Meglio Trump Macigno che i suoi tanti nemici
Non è un voto ma un’apocalisse quella che si annuncia con le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Il pronunciamento pro o contro Trump (Biden è solo un riflesso condizionato) ha assunto toni biblici.
Trump gioca la sua partita contro il resto del mondo. Ha quattro nemici principali: l’Establishment interno e internazionale, cioè l’apparato di poteri, media e classi dirigenti schierato compatto contro di lui (papa incluso); il Covid, ossia la paura diffusa tra la gente e il tam tam che lui abbia sottovalutato e malgestito la pandemia, con una spavalderia dannosa; la Cina, con cui Trump ha ingaggiato una guerra fredda e sotterranea, reagendo all’egemonia planetaria che il comunismo cinese sta imponendo anche col contagio, che dalla Cina è partito. Il quarto cavaliere dell’apocalisse è invece domestico, in tutti i sensi: è il voto postale su cui Trump ha espresso preventivi timori di brogli, precostituendosi il disconoscimento dell’eventuale vittoria di Biden.
I quattro cavalieri dell’Apocalisse sono troppi e troppo forti anche per un macigno come Trump. Il suo stile è irritante come il suo aspetto, il suo linguaggio e il suo tono di voce infastidiscono, certe cantonate in politica estera o nell’affrontare il Covid sono evidenti. Ma si deve pur riconoscere che Trump aveva risollevato l’America prima del Covid, l’aveva rilanciata e protetta economicamente, alleggerita sul piano fiscale e rimessa in piedi nel lavoro (poi si è abbattuto il ciclone della pandemia). Ha dato risposte in tema di sicurezza applicando la massima conservatrice Law and Order. Col suo modo brusco e spaccone ha evitato guerre, non ha sganciato le fatidiche 26mila bombe del suo predecessore, il Nobel per la pace Barack Obama; ha frenato Kim, il dittatore coreano, con le buone e con le cattive, ha firmato per la prima volta un importante trattato di pace in Medio Oriente; ha tutelato Israele, pur attribuendo all’Iran colpe che non aveva. E ha capito che il competitore globale, l’antagonista dell’Occidente, della libertà e della democrazia è oggi la dittatura cinese, il suo rampante capital-comunismo, il suo espansionismo economico, tecnologico e perfino sanitario. La Cina si sta allargando in Asia, in Africa, s’insinua in Europa, sta cinesizzando mezzo mondo. Ed esporta un modello dittatoriale e funzionale in antitesi con la nostra civiltà e la nostra libertà.
Ma prima di ogni altra cosa Trump è l’antagonista del Politically correct, questo serpentone strisciante che soffoca e avvelena l’occidente. Seppure in modo rozzo, volgare, si pone a difesa della religione, della famiglia, dell’amor patrio. Coi suoi mille difetti, e tutta l’antipatia che suscita, anche a pelle, Trump è preferibile all’apparato che lo avversa, ieri con la Clinton oggi con Biden. E in questi anni ha scampato una marea di attacchi, trappole e tentativi di impeachment, ha vinto la battaglia nella corte di giustizia, ha superato le accuse giudiziarie, finanziarie, fiscali, spionistiche, sessuali che gli hanno scagliato contro. Anzi, ha dovuto distrarre non poche energie per difendersi dagli attacchi.
A queste conclusioni è giunto anche il capofila storico dell’antiamericanismo europeo che scrisse quarant’anni fa, con Giorgio Locchi, una dura requisitoria contro il “Male Americano”; l’intellettuale della nouvelle Droite che indicò gli States come il nemico principale dell’Europa e lo fece avendo davanti leadership repubblicane e conservatrici come quelle di Reagan e dei Bush. Parlo di Alain de Benoist che in una sorprendente intervista a Nicolas Gauthier pubblicata sul sito Boulevard Voltaire (tradotta in Italia da Arianna) auspica la rielezione di Trump, sia pure “per mancanza di meglio”. E gli riconosce di essere la gigantografia dell’americano medio, soprattutto quello che non vive a New York (ormai quasi ovunque le megalopoli sono liberal e progressiste mentre la provincia è conservatrice o nazional-populista). Per dirla con Curzio Malaparte, Trump è l’Arciamericano. Alain De Benoist non lo riconosce come uno statista al livello di Putin, Erdogan o Xi Jinping – tre leader non proprio democratici – e condanna la sua politica estera. Ma per ragioni molto vicine a quelle che prima indicavo, de Benoist lo considera “meno peggio” del suo rivale e dell’establishment che è dietro. E fa un bilancio della sua amministrazione decisamente migliore di quello catastrofico compilato da quasi tutta la fabbrica mondiale dei media.
Anzi, l’interesse di de Benoist, come il nostro, non è tanto verso Trump ma verso il consenso popolare tributato a Trump, ovvero verso quella domanda di identità, rilancio e sicurezza e quel rigetto di political correctness incanalati nel trumpismo. Interessante è la ribellione popolare contro le élite, raccolta intorno a Trump. Nella guerra tra il popolo e le oligarchie dominanti coi loro interessi economico-finanziari, Trump, il magnate, il tycoon, bene o male, si è schierato col popolo. Magari in modo demagogico ma l’americano comune è più rappresentato e tutelato da Trump che dai suoi nemici.
A tutto questo si aggiunge anche un altro fattore non trascurabile per chi, come de Benoist, ha avversato l’americanizzazione del pianeta e l’egemonia statunitense sull’Europa. Trump ha preferito il protezionismo degli Usa alla colonizzazione planetaria. Si è occupato più degli americani e meno di noi. È stato più re d’America che imperatore del mondo.
Meglio lui che Biden, portavoce scarso dell’establishment, figura scialba e vecchigna, che fa apparire giovane e baldanzoso perfino l’ultrasettantenne Trump, reduce dalla guerra col Covid. Trump macigno, come il grande Blek…
MV, Panorama, n.45 (2020)
ShadowNet: la regia occulta della Rivoluzione Colorata Americana/1a Parte
Inchiesta realizzata dal Collettivo Kairòs in esclusiva per ComeDonChisciotte.org
Parte prima: L’assalto di NeoCon e Globalists – con l’aiuto di ex-generali e dem radicali – alla Casa Bianca
Il 14 agosto 2020 viene arrestata in Ohio l’autrice del documentario “Shadowgate” (1), Millie Weaver, con l’accusa di furto (2), manomissione di prove, intralcio alla giustizia e violenza domestica. Il giorno dopo il documentario si diffonde a macchia d’olio, e il 18 agosto Alex Jones, direttore dell’emittente indipendente InfoWars, la licenzia.
Lo Shadowgate sarebbe il ruolo tattico e operativo che il cosiddetto Shadow Government ha giocato dietro le quinte cercando di attuare un colpo di stato contro Trump. «Politici di carriera sono senza dubbio parte della palude, anche elementi del Deep State, ma non sono loro lo Shadow Government.» dice la Weaver.
Si tratta di società private a cui il governo appalta la gestione della difesa, dell’intelligence, della sicurezza. Oggetto dell’appalto sono le Interactive Internet Activities esplicitamente regolamentate dal Pentagono in un memorandum del Dipartimento della Difesa datato 8 giugno 2007 (3), come l’acquisizione e manipolazione dei dati in paesi stranieri, in nome della sicurezza nazionale. Tuttavia avere a disposizione una tale mole di informazioni e poterle analizzare e manipolare attraverso la Shadownet, strumento completo e funzionale, elaborato da tecnici specializzati del Pentagono, potrebbe rappresentare una grossa occasione di influenzare direttamente la stessa società americana. La Weaver ha scoperto che funzionari governativi riconducibili al Deep State – cioè di ala Dem radicale (Clinton-Obama-Biden) e repubblicani Neo-Conservatori, insieme agli ex-generali dell’esercito Jones, Hayden e McChrystal, e i soliti speculatori internazionali Soros e Rockefeller a braccetto con GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft) – si sono serviti di queste compagnie e della Shadownet per sabotare la campagna elettorale di Trump, fabbricare false prove per accusarlo del Russiagate, fornire testimoni per le udienze di impeachment, dare supporto amministrativo al Dipartimento di Giustizia durante l’inchiesta Mueller. Fino alla fabbricazione di fake news e alla manipolazione sui social di vastissime aree della popolazione mirate allo scoppio di rivolte su scala nazionale e all’abolizione delle forze dell’ordine in alcune zone.
Come il prof. Giannuli ha più volte ricordato (4), i dati personali prodotti dall’attività on-line di miliardi di persone sono il petrolio del XXI secolo, materia prima per qualunque operazione di intelligence.
Così mentre i funzionari governativi pubblici si occupavano di burocrazia, la maggior parte del lavoro vero veniva esternalizzato a dei contractors, che non lavoravano per il governo, ma per quello che la Weaver chiama il «complesso militare-industriale».
Cos’è il complesso militare-industriale
Come è possibile che aziende private abbiano potuto avere libero accesso ai dati personali e sensibili di tutta la popolazione americana? Secondo il memorandum, «Le IIA non saranno utilizzate secondo fini commerciali, e non promuoveranno o incentiveranno interessi finanziari o altri interessi di entità commerciali o non governative» e «i contratti o incarichi che forniranno servizi a supporto delle IIA autorizzate nell’ambito di questa normativa saranno tenuti a riportare dettagliatamente il campo di applicazione del progetto e garantiranno una rigorosa supervisione da parte del governo degli Stati Uniti.» (5) In realtà, i contractors privati del Dipartimento della Difesa hanno potuto copiare e conservare illegalmente sui propri server i dati della National Security Agency. Questo è potuto avvenire perché nel marzo del 2008 è stato emendato (6) il Foreign Intelligence Surveillance Act del 1978 (7) , permettendo nella Section702 alla NSA di condurre un’azione su larga scala di attività di sorveglianza, raccogliendo informazioni sulle comunicazioni tra persone negli Stati Uniti e persone che si trovano all’estero, con poca sorveglianza giudiziaria (8). – Tali emendamenti furono utilizzati poi negli anni a seguire per giustificare le attività di spionaggio illegale rese note da Edward Snowden dal 2013 (9). – Successivamente la normativa del Smith-Mundt Act del 1948 (10) è stata aggiornata (11) nel 2012 dall’amministrazione Obama, autorizzando le IIA all’interno dello stato americano, anche attraverso i social media. La Weaver ci mostra come il generale James Jones, consigliere di Obama per la sicurezza nazionale, guardacaso è il proprietario di Jones Group e ha il controllo insieme al generale Michael Hayden di Dynology, Clearforce e Atlantic Council, tutti contractors del Pentagono. Anche altre compagnie che hanno avuto accesso ai dati sensibili degli americani attraverso la Shadownet sono sotto il controllo azionario di membri dell’esercito come il generale Stanley A. McChrystal (McChrystal Group, Defeat Disinfo PAC) o dell’ex direttore della CIA John O. Brennan (Tactical Analytics Corporation, Global Strategies Group, Canadian Global Information). Shadowgate smaschera le relazioni sotterranee tra queste aziende e il Deep State, sottolineando la volontà comune di servirsi della loro esperienza, accumulata a colpi di rivoluzioni colorate ed intromissioni governative in campo internazionale, per dar vita al primo esperimento di rivoluzione colorata in casa propria. La Shadownet era la loro polizza assicurativa per poter far fronte alla guerra che Trump avrebbe condotto una volta eletto. «Il valore commerciale e di mercato nero di una tecnologia del genere è incalcolabile.»
Cosa sono le Interactive Internet Activities
«Questi contractors hanno creato una vera e propria organizzazione criminale internazionale basata sul ricatto e la fabbricazione ad arte di notizie false», che fonda la sua stessa esistenza sui nostri dati personali. Le aziende contractors selezionano le loro migliaia di dipendenti (12) accuratamente tra il meglio delle università in campo semiologico, sociologico, psicologico, matematico e informatico.
Oggetto del contratto sono ufficialmente una serie di attività definite nel memorandum I.I.A., Interactive Internet Activities, «l’uso di un sistema accessibile via internet che consenta comunicazioni bilaterali, p.es. email, blog, chat room, e bulletin boards (13), in modo tempestivo, quando non in tempo reale». Secondo Patrick Bergy, ex-dipendente di Dynology intervistato dalla Weaver, le IIA elaborate al Pentagono erano «operazioni di guerra psicologica sui social media incentrate su micro-obiettivi, applicazioni con cui potevi avere come bersaglio un singolo individuo, un gruppo o perfino un’intera nazione». Come spiega poi ToRe, ovvero l’ex-dipendente di Analysis Corporation e di Global Strategies Group Terpsichore P.Maras-Lindeman (14), si cominciava con la L10n, localization (15) cioè la targetizzazione di un gruppo sociale, studiando come «entrare nella loro testa, capire cosa mangiano, come si muovono, come parlano, che cosa gli piace, che cosa li spinge ad agire, cosa li fa infuriare» e poi usare questi dati «per imporre loro qualsiasi ideologia e qualsiasi prodotto e spingerli in qualsiasi direzione tu voglia. Bisogna mettere insieme caratteri culturali, linguaggio, sfumature del gruppo demografico o della nazione che stiamo targetizzando». Esattamente come le analisi sociologiche del passato, con l’unica differenza che tutte le variabili e le funzioni sono immagazzinate in server ed analizzate con algoritmi, in una fusione perfetta di scienze umane e ingegneria informatica, che permettono di “entrare nella testa” delle persone attraverso le informazioni che loro stesse forniscono in tempo reale, che vengono classificate e inquadrate in uno schema previsionale di possibili comportamenti – o reazioni – nel caso in cui si ponga uno stimolo. E sorge il sospetto che sia proprio questo schema stimolo-reazione che hanno deciso di applicare con il caso Floyd.
(FINE PRIMA PARTE – CONTINUA 1/2)
Inchiesta realizzata dal Collettivo Kairòs in esclusiva per ComeDonChisciotte.org
31.10.2020
—
NOTE
[1] https://www.youtube.com/watch?v=zK6fixXLpXg&t=791s
[2] https://it.scribd.com/document/472730527/Millie-Weaver-Indictment#download , https://www.cleveland.com/court-justice/2020/08/infowars-millie-weaver-boyfriend-and-brother-threw-mother-to-the-ground-and-took-her-cellphone-police-report-says.html , secondo l’accusa si tratta di violenza domestica e manomissione di prove, da cui la Weaver è stata scagionata completamente il 23 ottobre 2020. Per tutto il periodo del processo alla Weaver è stato espressamente vietato, pena la ricarcerazione, di collegare in pubblico il suo arresto all’uscita di Shadowgate.
[3] https://fas.org/sgp/othergov/dod/dod060807.pdf
[4] http://www.aldogiannuli.it/intelligence-e-globalizzazione/ , http://www.aldogiannuli.it/la-rivoluzione-dellintelligence/ , http://www.aldogiannuli.it/parlando-di-intelligence/
[5] Vedi nota 2
[6] https://www.congress.gov/bill/110th-congress/house-bill/3773/text#toc-H9D689344B820436FAA57B6AF752C448B
[7] https://en.wikipedia.org/wiki/Foreign_Intelligence_Surveillance_Act
[9] «La legge è stata modificata più volte dopo l’11 settembre, anche se la modifica maggiore è avvenuta nel 2008, con un emendamento utilizzato poi per giustificare i programmi di sorveglianza di massa resi noti da Edward Snowden nel 2013, inclusi PRISM e UPSTREAM prima autorizzati dal President’s Surveillance Program nel 2001 quando il Presidente USA era George W. Bush. La modifica introdotta dalla Section 702 era in scadenza il 31 dicembre 2012, ma due giorni prima veniva rinnovata per altri 5 anni.» https://www.sicurezzaegiustizia.com/il-futuro-della-contestata-section-702-del-foreign-intelligence-surveillance-act-fisa/
[10] https://en.wikipedia.org/wiki/Smith–Mundt_Act
[11] https://thornberry.house.gov/news/documentsingle.aspx?DocumentID=296108 , https://www.congress.gov/bill/112th-congress/house-bill/5736/text
[12] I selezionati vengono addestrati presso strutture dell’esercito come il Center for Information Warfare Training della marina militare nella Pennsacola Corry Station ad Escambia County, Florida.
[13] http://www.andreaminini.com/informatica/telematica/bbs
[14] Entrambi gli informatori della Weaver sono finiti in un turbine di polemiche dopo l’uscita di Shadowgate. Accusati da Alex Jones di calunnie al suo staff e di influenza negativa sulla Weaver. Secondo il direttore di InfoWars – che ha inspiegabilmente tenuto sul suo canale Shadowgate per circa un mese – sono le relazioni tra la Weaver e i due la causa del licenziamento. Il più controverso dei due è sicuramente la Lindeman, che ha avuto problemi con la legge e il cui curriculum è stato contestato già prima dell’uscita del documentario.
https://twitter.com/T_Giarratano/status/1225155406218948609 , https://www.youtube.com/watch?v=qiQ9l6xhVVg
[15] L10n nella sua accezione originaria riguarda le fasi di adattamento di un software agli usi e costumi di un paese o una regione, coniato in relazione a i18n, internationalization, dai programmatori della Digital Equipment Corporation. La combinazione dei due termini dà g11n globalization https://en.wikipedia.org/wiki/Internationalization_and_localization
—
INTERVISTA AGLI AUTORI DELL’INCHIESTA – (fonte: L’ANTIDIPLOMATICO)
Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org
ShadowNet: la regia occulta della Rivoluzione Colorata Americana/2 parte
Inchiesta realizzata dal Collettivo Kairòs in esclusiva per ComeDonChisciotte.org
Parte seconda: Le rivolte negli USA sono state spontanee o pianificate?
- I riots americani
Il 25 maggio 2020 avviene il brutale e plateale omicidio di George Floyd, cui segue un’ondata di rivolte che ha investito l’intero territorio federale.[1] Sono strane, però, queste rivolte, il nesso causa-effetto non viene rispettato. Le legittime rivendicazioni contro la violenza della polizia possono portare a incendiare ettari di foreste,[2] a bruciare le chiese e profanare simboli culturali? I saccheggi, gli atti di violenza gratuita e il razzismo anti-bianco, gli interi quartieri occupati[3] potrebbero anche essere normali conseguenze dell’esasperazione sociale fuori controllo, ma perché le marce di squadre punitive paramilitari avvengono generalmente negli stati a guida democratica?[4] Il sabotaggio della campagna politica di Trump e l’esasperazione della sua figura come rappresentante del suprematismo bianco possono essere considerate delle lecite conseguenze della morte di un uomo di colore? Quelle che all’inizio sono state presentate come delle legittime proteste, si sono altresì palesate essere chiara espressione di un progetto architettato fin nei minimi dettagli da soggetti che nulla hanno a che fare con il rispetto degli esseri umani a prescindere dal colore della loro pelle, ma che anzi sfruttano la radicalizzazione degli americani per portare avanti la propria agenda. È possibile interpretare questi eventi come il primo esperimento di rivoluzione colorata negli USA?
- Le contraddizioni
Ciò che maggiormente ci porta a porci queste domande, è la serie di contraddizioni presenti negli eventi di questi mesi. Meritano di essere analizzate una serie di circostanze quanto meno curiose che cambiano drasticamente il quadro d’insieme. In particolare:
- L’uccisione in diretta di George Floyd è durata più di 8 minuti e si è diffusa su tutti i social network immediatamente, senza limiti d’età, come anche i video violenti dei riots postati sul canale youtube di Unicorn Riots. L’evento coincide perfettamente con lo stimolo suddetto, posto come «Un “incidente scioccante, altamente pubblicizzato” che “rivela drammaticamente un problema sociale critico al pubblico in una maniera vivida”» come lo definiscono delle slides didattiche prodotte dall’organizzazione Momentum e proposte agli studenti delle scuole medie e superiori dal Sunrise Movement nello spiegare il concetto di “Trigger Event”: evento-grilletto, evento d’innesco. «Gli eventi-grilletto sono i momenti in cui la sofferenza delle nostre comunità viene rivelata drammaticamente.»
Nel documentario “Undercover Investigation – Minneapolis Riots Were Preplanned?”[5] la Weaver svela le connessioni che esistono tra gruppi che marciano in nome della giustizia climatica – BLM, Antifa, Sunrise Movement, Unicorn Riot – e alcuni membri del partito dem e in particolare direttamente collegate al Sunrise Movement, come nel caso di Alexandra Ocasio-Cortez, e a BLM nel caso di Ilhan Omar.
Trump, nemico della “Giustizia Climatica”[6] per i primi, ed avversario politico per i secondi, è stato facilmente trasformato in un simbolo del suprematismo bianco contro il quale fare fronte comune. Non dimentichiamo la notizia controversa dei finanziamenti di George Soros agli Antifa americani e a Black Lives Matter,[7] movimento apertamente schierato con Biden[8] e sostenuto anche dai Rockefeller.[9]
- Le autorità del Minnesota hanno impiegato ben 6 giorni ad emettere il mandato di cattura per l’agente Chauvin; inoltre il giudice che si occupava del caso, nelle prime fasi del processo, ha estromesso il procuratore di Hennepyn County Michael O.Freeman, affidando il caso al procuratore generale Keith Ellison. Ellison ha sostenuto apertamente l’organizzazione eversiva Antifa sui social, indossando la loro maglietta in un post che screditava Trump. Il Minnesota, a guida Dem dal 2011 ad ora, nel corso degli anni ha sempre avallato l’uso di tecniche repressive particolarmente violente[10] da parte della polizia nelle sue contee, in particolare a Minneapolis[11]. Nonostante ciò, oltre ad Ellison, numerose sono le autorità pubbliche dem che si sono mosse a sostegno dei riots e hanno sostenuto perfino il movimento Defund the police. Ciò ha portato a presidi di polizia abbandonati per ordine dei sindaci e, di conseguenza, molti centri abitati lasciati alla violenza. Secondo l’analista Umberto Pascali, intervenuto per Pandora TV a giugno scorso,[12] sarebbe una mossa del Deep State per garantirsi una situazione di stallo dell’autorità statale tale da facilitare un eventuale ricorso alla violenza eversiva in caso di sconfitta di Biden. D’altronde anche Trump ha dichiarato che non riconoscerà l’esito del voto in caso di vittoria dem.[13]
- Non c’è un nesso chiaro tra la raffigurazione di Trump come suprematista bianco e l’effettiva politica del tycoon nei confronti della comunità afroamericana. Trump stava ottenendo negli ultimi mesi un maggior seguito da parte delle comunità afroamericane, oltre che attraverso la politica di ripresa economica, anche grazie alla riforma della giustizia penale nel 2018 (First Step Act)[14] e alla legge del 2019 che garantisce 250 milioni di dollari l’anno alle Historical Black Colleges and Universities.[15]
- In un’intervista con Sharyl Attkisson del 22 Maggio, andata in onda il 24, Trump dichiarava in “Sto lottando contro il Deep State, sto lottando contro la palude – Ho adesso la possibilità di spezzare il Deep State”,[16] riferendosi al tentato golpe conosciuto con il nome di Russiagate, successivamente caduto quando il ministro della giustizia l’On. Rod J. Rosenstein, uno dei principali cospiratori, ha confessato sotto giuramento in un’udienza pubblica in Senato che tali accuse erano infondate. La morte di George Floyd è avvenuta il giorno dopo, il 25 Maggio.
George Floyd e Derek Chauvin si conoscevano. Chauvin lavorava anche come buttafuori per un locale di Minneapolis, El Nuevo Rodeo[17] – successivamente dato alle fiamme dai rivoltosi – che all’occorrenza si serviva anche di buttafuori privati, tra cui Floyd. Ebbene il fatto che loro si conoscessero viene sostenuto da Maya Santamaria, l’ex proprietaria del club.[18] A sostegno di tali affermazioni c’è anche la strategia legale della famiglia di Floyd infatti secondo un articolo del The Hill: “Chauvin è accusato di omicidio di secondo grado e omicidio colposo di secondo grado, ma i parenti di Floyd hanno detto che credono che Chauvin avesse una motivazione personale per uccidere Floyd, e il loro avvocato ha chiesto che l’accusa contro di lui sia passata all’omicidio di primo grado “perché crediamo che sapesse chi fosse George Floyd”.[19]
- Nonostante le rivolte fossero animate da sentimenti e rivendicazioni anti razziali, abbiamo assistito in alcuni casi alla morte di poliziotti di colore che semplicemente si erano opposti al saccheggio indiscriminato. Il caso più eclatante, avvenuto il 2 giugno scorso, è la morte di David Dorn, 77 anni, trovato ucciso a colpi di arma da fuoco all’esterno di un banco dei pegni, saccheggiato dopo che le proteste per la morte di George Floyd erano diventate violente.[20] A sottolineare come la forza (e forse anche la volontà) distruttiva delle rivolte andasse oltre il colore della pelle, nonostante le rivendicazioni di cui si faceva portatrice.
I rioters sono milioni, da più di duemila città americane, e sono stati a tutti gli effetti addestrati militarmente sin dal 2013: il team della Weaver per l’inchiesta “Undercover Investigation: Minneapolis Riots Were Pre-planned?” ha infiltrato membri nel Sunrise Movement che hanno registrato assemblee, convegni, lezioni, dibattiti – tutti tenuti su Zoom, partecipati da ragazzini dai 13 anni su, tutti adescati nelle scuole da altri membri del SM. Ai ragazzini venivano insegnati atti di disobbedienza civile, dal farsi arrestare in massa per ingolfare la polizia, fino al bruciare interi edifici, pratica definita dall’organizzatrice Sarah Abbott «legittima e potente forma di resistenza». Weaver ha pubblicato sul suo sito anche i manuali didattici e le slides delle lezioni: tutti incentrati su come organizzare, moltiplicare e sfruttare atti di violenza a proprio vantaggio politico. L’idea di base è la Giustizia Climatica, sostenuta da opendemocracy.net del solito Soros come idea di base per una sostanziale rifondazione della società, in cui il capitale è abolito e la famiglia è cancellata, bambini e ragazzini vivono in strutture chiamate Comuni dove ogni libertà è concessa, droghe comprese [21]. Apparentemente spontanei e giovanili, i movimenti che diffondono queste idee sono principalmente BLM, Antifa, Sunrise Movement, Unicorn Riot: in realtà gestiti da una rete strutturale monolitica di contractors controllata dai gerarchi della Shadownet.
I minorenni sono trattati come pedine su una scacchiera politica le cui strategie sono sviluppate da un’azienda privata, Momentum “scuola di formazione e incubatore di movimenti” che ha sviluppato i programmi educativi e le strategie comunicative e politiche delle rivolte di Minneapolis.[22] Alzare il livello della violenza per radicalizzare l’opinione pubblica, formarsi alla guerriglia a piccoli gruppi fortemente indottrinati alla causa: hanno creato così un esercito di milioni di ragazzini americani, sempre pronti all’azione. Almeno negli intenti, dato che la maggioranza degli americani si è distaccata dall’imperativo Defund the Police e sono numerose secondo l’ACLED le città da cui sono stati espulsi tutti i membri di BLM e Antifa.
(2/2 – FINE)
Inchiesta realizzata dal Collettivo Kairòs in esclusiva per ComeDonChisciotte.org
31.10.2020
MAPPE ACLED (Armed Conflict Location & Event Data Project):
—
NOTE
[1] Il progetto Armed Conflict Location & Event Data Project (ACLED) fornisce una dettagliata mappatura dei riots https://acleddata.com/special-projects/us-crisis-monitor/
[2] https://kion546.com/news/2020/09/07/woman-accused-of-intentionally-starting-fires-on-highway-101-arrested/ , https://bigleaguepolitics.com/convicted-blm-rioter-arrested-for-arson-in-washington-as-massive-wildfires-blaze/ , https://nbc16.com/news/local/man-seen-starting-fires-at-oregon-state-park-local-fire-chief-says?fbclid=IwAR0oZy___Y1f9W7R3oUpWPNWXnbYLmy8LuqD_tR_LNUk8H09mj1EqwAwr-U , https://www.khq.com/news/arson-suspect-arrested-after-allegedly-starting-multiple-fires-in-spokane-on-monday/article_62df8a40-f223-11ea-8a02-af6f5dca5965.html
[3] In taluni casi esplicitamente riconosciuti da wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/Capitol_Hill_Autonomous_Zone
[5] https://www.youtube.com/watch?v=EC9jhXP0BpA
[6] https://www.repubblica.it/esteri/2019/11/04/news/usa_accordo_clima_documenti_uscita-240252817/
[7] https://www.nytimes.com/2020/07/13/us/politics/george-soros-racial-justice-organizations.html , https://indianarrative.com/world/soros-funded-antifa-destabilizing-america-other-countries-7257.html
[9] https://www.rockefellerfoundation.org/blog/reflecting-on-violence-against-african-americans/ , https://selections.rockefeller.edu/black-lives-matter-at-the-rockefeller-university/ , https://rockefeller.dartmouth.edu/news-events/teaching-why-black-lives-matter
[10] https://www.startribune.com/minneapolis-police-union-offers-free-warrior-training-in-defiance-of-mayor-s-ban/509025622/?refresh=true , https://unicornriot.ninja/2018/bulletproof-warrior-training-manual-released/
[12] https://www.youtube.com/watch?v=wWXwQXnPdQE
[14] https://www.congress.gov/bill/115th-congress/house-bill/5682/text
[16] http://fullmeasure.news/news/full-episodes/full-measure-may-24-2020-interview-with-the-president
[18] https://www.facebook.com/watch/?v=273826923767460
[20]https://abcnews.go.com/US/small-town-police-chief-killed-officers-cities-wounded/story?id=71017820
[21] https://www.opendemocracy.net/en/oureconomy/coronavirus-crisis-shows-its-time-abolish-family/
[22] https://www.momentumcommunity.org/
—
INTERVISTA AGLI AUTORI DELL’INCHIESTA – (fonte: L’ANTIDIPLOMATICO)
—
Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org
https://comedonchisciotte.org/shadownet-la-regia-occulta-della-rivoluzione-colorata-americana-2/
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.