maligni. Maria è anche la guida sicura nel cammino della vita: il ginocchio sinistro che le piega la veste la indica in cammino, evidentemente, verso Gesù Cristo, unica ragione della sue esistenza, della sua grandezza, della sua santità. Quel Gesù Cristo a cui, tutti noi figli, vuole portare.

Ci auguriamo che, come accaduto a Monte Berico, così accada anche oggi: che la Madonna infiammi d’amore per Suo Figlio i cuori del popolo e sciolga quelli dei governanti, affinché tutti possano riconoscere in Gesù Cristo l’unico Salvatore in grado di liberare l’uomo da ogni virus del male.


Costanza Signorelli
https://www.lanuovabq.it/it/monte-berico-la-peste-e-la-pedagogia-di-maria
Contro il Coronavirus, estratta la Spada di San Michele Arcangelo


Nella giornata della Domenica delle Palme, nel piccolo comune pugliese di Monte Sant’Angelo, che ospita il santuario di San Michele Arcangelo, da secoli meta di pellegrinaggi, si è svolto un evento di grande impatto sia sotto il profilo di fede, sia storico: la benedizione della città, dell’Italia e del mondo contro il Coronavirus con la spada di colui che viene definito il «capo supremo dell’esercito celeste», unitamente al Santissimo Sacramento e a una reliquia della Santa Croce, dono di Federico II di ritorno dalla Crociata del 1228.

Storicamente, per ritrovare un evento simile occorre andare indietro di quasi 400 anni, al 1656, quando la supplica con la spada di San Michele si era levata contro il diffondersi della peste in occasione della quarta apparizione dell’Arcangelo sul Monte Gargano, per opera dell’allora vescovo Giovanni Alfonso Puccinelli. Solitamente, infatti, la spada viene estratta dalla teca e portata in processione esclusivamente il 29 settembre, giorno in cui ricorre la Festa di San Michele e degli Arcangeli Gabriele e Raffaele.
Nell’introdurre la celebrazione, svoltasi a porte chiuse ma che ha registrato migliaia di collegamenti in streaming, il rettore dal Santuario, padre Ladislao Sucky, affiancato da altri due padri Micheliti, ha affermato: «Sia lodato Gesù Cristo. Carissimi, viviamo questo momento difficile non solo per la nostra città, ma per tutta l’Italia e per il mondo intero. E allora questa sera vogliamo invocare San Michele Arcangelo, che ha scelto questo luogo, che nell’Antico Testamento era guida e difensore del popolo di Dio, e ha voluto da questa montagna sacra benedire, difendere e affidare a Dio il popolo santo di Dio, la santa Chiesa. Oggi vogliamo invocarlo perché come nel passato, nei vari momenti di prova, di calamità naturali, anche di peste, i nostri padri in questo luogo lo hanno invocato e sempre hanno trovato il suo aiuto. La sua intercessione ha portato nel periodo di peste nel 1656 una prodigiosa salvezza per Monte Sant’Angelo. Oggi invochiamo per sua intercessione il Signore perché salvi non solo Monte Sant’Angelo, ma tutta l’Italia, tutto il Gargano, tutto il mondo da questa epidemia».


A seguire, ha preso la parola anche il Sindaco della città Pierpaolo d’Arienzo che, indossando il tricolore e parlando a nome di tutti i suoi concittadini, ha alzato parole cariche di fede e speranza: «Arcangelo Michele, è una città che s’inginocchia davanti a te attraverso le mie ginocchia; è una città che solleva verso di te lo sguardo attraverso i miei occhi; è una città che ti prega oggi attraverso la mia voce. Così come nel 1656, anche oggi abbiamo varcato il cancello di ferro, attraversato il cortile di pietra, e disceso gli 86 gradini, venendo a cercati nel cuore della Montagna Sacra. Accetta questa nostra preghiera, difendi con la tua spada la nostra città, il nostro Paese da questa pandemia. Proteggi questo popolo oggi come allora. Dagli la forza di rimanere unito davanti a questa terribile emergenza. Proteggi quelle donne e quegli uomini che hanno preso in braccio l’Italia cercando di traghettarla dall’altra parte del tunnel. Ti supplichiamo Arcangelo Michele di darci la forza di costruire una normalità in cui la sanità conta più delle armi, le garanzie dei lavoratori contano più del profitto, la famiglia, cioè le persone con cui abbiamo deciso di condividere la nostra vita, qualsiasi età esse abbiano, conti più di tutto. Che questa nostra preghiera possa essere un canto che sale dritto a Dio».
Un grande Santo della Chiesa cattolica, padre Pio da Pietrelcina, era solito affermare: «Prima di recarvi qui da me… andate a Monte Sant’Angelo e invocate l’aiuto e la protezione dell’Arcangelo Michele». Ecco, seguendo questo consiglio, in questo periodo di prova per via del Coronavirus, ognuno può iniziare – o riprendere! – a recitare quotidianamente la preghiera a San Michele Arcangelo composta da papa Leone XIII, in seguito a una visione avuta il 13 ottobre 1884 riguardo a una terribile battaglia tra la Chiesa e Satana:
San Michele Arcangelo,
difendici nella lotta;
sii nostro aiuto contro la cattiveria e le insidie del demonio.
Gli comandi Iddio,
supplichevoli ti preghiamo:
tu, che sei il Principe della milizia celeste,
con la forza divina rinchiudi nell’inferno Satana
e gli altri spiriti maligni
che girano il mondo
per portare le anime alla dannazione.
 Amen.
di Giulia Tanel
A piccoli gruppi la Chiesa, sepolta, può vivere.
Possono risorgere di nuovo tutti i tipi di vita.


Sepoltura della Chiesa - I
Se la Madonna de La Salette e il Venerabile Bartolomeo Holzhauser sono da credere, allora ciò che stiamo vivendo oggi è solo la fine della Quinta Età del mondo, non è ancora la fine della Settima e ultima Età del mondo. La Quinta Età è destinata a concludersi con un grande Castigo, preludio alla breve Sesta Età che sarà il più grande e glorioso trionfo della Chiesa in tutta la sua storia, preludio a sua volta alla Settima Età che vedrà l’ascesa dell’Anticristo, la più grande persecuzione di tutta la storia della Chiesa e la conclusione del mondo come lo conosciamo, per essere misteriosamente sostituito da “nuovi cieli e nuova terra” (II Pt. III, 13). Se questo è ciò che intendevano San Pietro, il Ven. Holzhauser e la Madonna de La Salette, allora certamente la Chiesa risorgerà dalla sua tomba attuale ben prima di decollare alla fine del mondo per il Cielo. La domanda è: come sopravviverà nella sua tomba attuale e come uscirà da essa?

Il punto essenziale da cogliere è che la Chiesa appartiene a Dio, che la Chiesa è diretta dallo Spirito di Dio, e che l’azione di questo Spirito Santo è paragonabile a quella del vento che soffia dove vuole, sappiamo che è lì perché possiamo sentirlo, ma non sappiamo da dove viene né dove va (Gv III, 8). Perciò i pensieri di Dio saranno molto al di sopra dei nostri pensieri come uomini, e dobbiamo abituarci, per esempio, al fatto che il primo è l’ultimo e l’ultimo è il primo (Mt. XX, 16). Così, dal 1970, quando fu fondata la Fraternità San Pio X, fino al 2012, quando i suoi capi stabilirono le condizioni perché la Fraternità tornasse sotto i Romani conciliari, la Fraternità era in prima linea nella difesa della Fede, ma dal 2012 è ufficialmente come un cagnolino dei Romani. Il Sistema aveva inghiottito la Fraternità, e da una dei primi, ha iniziato a trasformarsi in una degli ultimi, perché il Diavolo non lascerà che si fermi a metà strada.

A questo punto molti cattolici della Tradizione hanno desiderato con tutto il cuore che sorgesse una post-Fraternità che prendesse il posto della Fraternità. Ma una post-Fraternità potrebbe non corrispondere alla volontà di Dio. Gli anni 2010 non sono più gli anni ‘70 o ‘80, quando Monsignor Lefebvre ha potuto costruire la Fraternità in tutto il mondo. La disintegrazione dei cuori e delle menti è molto più avanzata che negli anni Settanta, e dal 2012 semmai sta accelerando. Si veda quanto poco buon senso hanno oggi gli uomini, sempre meno. Naturalmente la grazia di Dio può rendere cattolici integrali gli esseri umani disintegrati, ma Dio raramente costringerà il libero arbitrio degli uomini, e così se gli uomini insistono a trasformare il loro animo in una palude fangosa, l’elicottero della grazia soprannaturale di Dio potrebbe anche non tentare di atterrare, per timore di affondare nel fango.

Certamente Dio manterrà la Chiesa per il 2020. Anche per mezzo di un movimento di “Resistenza” senza struttura né organizzazione, e con lotte endemiche tra i membri che si oppongono l’uno all’altro? Se tutti i resistenti condividono almeno la stessa vera Fede, il loro movimento può essere ancora in prima linea nella difesa della Fede, e la loro mancanza di struttura può anche essere un vantaggio, se essa significa che non c’è un solo capo la cui cattura rischierebbe di equivalere alla caduta della struttura stessa, perché l’uomo moderno non sa obbedire o disobbedire. E se chi resiste ha in più un minimo di buon senso e di carità, allora tutti possono anche andare avanti insieme senza doversi divorare l’un l’altro. E se la “Resistenza” non è un’etichetta di cui andare fieri, anche questo non è un male, perché la situazione finora è andata ben oltre le mere etichette.

In ogni caso ciò che è di vitale importanza per i cattolici che desiderano salvare le loro anime mantenendo la Fede è vedere come e perché il mondo intorno a noi mina e corrompe la loro Fede cattolica. Non è necessariamente per mancanza di buona volontà o di buone intenzioni, al contrario. Mentre i protestanti originari erano aperti e acerrimi nemici della Fede, i loro successori, i liberali di tutto il mondo, possono essere sinceramente amichevoli con i cattolici, purché i cattolici condividano il loro radicato principio che la verità può essere solo soggettiva; che c'è un solo Dogma, secondo il quale tutti gli altri dogmi sono facoltativi; che le idee non contano; che “Tutto quello di cui si ha bisogno è l’amore”; che tutte le religioni hanno lo stesso unico Dio, e così via. Questo Dogma è diventato così istintivo che non lo si discute più, per questo è così pericoloso. La verità è esclusa dal tribunale prima ancora che possa mettere piede in aula. Ma se non c’è verità, come può esserci un vero Dio?

Kyrie eleison
Eleison Comments DCLXV
CHURCH'S ENTOMBMENT - I
Commenti settimanali di

di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  11 aprile 2020

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo all'affossamento e alla resurrezione della Chiesa. Parte prima.

Questi “Commenti” sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://stmarcelinitiative.com/eleison-comments/iscrizione-eleison-comments/?lang=it


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