La Meloni tuona contro Conte: "Mi vergogno di vedere un'Italia ridotta così"
La leader di Fratelli d'Italia promette battaglia nelle piazze e in Parlamento: "La storia sappia che non siamo stati conniventi con queste idiozie"
La leader di Fratelli d'Italia promette battaglia nelle piazze e in Parlamento: "La storia sappia che non siamo stati conniventi con queste idiozie"
Una Giorgia Meloni irrefrenabile asfalta Giuseppe Conte e mette in luce tutte le bugie e le incoerenze che il governo giallorosso sta raccontando agli italiani con la scusa del Coronavirus.
Nel mirino sono finite molte misure anti-contagio contenute nell'ultimo Dpcm: dalle feste private a casa alla didattica a distanza passando per l'attività motoria, gli scivoloni commessi nuovamente dall'esecutivo sono molteplici. Ecco perché la leader di Fratelli d'Italia è andata su tutte le furie nel corso del suo intervento alla Camera, definendo il documento un semplice "manualetto delle buone intenzioni". Nello specifico si è scagliata contro la decisione di chiudere i locali a mezzanotte, che potrebbe rappresentare un durissimo colpo per migliaia di imprenditori italiani: "Lo Stato non può massacrare così un settore come quello della ristorazione e della somministrazione di bevande, che produce e crea ricchezza per migliaia di famiglie italiane".
L'ex ministro della Gioventù ha poi incalzato il presidente del Consiglio sul tema del divieto di assembramento e dell'obbligo di indossare la mascherina praticamente ovunque: "Valgono anche per gli spacciatori nigeriani che bivaccano nelle nostre strade? O fate finta di non vederli perché siete troppo impegnati a mandare la polizia a vietare le feste e cene tra parenti?". A suo giudizio i Dpcm di Conte "sono buoni soprattutto per i 'meme' su Internet", visto che sono pieni di assurdità e di mancanza di credibilità. Effettivamente troppe domande vengono fuori, e la Meloni le ha snocciolate una ad una: "Cosa vuol dire chiudere i locali alle 24? Vuol dire che il Covid è nottambulo? Se mi alleno per la marcia mi multano? Perché in teatro possono entrare 200 persone e alle nozze sono ammessi massimo 30 invitati? Qual è la ratio? Cosa vuol dire che non si possono amministrare alcolici fuori dai locali dopo le nove? Stiamo combattendo il Covid o la cirrosi epatica?".
"Pronti a battagliare"
Più volte la sinistra ha sostenuto a gran voce che con il centrodestra al governo ci sarebbe stato un caos totale e avremmo avuto le fosse comuni. Questa è l'ipotesi di Nicola Zingaretti. Si tratta solo di una supposizione. Mentre abbiamo sotto gli occhi una certezza chiara: nel nostro Paese, con i giallorossi al comando, ci sono milioni di disoccupati. "Non siamo ottimisti sul futuro di questa Nazione e le risposte che arrivano da questo governo continuano a mancare di credibilità e concretezza", ha tuonato il presidente di FdI. Un mix di controsensi che sta portando l'esecutivo a raggiungere sempre più un limite indecente: "Tutto questo è ridicolo. Così si rischia di trasformare il virus in una farsa grottesca".
Infine la Meloni si è detta molto preoccupata per il futuro dell'Italia, convinta del fatto che i grillini si piegheranno al pressing del Partito democratico e dei renziani sul Meccanismo europeo di stabilità: "Alla fine accederete al Mes, perché così finirà amici del M5S". Questa situazione generale l'ha portata a vergognarsi "a vedere l’Italia ridotta così". Pertanto ha concluso il suo intervento annunciando che, magari con il centrodestra compatto, Fratelli d'Italia è pronto a dare battaglia a Conte e ai giallorossi: "Intendiamo batterci con forza, contro questi provvedimenti ridicoli, in Parlamento e fuori, nelle piazze, sotto i Ministeri e tra le gente, perché la storia sappia che non siamo stati conniventi con queste idiozie".
Ci stanno mettendo l’uno contro l’altro, svegliamoci
Un’intera conferenza stampa senza neanche abbassare la mascherina per riprendere fiato. Giuseppe Conte presenta l’ultima ondata di dpcm in una veste paradossalmente inedita, perché neanche in piena Fase Uno aveva sfoggiato in maniera così risoluta lo strumento totem della battaglia al Covid 19. Negli annali resteranno semmai le uscite pubbliche d’inizio emergenza, quando si presentò ai giornalisti con il maglione «alla Guido Bertolaso». Una scelta comunicativa che pagò cara, perché ritenuta eccessivamente allarmista.
Oggi il contesto è cambiato. Il mondo è diviso in due, tra presidenti buoni e presidenti cattivi. La performance di Giuseppe Conte fa da contraltare all’immagine di Donald Trump che arringa la folla togliendosi la mascherina in segno di vittoria sul Coronavirus. Due stili differenti, nessuno immune da critiche. Ma anche modalità totalmente differenti di governare la medesima crisi e suscitare risposte diametralmente opposte.
Pietrangelo Buttafuoco ha colto il messaggio del presidente americano: «Trump non è la mia tazza di te, come dicono gli inglesi per indicare che “non è roba per me” – ha detto – Tuttavia la sua frase “non abbiate paura”, pronunciata dopo aver affrontato il Covid, ha una forza quasi evangelica. Ricorda il messaggio analogo di Giovanni Paolo II, e contiene l’invito a un’azione spirituale dirompente, cancellata dalla pandemia: quella del bacio al lebbroso. Quanto all’esito delle elezioni, occhio: chi dà Biden trionfatore mi ricorda quelli che giuravano che l’Emilia Romagna sarebbe passata alla Lega».
In Italia, invece, sembrano assai lontani i giorni in cui tifavamo per medici e infermieri, eleggendoli a eroi nazionali. C’è stato un momento dove ci siamo aggrappati disperatamente alla loro professionalità, ma soprattutto alla loro etica combattente. Nessuno in quei giorni grigi è venuto in mente di menarli come troppo spesso è successo vergognosamente all’interno dei nostri ospedali.
Abbiamo puntato su di un altro registro, più civile. Ci siamo dati coraggio pregando per loro, per la buona riuscita della loro missione in prima linea. Durante la Fase Uno, più volte sono state tirare in ballo parole d’ordine dal lessico bellico. «Siamo in guerra». «Vinceremo!». Alessandro Barbero, che di storia militare se ne intende, ci ha spiegato che è tutto normale. Ci sta tutta che, quando la faccenda si fa critica, si rispolvera un armamentario anche linguistico utile prima a resistere per poi andare a sfondare le linee nemiche.
Che è successo poi? Che è stata la paura a prevalere. I numeri della Fase Due (o Tre) sembrano totalmente diversi rispetto ai mesi di marzo e aprile, soprattutto guardando le caselle dei decessi, dei ricoveri e degli accessi in terapia intensiva. Certo, ancora devono arrivare i mesi più freddi, intanto però l’ansia è alle stelle. Un’ansia che rasenta l’odio. E che si scaglia contro chiunque non viva alla stessa maniera la fobia da pandemia. Un sentimento che si muove peraltro secondo direttrici politiche ben precise.
Fa male dirlo, ma è così. Essendoci al governo la sinistra (o qualcosa che le somiglia tanto), avviene che grillini e progressisti sposino a scatola chiusa le scelte dell’esecutivo. Anche quando queste mettono tra parentesi molte delle libertà ritenute un tempo inviolabili. Proprio loro che da sempre hanno il vizio di pungolare l’altro e additare l’avversario. Insomma, se tacciono vuol dire che acconsentono.
Mentre Giuseppe Conte giura di non volerlo fare nuovamente, a marzo ha sposato la ricetta del lockdown totale. Una scelta utile a calmierare i numeri del contagio, ma che ha depresso economicamente tutto il sistema paese, tanto da ricorrere ad una richiesta di aiuti massicci da parte dell’Europa (il Recovery fund) per arginare gli effetti sociali del Covid 19. Ma la crisi potrebbe comunque arrivare.
Il paese è spaventato perché i vertici istituzionali hanno caldeggiato la comunicazione della preoccupazione costante, fino a evocare il senso di colpa per i divertimenti estivi. Il cortocircuito sul numero di persone da invitare a casa o la richiesta sibillina di ricorrere ai delatori per individuare i possibili trasgressori, ci dicono tantissimo su questa fase storica paludosa. Siamo passati da un odio a un altro, ma non ce ne stiamo accorgendo. Altro che fratellanza, quotidianamente viviamo atti d’intolleranza ed egoismo che vanno contro le più banali regole di convivenza umana. Dalla fila alla posta, alla metropolitana. Tutti contro tutti. Tutti fobici. Tutti schifiltosi. E meno male che appena qualche mese fa tifavamo per i nostri uomini in camice.
Insomma, sarebbe servito un approccio diverso, uno stile comunicativo diverso. Non per forza quello di Trump, troppo distante dalle coordinate nostrane. Ma almeno un leader (presumibilmente eletto) capace di richiamare gli italiani al senso di responsabilità, per puntare con coraggio alla tenuta di questo Paese. Uno che chiedesse sì sacrifici, ma non di rinunciare al lavoro. Quando un pugile o un rugbista indossa il paradenti non lo fa per paura. Lo fa per raggiungere l’obiettivo. Con lo stesso spirito (e le giuste regole, per carità), bisogna consegnare alle generazione future l’immagine di un’Italia che ha preferito non fermarsi, magari rischiando, senza però cedere a paure, sciatterie o isterismi.
https://culturaidentita.it/ci-stanno-mettendo-uno-contro-laltro-svegliamoci/
"I rapporti sessuali? Solo con la mascherina"
La sessuologa Roberta Rossi, intervistata da Repubblica, dice che la mascherina va usata durante i rapporti sessuali. Nella video intervista tutti i consigli dell'esperta
La sessuologa Roberta Rossi, intervistata da Repubblica, dice che la mascherina va usata durante i rapporti sessuali. Nella video intervista tutti i consigli dell'esperta
Il sesso ai tempi del coronavirus? "Solo con la mascherina". A dirlo è Roberta Rossi, sessuologa e psicoterapeuta dell'Istituto di psicologia clinica.
Intervistata da Valeria Pini di Rebubblica, risponde a una serie di domande e dubbi dei lettori sulle relazioni sessuali nei giorni del Covid. Dopo le domande più scontate sull'eventuale pericolosità dei baci, assolutamente da evitare per l'effetto droplet potenziato, al quesito incriminato - sesso con o senza mascherina? - l'esperta sdogana l'uso del dispositivo di protezione da parte di entrambi i partner. Ma nella video intervista la sessuologa snocciola una serie di 'pillole' sul sesso al tempo del Covid.
Per le coppie fisse, se sulla mascherina si può soprassedere, le norme igienico-sanitarie anticontagio vanno applicate ugualmente. Della serie, fidersi sì, ma non del tutto. Quindi igienizazzazione tassativa delle mani per entrambi. Non è specificato se solo prima o anche dopo. E per i nuovi incontri e le relazioni al primo stadio, che fare? "Meglio evitare", consiglia Rossi. Se proprio non se ne può fare a meno, meglio ripiegare su un corteggiamento distanziato per scongiurare ogni possibile contatto fisico. Insomma, stare almeno a un metro di distanza o meglio ancora spostarsi a versioni virtuali del corteggiamento. E su Whatsapp resistere al contatto sarà molto più facile.
Non tutti i mali vengono per nuocere. Secondo la sessuologa l'intimità forzata indotta da quarantene fiduciarie, smart working parziale o nuovi eventuali lockdown potrebbe essere una manna per le coppie rodate. Tanto tempo da passare insieme si deve pur impiegare in qualche modo. Più tempo si tradurrebbe in più occasioni di incontro ad alto tasso di droplet. Al netto di figli in video conferenza di gruppo con insegnante e compagni in ogni angolo della casa. Non sempre però il Covid ha un effetto stimolante. Infatti, le ansie da pandemia, stando alle statistiche, hanno fiaccato il desiderio sessuale di una buona parte degli italiani.
Ma il sesso occasionale è ufficialmente finito? La sessuologa è lapidaria: "È assolutamente a rischio". Un ottimo surrogato potrebbero essere le piattaforme di incontri online adatti, secondo l'esperta, a una perfetta sessualità occasionale virtuale. "In fondo ci sono tanti modi e si può giocare di fantasia". Se non si riesce a evitare l'approccio classico, non resta che programmare un bel tampone antigenico, che è più rapido. Da fare entrambi la mattina per la sera programmata per consumare. Ma attenzione: in attesa del contatto, evitare assolutamente contatti con altre persone che potrebbero infettare. E se il tapone è positivo? Ovviamente, salta tutto.In più, scatta anche la quarantena fiduciaria. Ma allora, meglio ripiegare sull'astinenza totale? No, la sessuologa la sconsiglia. Meglio fare sesso applicando il protocollo igienico-sanitario anticontagio: niente baci, igienizzazione integrale e mascherina (no, i guanti per ora non sarebbero necessari). "La vedo tragica", chiosa un lettore. E come dargli torto.
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/sesso-e-covid-solo-mascherina-1896011.html
Covid, Ferrero choc sul tampone "Gli scienziati se lo mettano..."
Il numero uno della Sampdoria, Massimo Ferrero, ha parlato a ruota libera del coronavirus: "Rispettiamo la malattia ma non enfatizziamo. Gli scienziati si mettano il tampone..."
Il numero uno della Sampdoria, Massimo Ferrero, ha parlato a ruota libera del coronavirus: "Rispettiamo la malattia ma non enfatizziamo. Gli scienziati si mettano il tampone..."
"Di coronavirus non si muore, rispettiamo la malattia ma non enfatizziamo", firmato Massimo Ferrero.
Il presidente della Sampdoria è sempre stato un personaggio senza peli sulla lingua ma questa volta ha parlato di un tema delicato ai microfoni di Radio Capital e le sue parole faranno sicuramente discutere.
"Prima era un mostro che non si identificava, mentre ora l'abbiamo identificato: quindi cerchiamo di non enfatizzarlo, perché se facciamo così... La malattia esiste, va identificata, ma abbiamo fatto cento milioni di passi avanti e non si muore, grazie a Dio", uno dei tanti commenti del numero uno del club ligure.
L'imprenditore romano è poi entrato in tackle anche sugli esperti di malattie infettive che sono spesso ospiti in televisione per parlare di questa pandemia che ha sconvolto e travolto il mondo: "Gli scienziati vanno in televisione e ognuno dice qualcosa di diverso. Il tampone? Gli scienziati possono metterselo da qualche altra parte".
Ferrero ha poi toccato anche un altro tema delicato per i club di Serie A, e non solo, come la cosiddetta "bolla" e la capienza degli stadi: "Non ci inventiamo cose che non esistono. Quante persone farei entrare allo stadio? Non dico il 100% e nemmeno il 50%, ma almeno il 25%... Marassi è uno stadio meraviglioso e ci vanno 45mila persone, ma se voi ne mettete 15mila chi se ne accorge? Quindi direi almeno un 30%. Noi a volte facciamo molta propaganda, chiediamo responsabilità a questi ragazzi che sono ragazzi, ma perché se facciamo le leggi non ci sono controlli?".
Il numero uno della Sampdoria ha anche dato la sua interpretazione "filosofica" in merito a come gestire l'emergenza: "L'incertezza uccide le menti delle persone. Tra un po' chiuderemo gli ospedali per il corpo e riempiremo quelli per la testa. Io sono stato costretto a chiudere i cinema, ora tutti questi problemi con il calcio. Così fermano la vita". Chiusura polemica con puntura agli esperti del virus: "Io negazionista? No, questo virus lo rispetto tutta lavora, ma abbiamo i mezzi per affrontarlo. Tante eccellenze vanno in televisione ma ognuno dice il contrario dell'altro. E ieri su Rai 2 abbiamo rivisto le bare, ma dai...". Le parole di Ferrero sono destinate a far discutere sia all'interno del mondo del calcio che all'esterno dato che la situazione è parecchio delicata e di difficile gestione da parte delle istituzioni sportive e governative.
https://www.ilgiornale.it/news/sport/ferrero-choc-non-si-muore-coronavirus-1896442.html
Iniziano le "collaborazioni" dei cittadini: 30enne preso a pugni perché senza mascherina
Aggredito da un passante in pieno centro a Venezia perché non indossava la mascherina: trentenne finisce all'ospedale con una ferita al volto
Aggredito da un passante in pieno centro a Venezia perché non indossava la mascherina: trentenne finisce all'ospedale con una ferita al volto
Domenica sera da Fabio Fazio, Roberto Speranza ha illustrato quella che era la sua linea per il Dpcm, firmato poi lunedì notte. Il ministro della Salute era il capofila della fazione più estremista in termini di misure da adottare per il contenimento del coronavirus.
La sua proposta era quella di vietare le feste private, anche quelle in casa e aveva anche già in mente come fare per evitare che gli italiani, dentro le loro mura domestiche, rispettassero le regole: "Quando c'è una norma, questa va rispettata e gli italiani hanno dimostrato di non aver bisogno di un carabiniere o di un poliziotto a controllarli personalmente. Ma è chiaro che aumenteremo i controlli, ci saranno le segnalazioni". Molti italiani non aspettavano altro e ora si sentono in diritto di diventare sceriffi del Dpcm e di intervenire in prima persona per il rispetto delle norme, come accaduto a Venezia per una mascherina non indossata.
Una frase, che soprattutto sul tema delle "segnalazioni", ha scatenato la polemica, tanto da costringere il presidente del Consiglio a specificare l'ovvio: "Non manderemo le forze di polizia nelle abitazioni private, dobbiamo assolutamente tutelare la sfera di vita privata ma dobbiamo assolutamente evitare le situazioni pericolose". Grazie. Ma con la diligenza tanto sbandierata dal governo, gli italiani hanno iniziato a "collaborare" con lo Stato, nello spirito di quella polizia popolare che rischia di trasformare l'Italia in uno stato di polizia improvvisato. Nessuna delazione, però, nessun'azione di spionaggio nei confronti dei vicini ma una vera aggressione nei confronti di un uomo che, senza rispettare il Dpcm contro il coronavirus, passeggiava per Venezia senza indossare la mascherina.
Tutto è accaduto nel centro della città lagunare, dove un trentenne si trovava in compagnia di un'amica. Sul suo volto non era presente il dispositivo di protezione individuale prescritto dal decreto firmato da Conte lunedì notte e così, un altro passante, si è sentito in dovere di richiamarlo all'ordine. Il trentenne non è rimasto in silenzio e ha invitato l'uomo a pensare a se stesso, mandandolo anche a quel paese. Una reazione che ha indispettito l'uomo, che si è quindi scagliato contro il ragazzo sferrandogli tre pugni dritti sul volto. In quel momento in strada c'erano anche altre persone, che allarmate dalla piega presa dalla discussione hanno chiesto l'intervento dei carabinieri. Il ragazzo senza mascherina è stato soccorso e trasportato in ospedale con una ferita allo zigomo. Nessun'altra conseguenza per lui, che dopo poche ore ha potuto far ritorno alla sua abitazione con qualche giorno di prognosi.
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Più di sei dentro casa? Ecco cosa rischia chi non rispetta le regole
La violazione delle norme del dpcm, in vigore dal 14 ottobre, fa scattare responsabilità colposa o sanzioni amministrative. E denunciare chi sbaglia si può
La violazione delle norme del dpcm, in vigore dal 14 ottobre, fa scattare responsabilità colposa o sanzioni amministrative. E denunciare chi sbaglia si può
Cena a casa in non più di sei. Feste private a numero chiuso. Anche matrimoni o battesimi con massimo 30 invitati. Party di compleanno banditi, se non per pochi intimi e tutti con mascherina.
Anche in casa se in presenza di congiunti non conviventi. Niente attività sportive di contatto. Quelle sono riservate alle società semi o professionistiche. A parte qualche dubbio sugli ingressi nelle sale giochi e poco altro, la maggior parte delle misure anti contagio contenute nel dpcm in vigore da mercoledì 14 ottobre sono ormai note. Ma che il valore giuridico delle nuove misure cambi non è così evidente. Poco chiaro anche cosa rischia il potenziale trasgressore delle regole e per chi, invece cerca di farle rispettare, come tutori dell'ordine o semplici cittadini zelanti.
I rischi penali nascosti nei 'consigli' di Conte
I dubbi dipendono da un'anomalia contenuta nel nuovo dpcm. Infatti, quasi mai chi fa le leggi "consiglia" o "suggerisce", come invece fa più volte il nuovo decreto. "Raccomanda" di evitare le feste domestiche, di non ricevere più di sei persone in casa e di mettere la mascherina quando si accolgono persone non conviventi. Ma in questi consigli, non richiesti, si celerebbero, come riporta il Sole 24 Ore, le cosiddette norme cautelari di condotta finalizzate a contenere il rischio. Possono essere scritte e non scritte. Quelle non scritte si affidano alla diligenza e alla prudenza di ciascuno, quelle scritte possono essere contenute in leggi, regolamenti, decreti, ordini e discipline. Nel diritto penale violarle però è un requisito oggettivo della colpa. In pratica, potrebbe scattare la responsabilità colposa. A chi trasgredisce potrebbero contestare il reato di epidemia colposa, previsto dall'articolo 452 del Codice penale.Anche se è difficile risalire alla catena causale dell'evento contagio da Covid, per chi organizza una festa con più di sei persone che si trasforma in un focolaio, il rischio è di andare nel penale.
Se il vicino fa la spia?
Vigili, forze dell'ordine e agenti non faranno irruzioni nelle case per verificare la rigida applicazione dei protocolli anticontagio. A tutelare la privacy domestica anche ai tempi dei dpcm ci pensa l'articolo 13 della legge 689/81 (gli organi addetti al controllo sull'osservanza delle disposizioni per la cui violazione è prevista la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro possono, per l’accertamento delle violazioni di rispettiva competenza, assumere informazioni e procedere a ispezioni di cose e di luoghi diversi dalla privata dimora, a rilievi segnaletici, descrittivi e fotografici e ad ogni altra operazione tecnica). Ma se la legge protegge dalle intrusioni dello Stato, nulla impedisce al vicino di casa particolarmente zelante di fare la spia. Se segnala assembramenti o festini a sette e un agente bussa alla porta del presunto trasgressore, anche se non entra rimane comunque traccia dell'intervento. E potrebbe avere un peso se poi gli viene contestato il reato di epidemia colposa. Poi, però, data la funzione preventiva delle norme cautelari, entrerebbe in gioco il buon senso del giudice laddove quello del vicino ha difettato.
Cosa succede se si violano i divieti veri e propri
Se si organizzano feste nei luoghi al chiuso e all'aperto, cerimonie civili o religiose con più di 30 persone o partite di calcetto con gli amici, si violano dei divieti veri e propri. E qui scattano le relative sanzioni amministrative. Poi, si può sempre sperare nelle immancabili deroghe ed eccezioni connesse al caso concreto. Cinema e teatri possono avere anche più di 200 spettatori al chiuso e più di 1000 all'aperto se il luogo lo consente. Sì anche alla messa all'aperto, se la chiesa è troppo piccola per un corretto distanziamento tra i fedeli. Attenzione, però, le infrazioni più gravi restano reati. Per la maggior parte dei divieti, come quello di non indossare la mascherina, si viene puniti con la sanzione amministrativa da 400 a 1.000 euro. Mentre chi viola l'obbligo di quarantena, sceso da 14 a 10 giorni, per chi è risultato positivo al virus, rischia proprio il processo penale. E oltre un'ammenda che va da 500 a 5.000 euro potrebbe scattare anche l'arresto da 3 a 18 mesi. E con la pena cumulativa, non basta pagare la corrispettiva somma di denaro per estinguere il reato.
Ecco la satira del giorno. Come reinventare le feste
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