ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 2 aprile 2020

Una diserzione senza precedenti

LA RIDUZIONE ALLO STATO LAICALE DELLA GERARCHIA O DELLA PERVERSIONE DEL MUNUS SENZA ABBANDONARE L’OFFICIUM



Tempus meum nondum advenit,
tempus autem vestrum semper est paratum.

In questi giorni assistiamo ad un fenomeno che sembra paradossale, se non surreale. Questo fenomeno non è più denunciato solo dai pochi movimenti additati come integralisti, ma anzi è condiviso come evidenza lapalissiana dalla maggioranza dei fedeli cattolici e da gran parte di osservatori esterni. Ne hanno dato desolata testimonianza non pochi commenti all’ultima cerimonia che ha avuto luogo in piazza San Pietro lo scorso venerdì 27 Marzo. 

Il fenomeno cui mi riferisco potrebbe esser definito come una sorta di riduzione allo stato laicale da parte dell’intera Gerarchia, dall’ultimo pievano fino al vertice. 

Sappiamo che la riduzione allo stato laicale è una sanzione canonica che si commina ad un chierico che, per gravi colpe, viene ritenuto indegno dello stato ecclesiastico, ed è perciò non solo privato dall’Autorità Ecclesiastica della facoltà di esercitare il proprio ministero, ma anche radiato dall’ordine dei Leviti, privato dello stipendio, dei benefici e dell’uso dell’abito ecclesiastico. Il Codice di Diritto Canonico parla in questo caso della dimissione in pœnam, distinguendola da quella richiesta dal chierico ex rescripto e da quella per invalidità dell’Ordine. Ma qui c’è una quarta tipologia, non prevista dalla legge canonica.

Dal 2013 stiamo assistendo non tanto ad una riduzione allo stato laicale di singoli ecclesiastici che, per delitti particolari, sono scacciati dal sacro recinto, ma di un intero ceto clericale - secolare e regolare - che ha deciso di abdicare ai propri doveri e al giuramento prestato alla Chiesa. Una resa incondizionata, un’abdicazione vergognosa, una diserzione senza precedenti. E spesso - con scandalo dei sacerdoti e dei fedeli - costoro non solo si esimono dall’adempiere al ruolo che continuano impunemente a ricoprire, ma anzi dimostrano con le proprie parole, opere ed omissioni di aver deliberatamente scelto il campo avverso, di esser passati allo schieramento nemico, di perseguire scopi diametralmente opposti a quelli che ci si aspetterebbe da un Ministro di Dio, vieppiù da un Pastore. 

Tengo ad enfatizzare un aspetto sconcertante di questo fenomeno: per come si è evoluto in questi anni, esso comporta la rinuncia all’esercizio del munus senza l’abbandono dell’officium. Anzi, sempre più frequentemente l’officium diventa uno strumento per compiere l’esatto contrario del munus per il quale esso esiste. 

I casi più scandalosi si sono avuti sotto il Pontificato - chiamiamolo così - di Bergoglio, in un crescendo di episodi di inaudita gravità culminati durante la pandemia: il caso del Cardinale Joseph William Tobin - quello di Nighty night baby, per intenderci - che nella Diocesi di Newark ha imposto al proprio Clero il divieto di ascoltare le Confessioni; il caso del Cardinale Blase Cupich, Metropolita di Chicago, che ha proibito il conferimento dei Battesimi; il Vescovo Mitchell Thomas Rozanski di Springfield ha vietato l’amministrazione dell’Estrema Unzione e del Viatico; una turba pressoché infinita di Vescovi che ha disposto in tutto il mondo la cancellazione delle celebrazioni pubbliche, l’amministrazione della Comunione, le processioni. Questo esercizio abusivo del proprio ufficio si estende in modo spietato anche agli aspetti apparentemente meno importanti della vita ecclesiale: proprio ieri il Vescovo della Diocesi di Boise nell’Idaho, Peter Christensen, ha emanato un decreto (qui) con il quale vieta l’uso dell’altare ad orientem e delle balaustre per la Comunione, in palese contraddizione con quanto previsto dalle norme generali della Chiesa.

Prendo come sintomo esemplare un altro dato che potrà forse sembrare marginale, ma che è significativo se lo si inquadra in questa volontaria degradatio dei chierici. La diffusione del Covid-19 è coincisa cronologicamente con il tempo di Quaresima, forzando in qualche modo quella reclusione, quei sacrifici e quelle privazioni che altrimenti i Cattolici avrebbero praticato in minima parte. Ebbene: avete mai sentito, in questi giorni, uno solo di questi Prelati - tanto solerti nel chiudere le chiese e nel sospendere le celebrazioni - invitare a rendere fruttuoso spiritualmente la segregazione imposta dall’Autorità civile? Li avete mai sentiti ricordare l’importanza del digiuno, della penitenza? Non una parola, come se vi fosse il rischio che qualche fedele potesse addirittura acquisire qualche merito dinanzi a Dio. Al contrario, in alcune Diocesi ci si è subito precipitati a sospendere anche il precetto dell’astinenza dalle carni, quando tutti i negozi sono ampiamente riforniti di cibo, e non vi è alcuna ragione - nemmeno igienica o sanitaria - che consigli di mangiare carne anziché pesce, verdure o altro. Eppure, significativamente, il silenzio dei Sacri Pastori è stato assordante, ad iniziare da quello di Bergoglio, che nemmeno nel suo monologo del 27 Marzo ha ricordato l’imminente tempo di Passione. Eppure avrebbe potuto lanciare un appello ai milioni di persone che lo stavano guardando e ascoltando in mondovisione, cogliendo un’opportunità preziosa per dire qualcosa di cattolico. Niente. 

Pare insomma che il Coronavirus abbia scatenato una furia infernale, svelando il vero volto di una Gerarchia che non ha come scopo la gloria di Dio e la salvezza delle anime, ma l’offesa della divina Maestà e la dannazione del gregge affidatole.

Se un demone dell’inferno avesse dovuto stilare una lista delle cose da fare per indebolire ogni aiuto spirituale della Chiesa ai fedeli, o cancellare totalmente l’influenza della Grazia nel mondo e diffondere quanto più possibile il peccato e la morte dell’anima, non avrebbe potuto aggiungere nulla a quanto già fatto da questa schiera di sciagurati, percentualmente tanto maggiore, quanto più si sale nella scala gerarchica: profanazione sistematica della Santissima Eucaristia con la Comunione in mano e il nuovo rito della Messa; vilipendio della Santissima Trinità ed offesa al divino Redentore con gli incontri ecumenici incoraggiati da decenni sulla base del Vaticano II; violazione del Primo Comandamento con l’adorazione degli idoli nelle chiese e la communicatio in sacris con gli eretici; violazione del Terzo Comandamento - e del Primo Precetto della Chiesa - con la sospensione delle celebrazioni, col pretesto della pandemia; silenzio complice nel non condannare le migliaia di vite di innocenti immolate sull’altare del diritto all’aborto anche durante la quarantena; eliminazione della preghiera canonica, con la drastica banalizzazione del Breviario e l’ormai diffusa abitudine a non recitarlo più; demolizione della santità del Matrimonio e cancellazione dell’adulterio con l’applicazione di Amoris laetitia e i silenzi sulle leggi inique e perverse dello Stato; attacco al Sacerdozio cattolico con l’imminente abolizione del Sacro Celibato e l’ammissione delle donne agli Ordini sacri, grazie a Querida Amazonia; lotta senza quartiere alla Messa cattolica e alla liturgia tridentina, con il tacito incoraggiamento di Santa Marta; sparizione dei Sacramentali: abolizione quasi universale del canto gregoriano, suono delle campane ridotto al minimo, uso dell’acqua santa e degli oggetti benedetti considerato una superstizione medievale, sparizione quasi totale dell’uso dell’abito ecclesiastico, cancellazione della venerazione delle Reliquie dei Santi, limitazione degli Esorcismi sulle cose e sulle persone, con relativa sostituzione della formula tradizionale del Rituale per l’acqua benedetta con una assolutamente inefficace per stessa ammissione degli Esorcisti. E ancora: devastazione della disciplina nei Seminari e nei Conventi, con la contestuale diffusione dell’immoralità e della dissipazione; proibizione di qualsiasi forma di vera spiritualità e ascesi nelle Comunità religiose, ivi compresi i Monasteri di clausura; abolizione dell’Indice dei Libri Proibiti e diffusione di stampa ereticale, assieme alla rimozione dei docenti ortodossi e alla loro sostituzione con eretici notori; punizione severissima di qualsiasi forma di dissenso nei sudditi, chierici o laici che siano. E l’elenco potrebbe continuare per pagine e pagine. 

La domanda che il Lettore scandalizzato da questa inquietante lista dei desiderata delle schiere infernali è: chi ha ordinato questi cambiamenti? chi ha permesso che le difese poste dalla Chiesa a presidio della salvezza delle anime fossero abbattute? chi ha pervicacemente perseguito la demolizione di ogni forma cattolica di preghiera, di dottrina, di morale, di ascesi, di disciplina all’interno della Chiesa? un sinedrio di eresiarchi? un concilio di apostati? un sinodo di nemici di Dio? una conventicola di massoni? Sì, proprio loro; ma non da fuori, bensì dall’interno, dai vertici. Una Gerarchia usurpatrice, insomma, nel silenzio complice o pavido dei suoi Ministri, abusando di un’autorità che trae la propria legittimità dallo scopo soprannaturale che Dio ha stabilito, e non dal suo sovvertimento. 

Eccola, dunque, la riduzione allo stato laicale della Chiesa, nella sua Gerarchia infedele. Una Gerarchia che, pur non essendo interamente composta da servi di Satana, è oggi oggettivamente complice del piano infernale: se non per scelta, di sicuro per sconsiderata connivenza o per un perverso concetto di cieca obbedienza. Il rito in cui si è sancita questa diserzione si è compiuto in Piazza San Pietro, dove il nulla ha annunciato il nulla al nulla. Perché le parole che i fedeli confinati dietro lo schermo del televisore volevano sentirsi dire non sono state pronunciate; perché a pronunciarle non c’era il loro padre comune, ma un muto necroforo; perché non si rivolgevano al Cielo per implorare perdono, ma ad una piazza deserta. 

Eccola, la chiesa in uscita, asserragliata e sbarrata; ecco l’ospedale da campo vietato e interdetto. Eccoli, i Pastori con la puzza delle pecore, incapaci di profferire una sola parola di conforto, di ammonire il mondo peccatore additandogli la penitenza. Ipocritamente nascosti dietro un braccio secolare nemico di Dio, e spavaldamente compunti nel loro poter mettere a tacere la voce di Cristo, nel poter imporre la quarantena anche alla Grazia dei Sacramenti, nell’esser padroni di una vigna che non è loro, nell’esser responsabili della dannazione di tante anime da offrire al Moloch cui si prostrano da settant’anni. 

Chi obbietta che questa crisi è recente, e che non è giusto coinvolgere in un duro giudizio i Pontefici degli ultimi decenni, penso dovrebbe guardare alla perfetta coerenza di questo Pontificato con le premesse poste dai Predecessori, ad iniziare dal Vaticano II - il mio famoso ceterum censeo - e domandarsi se veder adorare il Buddha su un tabernacolo ad Assisi, o ricevere il segno di Shiva in fronte sia poi così lontano da quello a cui abbiamo assistito recentemente. La latitanza della Gerarchia, la sua deliberata e complice inazione sono una colpa che risale a ben prima di Bergoglio: se costui è potuto ascendere al Soglio, l’ha comunque fatto da Cardinale, e prima ancora qualcuno l’ha consacrato Vescovo, in deroga agli obblighi dei Gesuiti. E come lui tutti coloro che oggi, assurti ai vertici della Chiesa, si mostrano nella loro spavalda arroganza senza però aver fatto mai mistero delle proprie posizioni dottrinali e morali. Gli stessi Roncalli e Montini furono eletti in quanto esponenti di una corrente ben precisa, e come tali poi agirono, promuovendo i figuri che hanno creato in seno al corpo ecclesiale il cancro di cui oggi vediamo la tremenda metastasi. 

Questa setta infame, che compendia in sé quanto maggiormente può suscitare l’ira divina, si sovrappone alla vera Chiesa di Cristo, ne usurpa l’autorità sacra per comandare il male, ne umilia la dignità non riuscendo a dissimulare le proprie oscene fattezze dinanzi al mondo. Una deep church, una anti-chiesa che si appresta a servire l’Anticristo, che giunge - com’è avvenuto ieri in Austria (qui) - a suggerire ai propri fedeli confinati in casa di distrarsi visitando siti pornografici, istigando a commettere dei peccati che essi, in assenza di un sacerdote al letto di morte, non potranno confessare finendo tra le braccia del Maligno. 

Ripeto, per l’incredulo che non osa pensare di esser in balia di questi tizzoni d’inferno, che non si tratta più - ammesso che si sia mai trattato in precedenza - di un silenzio dettato dal timore di sembrare fuori moda; ma di un’azione sistematica, programmata, organizzata e deliberata in cui quel poco di bene ancora superstite nel basso Clero e nei fedeli dev’essere ad ogni costo impedito, e favorito il male in tutti i modi. E per averne la prova, basta smetterla una volta per tutte di considerare costoro in buona fede, riconoscendoli e giudicandoli per le loro azioni. Chiedetevi: come reagirebbe il demonio, davanti a questo? Digrignerebbe i denti e fuggirebbe, o piuttosto si rallegrerebbe? Credete che il demonio abbia terrore della Comunione data nella mano, in cui si calpestano i frammenti del Santissimo Sacramento? Non godrà invece nel vedere i Ministri di Dio che fanno quel che neppure lui osa fare? Credete che quando un Vescovo impedisce una Messa tridentina non sia contento anche il diavolo? Pensate forse che sia offeso se nella Basilica Vaticana si adora un idolo infernale? Che non goda nel vedere il Vicario di Cristo seduto davanti a Dio, e prosternato carponi davanti ad un galeotto? 

Ma questi crimini, questi tradimenti, questi oltraggi gridano vendetta al Cielo, e non è detto che la Provvidenza non possa degnarsi di porre un freno, almeno temporaneamente, al trionfo dei malvagi. E mi chiedo se non possano esser parte di quest’opera di giustizia e verità tutti quei Cardinali, Vescovi, sacerdoti e fedeli che da troppo tempo sopportano in silenzio, o protestano inascoltati, dinanzi allo scandalo presente. Quanti oggi ci tiranneggiano privandoci dei Sacramenti contano sulla nostra persuasione di essere in minoranza e di non poter reagire efficacemente; confidano nella nostra disperazione, nel senso di abbandono, nella tentazione di deporre le armi ed arrenderci. Ma l’arma più potente, quella che li fa schiumare di rabbia, non potranno mai togliercela, ed è la preghiera e la vita in grazia di Dio.

Non è più tempo di temporeggiare, sperando che qualcun altro faccia qualcosa. Non è più tempo di guardare attoniti e sconcertati questa empia parodia, che si fa scudo di una calamità di cui è responsabile, per inasprire la persecuzione contro i fedeli e incrudelirsi nel suo odio verso il Signore. Cadono i fastigi del secolo: cadranno presto anche quelli che oscurano la Sposa di Cristo.

Copyright MMXX - Cesare Baronio

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