Quella nota di Ratzinger che McCarrick voleva tenere segreta. Ancora tanto attuale
Ogni giorno di più, il “Rapporto” sul caso dell’ex cardinale Theodore McCarrick pubblicato il 10 novembre dalla segreteria di Stato appare come una novità senza precedenti, di forte impatto sul presente ma anche sul futuro della comunicazione vaticana:
> History-making report sets a precedent the Vatican can’t walk back
Mai era avvenuto prima che per chiarire un capitolo scottante della vita della Chiesa ai più alti livelli – e con i personaggi implicati in gran parte viventi e attivi – la Santa Sede sollevasse il velo su una massa così imponente di documenti e di atti riservati, con in più quasi un centinaio di testimonianze raccolte “ad hoc”, compresa quella del papa regnante.
Anche l’autore, o gli autori, di un’impresa siffatta segnano una discontinuità. Non sono certo gli attuali titolari dell’informazione vaticana, palesemente inadeguati, ma vanno cercati oltre Atlantico, nell’avvocato Jeffrey Lena e nella sua squadra di collaboratori. Lena vive a Berkeley, in California, ma conosce molto da dentro il Vaticano. In tribunale ha più volte difeso con successo la Santa Sede dal rischio di rispondere penalmente degli abusi sessuali commessi dal clero cattolico negli Stati Uniti.
Il risultato è che questo “Rapporto” è anche una ricca collezione di storie, per chi lo voglia esplorare. E di storie, a tratti, sorprendentemente legate all’attualità.
Basti citarne qui una, A partire da una battuta di McCarrick riportata in una nota a pagina 274 del “Rapporto”.
Siamo nel 2008 e da due anni il cardinale McCarrick non è più arcivescovo di Washington. Si è dimesso “spontaneamente”, in realtà su pressione di Benedetto XVI, che gli ha fatto arrivare anche la richiesta di “tenere un basso profilo e ridurre al minimo i viaggi”. Tutto ciò a motivo delle continuate sue pratiche omosessuali con seminaristi e giovani preti, di cui le autorità vaticane erano venute a conoscenza.
McCarrick continua però a viaggiare senza posa, a tenere conferenze, a dare interviste, a presiedere cerimonie, ad accettare premi, a raccogliere fondi, a svolgere incarichi religiosi e politici anche di rilievo, a celebrare e concelebrare pubblicamente le messe.
E che cosa dice a una coppia di New York che gli ha chiesto di celebrare il loro matrimonio? Che sì, lo farebbe volentieri, ma senza che lo sappia l’arcivescovo della città e fermandosi solo per poco al ricevimento, in ossequio alle richieste di Roma di non apparire in pubblico, perché – spiega – “papa Benedetto XVI non lo aveva mai perdonato per la questione della comunione, e lo stava sostanzialmente mandando in pensione”.
La “questione della comunione” non era affatto la ragione vera dei provvedimenti nei suoi confronti. Ma McCarrick aveva buon gioco a sbandierarla, eleggendosi a vittima. Per capire il perché occorre tornare alle pagine 195 e seguenti del “Rapporto”.
Siamo questa volta nel 2004, quando McCarrick è all’apogeo della sua carriera. È arcivescovo di Washington e cardinale, e presiede la commissione per la “domestic policy” della conferenza episcopale degli Stati Uniti. Un ruolo chiave, perché il 2004 è anche anno di elezioni presidenziali e il candidato del partito democratico alla Casa Bianca è John Kerry, che è cattolico praticante ma è anche un deciso assertore dell’aborto come diritto costituzionale.
Per questo motivo alcuni vescovi, tra i quali l’allora arcivescovo di Saint Louis, Raymond L. Burke, avevano sostenuto che a Kerry andasse negata la comunione eucaristica. Ne era nata una discussione molto accesa con la maggioranza dei vescovi – in testa McCarrick – favorevoli invece a dare la comunione, il cui rumore era arrivato anche a Roma, all’attenzione dell’allora prefetto della congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Joseph Ratzinger.
Così, quando a metà giugno la conferenza episcopale degli Stati Uniti si riunisce a Denver in assemblea plenaria, Ratzinger fa pervenire all’allora presidente della conferenza Wilton Gregory – lo stesso che papa Francesco nel 2019 insedierà a Washington e nel 2020 farà cardinale – e a McCarrick in quanto capo della commissione per la “domestic policy” una nota sui “principi generali” che indurrebbero a negare la comunione ai politici cattolici che fanno campagna sistematica per l’aborto.
La nota fa a pugni con le “Interim reflections” offerte all’assemblea dei vescovi dalla “task force” presieduta da McCarrick. Il quale in aula si scaglia contro chi negando la comunione “trasforma la sacra natura dell’eucaristia in campo di battaglia politica partigiana”.
Il documento finale, però, approvato dall’assemblea su “I cattolici nella vita politica”, che pur dà spazio a un “giudizio prudenziale” sul dare o no la comunione, consente a Ratzinger di scrivere, in una successiva sua lettera ai vescovi americani del 9 luglio, che è “very much in harmony” con i principi generali richiamati nella sua nota, entro i cui limiti un giudizio prudenziale deve essere elaborato.
Ma intanto che ne è stato della nota di Ratzinger? McCarrick ha fatto di tutto per tenerla segreta. In aula è stata letta, ma non distribuita né messa agli atti, né mai in seguito pubblicata dalla conferenza episcopale americana e dalla Santa Sede. I vescovi che ne possedevano il testo si contavano sulle dita di una mano. Ma uno di questi la fece pervenire a Settimo Cielo e al suo blog gemello “www.chiesa”, che il 3 luglio la pubblicò integralmente, sia nell’originale inglese che in italiano.
Di questa vicenda e della divulgazione "giornalistica" della nota il “Rapporto” dà un sommario resoconto, che però non appare affatto confinato al solo passato, perché anche Joe Biden, il candidato del partito democratico che ha vinto la corsa alla Casa Bianca nelle elezioni presidenziali del 2020, è cattolico e assertore del diritto all’aborto. E anche a lui è stata negata lo scorso ottobre la comunione, in una chiesa di Florence in South Carolina, da un sacerdote poi fermamente difeso, ancora una volta, dal cardinale Burke. E anche un cardinale di linea più moderata come l’arcivescovo di New York Timothy Dolan ha espresso comprensione per quel sacerdote, pur dicendosi pronto a dare la comunione a Biden, così come nel 2004 anche gli autorevoli cardinali “neoconservative” Avery Dulles e Francis George avevano ammesso che un “giudizio prudenziale” potesse essere dato a favore della comunione.
In ogni caso, va rilevato che i “principi generali” ribaditi da Ratzinger nel 2004 convivono da anni in Italia e in Europa – al di fuori degli Stati Uniti dove le contrapposizioni sono più accese – con una prassi più flessibile, anche ai massimi livelli della Chiesa e con pontefici su questa materia molto intransigenti come Giovanni Paolo II.
Ad esempio, Il 6 gennaio 2001, alla messa conclusiva del Giubileo, Giovanni Paolo II diede personalmente la comunione a Francesco Rutelli, cattolico praticante e candidato premier del centrosinistra per le elezioni in programma quell'anno in Italia, ma anche storico militante “pro choice” in materia di aborto.
E quando nel 1990 il cattolicissimo re Baldovino del Belgio si dimise temporaneamente da re per non firmare la legge sull’aborto, quella sua decisione fu del tutto spontanea. Nessuno della gerarchia della Chiesa gliela aveva chiesta.
Oggi la questione della comunione potrebbe riproporsi in Argentina, dove il presidente Alberto Fernandez, cattolico, si batte per un aborto “legale, libero e sicuro”, incontrando l’opposizione della conferenza episcopale che lo accusa di voler fare “ciò che Francesco chiama colonizzazione ideologica”.
Ma tornando alla nota di Ratzinger del 2004, eccola qui ripubblicata, sempre attuale com’è.
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ESSERE DEGNI DI RICEVERE LA SANTA COMUNIONE. PRINCIPI GENERALI
di Joseph Ratzinger
1. Presentarsi a ricevere la santa comunione dovrebbe essere una decisione consapevole, fondata su un giudizio ragionato riguardante il proprio essere degni a farla, secondo i criteri oggettivi della Chiesa, ponendo domande del tipo: "Sono in piena comunione con la Chiesa cattolica? Sono colpevole di peccato grave? Sono incorso in pene (ad esempio scomunica, interdetto) che mi proibiscono di ricevere la santa comunione? Mi sono preparato digiunando almeno da un ora?". La pratica di presentarsi indiscriminatamente a ricevere la santa comunione, semplicemente come conseguenza dell'essere presente alla messa, è un abuso che deve essere corretto (cf. l'istruzione "Redemptionis Sacramentum", nn. 81, 83).
2. La Chiesa insegna che l'aborto o l'eutanasia è un peccato grave. La lettera enciclica "Evangelium Vitae", con riferimento a decisioni giudiziarie o a leggi civili che autorizzano o promuovono l'aborto o l'eutanasia, stabilisce che c'è un "grave e preciso obbligo di opporsi ad esse mediante obiezione di coscienza. [...] Nel caso di una legge intrinsecamente ingiusta, come è quella che ammette l'aborto o l'eutanasia, non è mai lecito conformarsi ad essa, 'né partecipare ad una campagna di opinione in favore di una legge siffatta, né dare ad essa il suffragio del proprio voto'" (n. 73). I cristiani "sono chiamati, per un grave dovere di coscienza, a non prestare la loro collaborazione formale a quelle pratiche che, pur ammesse dalla legislazione civile, sono in contrasto con la legge di Dio. Infatti, dal punto di vista morale, non è mai lecito cooperare formalmente al male. [...] Questa cooperazione non può mai essere giustificata né invocando il rispetto della libertà altrui, né facendo leva sul fatto che la legge civile la prevede e la richiede" (n. 74).
3. Non tutte le questioni morali hanno lo stesso peso morale dell'aborto e dell'eutanasia. Per esempio, se un cattolico fosse in disaccordo col Santo Padre sull'applicazione della pena capitale o sulla decisione di fare una guerra, egli non sarebbe da considerarsi per questa ragione indegno di presentarsi a ricevere la santa comunione. Mentre la Chiesa esorta le autorità civili a perseguire la pace, non la guerra, e ad esercitare discrezione e misericordia nell'applicare una pena a criminali, può tuttavia essere consentito prendere le armi per respingere un aggressore, o fare ricorso alla pena capitale. Ci può essere una legittima diversità di opinione anche tra i cattolici sul fare la guerra e sull'applicare la pena di morte, non però in alcun modo riguardo all'aborto e all'eutanasia.
4. A parte il giudizio di ciascuno sulla propria dignità a presentarsi a ricevere la santa eucaristia, il ministro della santa comunione può trovarsi nella situazione in cui deve rifiutare di distribuire la santa comunione a qualcuno, come nei casi di scomunica dichiarata, di interdetto dichiarato, o di persistenza ostinata in un peccato grave manifesto (cf. can. 915).
5. Riguardo al peccato grave dell'aborto o dell'eutanasia, quando la formale cooperazione di una persona diventa manifesta (da intendersi, nel caso di un politico cattolico, il suo far sistematica campagna e il votare per leggi permissive sull'aborto e l'eutanasia), il suo pastore dovrebbe incontrarlo, istruirlo sull'insegnamento della Chiesa, informarlo che non si deve presentare per la santa comunione fino a che non avrà posto termine all'oggettiva situazione di peccato, e avvertirlo che altrimenti gli sarà negata l'eucaristia.
6. Qualora "queste misure preventive non avessero avuto il loro effetto o non fossero state possibili", e la persona in questione, con persistenza ostinata, si presentasse comunque a ricevere la santa eucaristia, "il ministro della santa comunione deve rifiutare di distribuirla" (cf. la dichiarazione del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, "Santa comunione e cattolici divorziati e risposati civilmente", 2000, nn. 3-4). Questa decisione, propriamente parlando, non è una sanzione o una pena. Né il ministro della santa comunione formula un giudizio sulla colpa soggettiva della persona; piuttosto egli reagisce alla pubblica indegnità di quella persona a ricevere la santa comunione, dovuta a un'oggettiva situazione di peccato.
[N.B. Un cattolico sarebbe colpevole di formale cooperazione al male, e quindi indegno di presentarsi per la santa comunione, se egli deliberatamente votasse per un candidato precisamente a motivo delle posizioni permissive del candidato sull'aborto e/o sull'eutanasia. Quando un cattolico non condivide la posizione di un candidato a favore dell'aborto e/o dell'eutanasia, ma vota per quel candidato per altre ragioni, questa è considerata una cooperazione materiale remota, che può essere permessa in presenza di ragioni proporzionate].
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(s.m.) Nel frattempo, ad opera di papa Francesco, su due punti di questa nota di Ratzinger di sedici anni fa le cose sono cambiate, in un caso stringendo e in un altro allentando. La pena capitale non è più ammessa e la comunione ai divorziati risposati è consentita. Ma della nota resta intatto il “focus”, sulla comunione ai politici pro aborto.
Settimo Cielo
di Sandro Magister 17 nov
“Il cardinale ha sottolineato come, nonostante lo scandalo McCarrick, papa Francesco approvi le unioni civili tra persone dello stesso sesso e si sia circondato di prelati favorevoli all’agenda omosessuale. Alla fine di questo mese, nominerà tre nuovi cardinali che hanno pubblicamente manifestato il loro sostegno alla comunità LGBT, secondo una dichiarazione che applaude alla loro nomina rilasciata dal gruppo pro-LGBT New Ways Ministry. Il cardinale ha detto di essere sicuro che l’ascesa di McCarrick a diventare uno dei prelati più potenti della Chiesa la si deve alla ‘lobby omosessuale'”.
Un articolo di Edward Pentin pubblicato sul National Catholic Register, nella mia traduzione.
Uno degli aspetti più inquietanti e chiave rivelati dal Rapporto McCarrick è come l’ormai laicizzato ex cardinale omosessuale arcivescovo di Washington adescatore di seminaristi abbia riportato solo lievi punizioni, mentre allo stesso tempo ha raggiunto i ranghi più alti della Chiesa.
Il rapporto di 450 pagine, intitolato ufficialmente “Rapporto sulla conoscenza istituzionale e il processo decisionale della Santa Sede riguardante l’ex Cardinale Theodore Edgar McCarrick (dal 1930 al 2017)”, è il frutto di un’indagine biennale della Segreteria di Stato vaticana sui documenti d’archivio e di 90 interrogatori riguardanti l’ex cardinale.
Racconta di molti episodi di abusi da parte di McCarrick nei confronti di seminaristi e giovani sacerdoti, che spesso includevano toccatine inappropriate e la condivisione di letti con loro, sebbene McCarrick stesso negasse ogni attività sessuale.
Documenta che due vescovi hanno assistito di persona all’attività inappropriata. Il vescovo James McHugh di Camden e il vescovo John Smith di Trenton erano presenti a una cena nel 1990, quando McCarrick iniziò ad abusare fisicamente di un giovane chierico palpeggiandolo. Era presente anche mons. Dominic Bottino, un giudice del tribunale diocesano e cappellano dell’ospedale della diocesi di Camden, che è stato intervistato per l’indagine McCarrick.
Il vescovo McHugh e il vescovo Smith, entrambi morti, hanno visto quello che stava succedendo, ha detto mons. Bottino nell’interrogatorio del rapporto: “McHugh allora si alzò immediatamente e bruscamente, in una sorta di panico, e disse: ‘Dobbiamo andarcene'”, ha ricordato mons. Bottino.
Ma quando nel 2000 il nunzio apostolico, l’arcivescovo Gabriel Montalvo, chiese al vescovo McHugh di fornire informazioni concrete su una “grave debolezza morale dimostrata dall’arcivescovo McCarrick” per giudicare se fosse adatto ad essere nominato a Washington, D.C., il vescovo McHugh negò di aver assistito a “comportamenti impropri”. Il vescovo Smith, da parte sua, informò il nunzio di non avere “alcuna prova di una grave debolezza morale dimostrata dall’Arcivescovo McCarrick”.
Il domenicano padre Bonifacio Ramsey, che nel 2000 scrisse all’arcivescovo Montalvo per avvertirlo delle voci che aveva sentito riguardo alla condotta inappropriata di McCarrick con i seminaristi, disse di essere scioccato nell’apprendere che due vescovi avevano assistito agli abusi di McCarrick e che quindi erano “non del tutto sinceri” su ciò che avevano visto.
“Non si tratta di voci, ma di qualcosa di evidente per loro, che hanno scelto di non menzionare”, ha detto al National Catholic Register l’11 novembre.
Alla domanda se fosse a causa di una cultura a causa della quale in gran parte ci si è girati dall’altra parte per quanto riguarda il comportamento omosessuale, padre Ramsey ha detto: “Questo fa parte”.
Come professore in seminario a Newark dal 1988 al 1996, ha detto “tutti sapevano” che McCarrick “andava a letto con i seminaristi e nessuno faceva niente, è stato ‘scusato'”. Ha aggiunto che nessuno “ha mai sentito parlare di McCarrick che toccava qualcuno, era considerato un comportamento peculiare ordinario; poiché non ha mai toccato nessuno, è stato accettato con riluttanza”.
Nonostante l’ampia consapevolezza del comportamento di McCarrick con i seminaristi, che normalmente sarebbe stato giudicato inaccettabile anche se non si trattava di adescamento omosessuale, è stato fatto poco o nulla. Il Rapporto McCarrick conferma che solo le restrizioni di base, di non viaggiare e di non fare apparizioni pubbliche, sono state consigliate da papa Benedetto XVI negli anni 2000, dopo che McCarrick si era ritirato come arcivescovo di Washington, e che l’ex pontefice non ha applicato alcuna sanzione formale.
Papa Francesco ha intrapreso un’azione canonica solo dopo il 2017, quando l’arcidiocesi di New York ha concluso che c’era un’accusa credibile che McCarrick aveva abusato di un minore. Una sintesi della relazione, firmata da Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero della Comunicazione del Vaticano, si concentra quasi esclusivamente su questo aspetto, mentre il suo comportamento omosessuale con gli adulti è appena accennato. Anche se è stato lanciato l’allarme su tali abusi, “non ci sono stati fatti comprovati”, ha detto Tornielli.
Scrivendo su Catholic World Report il 12 novembre, lo psichiatra cattolico Richard Fitzgibbons ha contestato il sommario esecutivo del rapporto, che si trova nel corpo del documento. Ha detto che “contrariamente” a quella sintesi, “significative prove credibili sono state presentate in questo Rapporto da laici, seminaristi, sacerdoti e membri della gerarchia secondo le quali Theodore McCarrick era impegnato regolarmente e ripetutamente in intensi comportamenti di adescamento e violazioni fisiche del corpo di adolescenti maschi e seminaristi.”
Fitzgibbons, che è stato intervistato per il rapporto sulla base della sua testimonianza al Vaticano fatta nel 1996 sui “comportamenti inappropriati di adescamento di McCarrick”, ha espresso il suo disappunto per il fatto che la sua descrizione di tali comportamenti da parte di McCarrick “non era [presente] nel rapporto finale”.
Il cardinale Raymond Burke, prefetto emerito della Segnatura apostolica (un dicastero della Curia romana e supremo tribunale di diritto canonico della Santa Sede, ndr), ha detto al Register il 12 novembre, che per quanto lo riguardava, l’azione canonica avrebbe dovuto essere intrapresa molto tempo fa.
“Anche se c’erano queste forti accuse, voci insistenti su questo tipo di attività, non c’è mai stata una vera e propria indagine canonica per arrivare alla verità della situazione”, ha detto.
“Con il massimo rispetto per Benedetto XVI, egli ha chiesto [a McCarrick] di disciplinarsi, ma se aveva informazioni abbastanza significative, allora ci sarebbe dovuto essere un processo canonico e un atto formale”.
Riccardo Cascioli, direttore del quotidiano cattolico italiano La Nuova Bussola Quotidiana, ha osservato che, in pratica, ciò che emerge dai risultati del Rapporto McCarrick è che “il comportamento immorale con gli adulti, pur non essendo certo una cosa buona, è comunque alla fine qualcosa che viene tollerato”. Ha aggiunto che il “vero allarme” che comporta delle sanzioni è “solo se chi ha subito abusi è minorenne”.
“Come se le decine e decine di futuri preti che hanno condiviso il letto con McCarrick, e che quindi sono stati per lo più condannati a una vita sacerdotale squilibrata, non contassero molto”, ha continuato Cascioli. “Come se la devastazione morale e la distruzione della fede causata da un vescovo-predatore – vocazioni perdute, sacerdoti che a loro volta ripetono gli abusi, nomine episcopali stravolte da legami patologici – fossero solo un problema minore”.
Cascioli ha aggiunto che “deliberatamente ignorato” nella vicenda McCarrick è stato che ciò che ha permesso la sua “irresistibile ascesa è un sistema di potere noto anche come lobby gay, che favorisce la nomina e la carriera di vescovi con determinate caratteristiche”.
Nei commenti al Register, un cardinale che ha parlato in condizioni di anonimato ha detto che “la radice del problema dello scandalo McCarrick è l’omosessualità. Un atto omosessuale con giovani seminaristi è un peccato mortale. È un crimine in senso ecclesiastico perché distrugge la fede di questi giovani e il loro rapporto con Dio, oltre che la credibilità della Chiesa”.
Ma ha sostenuto che il Vaticano “non ha in mente che il vero problema è che l’80% degli abusi sessuali clericali sono commessi da omosessuali, che le vittime non sono solitamente bambini ma maschi post adolescenti”. Ha ricordato i tre giorni del summit vaticano dell’anno scorso sugli abusi sessuali clericali, in cui si è notato che il tema dell’omosessualità era completamente assente durante la giornata di apertura dell’incontro, e che i leader dell’incontro hanno cercato di evitare l’argomento, sostenendo che una sottocultura dell’omosessualità nei seminari non aveva “nulla a che fare con l’abuso sessuale dei minori”.
Il cardinale ha sottolineato come, nonostante lo scandalo McCarrick, papa Francesco approvi le unioni civili tra persone dello stesso sesso e si sia circondato di prelati favorevoli all’agenda omosessuale. Alla fine di questo mese, nominerà tre nuovi cardinali che hanno pubblicamente manifestato il loro sostegno alla comunità LGBT, secondo una dichiarazione che applaude alla loro nomina rilasciata dal gruppo pro-LGBT New Ways Ministry. Il cardinale ha detto di essere sicuro che l’ascesa di McCarrick a diventare uno dei prelati più potenti della Chiesa la si deve alla “lobby omosessuale”.
Il cardinale Burke ha sostenuto che all’interno di questa cricca, “alcune persone” vengono spinte in alto nei ranghi. “È nell’interesse dell’agenda avere persone in posizione di autorità che hanno un atteggiamento soft con l’agenda o che sono compromesse”.
L’arcivescovo Carlo Viganò, la cui testimonianza del 2018 sulla gestione di McCarrick da parte di Papa Francesco e del Vaticano ha fatto luce sulla lobby omosessuale e sul suo ruolo nell’ascesa di McCarrick, ha osservato che “le stesse connessioni, le stesse complicità, le stesse conoscenze ricorrono sempre”, insieme a “una processione di omosessuali e molestatori che non è irrilevante”.
Il Papa, ha aggiunto, “si circonda ancora” di queste persone che hanno “una reputazione gravemente compromessa”, cosa che, secondo lui, è “il più palese disconoscimento” della sua “presunta opera moralizzatrice”.
Il Rapporto McCarrick è fortemente critico nei confronti della testimonianza dell’arcivescovo Viganò, citandolo per nome 306 volte – un fattore che ha portato alcuni critici a credere che il rapporto stesso sia un mezzo per screditare un testimone chiave e continuare a proteggere McCarrick e coloro che lo circondano. L’arcivescovo ha confutato molte delle accuse contro di lui nel programma World Over di Raymond Arroyo del 12 novembre, e ha detto di non essere stato intervistato per il rapporto.
Per Phil Lawler, redattore di Catholic World News, la questione se McCarrick sia protetto da una rete omosessuale è una delle due domande chiave senza risposta nel rapporto, l’altra è come abbia plasmato la politica del Vaticano e la gerarchia degli Stati Uniti.
Lawler ha detto al Register l’11 Nov. che crede che il Rapporto McCarrick sia stato preparato “per alleviare la pressione pubblica senza rispondere alle domande sollevate dallo scandalo”.
Ha aggiunto che il “cattivo principale” del rapporto, oltre a McCarrick, “è l’informatore, l’arcivescovo Viganò, le cui rivelazioni hanno messo quelle domande in primo piano”.
Lawler ritiene quindi che il rapporto sia “un’altra indicazione del fatto che il Vaticano, sotto l’attuale leadership, non ha alcuna intenzione di affrontare tali questioni”.
Di Sabino Paciolla
RAPPORTO MC CARRICK: PAGINE INTERESSANTI/2 (2008-2009)
Seconda puntata di citazioni dalle 447 pagine del Rapporto elaborato dalla Segreteria di Stato vaticana sulla vicenda Mc Carrick e pubblicizzato il 10 novembre 2020. Che cosa successe nel 2008-2009, quando le indicazioni orali del 2006 (date ufficialmente dal cardinale Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi) divennero indicazioni scritte? Intanto mercoledì 18 novembre alle 21.00 un dibattito online sul Rapporto McCarrick insieme con Aldo Maria Valli, Aurelio Porfiri, Massimo Viglione.
Giovedì 12 novembre 2020 abbiamo proposto a chi ci legge una prima serie di citazioni (Anni Ottanta – 2006) contenute nel Rapporto sulla vicenda dell’ex-cardinale Theodore Mc Carrick, elaborato dalla Segreteria di Stato vaticana su decisione di Papa Francesco del 6 ottobre 2018 a seguito del Memorandum accusatorio dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò del 26 agosto precedente. Abbiamo maturato personalmente la convinzione che il Rapporto sia frutto di un lavoro enorme e nel contempo serio, durato comprensibilmente un paio d’anni. Che poi le intenzioni del Rapporto siano quelle che si possono facilmente immaginare, può essere vero: per noi è comunque più importante che scritti e fatti emersi dal Rapporto siano veritieri.
Ne esce uno spaccato della vita ecclesiale (non solo) di Curia - con una descrizione precisa dei meccanismi decisionali che la governano – certo di notevole interesse e nel contempo fonte di grande preoccupazione. In sintesi: per sottovalutazione e/o opportunismo e/o complicità e/o corruzione un uomo di eccellenza intellettuale (con un talento particolare per le pubbliche relazioni ad alto livello e per la raccolta di fondi) ma con debolezze intollerabili in un consacrato (ed esiziali per la vita di seminaristi e giovani sacerdoti), è stato promosso addirittura ad arcivescovo di Washington e poi creato cardinale, partecipando così anche al Conclave del 2005. Continuando poi – una volta diventato emerito, con la spavalderia di chi sa di essere (ed essere considerato) uomo di potere – il suo tourbillon di incontri, conferenze, viaggi sostanzialmente diplomatici. Fin quando arrivò l’accusa formalizzata di ‘abusi sessuali su un minore’: allora – nel 2017, solo nel 2017 - s’è dato avvio a un processo canonico che si è concluso con la riduzione di Theodore McCarrick allo stato laicale. Ma prima? Indubbia e penosa tolleranza… Un po’ – fatte le debite differenze personali e di reati– come per il caso di Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo ma anche violentatore, pedofilo, morfinomane, già dagli Anni Quaranta oggetto di gravi accuse conosciute dalla Santa Sede - il cui sessantesimo di sacerdozio fu festeggiato a fine novembre 2004 a Santa Maria Maggiore da una folla di cardinali (con un’assenza di spicco, quella del cardinale Ratzinger). E’ noto che Marcel Macial ‘ungeva’ abbondantemente le ruote curiali (fino al massimo livello): e la potenza del denaro – insieme con il timore di danneggiare l’immagine della Chiesa e un movimento fiorente come quello dei ‘Legionari’– prevalse allora sulle coscienze.
Pure McCarrick era generoso di offerte e regali: e la tolleranza non è mancata neanche in questo caso. C’è solo da augurarsi che la scelta di prelati per servizi di alto livello nella Chiesa – a breve, il 28 novembre, ci sarà un momento importante, con la creazione di dodici cardinali - non ignori più le eventuali ombre nel loro passato. Perché, nel caso contrario – e con le debite differenze – ci potremmo ritrovare con nuovi casi ‘McCarrick’. Con tutte le conseguenze (dirompenti) connesse.
Continuiamo allora la pubblicazione di brani del ‘Rapporto’ da noi selezionati, così da offrire chiavi ulteriori di lettura della penosa ed emblematica vicenda a chi ci legge. Ci eravamo fermati con la prima puntata a fine 2006 (vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/988-rapporto-mc-carrick-pagine-interessanti-1-fino-al-2006.html ); ci occuperemo in questa puntata degli anni 2008-2009. Il materiale straripa, per cui agli anni dal 2011 in poi – caratterizzati dalla nomina dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò a nunzio apostolico negli Stati Uniti e dall’elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio a Pontefice – riserveremo una terza e ultima puntata.
DAL CAPITOLO XXII: SECONDO MEMORANDUM DELL’ARCIVESCOVO VIGANO’ E INDICAZIONI SCRITTE DEL CARDINALE RE PER IL CARD. MC CARRICK.
Pag. 277:
Nell’aprile del 2008, durante il viaggio del Papa negli Stati Uniti, il Card. McCarrick concelebrò la Messa con Papa Benedetto XVI nella St. Patrick’s Cathedral e partecipò alla cena con il Santo Padre durante la visita a New York. McCarrick chiese anche il permesso di partecipare alla commemorazione e alla preghiera di Papa Benedetto XVI presso il World Trade Center Memorial ma, secondo la documentazione dell’Arcidiocesi di New York, tale richiesta fu rifiutata dalla Santa Sede per motivi sconosciuti.
Pag. 278:
Poco dopo il ritorno del Papa dagli Stati Uniti, lo psicoterapeuta ed ex monaco benedettino Richard Sipe pubblicò su Internet una “lettera aperta” indirizzata a Papa Benedetto XVI intitolata “Dichiarazione per Papa Benedetto XVI sul modello della crisi degli abusi sessuali negli Stati Uniti”. Secondo Sipe, la “aberrazione sessuale” nella Chiesa cattolica era “non generata dal basso verso l’alto – cioè solo da candidati non idonei – ma dall’alto verso il basso – cioè dai comportamenti sessuali dei superiori, persino dei vescovi e dei cardinali”.
Descrivendo il problema come “sistemico”, Sipe continuava a fornire esempi, incluso, affermava, quello del Card. McCarrick: “Mentre ero professore aggiunto in un Pontificio Seminario, il St. Mary di Baltimore (1972-1984), un certo numero di seminaristi venne da me preoccupato per il comportamento di Theodore E. McCarrick, allora Vescovo di Metuchen, nel New Jersey. È ampiamente noto da diversi decenni che il Vescovo/Arcivescovo, ora Cardinale Theodore E. McCarrick, portò seminaristi e giovani sacerdoti ad una casa sul mare nel New Jersey, a New York, e in altri luoghi e andò a letto con alcuni di loro. Ha formato un gruppo di giovani seminaristi e sacerdoti che ha incoraggiato a chiamarlo ‘Zio Ted’. Ho la sua corrispondenza in cui si riferiva a questi uomini come fossero “cugini” tra loro.(…) Conosco i nomi di almeno quattro sacerdoti che hanno avuto incontri sessuali con il Card. McCarrick. Ho documenti e lettere che registrano testimonianze dirette e resoconti di testimoni oculari su McCarrick, allora Arcivescovo di Newark nel New Jersey, che faceva sesso con un sacerdote e a volte costringeva un sacerdote a subire avances sessuali indesiderate”.
Pagg. 280-284:
Dopo aver ricevuto una copia della lettera di Sipe attraverso i normali canali della Segreteria di Stato, il 25 maggio 2008 l’Arcivescovo Viganò scrisse un secondo appunto d’ufficio su McCarrick. Il giorno seguente Viganò consegnò a mano il memorandum alla Congregazione per i Vescovi.
(Carlo Maria Viganò riprende i punti principali della lettera di Sipe e rileva tra l’aktro che):
4) L’Ufficio del Personale si era già occupato del caso del Card. McCarrick a seguito di un Rapporto del Nunzio negli Stati Uniti, in cui S.E. Mons. Sambi faceva notare che la Memoria di accusa contro il Cardinale era già stata inoltrata fin dal giugno 2006 “a circa una ventina di persone, fra autorità giudiziarie civili ed ecclesiastiche, di polizia, ed avvocati. C’è quindi da temere che la notizia non tarderà ad essere messa in pasto dell’opinione pubblica”.
(Carlo Maria Viganò riproduce poi alcuni passi del suo ‘Appunto’ vergato nel 2006. Ad esempio):
“3. Si vera et probata sunt exposita [se le cose esposte sono vere e provate], si richiederebbe un provvedimento esemplare che potrebbe avere una funzione medicinale e lenirebbe il gravissimo scandalo per i fedeli, che nonostante tutto continuano ad amare e credere nella Chiesa”.
(E poi conclude):
“Il caso del Card. McCarrick, come si è detto, è di sola competenza del Romano Pontefice, il Quale, eventualmente, potrebbe incaricare il Promotore di Giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede di iniziare quanto prima una Procedura istruttoria”.
(Nota manoscritta del card. Bertone, Segretario di Stato, sull’’appunto’ dell’arcivescovo Viganò)
In una nota manoscritta sull’appunto d’ufficio dell’Arcivescovo Viganò, il Cardinale Segretario di Stato Bertone scrisse: “Condivido le osservazioni, anche se mi pare che in un ultimo rapporto del N.A. (Nunzio Apostolico) Mons. Sambi ci sono testimonianze a difesa (in qualche modo) del Cardinale. Si potrebbe attuare la proposta del n. 6? (Ma sentiamo naturalmente il Santo Padre). B.”
Pag. 285:
Nessuna indagine formale o processo penale vennero condotti in quel momento. Anche se la documentazione non riflette il motivo per cui questa linea di condotta non fu scelta, la questione in genere non sarebbe rientrata nella competenza della Congregazione per la Dottrina della Fede, perché non c’era stata alcuna accusa credibile che McCarrick avesse abusato di un minore. Inoltre, la presunta cattiva condotta con gli adulti si era verificata più di venti anni prima, il che era ben oltre il periodo di prescrizione. Papa Benedetto XVI avrebbe potuto delegare la questione alla Congregazione per la Dottrina della Fede e rinunciare al termine di prescrizione, ma questo passo non fu intrapreso.
Pag. 286:
A metà maggio 2008, subito dopo la conclusione del viaggio di Papa Benedetto XVI negli Stati Uniti, McCarrick partecipò alla Plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti a Roma, alla quale partecipò pure il Santo Padre. Mentre si trovava a Roma, McCarrick apparve a un evento con Papa Benedetto XVI in Piazza San Pietro, insieme con altri Prelati, tra cui il Card. Re.
Il Card. Re fu sorpreso e dispiaciuto della presenza di McCarrick perché pensava che ciò non fosse in linea con le indicazioni orali che aveva dato a McCarrick due anni prima. Di conseguenza, in seguito all’evento, il Card. Re si avvicinò a McCarrick e lo rimproverò per la sua presenza pubblica, ripetendo che McCarrick avrebbe dovuto condurre una vita più riservata. McCarrick non prese bene l’ammonizione verbale del Card. Re e, secondo Re, McCarrick in seguito lo evitò.
Nota 931 – pagina 286:
In un’intervista, il Card. Re ha dichiarato di aver parlato severamente con McCarrick in Piazza San Pietro, dicendogli che avrebbe dovuto condurre una vita tranquilla per non far parlare di sé. Quando McCarrick protestò dicendo che gli addebiti contro di lui erano falsi, il Card. Re rispose con forza: “Vere o non vere, le accuse esistono! Tu, per il bene della Chiesa, non devi andare in giro.”
Pag. 286-287:
Il 27 maggio 2008, in risposta alla richiesta del Card. Re, di diverse settimane prima, il Nunzio Sambi trasmise un altro Rapporto alla Congregazione per i vescovi. Sambi inviò anche una copia del suo Rapporto al Segretario di Stato Bertone. Il Rapporto del Nunzio, pervenuto alla Congregazione per i Vescovi il 31 maggio, affermava (tra l’altro):
“B) Il Vescovo di Dallas, Ecc.mo Kevin Farrell (NdR: oggi cardinale, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, camerlengo, presidente della Commissione di materie riservate) è vissuto con lui nella stessa residenza quando era Ausiliare di Washington. Mi ha assicurato che durante quel lungo periodo non una sola volta ha visto un gesto verso di sé o verso gli ospiti, che fosse poco decente. Ha udito molte “voci”, ma nessuno si è recato da lui, che praticamente dirigeva l’Arcidiocesi, per denunciare comportamenti incorretti dell’Arcivescovo”..
Nota 935 – pag. 287-288:
In un’intervista, il Card. Farrell ha affermato che, durante il suo periodo come Vicario Generale nell’Arcidiocesi di Washington, sentì occasionalmente “vecchie voci” sul fatto che McCarrick avesse condiviso un letto con seminaristi in una casa al mare quando McCarrick era Vescovo nel New Jersey. Il Card. Farrell ha osservato che le voci non riguardavano l’attività sessuale e “non erano mai riferite a minori.”.
Pagg. 293-295: (Indicazioni scritte del Cardinale Re a McCarrick, 2008)
La lettera del Card. Re a McCarrick, datata 14 giugno 2008, venne allegata alla lettera al Nunzio Sambi, ma la lettera a McCarrick fu tenuta in Nunziatura fino a quando il Nunzio non la poté consegnare a mano a McCarrick alla fine di agosto (dopo che entrambi furono tornati dai viaggi lontano da Washington).
La lettera (strettamente confidenziale) del Prefetto Re afferma:
“Caro Cardinal McCarrick,
mi arreca grande dolore fare ancora una volta riferimento alle accuse che sono riemerse riguardanti Vostra Eminenza. Tuttavia, la lettera aperta che l’ex monaco Richard Sipe ha indirizzato al Santo Padre alla fine della sua visita negli Stati Uniti mi obbliga a fare così. Come Vostra Eminenza sa, il testo della lettera è stato
pubblicato dal Sig. Sipe sul suo sito web insieme al suo commento intitolato ‘La Sindrome del Cardinale McCarrick’.
Sono ben consapevole che Vostra Eminenza ha sempre affermato chiaramente di non aver mai commesso atti sessuali con altri, ma la testimonianza di alcuni uomini che affermano di essere stati nello stesso letto con Lei quando erano più giovani viene comunemente interpretata in modo molto negativo. Anche le persone che amano e difendono sacerdoti e vescovi sono sconcertate per questo..
Tale recente pubblicità di accuse contro Vostra Eminenza rende consapevoli del grave danno che viene recato alla Chiesa e che indebolisce l’autorità dei suoi Pastori che governano le Diocesi cattoliche.
Le frequenti apparizioni pubbliche di Vostra Eminenza ad incontri, alcune delle quali vengono riportate sui media, fanno sì che altri rievochino ancora una volta le vecchie accuse e contribuiscano a renderle ancora più conosciute.
Come Le ho già detto in passato, una campagna così negativa richiede che Vostra Eminenza si comporti in modo tale da non attirare l’attenzione. C’è solo un modo per raggiungere questo: non fare apparizioni pubbliche e condurre una vita silenziosa di preghiera e di penitenza per le passate azioni imprudenti.
So che questo va contro il Suo carattere naturale, dato che a Lei piace lo stare insieme con gli altri, per fare così tanto bene e diffondere i valori del Vangelo in ogni ambito..
Pertanto, faccio appello al Suo spirito ecclesiale e sono obbligato a chiederLe di non accettare inviti per alcun evento pubblico. Inoltre, Le chiedo di scegliere una delle seguenti possibilità (o qualcosa di similare): risiedere in una casa per anziani,possibilmente una diretta da suore, in cui Ella potrebbe fare da loro Cappellano: vivere in casa, celebrando la Messa per loro, dando loro omelie, conferenze, ecc.; oppure, se Lei preferisce, potrebbe chiedere ad un monastero di accoglierLa come ospite e partecipare alla preghiera della comunità, ai pasti comuni, ecc.
Così, per coloro che sono stati sorpresi dalla proliferazione dei Report infondati, sapere che Ella sta conducendo una vita tranquilla, svolgendo un apostolato tra gli anziani e vivendo una vita di preghiera, offrirebbe un esempio edificante e potrebbepersino fermare la diffusione di accuse contro di Lei.
Con grande fiducia nel Suo amore per la Chiesa e nella Sua comprensione di questa questione, rimango sinceramente Suo in Nostro Signore”.
Pag 297:
Dopo aver inviato le due lettere a Sambi, il Card. Re informò Papa Benedetto XVI della decisione della Congregazione per i Vescovi di esortare McCarrick a condurre una vita tranquilla. Come ha spiegato il Card. Re in un’intervista: “Ho comunicato al Papa il contenuto della lettera, la sostanza della lettera, e il Papa era d’accordo. Egli disse, ‘Bene, molto bene.’” Con l’aiuto dell’Arcivescovo Gänswein, il Papa emerito Benedetto XVI ha ricordato di aver ricevuto in udienza il Card. Re, di essere stato da questi informato sulla situazione riguardante il Card. McCarrick e di aver rivisto la lettera di Re a McCarrick, del 14 giugno 2008. Inoltre, il Papa emerito ha ricordato di avere approvato la linea adottata nella lettera del Card. Re.
Con l’aiuto dell’Arcivescovo Gänswein, il Papa emerito Benedetto XVI ha ricordato di aver ricevuto in udienza il Card. Re, di essere stato da questi informato sulla situazione riguardante il Card. McCarrick e di aver rivisto la lettera di Re a McCarrick, del 14 giugno 2008. Inoltre, il Papa emerito ha ricordato di avere approvato la linea adottata nella lettera del Card. Re.
Pag. 300:
Il 22 agosto 2008, il Nunzio Sambi annotò la consegna a mano a McCarrick della lettera del Card. Re del 14 giugno, scrivendo sulla sua copia: “Consegnata al Cardinale alle 12.30 del 22 agosto 2008 nel mio studio – dopo il mio ritorno dalle vacanze e il ritorno a Washington da Lourdes del Card.”
Pag. 300-304 :
Il 25 agosto 2008, McCarrick scrisse una lettera dettagliata al Nunzio Sambi riguardo al loro incontro del 22 agosto 2008:
“La ringrazio per il nostro incontro di venerdì. Confesso che mi ha lasciato un po’ confuso, perché pensavo di aver ottemperato ai desideri della Santa Sede nei miei anni di pensione. Non ho mai cercato di ottenere inviti a parlare, né a far parte di vari gruppi. Sono arrivati da altri – di solito Vescovi – che pensavano potessi essere utile. Tuttavia, avendo studiato la lettera del Cardinale Re e avendola condivisa con il mio Arcivescovo (Wuerl) prometto di nuovo che proverò sempre a essere un buon servo della Chiesa anche se non comprendo le Sue volontà nella mia vita. Naturalmente, sono pronto ad accettare la volontà del Santo Padre nei miei confronti.
Vorrei rivedere velocemente con Vostra Eccellenza i due punti principali, esposti nella lettera, vale a dire l’annullamento di tutte le apparizioni pubbliche e il cambio di residenza. Allego un elenco di impegni che ho già accettato per i prossimi tre mesi o più precisamente fra adesso e Natale. Queste sono richieste pervenutemi da Vescovi di tutto il paese che, a quanto pare, pensano ancora che io sia un ospite gradito nelle loro diocesi. Diocesi e nel servizio pastorale della loro gente. Ce ne sono un po’ che posso annullare e li ho cancellati. Temo che gli altri sarebbero difficili da annullare dal momento che se ne è già fatta pubblicità e sono atteso. Avrei bisogno di un chiaro motivo pubblico per annullarli così tardi. Avrei bisogno che Lei mi suggerisse se mantenere tali impegni o meno. Non prenderò ulteriori impegni a parlare o apparire in pubblico senza il permesso della Santa Sede o di Vostra Eccellenza.
In secondo luogo, temo che un trasloco improvviso in un monastero o in una casa di riposo metterebbe in agitazione i mass media e provocherebbe grande admiratio. Verrebbe fuori la notizia di una mia ‘estromissione’ da Roma per qualche ragione e la pubblicità che ne deriverebbe è proprio quello che il Cardinale Re spera di evitare.(…) In sintesi, nel futuro non mi impegnerò ad accettare alcuna apparizione o intervento pubblico senza l’esplicito permesso del Nunzio Apostolico o della Santa Sede stessa. Presumo di essere autorizzato a studiare e scrivere per il tempo che il Signore vorrà concedermi, prima di chiamarmi a Sé".
Pagg. 304-307:
Il 27 agosto 2008, il Nunzio Sambi inviò una lettera al Card. Re, descrivendo la lettera che McCarrick aveva inviato due giorni prima.
“(…) Dopo aver letto la lettera di Vostra Eminenza in mia presenza, il Cardinale ha esclamato: ‘Questa è una persecuzione’. Durante il pranzo che è seguito insieme con i miei collaboratori, egli non ha dato prova della sua abituale esuberanza. Nella risposta qui unita mostra i suoi timori: di vivere in isolamento e di essere dimenticato. Accetta in principio ciò che gli è chiesto, poi chiede eccezioni che annullano il principio. L’ultima frase mi sembra sarcastica e una minaccia: ‘I presume that I am allowed to study and write’. (“Presumo di essere autorizzato a studiare e a scrivere’).
Per quanto riguarda la residenza, non mi sembra opportuna, e so sgradita all’Arcivescovo locale, quella presso la Seton Hall University di Newark: le antiche amicizie ed inimicizie possono essere legna per il fuoco! Lo stesso mi pare per quanto riguarda le ‘numerose Università’ che lo avrebbero invitato: il Cardinale non ha le fondamenta per essere uno ‘scholar’. Certamente egli sceglierebbe un’università ‘liberal’, che potrebbe poi servirsi della sua presenza per dare credibilità a posizioni non del tutto in sintonia con l’insegnamento della Chiesa. (…). Non sarà facile ottenere dal Cardinale completa adesione alle norme impartitegli, combattuto com’è tra il desiderio di obbedire alla Santa Sede ed il timore di essere dimenticato e dell’isolamento. La concretezza nell’indicargli il da fare gli impedirà di trovare scappatoie.”.
Nota 964 – pag. 311:
In un’intervista, il Card. Bertone ha osservato che le accuse contro McCarrick non si riferivano a minori, che erano ambigue per quanto riguarda una chiara condotta sessuale e che erano ritenute false da coloro che vivevano con McCarrick. Date le forti smentite di McCarrick e il fatto che fosse già Emerito, l’attenzione degli Officiali della Santa Sede si è concentrata sulla necessità di evitare di attirare un’attenzione ingiustificata su accuse rimaste non dimostrate. Bertone ha affermato che la ‘negazione energica di McCarrick… ha avuto un impatto’ e che ‘la sua analisi è stata efficace’, mentre le informazioni che ha ricevuto da Sambi e Viganò erano ‘su qualcosa di possibile, ma per nulla dimostrato in nessun senso formale’.”
Pag. 330:
Il 15 gennaio 2009, McCarrick scrisse una lettera al Nunzio Sambi, che includeva una lettera al Card. Re.
La lettera di McCarrick a Sambi affermava: “Eccellenza, come sa, sto facendo del mio meglio per attenermi al programma che il Card. Re mi ha proposto. Penso di aver avuto un discreto successo finora, anche se ciò significava dire di no al nuovo Vice Presidente degli Stati Uniti (NdR: Joe Biden). Grazie al cielo, penso che il mio rapporto con lui sarà ancora buono e mi aspetto che lo vedrò di tanto in tanto e, se Vostra Eccellenza fosse interessata, magari impegnarmi a procurare un invito per Lei di cenare con lui, essendo il suo vicino che vive dall’altra parte della stessa strada, nella sua residenza o, se Lei lo desidera, nella Nunziatura”.
Pag. 332: (al card. Re)
“(…) Fino a questo momento, ho rifiutato quattro lauree honoris causa che avrei dovuto ricevere in primavera. Ogni volta ho trovato una scusa, come l’essere lontano o altrimenti impegnato. (…)
Ho ricevuto una serie di richieste dal subentrante governo degli Stati Uniti a partecipare a eventi pubblici. Li ho rifiutati tutti e mi sono limitato a una serie di incontri privati, su richiesta del Cardinale George, Presidente della nostra Conferenza Episcopale. Ho pertanto respinto richieste dell’Ufficio del Presidente eletto perché fossi presente a determinati Momenti di preghiera e svolgessi un ruolo nel National Prayer Service.
Il disappunto per la mia indisponibilità è stato evidenziato da una telefonata personale del Vice Presidente eletto, il Senatore Joseph Biden. Credo di aver gestito ciò senza perdere un amico per la Chiesa o per me stesso, ma è molto difficile. (…)”.
Pag. 338:
A metà del 2009, quando le comunicazioni tra McCarrick e la Congregazione per i Vescovi cessarono, la documentazione indica quanto segue: • Nessun processo amministrativo o giudiziario, né alcun procedimento di indagine preliminare, fu avviato in merito alle accuse contro McCarrick. Nessuna determinazione di una qualsiasi fattispecie concreta fu raggiunta da alcun Dicastero e non vi fu mai alcuna determinazione di colpevolezza. • Anche se Papa Benedetto XVI venne informato dal Card. Bertone in merito alle possibili opzioni rispetto a McCarrick, il Santo Padre non autorizzò un’indagine o altro procedimento che avrebbe potuto sfociare in accertamenti di fatto sulla base dei quali si sarebbe potuta intraprendere un’azione più decisiva. Il Santo Padre non impose sanzioni o restrizioni all’attività di McCarrick. La questione venne trattata dal Card. Re, che era il Prefetto della Congregazione per i Vescovi, che era il Dicastero principalmente competente in merito. Durante una regolare udienza con il Papa, il Card. Re informò Benedetto XVI della lettera che egli aveva scritto, e il Papa approvò la linea adottata nella lettera del Card. Re.
Pagg. 339-340:
Le indicazioni comunicate dal Card. Re intendevano fare appello alla coscienza di McCarrick e richiamare la sua collaborazione pro bono ecclesiae, senza ricorrere a sanzioni canoniche o pene imposte dalla Congregazione per i Vescovi. Le indicazioni non invocarono l’esplicita autorità del Santo Padre né raggiunsero il livello di un ‘ordine’ esecutivo come istituto di diritto canonico.
In base alle indicazioni ricevute, McCarrick poteva:
•
Rimanere in un ministero pubblico attivo.
•
Viaggiare a Roma per vari incontri o eventi privati.
•
Rimanere membro dei Dicasteri della Santa Sede (APSA e Pontifici Consigli).
•
Assumere altri impegni con il “permesso esplicito” del Santo Padre,
della Santa Sede o del Nunzio Apostolico.
•
Durante tutte le sue attività, McCarrick avrebbe dovuto mantenere un basso profilo ed evitare la pubblicità..
La documentazione è meno chiara riguardo al fatto se McCarrick, alla fine del 2008, abbia ricevuto dal Card. Re il permesso di continuare a impegnarsi in determinate attività, incluso il suo lavoro per il CRS (NdR: Catholic Relief Services) e l’USCCB (NdR: Conferenza episcopale degli Stati Uniti), a condizione che non ci fosse pubblicità conseguente. Per quanto riguarda il CRS, la documentazione indica che McCarrick aveva ricevuto una qualche forma di permesso limitato dal Card. Re per continuare il suo lavoro con quell’organizzazione, ma non vi è alcuna indicazione che Re sapesse o approvasse i continui viaggi di McCarrick per il CRS dopo il 2008. Non sembra che McCarrick abbia ricevuto dal Card. Re l’approvazione per continuare il suo lavoro con l’USCCB.
Pagg. 341-342:
Tramite l’Arcivescovo Gänswein, il Papa emerito Benedetto XVI ha affermato che egli credeva che, dopo la consegna della lettera del Card. Re a McCarrick, la linea esposta nella lettera fosse stata seguita coerentemente negli anni successivi.
Il Papa emerito non sapeva che le indicazioni originali poterono essere state allentate o che il Nunzio Sambi avesse adottato una linea flessibile riguardo ai viaggi e all’attività pubblica di McCarrick. Parimenti al Card. Re, il Santo Padre non ha ricordato di essere stato a conoscenza, o di essere stato informato, che McCarrick continuava a viaggiare frequentemente dopo il 2008.
DIBATTITO ONLINE SUL RAPPORTO MC CARRICK E L’ARCIVESCOVO VIGANO’, CON ALDO MARIA VALLI, AURELIO PORFIRI, MASSIMO VIGLIONE E GIUSEPPE RUSCONI (MERCOLEDI’ 18 NOVEMBRE, ORE 21.00)
Mercoledì 18 novembre, ore 21.00, si svolgerà un dibattito online riguardante il Rapporto McCarrick e l’arcivescovo Viganò. Partecipanti: Aldo Maria Valli, Aurelio Porfiri, Massimo Viglione e Giuseppe Rusconi. Diretta Facebook sulla fanpage di Aurelio Porfiri. Diretta YouTube nel canale Ritorno a Itaca.
RAPPORTO MC CARRICK: PAGINE INTERESSANTI/2 (2008-2009) – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 17 NOVEMBRE 2020
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