ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 11 luglio 2020

La “morsa”

Così la pandemia ha frenato la spinta riformista di Papa Francesco




Papa Francesco ha traghettato la Chiesa cattolica all’interno di una pandemia. In realtà, Jorge Mario Bergoglio deve ancora confrontarsi con questo “cigno nero” della storia.
Se non fosse stato per il Sars-Cov2, il pontefice argentino avrebbe presieduto “The Economy of Francis”, un evento internazionale che si sarebbe dovuto tenere ad Assisi, alla fine di marzo. Ora la kermesse è stata spostata a novembre, seconda ondata permettendo. Nel crescendo di questo pontificato, la manifestazione di Assisi avrebbe dovuto rappresentare un passaggio cruciale: papa Francesco aveva in programma di contrarre un patto con numerosi giovani economisti, prendendo di nuovo posizione contro la gestione odierna della globalizzazione, che per il Santo Padre provoca una cattiva distribuzione delle risorse tra i popoli della terra. La cattiva globalizzazione che, nella disamina pontificia, crea “ultimi” e “penultimi”, che poi l’Occidente è chiamato ad accogliere.
Nel corso di questi giorni, il Wall Street Journal ha pubblicato una disamina che si sofferma su un presunto “indebolimento”, che sarebbe tanto comunicativo quanto politico, nel senso altro dell’espressione. Viene segnalato come lo sconvolgimento dell’agenda del Vaticano possa aver influito sulle capacità di Francesco d’incidere sul quadro geopolitico e su quello valoriale. L’ultimo grande appuntamento è stato il Sinodo panamazzonico, con le aperture al mondo indigeno e qualche polemica sulla presunta contaminazione del culto mossa dal “fronte tradizionale”. Ma i progressisti hanno lasciato i lavori sinodali con un po’d’insoddisfazione: Jorge Mario Bergoglio, nell’ottobre scorso, non ha avallato l’abolizione del celibato sacerdotale, né in generale né nel particolare del contesto amazzonico.
Tra gli emisferi meno conservatori, circola un po’d’insofferenza: l’auspicata svolta dottrinale non arriva. Anzi, in fin dei conti, ed in specie in materia bioetica, Papa Francesco si è rivelato in linea con i due pontificati precedenti. Quindi no – la pandemia può aver rotto le uova nel paniere rispetto al calendario delle visite apostoliche previste (poco prima della comparsa del Sars-Cov2, Bergoglio aveva espresso il desiderio di visitare Pechino e la Cina) – , ma le analisi sul fatto che il pontefice argentino si sia arroccato o abbia perso qualcosa in termini di forza a causa del nuovo coronavirus, possono nascondere un dissapore seguito alle mancate riforme.
sinistra si aspettano che Francesco, prima o poi, sdogani i temi che l’episcopato tedesco sta provando a sdoganare in Germania attraverso il “sinodo” interno: estensione del ruolo dei laici nella gestione parrocchiale; istituzione del diaconato femminile; istituzione dei viri probati; nuovo rapporto dottrinale con l’omosessualità e così via. Bergoglio non aveva intrapreso questa direzione. Anzi, in Santa Sede risultano ancora abbastanza preoccupati per la via autonoma ventilata dai tedeschi. Semmai, gli aspetti su cui papa Francesco è stato frenato, sono quelli relativi alla sua battaglia contro il populismo-sovranista, con la pastorale aperturista e contraria all’elevazione dei muri.
Un altro ambito in cui la pandemia può aver costretto Jorge Mario Bergoglio ad un’improvvisa battuta d’arresto è quello del multilateralismo diplomatico: questo poteva essere l’anno buono per il ritorno in Argentina, per un viaggio in Russia, per la storica visita alla Cina o per altre iniziative significative come il viaggio compiuto a Lampedusa nel 2013. Papa Francesco  – lo ha dichiarato – non modificherà alcuni punti focali della dottrina cristiano-cattolica. Bergoglio ha detto che non abolirà il celibato sacerdotale.
In questo senso, possono essere analizzate le pressioni provenienti da certi ambienti progressisti, che sembrerebbero persino disposti a scaricare un pontefice che sembrava poter soddisfare le aspettative della sinistra. E in questo modo può anche essere individuato la ragione dietro al “ponte” che Bergoglio ha provato a costruire con il mondo conservatore, quando ha inviato una lettera al cardinale ratzingeriano Muller. Se la destra attacca l’ex arcivescovo di Buenos Aires per via degli accenti economico-sociali, insomma, la sinistra non transige più sul cammino riformista. Se il Papa è “indebolito” – in conclusione – dipende dalla “morsa” che ormai interessa entrambi gli “schieramenti vaticani”.
Francesco Boezi 
La pandemia colpisce gli scettici e i sovranisti…

Hanno trasformato la pandemia in pantomima. Una tragedia mutata in pagliacciata globale. Dunque, lo schema della fiaba con intenti moralistici e punitivi è il seguente. La pandemia nata in Cina, cresciuta in Asia, infuria nel mondo ma ci sono tre nazioni carogne guidate da tre canaglie che sono paladini, impresari e veicoli della pandemia. I tre porcellini in questione si chiamano Donald Trump, Boris Johnson e Jair Bolsonaro e guarda caso sono tutti “sovranisti”, conservatori o nazional-populisti. Una mezza scomunica arriva pure all’India dove c’è un mezzo nazionalista, Narendra Modi. E una velenosa maledizione scende sulla Russia del Maledetto Zarista-sovranista Vladmir Putin. Il Covid ha una sua morale progressista, secondo i media, punisce chi dubita della sua virulenza ed è sovranista. Fa eccezione la Svezia dove un governo socialdemocratico ha usato la linea aperta sul Covid ma per questi non vale la punizione divina né l’allarme sui dati.
Sugli altri paesi si dice poco e niente, le stragi del covid in Africa, in Asia o nei Caraibi vengono dimenticate, i contagi tra i migranti passano in sordina, e comunque mai col tono usato per i Tre Porcellini, che è riassunto nell’espressione “ben ti sta”, “te lo sei cercato”. Se Johnson o Bolsonaro risultano positivi al virus è un peana euforico degli umanitari, un inno progressista al Covid, un’ola di liberazione che fa il tifo per la Bestia, che in questo caso è il virus, anche se per loro la Vera bestia è la sua vittima sovranità  È inutile dire che la traduzione dei Tre Porcellini in Italia è Prosciutto & Meloni, ove per Prosciutto s’intende Salvini-Suini e per Meloni s’intende Giorgia regina de’ Coatti.  Avvertenza d’obbligo, anche se più volte espressa: nessuna simpatia per Trump e Bolsonaro (un po’ per Johnson), antipatia per i loro nemici e competitori.
Ogni giorno, a partire da quella cloaca grillo-contina che è il tg1 lo schema è sempre lo stesso: i Buoni sono la Cina e la Contea d’Italia da cui arrivano notizie radiose e profilassi efficaci mentre i cattivi sono gli Usa, il Brasile, la Russia, ecc. da cui arrivano sempre notizie sinistre condite da errori colossali dei leader. L’impressione che lasciano ai cittadini italiani è che quei paesi stiano toccando vertici pazzeschi di contagio e di vittime e siano esposti al male per una scelta ideologica folle prima che sanitaria: sono stati liberisti con il virus, hanno lasciato proseguire l’economia, hanno lasciato a piede libero le popolazioni, dunque vanno puniti e intubati.
Allora vorrei fare una piccola riflessione che non è un pensiero profondo ma un calcolo elementare e banale di quelli che si fanno sui libri delle scuole elementari. Dunque, prendiamo la tabella delle vittime e paragoniamo. Il Brasile che dai nostri media sembra il paese più devastato, ha attualmente 66mila morti. La popolazione brasiliana è composta di 209 milioni di persone, cioè tre volte e mezzo circa l’Italia. In Italia sono morte circa 36mila persone su 60 milioni: la percentuale di vittime da noi è decisamente più alta, almeno finora. Ma la nostra percentuale è più alta persino degli Stati Uniti, se si considera che gli Usa hanno una popolazione cinque volte superiore all’Italia e hanno 130mila morti. In percentuale, l’Italia ha lo 0,60, gli Usa lo 0,43, il Brasile lo 0,33 di deceduti rispetto alle popolazioni. Ancora: la malefica, devastata Russia ha “solo” 11 mila morti su una popolazione di 150milioni. Nell’India sotto Covid i morti sono 15mila su un miliardo e quattrocento milioni d’abitanti…
Facile e giusta l’obiezione: ci sono paesi in cui i morti non si contano, almeno non in relazione al Covid. Certo, vale per il Brasile come per la Russia e l’India, ma come per la Cina, che dichiara un numero di morti inattendibile rispetto alla realtà, e Cuba e tanti altri paesi del Terzo Mondo, per non dire dell’Africa. Dai dati ufficiali risulta che il nostro Paese è stato tra i più colpiti al mondo, nonostante il lockdown e le vanterie governative. E ha, non mi stancherò di ripeterlo, una percentuale altissima di deceduti nel rapporto tra contagiati e morti. Nel mondo, tuttora, siamo con gli inglesi ai vertici della classifica. Dipenderà dai tamponi praticati, o come dicono alcuni ridicoli fintopatrioti, dipende dal fatto che noi abbiamo dichiarato i dati veri, perché noi siamo notoriamente onesti, universalmente noti come i più onesti al mondo, mentre tutti gli altri no… A parte che non è vero, anche da noi sia i contagiati che le vittime in Lombardia erano in realtà molte di più; non c’è dunque una spiegazione razionale, o almeno ragionevole, alla tesi che nelle classifiche mondiali di contagiati e deceduti noi soli avremmo dato i numeri veri e perciò risultiamo quelli dove ci sono più morti in relazione al numero dei contagiati.
Tutto questo non ci porta a capovolgere la pantomima dei media ma a ripristinare perlomeno la verità: non possiamo reputarci meno colpiti dei brasiliani, degli statunitensi, dei russi, degli indiani e di chi volete voi. Siamo nelle stesse condizioni, anche se in tempi diversi e nonostante le profilassi diverse.
Sul piano delle responsabilità bisogna certo rimarcare i ritardi, le sottovalutazioni, gli errori, e poi i falsi ottimisti, perniciosi quanto i catastrofisti e i terroristi sanitari. Ma evitiamo per favore di dare una lettura politica, ideologica o addirittura elettorale (vedi Trump) alla pandemia. Altrimenti stabiliamo pure un nesso tra il Covid è le repressioni cinesi a Hong Kong (su cui tacciono tutti in Italia, e il ministro degli esteri Di Maio evidentemente crede che la Cina stia combattendo eroicamente contro King Kong).
Non dimentichiamo che i paesi in questione sono stati i destinatari incolpevoli del virus e il mittente colposo, almeno così possiamo chiamarlo, è la Repubblica Popolare Cinese; e se non vogliamo tirare ancora in ballo la questione dei laboratori e dei ritardi e omertà nel dare notizia del virus, dobbiamo almeno dire che le abitudini alimentari cinesi sono ancora pericolosamente incuranti dei rischi provenienti da alcune carni e alcuni animali. Perché se tutto si riduce alla fatua, manichea, puerile distinzione politica allora dite pure che i sovranisti sono stati attaccati dal morbo ma aggiungete che a veicolarlo nel mondo è stato la Cina comunista, che sta usando tutte le armi, dal virus al 5G, per conquistare l’egemonia planetaria. Agli idioti in malafede si parla nel loro lessico e si usano le loro stesse equazioni.
MV, La Verità 10 luglio 2020

Le menzogne della Dittatura Terapeutica – spiegate bene

Nell’audio che postiamo qui sotto, la dottoressa Raffaella Rutili spiega bene e chiari i problemi del virus  e quanto sono problematiche le diagnosi fatte coi test PCR (Proteina C reattiva) e  la necessità di esigere un test sierologico completo.
All’inizio  la  dottoressa parla degli esosomi”  (micro vescicole che contengono materiali   genetici, proteine ed enzimi)  perché sul web si  è diffusa la tesi  – su cui  non sono in grado di pronunciarmi  che “ Il COVID-19 non è un virus, è un esosoma influenzato dalla contaminazione elettromagnetica”-
Quanto a IgM  e IgG,  di cui parla la dottoressa,   sono gli anticorpi che i  test dovrebbero rilevare.
“Le IgM anti2019-nCov, sono gli anticorpi che compaiono per primi nel siero dei pazienti dopo una primaria esposizione all’antigene (in genere non prima di 10 giorni), e quindi la loro presenza indica un’infezione recente.
Le IgG anti 2019-nCov, cominciano a formarsi dopo circa 15 giorni dall’esposizione primaria all’antigene”.
Audio Player

Sono  dubbi che è bene  conoscere , perché mi vengono segnalati sempre più frequenti comportamenti delle “autorità” di oppressione e persecuzione   di persone sane, asintomatiche trattate  come malate e poste in isolamento coatto, di questo tipo:
“Vi riporto ciò che sta succedendo a Piacenza in queste ore.
Una donna è risultata positiva ai sierologici proposti con lo screening. Oggi hanno messo in quarantena senza aver fatto esami e tampone, 15 dei suoi colleghi obbligando quindi altri ad annullare le ferie e i titolari sono neri.
In più la Asl ha messo in quarantena tutti i contatti/conoscenti della donna senza fare accertamenti.
Per 15gg non possono uscire, sono tutti in quarantena PENA LA DENUNCIA.
Eccovi servito un nuovo focolaio.
Benvenuti in dittatura sanitaria.
Toccherà anche a voi. A voi che “non mi occupo di politica”. A voi che “un positivo non ha la licenza di uccidere”.
Non usciremo più di casa.
(due firme)
Dal post di un amico:
“Giorni fa sono stato da un cliente, un 65 enne quasi in età di pensione. L’azienda per cui lavora gli ha fornito un cellulare con le app bloccate e un nuovo numero Vodafone.
Nel cellulare è inserita l’app immuni ma non è possibile disinstallarla. Il marchio Vodafone oltre a ricordarmi il logo del Ku Klux Klan sembrava un gentile omaggio della commissione Colao, l’ex manager della telefonia.
Sorvolando sui miei assurdi pensieri complottisti l’ho aiutato a inserire la tessera e completare la registrazione tramite un codice cliente.
Il tempo di prenderci un caffè e il telefono già squilla. Chiedo di inserire il vivavoce e ascolto incredulo.
<< Salve lei è il signor…. ? Siamo del ministero della salute. Lei è stato sorteggiato per effettuare un test sierologico. Il test è utile per scoprire se lei possiede già degli anticorpi autoimmuni. In quel caso significa che ha già contatto il virus covid-19 e contatteremo i familiari per effettuare nuovi test anche a loro. In caso contrario lei sarà inserito nella lista dei primi che effettueranno il nuovo vaccino. Accetta di effettuare il test ? >>
Lo sguardo di quella persona era di smarrimento e incredulità. Aveva sempre seguito tutte le regole del lockdown. Non aveva particolare diffidenza sulla situazione covid e l’informazione ufficiale.
Eppure la modalità e le tempistiche erano così strane che ha risposto con voce incerta: << No. grazie… Non mi va… Non accetto. >>
L’operatrice incalza e ciò che dice ha dell’assurdo << Possiamo sapere le sue motivazioni? Il test è utile alla comunità scientifica per arrestare l’epidemia di covid che arriverà in autunno! >>
L’epidemia che arriverà? Che sfacciataggine. Allora è già tutto deciso!
Se neanche questi fatti riescono a svegliare la coscienza collettiva o almeno a far sorgere qualche dubbio.. non so più cosa aggiungere.”
(segue firma)
Nel governo si sta puntando a prolungare lo stato di emergenza – quindi i suoi poteri di internamento coatto   – fino al 31 dicembre.
In realtà, no c’è alcuna emergenza – non tale da rovinare le economie dell’Occidente, bloccando in casa come hanno fatto  le classi d’età produttive. L’hanno fatto apposta.
“Il tasso di mortalità per gli under 45 è prossimo allo zero. Per la fascia di età 45-70 varia dallo 0,05% allo 0,3%. I contagiati sono 300 milioni, anziché 10 milioni delle statistiche ufficiali. A dirlo è un top scientist della Stanford University”.
E’ bene stare all’erta, perché    la nozione che ci ha fatto bollare come complottisti terrapiattisti, ossia che con la scusa del vaccino viene inserito un tatuaggio leggibile elettronicamente  (richiesto e finanziatod a Bill Gates),  è confermata  ormai icome incidentalmente nei servizi mainstream:
“Il Pentagono ha stretto un contratto di 138 milioni con la Apiject per fornire siringhe pre-riempite [di che? ndr.] per   il futuro vaccino  COVID-19.  Le siringhe pre-riempite potranno includere  un chip RFID per tracciare dove e quando uno ha ricevuto il vaccino sperimentale
DOD Awarded $138 Million Contract with Apiject Enabling Pre-filled Syringes for Future COVID-19 Vaccine The Pre-filled Syringes Can Include An RFID Chip To Track When & Where Someone Received The Experimental Vaccine…
Il sito della ditta Apiject vanta esplicitamente  la novità che può iniettarvi:

Un’istantanea digitale per ogni iniezione.

Api-casa-Phone.png
Sia che i funzionari sanitari stiano eseguendo un programma di vaccinazione programmato o una campagna urgente di risposta alla pandemia, possono prendere decisioni migliori se sanno quando e dove si verifica ogni iniezione. Con un tag RFID / NFC opzionale sotto l’etichetta su ciascuna siringa preriempita BFS, ApiJect lo renderà possibile. Prima di fare un’iniezione, l’operatore sanitario sarà in grado di lanciare sul proprio telefono un’app mobile gratuita e “toccare” il tag NFC sull’etichetta della siringa preriempita. L’app acquisirà il numero di serie univoco a livello di dose, la posizione GPS e la data / time, quindi carica i dati in un database governativo. I dati di iniezione aggregati forniscono agli amministratori sanitari una “mappa di iniezione” in tempo reale in evoluzione.
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Gli esosomi come  appaiono:
Esosomi
Si scatena la Rivoluzione contro il “Razzismo in Chimica”

La “rivoluzione culturale” che è in corso in Usa è un tumultuoso ribollire di idee negre, raccolte con venerazione dai media e dai miliardari umanitari che le finanziano. Così’ le tv hanno dato lo spazio dovuto al “gran maestro Jay  capo della NFAC” che descrive come creerà uno stato etnico nero all’interno gli Stati Uniti, poiché i suoi uomini sono tutti ex tiratori estremamente disciplinati ed esperti tiratori … finiranno davvero male per questi ragazzi (i bianchi del KKK)”. Il che è un bel passo avanti per un movimento che erra nato contro la discriminazione subita dai negri. Non più uguaglianza, ma superiorità.
Nella Zona Liberata di Seattle, i giornalisti che vi sono stati ammessi hanno parlato rapiti di “concerti, proiezioni di documentari, pacifici raduni…. ”fino a quando la polizia, forzando la mano della sindaca Jenny Durkan, l’hanno sgomberata: dopo “quattro sparatorie – due fatali – rapine, aggressioni, violenze e innumerevoli crimini contro proprietà. La morte in una sparatoria di un sedicenne e il ferimento di un quattordicenne grave lunedì”, scrive Buchanan. Ma la sindaca, a imperitura memoria di quella che ha definito “un’estate d’amore”, ha annunciato che avrebbe preservato un giardino comunitario e opere d’arte e murales che i manifestanti hanno creato all’interno della zona autonoma”.


Resteranno a imperitura memoria

Buchanan commenta: “Le statue di Washington, Jefferson, Jackson, Lincoln, Grant e Theodore Roosevelt vengono abbattute, mentre i murales e i graffiti dei disadattati che hanno distrutto il centro di Seattle devono essere conservati”.
Ma questo è appunto il sintomo più significativo della serietà della rivoluzione in corso: il rigetto di tutta la storia passata, e più radicalmente di ogni figura esemplare nobilitante, con la scusa che erano comunque razzisti e schiavisti, – per tornare allo stato originario senza obblighi né riconoscimento di alcuna superiorità, né cultura, né civiltà. La tabula rasa, il progetto delle vere rivoluzioni.
Del resto l’abbattimento delle statue sembra essere agli ultimi, per mancanza delle stesse: ciò perché perché sono le autorità, sindaci e governatori progressisti, a farle abbattere loro per primi, in segno di sottomissione ai voleri negri, prevenendo i loro desideri – prima che essi li esprimano. Le ultime ad andare, quelle di Cristoforo Colombo e della regina Isabella che stavano davanti al Campidoglio di California dal 1883, con decreto del locale Senato a maggioranza assoluta. A New York, a fare il “defund the police”, è stato Bill De Blasio, il sindaco, che ha tagliato un miliardo di dollari al Dipartimento degli agenti.
Questa urgenza dei privilegiati bianchi o appena colorati di anticipare, precorrere le volontà di Black Lives Matter e Antifa, di fumati e drogati in rivolta, fa nascere un dubbio: che in fondo a voler rigettare ogni esemplarità nobilitante, a volersi congedare da ogni cultura superiore al negrismo, siano loro.
Il dubbio diventa certezza dopo che un giovane lettore, Massimiliano, studente di chimica, mi scrive:
sfogliando una rivista online, il Journal of Organic Chemistry, mi sono imbattuto in questo editoriale:
Ossia “Lottare contro il razzismo nelle pubblicazioni scientifiche di Chimica”.
In questo editoriale, firmato all’unanimità da tutti i membri e i collaboratori, evocato sacralmente “il brutale omicidio di George Floyd” come prova dei “secoli di violenza sistemica subiti dai neri americani”, notano che anche la Chimica ci sono “i gruppi sottorappresentati” che non riescono a pubblicare nei giornali scientifici a causa dei “pregiudizi e discriminazioni”: sono meno rappresentati non solo “i neri”; ma i “generi”, insomma la “diversity” non è garantita per nulla.
Ragion per cui, i redatttori fanno sapere ai futuri chimici neri che, che loro hanno deciso: “ Ci impegniamo a intraprendere le seguenti azioni:
  • Raccogliere e rendere pubbliche le nostre statistiche sulla diversity all’interno delle nostre riviste, includendo i nostri redattori, consulenti, revisori e autori; riferire annualmente sui progressi
  • Formazione di redattori nuovi ed esistenti per interrompere la distorsione nella revisione tra pari (peer review)
  • Inclusa la diversità dei collaboratori del giornale come metro di giudizio esplicito della validità del direttore
  • Nominare un difensore civico che funga da collegamento tra i redattori e la nostra comunità
  • Sviluppare un piano di diversità attuabile per ogni rivista che compare nella ACS (American Chemical Society”
Insomma d’ora in poi, quando il Journal of Organic Chemistry riceve una ricerca, prima di pubblicarla esamina anzitutto una cosa: quanti negri, quante lesbiche e transessuali, quanti latinos e gay hanno contribuito alla ricerca? Se le quote delle “minoranze sottorappresentate” non risultano rispettate, il comitato di redazione non pubblica; e considera il direttore responsabile del giusto mix; lo giudicherà in base alla sua apertura ai LGBTQ* e ai suoi pregiudizi…
Insomma, commenta il giovane lettore: “Gli editori di questa rivista americana” , per antirazzismo, “hanno accettato di schedare, di fare delle classifiche razziali di tutti gli autori, editori e reviewers di tutte le istituzioni (università, laboratori eccetera) che scrivono e lavorano per la rivista. Questi dati saranno consegnati alla ” community ” che vedrá poi come agire. La ” community ” é la seguente:
Che poi in seguito prendereranno ” provvedimenti “. Le dico come finirá. Tutte le istituzioni verranno tacciate di razzismo avendo in maggioranza scienziati bianchi o asiatici, essendo quelli i piú intelligenti popoli della Terra. I suprematisti neri imporranno ” quote nere “. Fallirá tutto. Si mangeranno la scienza nell’occidente”.
Quello è sicuro. Ma qui voglio notare come immediatamente  l’istanza “anti-discriminazione”, nelle azioni di questi aderenti alla Rivoluzione, si trasformi in dittatura totalitaria e repressiva: schedature, preferenze razziali, censure, denunce al sorvegliante supremo dell’antirazzismo in Chimica.
La Associazione Chimica Americana (ACS) sta infatti dettando le regole e dando le disposizioni come l’Organo del Partito. “Consiglia” letture del tipo:
Siamo in pieno maoismo, completo di Guardie Rosse e corsi di rieducazione: applicato alla Chimica USA.
La seconda cosa da notare è come questo comitato antirazzista della rivista, ancora una volta, esaudisca la volontà dei militanti negri non solo prima che si manifesti, ma senza che si manifesti affatto.
Da quel che risulta, nessun gruppo di militanti neri, nessun comitato suprematista della razza afro sta pretendendo vociando e sparando di prendere possesso di acidi e basi, metalli e metalloidi, né afferma – esercitando la giusta violenza – la supremazia afro sulle valenze chimiche, né imporre nuovi catalizzatori, e gestire al modo negro le formule di struttura; abbiamo ragione di ritenere che, pur mossa dall’invidia più acuta, la comunità negra non invidi il genio di Mendeleyev né pretenda la sua quota nella tavola periodica degli elementi, anzi ne ignori del tutto l’esistenza.
No. Tutto l’antirazzismo immediatamente totalitario in nome della “diversità di genere”, viene instaurato dalla volontà delirante del gruppo dei redattori del JOC, fra cui spesseggiano bianchi, non di rado j. Sono loro,i bianchi, che per ideologia sono disposti a distruggere la scienza, la loro scienza stessa: che poi è un dato ricorrente di ogni totalitarismo “di sinistra”, basti ricordare la genetica staliniana egemonizzata da quel Lysenko, che affermava la “ereditarietà dei caratteri acquisiti” per fedeltà all’ideologia di Marx ma, anche più, al proprio potere tirannico sulla comunità.


(Furbi?)

Il che ci induce a guardare con un altro occhio tutte le genuflessioni pubbliche, ostentate, dolenti dei bianchi davanti ai militanti negri. Si inchinano appena possono (e in vista di telecamere) i frequentatori delle migliori e più costose università; piegano il ginocchio i più pagati giocatori delle squadro di successo; si genuflettono, ornati di sciarpe africane, la Pelosi e tutti i senatori deputati democratici, che sono ricchi sfondati. Con ciò, certo, provano ad esorcizzare l’invidia negra, che hanno sentito sul collo per tutta la loro vita; ma intanto, il potere e i miliardi se li tengono loro.
La rivoluzione “culturale” in corso infatti, tra il ribollire di idee avanzate dai negri militanti, ne manca vistosamente di una: pretendere la tassazione al 90% dei redditi al disopra – diciamo – dei 50 miliardi dei plutocrati, i cui nomi sono noti, che dispongono attualmente ciascuno di 100-200 miliardi con cui possono permettersi vizi di potere dannosi (come Bill Gates) o sprechi superflui come Elon Musk, e alimenta il Deep State.
Come sempre,le rivolte negre non si tramutano in rivoluzioni; restano jacqueries e disordini senza sbocco politico, se i plutocrati non li aiutano. E i Soros li aiutano, ma solo fino al punto di far cadere Trump, di obliterare la Chimica, di abbattere le statue di Junipero Serra e Colombo – ma non oltre.
Il che suggerisce che c’è una logica in qusto delirio. L’ha colta Brandon Smith, un giovane attore di colore: ” La guerra civile è probabilmente inevitabile. Perché? Perché collettivisti e narcisisti [le sinistre ideologiche deliranti ] non sono mai soddisfatti di quel che hanno raggiunto. Desiderano un controllo illimitato sulla vita degli altri e useranno qualsiasi mezzo per ottenere quel controllo, non importa quanto distruttivo”.

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