“Difendevo il Concilio Vaticano II, ora lo critico. Ecco perché”
Cari amici di Duc in altum, nell’ambito del dibattito in corso sul Concilio Vaticano II vi propongo la mia traduzione di un articolo dell’autore americano Eric Sammons.
A.M.V.
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Sono entrato nella Chiesa cattolica nel 1993, al culmine del papato di Papa Giovanni Paolo II. Solo pochi mesi dopo essere stato ricevuto nella Chiesa, ho partecipato alla Giornata mondiale della gioventù a Denver, insieme a un milione di altri giovani cattolici entusiasti. Non sorprenderà quindi che io mi considerassi sfacciatamente un “cattolico di Giovanni Paolo II”, il che significava, tra le altre cose, che ero un felice difensore del Vaticano II, pur essendo un critico di quella che percepivo come la sua cattiva attuazione. Poi, negli anni 2000, ho sostenuto la “Riforma della riforma” di papa Benedetto XVI e il suo appello a ripensare, ma non a gettare via, le riforme emerse dal Vaticano II (cioè la sua attuazione). Per quanto critico potessi essere stato di ciò che accadde nella Chiesa dopo il Concilio, ero nondimeno un ardente difensore del Vaticano II.
La mia difesa del Concilio mi ha portato a studiarne a fondo i documenti, anche frequentando un corso di laurea dedicato esclusivamente alla lettura e all’interpretazione di quei testi. Il corso è stato tenuto da un altro “cattolico di Giovanni Paolo II” che a sua volta ha amato il Concilio ma ne ha lamentato l’attuazione. Abbiamo trascorso un intero semestre immergendoci nei documenti e determinando la loro “vera interpretazione” e come avrebbero dovuto essere implementati. Dopo quel corso ho proseguito lo studio dei testi conciliari, e ho continuato a credere che l’unico problema fosse l’attuazione, non il Concilio stesso. Ho continuato quindi a essere un ardente difensore del Vaticano II.
Ma ora non lo sono più.
Come sono diventato da difensore a critico del Vaticano II? Innanzitutto lasciatemi notare che “critico” è un termine ampio e può significare molte cose. Potrebbe significare che si pensa che il Concilio non sia valido o eretico. Potrebbe significare che il critico pensa che il Vaticano II sia ambiguo o imprudente. Ma in ultima analisi significa che la persona è disposta a criticare il Concilio stesso, non solo la sua attuazione. Nel mio caso, non credo che il Vaticano II sia stato invalido; né lo credo eretico (sebbene alcuni passaggi possano essere interpretati in modi che supportano l’eresia). Ritengo che i testi del Concilio siano a volte intenzionalmente ambigui, imprudenti e in tensione con una comprensione storica del cattolicesimo.
Allora che cosa mi ha portato a diventare critico nei confronti dello stesso Vaticano II, e non solo della sua attuazione? Il cambiamento è stato innescato da una serie di fattori. Il primo è semplicemente di ordine pratico. Per decenni ho lavorato nel campo dell’evangelizzazione cattolica, a livello personale, parrocchiale e diocesano. Ho letto tutti i libri cattolici moderni sul modo migliore di portare le persone alla fede, e ho studiato i vari movimenti e programmi della Nuova evangelizzazione che promuovono il cattolicesimo oggi. Stiamo spendendo molte energie cercando di avvicinare le persone alla Chiesa, ma, se guardiamo onestamente ai numeri, la Nuova evangelizzazione, fondata sul Vaticano II, è stata un fallimento totale. Non funziona, almeno non a livello macro. Ho anche scritto un libro su questo fenomeno.
I cattolici conservatori filo-Vaticano II amano sottolineare che i cattolici liberali del Vaticano II non producono convertiti, ma ecco un piccolo segreto: i cattolici conservatori filo-Vaticano II, pur producendo alcuni convertiti, non fermano l’ondata di marea di cattolici che lasciano la Chiesa. In realtà non importa come presenti il cattolicesimo del Vaticano II: il risultato è una Chiesa in rapida contrazione.
Ma la mia vera epifania circa il Vaticano II è stata la consapevolezza (che è abbastanza ovvia col senno di poi) che gli attuatori del Vaticano II furono gli stessi padri conciliari. Questo punto non può essere sottovalutato. La linea standard seguita dai difensori conservatori del Vaticano II è che l’implementazione è stata “dirottata”. Con questo intendono che alcune forze all’interno della Chiesa hanno usato il Vaticano II per attuare la propria agenda, presumibilmente contraria al Concilio stesso. Ma questo argomento, sebbene comunemente sostenuto, non è credibile. Dopo tutto, chi erano questi presunti nefandi implementatori? Il Vaticano II è stato attuato dai cardinali e dai vescovi della Chiesa, gli stessi uomini responsabili della stesura e dell’approvazione dei documenti conciliari. Come mai dunque il 99% di questi padri conciliari ha interpretato male i propri documenti? Non hanno capito per che cosa votavano? Tra l’episcopato c’è stata una delusione di massa non appena il Concilio è terminato, per cui pensavano che i documenti dicessero cose che non intendevano dire?
Chiaramente è assurdo. La realtà è che gli uomini che hanno scritto, dibattuto e approvato i sedici documenti del Vaticano II sono stati gli stessi che sono tornati nelle loro diocesi e hanno attuato quei documenti. E, tranne poche eccezioni, li implementarono tutti nello stesso identico modo, quel modo che portò al “Medioevo” post-Vaticano II degli anni Settanta, che è ancora il fondamento della parrocchia cattolica media di oggi. Tutti hanno abbracciato la nuova Messa, il movimento ecumenico, il dialogo interreligioso, la trasformazione della Chiesa cattolica in un’altra denominazione protestante.
Mi sembra il massimo dell’arroganza per i cattolici di oggi guardarsi indietro e dire che l’attuazione del Consiglio è stata “dirottata”. Se davvero ci fu un dirottamento, esso avvenne per opera dei legittimi proprietari: i padri conciliari.
In che modo esattamente fu un dirottamento? L’attuazione del Vaticano II è un tutt’uno con il Concilio stesso; è una caratteristica, non un “bug”, del Concilio. Criticare l’attuazione è criticare il fondamento dell’attuazione: i documenti del Concilio.
Per decenni è infuriato un feroce dibattito sulla via da seguire per ricostruire la fatiscente Chiesa cattolica. Da una parte coloro che vogliono continuare l’attuazione del Vaticano II come così come va avanti da oltre cinquant’anni, dall’altra coloro che vogliono una nuova attuazione del Vaticano II. Eppure, pochissimi all’interno della gerarchia della Chiesa vogliono ammettere che forse il problema non è l’attuazione del Vaticano II, ma il Concilio stesso. I cattolici di oggi devono avere il coraggio di ammettere che una delle ragioni principali per cui la Chiesa moderna si sta sgretolando è che è stata costruita su fondamenta scricchiolanti, e quelle fondamenta si trovano nel Vaticano II. Finché non riconosceremo questo fatto, non saremo mai in grado di andare avanti e ricostruire la Chiesa, che sta cadendo in rovina.
Eric Sammons
Versione originale: How I Went from a Defender of Vatican II to Its Critic
Fonte: ericsammons.com
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