Una parola
sulla celebrazione del Natale
Disposizioni sulle celebrazioni liturgiche del Santo Natale
A causa dell’emergenza Covid, quest’anno è necessario, in via eccezionale, adattare gli orari delle celebrazioni, che, in ottemperanza alle disposizioni del Governo, devono concludersi in modo da consentire ai fedeli di rientrare in casa entro le ore 22,00. Ogni pastore valuterà le proposte migliori per favorire la partecipazione dei fedeli. Per la celebrazione eucaristica del Natale del Signore, il formulario della Messa vespertina della vigilia si può usare dalle ore 16,30. Il formulario della Messa della notte si può celebrare dalle ore 18,00. Il Santo Padre presiederà la Santa Messa alle ore 19,30; per eventuali trasmissioni on line delle celebrazioni, si eviti la sovrapposizione.
Ufficio Liturgico - Diocesi di Roma
A parte qualche lieve ritocco a livello di grammatica, ortografia e punteggiatura, è qui fedelmente riportato il secco comunicato con cui l’Ufficio Liturgico del Vicariato di Roma ha di fatto ingiunto al clero che ne dipende l’anticipazione della Messa di mezzanotte, della quale, peraltro, il testo non fa menzione. Dato che il Santo Natale, ordinariamente, si celebra il 25 dicembre (a meno di eventuali disposizioni governative), il testo afferma, a rigore, che le Messe di quel giorno devono concludersi in modo tale da consentire ai fedeli di tornare a casa entro le 22. In quale modo? magari saltando la comunione per far prima? Un’interpretazione ad sensum ci fa tuttavia supporre che, in realtà, si intenda dire in orario tale da, cosa che, per le Messe del 25, è comunque del tutto pacifica. Perché il destinatario comprenda il vero intendimento del disposto apparentemente assurdo, il reverendissimo redattore presuppone evidentemente che egli sappia già di che si sta parlando, senza però che l’oggetto del contendere sia nominato. Tralasciando il tormentoso dilemma se si tratti di malafede o di semplice sbadataggine, concentriamoci sulle numerose deficienze e anomalie formali.
Non è chiara, anzitutto, la natura del testo (se sia un provvedimento di tipo legislativo o meramente amministrativo) e, di conseguenza, in virtù di che cosa possa obbligare sul piano canonico. Del resto non si sa nemmeno chi sia il soggetto da cui è emanato, dato che la comunicazione non reca la firma di nessuno, ma è attribuita ad un ufficio di curia, il quale non detiene alcuna giurisdizione, a meno che non sia espressamente delegato dall’Ordinario del luogo (cosa che non risulta da nessuna parte). Inoltre il mezzo scelto per notificarlo agli interessati, la posta elettronica, appare quanto meno improprio, consideratone il carattere privato, mentre una disposizione che pretenda di aver vigenza canonica deve necessariamente esser resa pubblica medianti gli organi a ciò deputati. In ogni caso, anche ammettendo che il dispositivo sia dotato di una qualche forza obbligante, qualora la mail finisca nello spam oppure non sia letta in tempo utile perché il destinatario non ha aperto la propria casella, egli è sollevato da ogni responsabilità in merito.
Neanche quest’ultimo, oltretutto, è indicato in modo univoco dal punto di vista giuridico: chi è ogni pastore? Il parroco? il viceparroco? il cappellano ospedaliero, o quello delle suore o della casa di riposo? Chi ha o non ha l’autorità di stabilire gli orari? e quali sarebbero le proposte migliori per favorire la partecipazione dei fedeli? quelle che eviteranno di far coincidere l’orario della Messa con quello del tradizionale cenone? Esso è d’altronde suggerito, subito dopo, con l’indicazione del limite temporale prima del quale non è consentito usare l’uno o l’altro formulario – quasi si trattasse di burocrazia… Per le massaie che, la vigilia, saranno molto occupate in cucina, la Messa del Santo Natale può dunque essere anticipata, almeno nell’Urbe, fino alle quattro e mezzo del pomeriggio (non prima, però). Le trasmissioni on line, che in tal modo vengono ufficialmente istituzionalizzate, sono permesse, purché non si sovrappongano alla celebrazione dell’augusto pontefice infelicemente regnante. In altre parole: se preferite rimanere al calduccio o avete troppa paura di farvi contagiare in chiesa, state a casa, visto che si può benissimo pregare anche lì.
Al di là di tutto, non possiamo non apprezzare l’altissimo senso pastorale di questi ecclesiastici che, per il nostro bene, vi han lasciati per tre mesi senza Messa e senza Sacramenti, sopprimendo perfino la Pasqua. Nelle quattro scarne righe di un comunicato asciutto e impersonale, dalla curia diocesana della mater et caput omnium ecclesiarum, modello di tutte le altre, ci han fatto sapere, in sostanza, che neanche il Natale è così importante. Ora, che qualcosa sia insinuato in tal senso da un qualsiasi bocia che non ha alcuna competenza in materia, membro di una banda di criminali che sta rovinando il Paese, ci lascia del tutto indifferenti; ma che sia affermato da curiali (per quanto modernisti) ci spinge al turpiloquio, dal quale tuttavia ci asteniamo perché è peccato – e non val la pena peccare a causa di individui del genere. Il fatto è che l’ufficio in questione ha ricevuto istruzioni da più in alto; è quindi ingiusto sfogare lo sdegno sul suo titolare. C’è da scommettere, anzi, che anche il suo capo, come già avvenuto per la chiusura delle chiese a marzo, abbia preso ordini da oltretevere.
Veniamo adesso al dettaglio più ripugnante, che già in apertura vi assesta un colpo allo stomaco: la motivazione del “provvedimento”. «Quest’anno è necessario, in via eccezionale, adattare gli orari delle celebrazioni»: a parte il fatto che da lungo tempo, per serie ragioni, la Messa di mezzanotte può essere anticipata in ospizi e ospedali, ciò che risulta assolutamente inaccettabile è il fondamento posto alla presunta necessità dell’adattamento. L’eccezionalità della disposizione non risiede tanto nell’anticipazione dell’orario (il quale ha pur sempre il suo significato) quanto nell’essere data in ottemperanza alle disposizioni del Governo… Con tale dettato l’autorità ecclesiastica si sottomette completamente ed esplicitamente allo Stato, in totale spregio della libertas Ecclesiae nonché del Concordato tuttora vigente. L’attuale gerarchia ha dato vita a un monstrum teologico e giuridico che costituisce ormai un precedente cui le istituzioni civili potranno in futuro appellarsi per imporre altre gravi limitazioni nell’esercizio della missione e dei diritti della Chiesa, le cui guide rinunciano da sé a quanto loro compete per diritto divino.
Le disposizioni governative sono peraltro del tutto illegali, in quanto contrarie alla Costituzione e all’ordinamento vigente; perciò diversi gruppi di giuristi e avvocati le hanno impugnate, mentre il T.A.R. del Lazio le ha dichiarate illegittime. Invece questa casta di mercenari e cortigiane che ha preso il potere nella Chiesa si è subito schierata a sostegno di esse, perfino anticipando gli interventi del potere civile. La ragione addotta è in perfetta sintonia con la campagna di terrorismo psicologico con cui, da nove mesi, la popolazione è tenuta in pugno da un governo che nessuno ha votato e che è andato ben oltre le proprie attribuzioni, attuando così un colpo di Stato in piena regola: A causa dell’emergenza Covid… Il motivo per cui la gerarchia cattolica italiana (a differenza di quella di altri Paesi, come la Francia) si è prostrata allo Stato, abdicando alle prerogative inalienabili che le vengono da Gesù Cristo, è una malattia che, affrontata nello stadio iniziale, si cura tranquillamente a casa in via del tutto ordinaria.
Il governo a cui i nostri Pastori si sono piegati è quello che, dallo scorso marzo, persiste nel proibire le cure domiciliari e l’accesso ai farmaci che si sono dimostrati efficaci. Come non ravvisare, in tale assurdo modo di procedere, l’intenzione deliberata di prolungare l’emergenza sanitaria al fine di mantenere il potere scippato da tre sodomiti, con uno squallido gioco di palazzo, a chi lo deteneva legittimamente? Il capo del trio, del resto, è stato formato da una cricca di ecclesiastici sovversivi e anch’essi sodomiti, i cui continuatori stanno consentendo un’infiltrazione sempre più profonda di elementi della massoneria italiana nelle strutture giudiziarie e finanziarie vaticane. L’intreccio è così stretto che l’indipendenza della Santa Sede è decisamente compromessa. Alla luce di tali fatti, dunque, non c’è da meravigliarsi dell’arrendevolezza dell’episcopato. Le rarissime voci dissenzienti sono state messe sull’avviso con la rimozione dell’unico vescovo che, la scorsa primavera, aveva alzato la voce; si tratta peraltro di timide contestazioni fondate su considerazioni di ordine puramente socio-antropologico – perfettamente in linea, quindi, con il nuovo umanesimo della cabala.
Offriamo dunque i disagi spirituali dovuti alle limitazioni natalizie perché il Re divino mandi presto qualcuno a scalzare quella rete di checche criminali. Sono i diretti responsabili o i fiancheggiatori di una strage premeditata e della progressiva distruzione della nostra civiltà. Mentre negli ospedali, in ottemperanza alle disposizioni del Governo, si seleziona chi curare e si lasciano morire i pazienti anziani o compromessi da gravi complicanze perché ricoverati troppo tardi, insieme al rispetto degli obblighi basilari dell’arte medica stanno scomparendo anche le ultime vestigia di umanità, di cultura, di buon senso. Tutto ciò non avviene certo per caso, ma risponde all’attuazione di un programma ben preciso che mira ad una generale reimpostazione economico-sociale, nonché alla creazione di un essere umano ibrido, di un uomo-macchina che sia totalmente controllabile e infallibilmente sottomesso tramite dispositivi di nanotecnologia impiantati nel corpo. È il punto culminante della seduzione satanica che spinge la creatura ad autodivinizzarsi, a trascendersi con le proprie forze. Noi, invece, siamo fin d’ora divinizzati dalla grazia del Dio che si è fatto uomo per renderci simili a Sé.
Pubblicato da Elia
http://lascuredielia.blogspot.com/
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