Norme antivirus. Il papa si pente, ma solo un pochino
Basta con le ammucchiate e i baciamano, in Vaticano? Sì e no, a giudicare da ciò che è accaduto stamane, nella consueta udienza generale del mercoledì.
Di certo, papa Francesco dev’essersi sentito punto sul vivo, una settimana fa, dalle reprimende di Settimo Cielo e poi del quotidiano “Libero”:
Al punto che al momento dei saluti finali ha alzato gli occhi dai fogli e, a braccio, ha detto le seguenti testuali parole:
“Io vorrei fare come faccio di solito, scendere e avvicinarmi a voi per salutarvi, ma con le nuove prescrizioni, meglio mantenere le distanze. Anche gli ammalati li saluto dal cuore da qui. Voi siete a distanza prudente, come si deve fare. Ma succede che quando io scendo, tutti vengono e lì si ammucchiano: è il problema che c’è il pericolo del contagio. Così, ognuno con la mascherina, mantenendo le distanze, possiamo andare avanti con le udienze. Scusatemi se oggi vi saluto da lontano, ma credo che se tutti, come buoni cittadini, compiamo le prescrizioni delle autorità, questo sarà un aiuto per finire con questa pandemia”.
Al termine dell’udienza, infatti, il papa ha salutato la gente da lontano, da molto lontano, per subito dopo filarsene via da una porta laterale. Senza quel bagno di folla che è sempre stato un ingrediente fisso delle sue uscite pubbliche.
Subito prima, però, nel salutare a tu per tu tre o quattro prelati, Francesco non ha mancato di stringere e farsi baciare le mani, senza mascherina, come ha sempre fatto dall’inizio della pandemia e continua a fare imperterrito.
E neppure tra la folla si è notata una minima, prudenziale applicazione dei distanziamenti, come si può notare da questa immagine ripresa dalla videoregistrazione ufficiale dell’udienza:
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Settimo Cielo
di Sandro Magister 14 ott
Cosimo Massaro: "Gli uomini di Davos lavorano per blindare questa globalizzazione infame"
Cosimo Massaro, scrittore ed esperto di sistemi monetari, spiega come la transizione in atto sia stata pianificata da una oligarchia di milionari che si ritrova periodicamente a Davos, in Svizzera. "L'obiettivo delle élite è quello di scavare un solco sempre più profondo fra il popolo e le classi dirigenti, aumentando le disuguaglianze sociali e togliendo spazi di democrazia partecipata. Quella in corso, in fin dei conti, è una guerra di natura spirituale"
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