Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
La Zecca vaticana ha coniato una nuova moneta in argento da 10 euro per celebrare la Giornata della Terra: su un lato l'effigie della Madre Terra, secondo l'iconografia della Pachamama. Una scelta scandalosa: la Chiesa cattolica rende onore a una divinità pagana.
La nuova moneta vaticana
«“Mostratemi la moneta del tributo”. Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: “Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?”. Gli risposero: “Di Cesare¨. Allora disse loro: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”».
Oggi al posto di Cesare abbiamo la Pachamama, quindi dobbiamo dare a lei ciò che le spetta. E questo per volere del Vaticano. I fatti sono questi. La Zecca vaticana, il 16 ottobre scorso, ha coniato una nuova moneta da 10 euro in argento del valore di 69 euro in occasione del 50 ° anniversario della Giornata Mondiale della Terra. Su un lato della moneta è ritratta un giovane donna incinta il cui pancione è il globo terrestre su cui sono raffigurati alcuni continenti. Dalla sua lunga chioma spuntano alcune spighe.
L’Ufficio numismatico vaticano ha così spiegato il significato del conio di questa nuova moneta: «La celebrazione della vita sulla Terra è un impegno a prendersi cura del pianeta, è il progetto al quale la Chiesa intende offrire la sua adesione, un’opera grandiosa e complessa: promuovere un’azione internazionale per garantire a ciascuno il futuro, gli alimenti di cui ha bisogno, tanto per quantità che per qualità, perché l’avanzamento economico si accompagni con lo sviluppo sociale, senza il quale non si dà vero progresso. La Zecca dello Stato della Città del Vaticano ha curato l’emissione di una moneta da 10 euro in argento realizzata dal Maestro Oldani, che raffigura una madre che porta in grembo la Terra, alla quale dobbiamo cura e amore come se fosse una figlia, con nei capelli lunghe spighe di grano, in un rimando tra passato e futuro che diviene atemporale, quindi eterno».
Contemporaneamente la Zecca ha emesso anche altre monete. Quattro sono di ispirazione cattolica (vi sono raffigurati San Paolo e Raffaello), la quinta è politicamente corretta: San Pietro a braccia spalancate accoglie i migranti. Moneta battuta in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.
Torniamo alla donna incinta sulla moneta da 10 euro. Ora «una madre che porta in grembo la Terra» è palesemente la Madre Terra, divinità pagana e non cristiana. La Madre Terra può essere legittimamente identificata nella famigerata divinità Pachamama, sia perché il termine “Pachamama” in lingua quechua significa Madre Terra, sia perché l’iconografia scelta dal maestro Oldani riproduce quella della Pachamama (stessa donna con i capelli lunghi che accarezza il suo pancione), sia soprattutto perché la Pachamama è stata una recente frequentazione delle alte gerarchie cattoliche. Infatti circa un anno fa, durante il sinodo dell’Amazzonia, la divinità indios fece il suo ingresso trionfale nei giardini vaticani per poi venire collocata, in duplice copia, presso la chiesa di Santa Maria in Traspontina e finire, da ultimo, nelle acque del Tevere perché lì buttata da mano pietosa e cattolicissima, nonchè allergica all’idolatria. Dal Vaticano smentiscono chiarendo che la donna raffigurata è solo un simbolo della vita. Come dire di Tizio che non è un malvivente, ma solo un farabutto.
Dea Madre o Dea della Vita, fatto sta che il tintinnio di questa moneta ricorda quello dei trenta denari buttati da Giuda sul pavimento del Tempio. In primo luogo perché sulle monete dello Stato della Città del Vaticano esigiamo che vengano raffigurati Nostro Signore, la Santissima Trinità, santi, scene sacre o elogiative della cultura cristiana (v. le monete per celebrare Raffaello). Qui abbiamo una sostituzione bella e buona: da Maria Vergine incinta alla Pachamama incinta. Dal sacro al profano. Da un contenuto cattolico ad uno non cattolico, come avvenne qualche anno fa quando sempre il Vaticano emise un francobollo raffigurante Martin Lutero inginocchiato davanti a una croce e con in mano una Bibbia, in occasione del 500 ° anniversario della Riforma protestante.
In secondo luogo, ammesso e non concesso che vogliamo celebrare il creato (e non la Terra), quasi che se ne sentisse il bisogno perché nessuno lo fa, era indispensabile farlo secondo una prospettiva e sensibilità cattolica, ossia trascendente, dove il creato è al servizio dell’uomo e questi non onora una donna che invece di partorire Dio partorisce il mondo, dove Dio crea il mondo e non coincide con il mondo diventando una divinità pagana.
MONETA VATICANA CELEBRA PACHAMAMA. LA PROFEZIA DI DANIELE SI È COMPIUTA?
La recente notizia del conio di una nuova moneta Vaticana celebrante l'idolo immondo della Pachamama (si legga: lanuovabq.it/…/il-vaticano-paga-in-pachamama) fa tornare attuale il mostruoso e sacrilego atto di omaggio della Chiesa Cattolica al feticcio amazzoniano. La presa di coscienza che è si è commessa una vergognosa blasfemia è solo l'aspetto più superficiale di qualcosa di molto più grave e serio, per comprendere il quale è necessario interpellare le Sacre Scritture e le profezie cattoliche. La domanda non può essere elusa ed è più che legittimo farsela: le profezie bibliche indicanti l'abominio della desolazione e la prossima ascesa dell'Anticristo si sono compiute con l’intronizzazione della Pachamama sull'altare della Cattedra? Quello che sta accadendo nella Chiesa cattolica supera l'immaginazione, ogni approccio normalista e normalizzante non è più possibile. Alla luce di queste preoccupazioni, mosso dallo zelo e lacerato dal dolore per il gravissimo scandalo, propongo queste riflessioni scritte diversi mesi orsono ma più che mai attuali.
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Comprendere.
Quando dunque vedrete l’abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo – chi legge comprenda –
Vorrei partire da questo versetto del Vangelo di Matteo (24, 15) per commentare il caso delle statue di Pachamama, non per elevare ululati e stracciarmi le vesti, ma per trarne, se possibile, qualche indicazione utile alla mia vita e a quella dei lettori.
Il primo invito di Gesù è quella di comprendere, perciò farò questo sforzo prima di passare al passo successivo.
I fatti sono riassunti perfettamente nella “Protesta di cento studiosi contro i recenti atti sacrileghi di Papa Francesco” leggibile qui:
1) Il 4 ottobre Papa Francesco ha partecipato ad un atto di adorazione idolatrica della dea pagana Pachamama.
2) Ha permesso che questo culto avesse luogo nei Giardini Vaticani, profanando così la vicinanza delle tombe dei martiri e della chiesa dell’Apostolo Pietro.
Ha partecipato a questo atto di adorazione idolatrica benedicendo un’immagine lignea della Pachamama.
3) Il 7 ottobre, l’idolo della Pachamama è stato posto di fronte all’altare maggiore di San Pietro e poi portato in processione nella Sala del Sinodo. Papa Francesco ha recitato preghiere durante una cerimonia che ha coinvolto questa immagine e poi si è unito a questa processione..
4) Quando le immagini in legno di questa divinità pagana sono state rimosse dalla chiesa di Santa Maria in Traspontina, dove erano state collocate sacrilegamente, e gettate nel Tevere da alcuni cattolici oltraggiati da questa profanazione della chiesa, Papa Francesco, il 25 ottobre, si è scusato per la loro rimozione, e una nuova immagine di legno della Pachamama è stata restituita alla chiesa. In tal modo è incominciata un’ulteriore profanazione.
5) Il 27 ottobre, nella Messa conclusiva del Sinodo, ha ricevuto una ciotola usata nel culto idolatrico della Pachamama e l’ha collocata sull’altare.
L’interpretazione dominante, diffusa come spiegazione di questi atti, è che naturalmente l’idolo non è considerato tale dalla Chiesa, che la Pachamama è solo un simbolo di una realtà naturale legata alla fertilità e che la si associa momentaneamente ai simboli del culto solo per far sentire più accolti e partecipi i popoli a questa tradizione legati.
Vediamo cosa ne pensa in proposito san Paolo, che di questo tema si è occupato nella prima lettera ai Corinzi, al capitolo ottavo.
Quanto dunque al mangiare le carni immolate agli idoli, noi sappiamo che non esiste alcun idolo al mondo e che non c’è che un Dio solo. (1Cor 8,4)
E fin qui concorda con la premessa ufficiale, ma le conclusioni che l’Apostolo delle genti trae sono inconciliabilmente divergenti da quelle adottate dal sinodo amazzonico:
Badate però che questa vostra libertà non divenga occasione di caduta per i deboli. Se uno infatti vede te, che hai la scienza, stare a convito in un tempio di idoli, la coscienza di quest’uomo debole non sarà forse spinta a mangiare le carni immolate agli idoli? Ed ecco, per la tua scienza, va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto! Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo. Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello. (1Cor 8,9-13)
E questo monito a preservare la coscienza dei deboli vale immensamente di più per colui che ha il compito istituzionale di “confermare i fratelli nella fede”, cioè il Papa.
Sul fatto poi che la Pachamama non sia un idolo in senso stretto ma “solo” un simbolo naturale di fertilità, ricordo che anche Astarte era un idolo di fertilità, il cui culto si esprimeva con il sesso rituale e la prostituzione sacra.
La Bibbia ne parla a lungo (chiamandola Asera e riferendosi ai “pali sacri”) nel libro dei re, e la contaminazione con questo idolo è una delle cause principali per cui il popolo di Israele venne castigato con la distruzione del Tempio e la deportazione in Babilonia.
E purtroppo certe derive recenti legate all’Amoris laetitia e dintorni (l’adulterio “non è sempre” peccato mortale, i peccati sessuali sono “i più leggeri” etc etc) si intravede un cedimento che va nella direzione di una contaminazione con questa cultura idolatrica.
Ecco poi cosa dice la Bibbia a proposito degli idoli degli altri, di coloro che non hanno la vera fede:
Per questo ecco, verranno giorni nei quali punirò gli idoli di Babilonia. Allora tutto il suo paese sentirà vergogna e tutti i suoi cadaveri le giaceranno in mezzo. (Geremia 51,47)
e anche:
Perciò ci sarà un castigo anche per gli idoli dei pagani, perché fra le creature di Dio son divenuti un abominio, e scandalo per le anime degli uomini, laccio per i piedi degli stolti. (Sapienza 14,11)
Se questi idoli attirano punizioni e sono laccio, impedimento alla salvezza, quale atto di carità è mai l’accoglierli?
Carità verso gli idolatri è distoglierli dai lacci e dai sentieri di perdizione!
E come se non bastasse la Bibbia ci avverte anche di come il Signore guarda i falsi culti e cosa succede ad accostare gli idoli alle cose sante:
Lo provocarono con le loro alture e con i loro idoli lo resero geloso. (Salmi 77,58)
oppure:
Perché mi hanno provocato all’ira con i loro idoli e con queste nullità straniere? (Geremia 8,19)
e infine:
Essi collocarono i loro idoli abominevoli perfino nel tempio che porta il mio nome per contaminarlo. (Geremia 32,34)
Questi oggetti idolatrici vengono considerati una “contaminazione” delle cose sacre e costituiscono una “provocazione” che suscita “l’ira del Signore”.
E non importa che gli idoli non siano considerati tali, le “nullità straniere” a cui si volgessero i credenti sono già esse stesse considerate una provocazione.
Comprendere e contestualizzare.
Dato che alla luce della sapienza biblica abbiamo constatato oltre ogni ragionevole dubbio che una cerimonia di culto a Pachamama è un atto idolatrico inescusabile e che l’introduzione nei luoghi santi di oggetti legati a questo idolo è una contaminazione, dobbiamo trarre la conclusione che siamo in presenza dell’evento annunciato dalle profezie.
In particolare due gesti rappresentano bene la presenza del abominio della desolazione nel luogo santo e sono l’aver posto l’idolo della Pachamama di fronte all’altare maggiore di San Pietro e aver collocato sull’altare una ciotola usata nel culto idolatrico della Pachamama durante la Messa conclusiva del Sinodo.
Due gesti molto forti in cui l’idolo viene posto all’altezza della cattedra di Pietro e, cosa ancora peggiore, messo sull’altare al pari dei vasi sacri che accolgono il pane transustanziato nel corpo di Cristo.
Va detto subito che sia il profeta Daniele, sia Gesù nel discorso di Matteo 24 parlano con una ambiguità temporale per cui gli eventi annunziati possono riferirsi tanto a fatti relativamente vicini (una contaminazione del secondo tempio di cui non siamo a conoscenza, che precedette la distruzione a opera di Tito) tanto a eventi più lontani che potrebbero riferirsi all’oggi, quanto infine all’orizzonte escatologico.
Quindi l’evento non è detto che si presenti per la prima volta e forse neppure per l’ultima, ma l’importante è capire che di questo si tratta.
Ed ecco le parole del profeta Daniele:
sull’ala del tempio porrà l’abominio della desolazione e ciò sarà sino alla fine, fino al termine segnato sul devastatore. (Daniele 9,27)
Si potrebbero obiettare due cose, rispetto all’identificazione dell’idolo amazzonico con l’abominio della desolazione: la prima è che la profezia parla di una permanenza dell’idolo fino al tempo assegnato alla rivincita di Dio, mentre la statuetta di Pachamama è solo di passaggio, l’altra è che questo segno è associato all’abolizione del sacrificio quotidiano (che ai nostri giorni è la santa Messa) e che, grazie al cielo, non si è verificata.
Egli stringerà una forte alleanza con molti per una settimana e, nello spazio di metà settimana, farà cessare il sacrificio e l’offerta
così l’inizio del versetto citato (Daniele 9,27) e similmente in altri passi come il seguente:
Forze da lui armate si muoveranno a profanare il santuario della cittadella, aboliranno il sacrificio quotidiano e vi metteranno l’abominio della desolazione. (Daniele 12,11)
Tuttavia altri passi del profeta spiegano che il fatto non va inteso solo in senso strettamente materiale.
Ecco un esempio chiarissimo:
S’innalzò fino al capo della milizia e gli tolse il sacrificio quotidiano e fu profanata la santa dimora. In luogo del sacrificio quotidiano fu posto il peccato e fu gettata a terra la verità; ciò esso fece e vi riuscì. (Daniele 8,11-12)
La sostituzione del santo sacrificio col peccato e la ricusazione della verità sono atti spirituali di cui i simboli materiali sono soltanto espressione.
Pertanto anche quel “gettare a terra la verità”, rappresenta un abominio della desolazione.
Ora, per aiutarci a comprendere se stiamo osservando la (o una) realizzazione della profezia di Daniele, farò riferimento a un’altra fonte.
Sappiamo che la Rivelazione, codificata dal Magistero della Chiesa, è necessaria e sufficiente per condurci alla salvezza.
Tuttavia anche le rivelazioni private, se approvate da quello stesso Magistero, possono aiutarci a comprendere meglio la sostanza già esposta nella dottrina.
Voglio dunque citare la beata Caterina Emmerich (1774 – 1824), che parla certamente (anche se forse non solo) dei nostri giorni.
Ecco una prima citazione che permette di identificare con certezza il periodo presente:
Vidi anche il rapporto tra i due papi… Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa chiesa. L’ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città [di Roma]. Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità… Allora la visione sembrò estendersi da ogni parte.
Ebbene, mai nella storia della Chiesa, tranne oggi, vi sono stati due papi.
Vi sono stati papi e antipapi, che si scomunicavano a vicenda (a volte persino tre in contemporanea) ma mai vi sono stati due papi che si riconoscessero a vicenda, come è il caso del papa regnante e del papa emerito.
Corrisponde perfettamente anche il fatto che “eretici di ogni tipo” si stiano concentrando a Roma; e che il clero locale stia diventando tiepido.
Purtroppo la beata veggente qualifica questa come “falsa Chiesa”, che, in quanto falsa, ha “gettato a terra la verità” (non solo una o l’altra verità, ma, attraverso un processo di relativizzazione, la verità in generale) e quindi sta introducendo l’abominio della desolazione nel luogo santo delle coscienze.
Se ci fosse ancora qualche dubbio sul riferimento al presente di questa profezia lo dissipa il passo seguente:
La Messa era breve. Il Vangelo di San Giovanni non veniva letto alla fine.
Ebbene, è solo dal 1969, con l’introduzione del “novus ordo”, che non si legge più il prologo di san Giovanni al termine della Messa…
Ed ecco altri brani che danno da pensare:
Vidi che molti pastori si erano fatti coinvolgere in idee che erano pericolose per la Chiesa. Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione. Così doveva essere la nuova Chiesa… Ma Dio aveva altri progetti.
Poi vidi che tutto ciò che riguardava il Protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una completa decadenza. La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti, e tutti loro contribuivano all’opera di distruzione.
Riconosciamo qui la frenesia ecumenica dell’ora presente e la smania di assimilazione al protestantesimo che sembra aver preso un’ampia parte dell’alto clero.
Riconosciamo anche il dilagare di dottrine “seducenti ma false”, come quelle di Rahner e dei suoi seguaci, che vengono insegnate nei seminari e conducono gli stessi sacerdoti, spesso inconsapevolmente, a contribuire all’opera “di distruzione”.
È questo un “abominio della desolazione” nel luogo santo, cioè la Chiesa di Dio?
Purtroppo sì, lo è.
E ancora:
Vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola… Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’alto… C’erano solo divisioni e caos. Si tratta probabilmente di una chiesa di umana creazione, che segue l’ultima moda, così come la nuova chiesa eterodossa di Roma, che sembra dello stesso tipo.
Vidi cose deplorevoli: stavano giocando d’azzardo, bevendo e parlando in chiesa; stavano anche corteggiando le donne. Ogni sorta di abomini venivano perpetrati là. I sacerdoti permettevano tutto e dicevano la Messa con molta irriverenza. Vidi che pochi di loro erano ancora pii, e solo pochi avevano una sana visione delle cose. Vidi anche degli ebrei che si trovavano sotto il portico della chiesa. Tutte queste cose mi diedero tanta tristezza
Una chiesa di umana creazione… cioè destinata alla caducità e al fallimento, abbandonata al soffio di vento de “l’ultima moda”… così come la “nuova chiesa eterodossa di Roma”.
E quell’eterodossa è la pugnalata finale, significa non conforme ai pensieri di Dio, lontana dai suoi insegnamenti
Ma questa Chiesa (la nostra) ha sospeso il sacrificio quotidiano?
Questo no, almeno non intenzionalmente e ufficialmente.
Tuttavia sappiamo che i sacramenti hanno effetto ex opere operato (per il solo fatto di essere stati conferiti) purché il ministro abbia l’intenzione di fare quello che farebbe la Chiesa.
La domanda è: i sacerdoti che “permettono di tutto”, che “dicono Messa con molta irriverenza”, che “non sono pii”, hanno intenzione di fare ciò che farebbe la Chiesa?
Un ministro abusatore di minori, o che vive “more uxorio” con un amante del suo stesso sesso, avrà intenzione di fare quello che farebbe la Chiesa?
Un cardinale massone ha questa intenzione?
Un dipendente vaticano che si è fatto ordinare per avere un posto di lavoro, come momento di una pura trafila carrieristica, ha questa intenzione?
E nelle chiese chiuse e abbandonate per mancanza di sacerdoti, chi ha questa intenzione?
E purtroppo questi non sono esempi retorici, ma casi sempre più diffusi.
Quindi il sacrificio quotidiano non è stato abolito, ma sicuramente è stato diradato, e questo abbandono procede di pari passo con l’introduzione dell’abominio della desolazione nel luogo santo.
Le statuette di Pachamama dunque sono segno e conseguenza dell’avvento dell’abominio della desolazione e non causa e premessa.
Tuttavia segno importante proprio perché visibile, eloquente, e possono fungere da allarme definitivo.
Cosa fare.
Ecco le parole di Gesù:
allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti, chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa, e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. (Mt 24,16-18)
Cosa significa, “fuggire ai monti”?
Forse prendere il primo troncone della funivia del monte Bianco, come hanno fatto i Testimoni di Geova già in due occasioni, coprendosi di ridicolo per le loro avventate previsioni sulla fine del mondo?
Certo che no.
Ma non bisogna nemmeno sottovalutare il significato letterale di questa frase, che ebbe un’importanza storica nell’economia della salvezza.
Correva l’anno 70 e Tito si avvicinò a Gerusalemme con quattro legioni per vedere se i Giudei intendevano combattere oppure scendere a patti.
I cristiani residenti in città videro le insegne romane in forma d’aquila e le ricollegarono immediatamente al versetto 28 del capitolo 24 del Vangelo di Matteo che recita: “Dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno gli avvoltoi”. Dove il termine “avvoltoi è però solo una delle possibili traduzioni dell’originale, che può significare anche “aquile”.
Pertanto fuggirono sui monti e scamparono all’assedio di Gerusalemme.
Questo fatto fu assolutamente provvidenziale per la diffusione del cristianesimo, perché preservò un nucleo originale di testimoni del risorto, successivamente impegnati con grande valore nella diffusione del Vangelo.
In secondo luogo i nemici di Cristo furono decimati impedendo loro di soffocare la predicazione del Regno di Dio.
In terzo luogo tale fatto prova che Gesù aveva realmente profetizzato la distruzione del Tempio e che questa profezia era riportata nei Vangeli, scritti ben prima dell’anno 70 (dato che erano conosciuti dai cristiani), e che non si tratta di un’aggiunta a posteriori, come affermano gratuitamente degli stolti esegeti, per lo più protestanti.
Tuttavia il significato materiale di “fuggire ai monti” non sembra più attuale, per cui dobbiamo trovarne uno figurato e spirituale.
Anche in questo caso ci può aiutare la beata Caterina Emmerich:
Quando vidi la Chiesa di San Pietro in rovina, e il modo in cui tanti membri del clero erano essi stessi impegnati in quest’opera di distruzione, ero talmente dispiaciuta che chiamai Gesù con tutta la mia forza […] ed Egli mi parlò per lungo tempo…
Egli disse, fra le altre cose, che questo trasferimento della Chiesa da un luogo ad un altro significava che essa sarebbe sembrata in completo declino. Ma sarebbe risorta. Anche se rimanesse un solo cattolico, la Chiesa vincerebbe di nuovo perché non si fonda sui consigli e sull’intelligenza umani.
Innanzi tutto la sua profezia ci ricorda una verità profonda, cioè che la Chiesa non si fonda “sui consigli e sull’intelligenza umani”.
Quindi anche i criteri di vittoria e sconfitta non sono gli stessi che usiamo noi abitualmente per giudicare.
E anche che abbiamo il dovere di essere ottimisti sul futuro della Chiesa, per via dell’onnipotenza del suo Capo.
Ma la beata aggiunge:
In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre.
Quindi, come isole accerchiate da un mare in tempesta, resteranno dei luoghi ove si pratica la vera fede, alcuni santuari, alcuni gruppi radunati attorno a qualche santo sacerdote, alcune case e famiglie.
Io credo che questi siano i monti spirituali dove i cristiani volenterosi possono rifugiarsi, soprattutto quei “monti” che stanno sotto il patrocinio della Beata Vergine, protezione sicura in ogni pericolo.
Prosegue Gesù:
chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa, e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. (Mt 24, 17-18)
Il significato materiale di queste frasi è la fretta, ma forse è possibile andare oltre.
Se la Giudea da abbandonare per fuggire ai monti rappresenta la Chiesa ufficiale in decadenza, che potrebbe sviare più che fornire aiuto, cosa rappresentano la terrazza e il campo?
L’una è un luogo di osservazione e potrebbe indicare i momenti di discernimento, l’altro il luogo di lavoro, cioè le strutture di evangelizzazione.
Questi luoghi sono da abbandonare senza prendere il proprio mantello o altra roba; e ciò significa che a quel punto non bisognerà puntare al conforto dell’ufficialità del proprio cammino (il mantello, la propria roba), ma tutte le sovrastrutture devono cadere, per volgersi all’essenziale da preservare nei “monti” benedetti.
La salvezza della propria anima in un rapporto personale con Gesù diventa l’unica priorità e la propria conversione l’unico modo di propiziare quella altrui.
E non ci si nasconda dietro al dubbio di cosa sia bene fare, dato che, in ogni caso, chi vuole sa riconoscere il giusto cammino per cui ci guida il buon pastore: le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. (Gv 10,4)
Questo ritiro in una fede catacombale sarà comunque temporaneo.
Se infatti crediamo alla ragione che annuncia l’incontrastabile vittoria di Cristo e se crediamo alle parole della Madonna a Fatima (“alla fine il mio cuore immacolato trionferà”) dobbiamo concludere che le tenebre passeranno e la luce tornerà.
Lo stesso predice anche la Emmerich:
Vidi la Chiesa di San Pietro: era stata distrutta ad eccezione del Santuario e dell’Altare principale . San Michele venne giù nella chiesa, vestito della sua armatura, e fece una pausa, minacciando con la spada un certo numero di indegni pastori che volevano entrare. Quella parte della Chiesa che era stata distrutta venne prontamente recintata… così che l’ufficio divino potesse essere celebrato come si deve. Allora, da ogni parte del mondo vennero sacerdoti e laici che ricostruirono i muri di pietra, poiché i distruttori non erano stati capaci di spostare le pesanti pietre di fondazione.
E la veggente, nonostante tutto quello che riferisce, non è neppure così pessimista, dato che alla fine della crisi “sacerdoti e laici” verranno “da tutto il mondo”, segno che la fede è stata custodita un po’ ovunque.
E per quel che riguarda gli “indegni pastori”?
L’unica cosa sicura è che noi laici dobbiamo pregare per loro e non avventurarci in scontri contro le persone dei ministri, tanto più che la nostra battaglia non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. (Ef 6,12)
Ecco, le statuette amazzoniche ci hanno fornito un bel mucchio di roba su cui riflettere.
Quello che è sicuro è che il segno è stato dato e che gli eventi profetizzati sono qui fra noi.
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