Nonostante si sia di fronte a vaccini anti covid che sollevano dubbi in larghi strati della popolazione ed anche in frange degli addetti ai lavori (scienziati, ricercatori, medici ed operatori sanitari) a motivo della tecnica rivoluzionaria applicata nei vaccini (mRNA) e dei suoi effetti a lungo termine sulla salute che al momento non sono conosciuti, Papa Francesco, che ha detto che dovrebbe essere vaccinato contro il coronavirus all’inizio della settimana prossima, ha definito la vaccinazione anti covid un obbligo etico e salvavita e il rifiuto di farla suicida.
Tali osservazioni sono state fatte ad un telegiornale italiano. Infine, è da notare che alcuni prelati sollevano dubbi anche sulla moralità ed eticità del vaccino a motivo del legame, benché remoto, con linee cellulari derivate da feti abortiti. La stessa Congregazione della Dottrina della Fede, nella nota del 21 dicembre scorso, ha giudicato la questione “della la sicurezza ed efficacia di questi vaccini, pur eticamente rilevanti”.
Da un articolo di Jason Horowitz pubblicato sul New York Times. Eccolo nella mia traduzione.
Papa Francesco ha detto che dovrebbe essere vaccinato contro il coronavirus all’inizio della settimana prossima, definendolo un obbligo etico e salvavita e il rifiuto di farlo suicida, secondo le osservazioni fatte ad un telegiornale italiano.
Ha anche detto che l’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti lo ha stupito e dovrebbe essere condannato.
In un’intervista al telegiornale TG5 che andrà in onda domenica sera, Francesco ha invitato tutti a farsi vaccinare. Una trascrizione delle osservazioni del papa sul vaccino, non immediatamente confermata dal Vaticano, è stata fornita da Fabio Luca Marchese Ragona, il cronista vaticano del TG5 che ha condotto l’intervista.
“È una scelta etica, perché si gioca con la salute, con la vita, ma si gioca anche con la vita degli altri”, ha detto Francesco alla stazione [televisiva]. “Mi sono iscritto”. Bisogna farlo”.
Secondo la trascrizione, il papa ha aggiunto: “Non capisco perché alcuni dicono: ‘No, i vaccini sono pericolosi’. Se viene presenta dai medici come una cosa che può andare bene, che non ha particolari pericoli, perché non prenderla? C’è una negazione suicida che non saprei come spiegare”.
Francesco è stato a volte criticato per non aver indossato una mascherina durante la pandemia, e alcuni hanno espresso la preoccupazione che i leader mondiali e gli altri partecipanti alle udienze papali possano mettere lui, o loro stessi, in pericolo.
Il Vaticano ha insistito sul fatto che le misure di distanziamento sociale e i test sono utilizzati per mantenere la sicurezza, anche se alcuni prelati, tra cui i cardinali, sono risultati positivi al virus nei giorni successivi all’interazione con Francesco.
Il virus ha costretto Francesco, galvanizzato dai viaggi, a rimanere a casa per gran parte dell’anno passato, e il Vaticano ha dovuto cancellare o limitare severamente anche le celebrazioni più importanti. Presiedendo le cerimonie davanti a una vasta e vuota Piazza San Pietro, il Papa ha sottolineato non solo il modo in cui il virus ha cambiato la vita quotidiana delle persone, ma anche la vita della Chiesa.
Il filmato di alcune delle osservazioni del Papa è stato reso pubblico in una clip che promuoveva l’intervista, compresa la sua reazione all’assalto di mercoledì al Campidoglio degli Stati Uniti da parte di una folla che sosteneva il presidente Trump.
“Sono rimasto stupito”, ha detto Francesco, “perché è un popolo così disciplinato in democrazia, no? Ma anche in una società matura, ha aggiunto, c’è sempre “qualcosa che non è giusto, qualcosa con persone che intraprendono un cammino contro la comunità, contro la democrazia, contro il bene comune”.
“Questo va condannato, questo movimento, indipendentemente dal popolo”, ha detto il papa, chiarendo che intendeva la violenza. “La violenza è sempre così, no?”
Ha detto che tutte le società sono state afflitte dalla violenza nel tempo e che la gente dovrebbe imparare dalla storia in modo che i semi del malcontento siano capiti. “Dobbiamo capirlo bene, non ripeterlo. Imparare dalla storia”, ha detto Francesco. “Questi gruppi che non si conformano e non sono ben integrati nella società prima o poi si trasformeranno in violenza”.
Nella trascrizione dell’intervista, Francesco ha anche riflettuto sulla sua esperienza con i vaccini, ricordando una crisi di polio quando era bambino che portava alla disperazione tra le madri nel trovare un vaccino.
“Siamo cresciuti all’ombra dei vaccini, per il morbillo, per questo e per quello, vaccini che ci hanno dato da bambini”, ha aggiunto.
Nel suo messaggio “Urbi et Orbi”, il giorno di Natale, Francesco ha chiesto “vaccini per tutti”, soprattutto per le persone più vulnerabili del mondo.
“Oggi, in questo momento di oscurità e di incertezza a causa della pandemia, appaiono diverse luci di speranza”, ha detto nel suo discorso di Natale, “come la scoperta dei vaccini”.
Di Sabino Paciolla
Ha ragione lui. Imitatelo!
(D’ora in poi esprimere un diverso parere è delitto di negazionismo, ed immorale. Questo blog d’ora in poi dirà solo la verità)
IL PAPAGNO DI BERGOGLIO AI NO-VAX: “IL VACCINO SI DEVE FARE. IO MI SONO PRENOTATO. E’ UN’OPZIONE ETICA PERCHÉ TI GIOCHI LA SALUTE, LA VITA, MA TI GIOCHI ANCHE LA VITA DI ALTRI” – L’ANTICIPAZIONE DELL’INTERVISTA DI PAPA FRANCESCO AL TG5: “NON SO PERCHÉ QUALCUNO DICE CHE IL VACCINO È PERICOLOSO’, MA SE TE LO PRESENTANO I MEDICI COME UNA COSA CHE NON HA DEI PERICOLI SPECIALI, PERCHÉ NON PRENDERLO? C’È UN NEGAZIONISMO SUICIDA CHE IO NON SAPREI SPIEGARE…”
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Stakanovisti da premiare, non punire
Dopo l’esortazione di Bergoglio, troviamo un incomprensibile e sospetto articolo di Repubblica edizione locale:
Modena, vaccini ai parenti: sospensione per due medici e un volontario
Come si legge nell’articolo deplorevole la colpa degli operatori è stata che ” la sera del 5 gennaio scorso avrebbero chiamato parenti per somministrare loro sei dosi di vaccino anti Covid avanzate a fine giornata e che se non utilizzate sarebbe dovute essere buttate via”.
Il prezioso vaccinoPfizer, costato tanto sudore ai compagni germanici di BioNtech e della Presidente VDL, era stato decongelato; sarebbe andato a male! I valorosi sanitari vanno decorati come eroi dell’Unione Europea, altrochè.
Segnaliamo alle autorità competenti l’ autore articolo come probabile complice dei sabotatori internazionali in quanto istigatore della dilapidazione di vaccini.
Invitiamo a valutare il commento del commissario straordinario Domenico Arcuri : “ha parlato di “reato contro la morale e la salute””, e del presidente della Regione Stefano Bonaccini, ha bollato come “inaccettabile” il loro comportamento. Questi esponenti del Partito stanno invitando allo sperpero e dilapidazione delle risorse dello Stato, così rare e preziose. Potrebbero essere dei trotzkisti secondo la definizione che ne diede il Comitato Centrale: “Non abbiamo bisogno di bonimia, ma di vigilanza rivoluzionaria!”
Trump smascherato: è un sovietico
https://www.maurizioblondet.it/ha-ragione-lui/
La religione del lockdown messa in dubbio anche nel Cts
Il lockdown è una strategia che causa effetti collaterali troppo gravi nella società. Si deve imparare a convivere con il virus: rispettare le precauzioni, ma tornare a vivere. A dirlo non è qualche polemico "negazionista", ma Agostino Miozzo, coordinatore scientifico del Comitato Tecnico Scientifico, medico e uomo delle emergenze. Può voler dire che inizia un (tardivo) cambio di rotta.
Se non è una svolta poco ci manca. Anche nel Comitato tecnico-scientifico, che da marzo ha in mano le chiavi delle nostre libertà individuali, c’è chi inizia a mettere in discussione la “religione del lockdown”.
Già questa sarebbe una notizia. Ma la notizia diventa sensazionale se a picconare il sistema delle chiusure prolungate è il coordinatore scientifico del Cts, Agostino Miozzo, medico e uomo delle emergenze. In diverse interviste rilasciate ieri a vari quotidiani, ha denunciato anzitutto il dramma delle nuove generazioni che restano a casa anziché andare a scuola, agitando lo spettro di gravissimi danni psichici, educativi e relazionali. Sul Quotidiano Nazionale è andato giù duro sull’intero impianto delle ordinanze e dei dpcm, ammettendone l’inadeguatezza rispetto al contesto attuale di crisi socio-economica. Purtroppo, però, nel Cts non decide solo lui. Ci sono diversi punti di vista in merito, ma soprattutto c’è uno scontro fratricida tra “il partito del terrore”, che vorrebbe chiudere tutto e il più possibile e la componente più aperturista, che si rende conto dell’insostenibilità della situazione e preme per la predisposizione graduale di protocolli per le riaperture. Tredici membri più tredici esperti che suggeriscono al governo cosa fare per affrontare l’emergenza sanitaria. A Miozzo spetta la sintesi. Quindi le sue parole acquistano un significato profondissimo, considerato che manca una trasparenza in tempo reale delle riunioni del Cts e che solo un mese e mezzo dopo i verbali vengono pubblicati.
"La terapia più sicura sarebbe quella di mettere l’Italia sotto una campana di vetro: porta sprangata e tutti chiusi in casa. L’abbiamo fatto, ora non è più possibile – fa sapere Miozzo -. L’immunità di gregge si otterrà solo a vaccinazione collettiva ultimata. Ma serve troppo tempo, il Paese non può aspettare la fine dell’anno. Le categorie produttive sono al collasso e la gente è profondamente ferita sul piano psicologico. Dunque alcune concessioni sono indispensabili".
Anche secondo la voce più autorevole del Comitato tecnico-scientifico, che affianca il governo nell’assunzione di decisioni che incidono sulla difesa della salute e sui livelli di libertà di 60 milioni di italiani, non si può andare avanti a colpi di lockdown, che non abbassano più di tanto i contagi e nel frattempo esasperano i cittadini e affossano l’economia. Bisogna correre un rischio calcolato. "È una teoria che ho imparato alla Protezione civile – spiega - Il nostro Paese è a forte pericolo sismico, eppure conduciamo una vita normale: lavoriamo, andiamo a scuola, incontriamo gli amici e facciamo bambini. Chi ci crede si raccomanda a Sant’Antonio o a San Gennaro, a seconda delle aree geografiche, ma nessuno accetta di rinunciare a vivere. Dev’essere così anche con il Coronavirus: è ora di permettere delle aperture, pur sapendo che la curva si alzerà. L’importante è controllare che salga di poco".
Come non leggere nelle parole di Miozzo un monito al governo affinchè agisca per tempo per impedire la catastrofe socio-economica, oltre che educativa ed emotiva? Convivere con il virus significa continuare ad osservare scrupolosamente le misure anti-Covid ma senza rinunciare a vivere, a lavorare, a svolgere le attività fondamentali che consentono alle persone di realizzarsi, di vivere una vita equilibrata, sia pure con qualche restrizione, e al Paese di andare avanti con i suoi equilibri. Fa rabbia che solo ora si sia levata una voce critica rispetto al pensiero unico dei lockdown, visti come la risposta obbligata a un virus fortemente contagioso, con una bassa mortalità e comunque destinato a circolare ancora a lungo nonostante le vaccinazioni di massa, che pure presentano numerose incognite.
Miozzo nell’intervista di ieri parla a ruota libera e contesta il dilagante paternalismo che fa sentire i cittadini sempre in colpa e che accredita la visione di un governo premuroso e scrupolosamente attento a garantire la salute dei cittadini. "Aldilà di qualche stupido che continua a rifiutare regole elementari – aggiunge - mi pare che la popolazione sappia perfettamente come comportarsi. Anche i giovani, spesso accusati di superficialità. Nel frattempo la didattica a distanza sta diventando più pericolosa di quella in presenza, nel senso che un’intera generazione pagherà un conto salatissimo: i ragazzi privati della socialità sono insicuri, incerti, spaventati. Non possiamo continuare così".
Ce n’è abbastanza per coltivare una fondata speranza su un cambio di prospettiva da parte del governo rispetto alle misure da adottare nei prossimi mesi. I ristoranti, i bar e gli esercizi commerciali continuano ad aprire a singhiozzo, devono acquistare le materie prime per pochi giorni senza sapere fino a quando potranno rimanere aperti. Non possono pianificare le loro attività e vivono alla giornata, con ristori statali assolutamente insufficienti e a volte perfino risibili. La tenuta sociale è a rischio. Le scene delle ultime ore di assembramenti a Lucca, Livorno, Milano e altre città, con giovani che prendono bevande da asporto e socializzano per strada, non vanno sottovalutate e non devono essere considerate semplici bravate di ragazzi indisciplinati. Riflettono una stanchezza sociale generalizzata, che va a sommarsi a quella di milioni di persone con posto di lavoro a rischio ed emergenze anche abitative e alimentari. Dire che siamo seduti su una polveriera non è affatto un’espressione esagerata.
Ruben Razzante
https://lanuovabq.it/it/la-religione-del-lockdown-messa-in-dubbio-anche-nel-cts
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