ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 6 luglio 2020

Ragioni di speranza in mezzo a tanto sfacelo

NOSTRA CIVILTA' STA FRANANDO

    A chi rivolgersi ora che tutto sta franando? E' una rivoluzione epocale: stiamo assistendo alla fine di ogni certezza e siamo sospinti deliberatamente secondo "Un disegno preciso" verso i lidi dell’angoscia e della disperazione 
di Francesco Lamendola  

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A noi è toccato in sorte di vivere in uno di quei momenti storici nei quali la faccia del mondo cambia, drammaticamente e velocissimamente, e quasi di colpo nulla è più com’era prima, e nulla sarà più come l’avevamo conosciuto. Possiamo paragonarlo alla fine della civiltà antica, ma il paragone è forse approssimato per difetto. Allora c’era il collasso di un sistema economico, politico, giuridico; c’erano le invasioni barbariche che gli storici tedeschi chiamano, con maggior precisione, migrazioni di popoli (Völkerwanderung) e che condussero, in molti casi, a delle sostituzioni di tipo etnico; c’era la dissoluzione delle vecchie religioni e la progressiva affermazione di una nuova, venuta da Oriente, estranea alla cultura greco-romana. Per ciascuno di questi fattori si può trovare l’analogia, anzi un preciso parallelismo, con altrettanti fattori caratterizzanti il momento storico attuale

Anche noi stiamo assistendo al collasso di un sistema politico, economico e giuridico; anche noi stiamo vivendo il fenomeno delle invasioni/migrazioni, con relativa sostituzione di popoli; e anche noi constatiamo la dissoluzione delle vecchie forme religiose e il progressivo delinearsi di una fede nuova, venuta dall’esterno e totalmente estranea alla nostra cultura e alla nostra tradizione. E tuttavia, se notevoli sono i punti di somiglianza, ancora più grandi sono le differenze. Noi non stiamo assistendo all’implosione di un sistema politico, economico e giuridico, ma all’implosione del sistema: poiché il sistema attuale ha assunto dimensioni e caratteristiche planetarie e totalizzanti, escludendo e/o distruggendo ogni possibile alternativa, quindi non esiste un piano B, non c’è alcuna strategia di riserva e perciò si delinea una situazione di vuoto, ossia di totale disorganizzazione ed anarchia.

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A chi rivolgersi ora che tutto sta franando? Il cancro dell’odio di noi stessi è penetrato a fondo nel nostro organismo sociale, ha pervertito la nostra cultura e ci sta togliendo ogni speranza nel futuro!

Le odierne invasioni barbariche provengono da aree geografiche e culturali che non hanno niente a che fare con la nostra civiltà e che non sono affatto interessate ad integrarsi, o a raccogliere il testimone che sta scivolando dalle nostre deboli mani, come avvenne fra germani e romani nel V secolo dopo Cristo. Il problema è che non si tratta di popoli, ma di individui isolati, molto numerosi ma con un solo elemento comune, l’islam; per il resto, si tratta di soggetti provenienti da una cultura lontanissima dalla nostra e assolutamente incompatibile con essa, oltretutto provenienti da società disgregate, private della loro identità, per cui la sola cosa che recano con sé tutti questi giovani maschi, senza bambini né donne al seguito, è un individualismo esasperato e una feroce volontà di auto-affermazione, a qualsiasi costo, senza più alcun modello di solidarietà sociale e alcun codice  morale di riferimento, neanche di tipo familiare o tribale. In altre parole, sono atomi che non potranno mai aggregarsi, intimamente asociali, costituzionalmente parassitari, bramosi di sfruttare un po’ di benessere ovunque si trovi, ma incapaci e peraltro indisponibili a dare un contributo positivo, a investire in professionalità e risparmio, a fare qualsiasi cosa che non rientri nel proprio utile più immediato e primitivo. I germani che invasero l’Impero romano erano, al contrario, gente di buona razza: una volta calmati i bollori della conquista, erano pronti a divenire gli eredi e i continuatori di quella civiltà che li aveva accolti e che essi avevano sempre guardato con rispetto, pur combattendola per guadagnarsi il loro posto al sole. E quando si fusero con gli abitanti delle province, in Gallia, in Italia, in Spagna, il risultato fu positivo: portarono sangue fresco e giovane nelle vene di popolazioni stanche e decadenti. Quanto alla religione, allora il cristianesimo si impose sulle altre religioni per la sua intrinseca superiorità teologica e morale: tanto è vero che si affermò praticamente nel vuoto, in quanto la gente non aveva più alcuna relazione profonda e vitale con i vecchi dei, mentre in esso trovò la sorgente cui attingere l’energia necessaria ad affrontare i tremendi sconvolgimenti in corso. Ma oggi, quale sarebbe la nuova religione che avanza e che ambisce a sostituire, svuotandole dall’interno, tutte le altre, cristianesimo compreso? Da quel che è dato capire, un orribile culto, con tratti fortemente gnostici e liturgie sataniche, dell’uomo stesso: ma non dell’uomo in generale, bensì di pochissimi uomini, i Padroni Universali, cioè i signori della grande finanza, che vorranno farsi adorare da sette miliardi e mezzo di goyim.

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Il momento storico attuale? E' una rivoluzione epocale: stiamo assistendo alla fine di ogni certezza e siamo sospinti deliberatamente secondo "Un disegno preciso" verso i lidi dell’angoscia e della disperazione!

È tutto un mondo, il nostro mondo, che ci sta franando addosso, con una velocità ogni giorno crescente: sicché in pochi anni abbiamo visto sparire le cose più care, quelle che sembravano più certe, travolte da un mare fangoso di nuove parole d’ordine, di slogan dal suono ambiguo, di verità  a senso unico, che non hanno più la pienezza delle antiche, non rasserenano l‘anima, non fortificano la volontà, ma provocano smarrimento, confusione, amarezza. Stiamo assistendo alla fine di ogni certezza, anche delle più basilari, e veniamo sospinti deliberatamente, diabolicamente, secondo un disegno preciso, verso i lidi dell’angoscia e della disperazione. Non si deve confondere la causa con l’effetto; la crisi economica che stiamo vivendo non è che il colpo di grazia inferto alla nostra società e al nostro sistema di vita, ma essa non avrebbe la fora devastante di metterci a terra se noi non fossimo già moralmente e spiritualmente indeboliti, frastornati, annichiliti.
Ecco ad esempio cosa scriveva nel suo testamento spirituale lo storico Dominique Venner, intellettuale di grande valore della Nouvelle droite e autore di una ventina di libri, puntualmente ignorati dalla critica che conta, tutta di sinistra, il quale il 21 maggio 2013, poco dopo che la legislazione francese aveva accolto il cosiddetto matrimonio omosessuale, si tolse la vita nella cattedrale di Notre-Dame, sparandosi un colpo di pistola alla tempia:
Io mi do la morte al fine di risvegliare le coscienze assopite. Mi ribello contro la fatalità del destino. Insorgo contro i veleni dell’anima e contro gli invasivi desideri individuali che stanno distruggendo i nostri ancoraggi identitari, prima su tutti la famiglia, intimo fondamento della nostra civiltà millenaria. Mentre difendo l’identità di tutti i popoli a casa propria, mi ribello nel contempo contro il crimine che mira alla sostituzione dei nostri popoli.

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Un disegno preciso? È tutto un mondo, il nostro mondo, che ci sta franando addosso, con una velocità ogni giorno crescente: sono stati stritolati e annientati i fondamenti stessi dello stato di diritto e della morale tradizionale. L’ultimo colpo di maglio, è questione di giorni, sta per abbattersi sulla’idea stessa di famiglia, con l’approvazione della legge Zan-Scalfarotto, che aprirà la strada alla persecuzione penale della libertà di pensiero!

La lettera è ancora più struggente ed eloquente nella lingua originale, quella di Molière, di La Fontaine, di Chateaubriand, di Victor Hugo e di Paul Claudel:
Je me donne la mort afin de réveiller les consciences assoupies. Je m’insurge contre la fatalité. Je m’insurge contre les poisons de l’âme et contre les désirs individuels envahissants qui détruisent nos ancrages identitaires et notamment la famille, socle intime de notre civilisation multimillénaire. Alors que je défends l’identité de tous les peuples chez eux, je m’insurge aussi contre le crime visant au remplacement de nos populations.

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 Perché se i sindacati e la chiesa trovano esser cosa buona e giusta adoperarsi per favorire l’invasione e la sostituzione della nostra popolazione, mentre non li si vede sfoggiare altrettanto zelo quando si tratta di sovvenire ai bisogni degli italiani?

A chi rivolgersi, ora che tutto sta franando?

di Francesco Lamendola
  
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