ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 21 gennaio 2021

«Quella ha bisogno di rivedere le sue priorità!»..

Dal Fascismo che ieri temeva la Chiesa e Pio XI, ai giovani politici che oggi ci ridono dietro. La Conferenza Episcopale Italiana e quell’impellente bisogno di rivedere le proprie priorità.

Se la Conferenza Episcopale Italiana è giunta a diramare un comunicato che appare più un tragicomico redde rationem significa che i timori sono fondati. Sperare più nel Presidente della Repubblica come utile salvagente che nel Dio incarnato in Gesù Cristo è la prova di come la Chiesa, ogni volta che scende a patti con il potere temporale, fa disastri, nuocendo gravemente alla sua identità. 

Sino a non molti anni fa sarebbe stato impensabile che un imitatore potesse prendersi gioco del Romano Pontefice su una pubblica rete televisiva durante uno spettacolo satirico. Le conseguenze penali sarebbero state gravissime per l’imitatore e soprattutto per l’azienda televisiva che lo aveva mandato in onda. Oggi la Chiesa Cattolica, il Papato e il Romano Pontefice possono essere tranquillamente usati in prima serata per far ridere i telespettatori come macchiette satirico-grottesche.

Ogni tanto devo dare libero sfogo al mio lato nerd [cfr. QUI] che si manifesta in modo anomalo, improvviso come un fulmine a ciel sereno. Così è stato quando ho avuto modo di leggere il comunicato emanato dalla Conferenza Episcopale Italiana il 15 gennaio attraverso la persona del suo presidente, Cardinale Gualtiero Bassetti, ancora convalescente, al quale auguriamo ogni bene e grazia dal Signore per lo scampato pericolo in seguito al contagio da Covid-19. Poco dopo l’agenzia ANSA titola la notizia in questo modo: «Governo: CEI, guardiamo con fiducia al Presidente Mattarella» [testo riprodotto a fine articolo].

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La nerditudine presente nella mia testa ha richiamato immediatamente la citazione tratta dal film Harry Potter e la pietra filosofale in cui il maghetto Ron, guardando Harry, risponde lapidario all’ultima frase della loro amica Hermione: «Quella ha bisogno di rivedere le sue priorità!».

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In questo caso la Conferenza Episcopale Italiana ha preso le vesti della streghetta Hermione e ha confuso le priorità proprie della Chiesa quale societas perfecta con quelle di una qualunque lobby terrena impelagata tra politica, denaro, potere e consensi. Priorità terrene che nel momento storico attuale servono solo per poter salvare quelle quattro capre cattocomuniste ― rosse così com’è rossa la livrea cardinalizia ― e tenere insieme i cavoli del Signore, con il gettito fiscale dell’Otto per Mille che dal 2016 è ormai in caduta libera.

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Insomma, diciamola tutta: la preoccupazione della Conferenza Episcopale Italiana fa sorridere, non tanto perché non si capisca dove vuole andare a parare ― lo si capisce benissimo in realtà ― ma per il fatto che alla stragrande maggioranza dei credenti (molti dei quali preti) queste preoccupazioni non sembrano avvalorate da nessuna salus animarum ma al contrario da una salus smaccatamente umana.

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Ci sarebbe proprio da dare ragione alla buonanima di Giulio Andreotti a cui si attribuisce la frase: «A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina». E a voler pensar male dovremmo dire che la preoccupazione della Conferenza Episcopale Italiana è che l’attuale governo PD-Cinque Stelle possa cadere in modo fragoroso tanto da portare gli italiani alle urne. Il che, molto probabilmente, significherebbe ottenere un risultato politico opposto a quello attuale in cui parole come sovranismo, tutela dei confini, amore patrio, italexit, insieme a nomi quali Matteo Salvini e Giorgia Meloni incuterebbero nella Conferenza Episcopale Italiana un terrore molto più vivo e reale di quello che può suscitare l’Inferno e l’eterna dannazione.

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Forse è giunto il momento, anche dentro la Chiesa, di iniziare a pensare con quella santa malizia che ci rende possibile equiparare in scaltrezza i figli di questo mondo:

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«Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce» [Lc 16.8].

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Così da rovesciare i non detti, far tacere le voci di corridoio, rispedire al mittente i pupilli di Villa Nazaret e svuotare le belle parole che pur trasudando misericordia portano solo miseria.

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Se la Conferenza Episcopale Italiana è giunta a diramare un comunicato che appare più un tragicomico redde rationem significa che i timori sono fondati. Sperare più nel Presidente della Repubblica come utile salvagente che nel Dio incarnato in Gesù Cristo è la prova di come la Chiesa, ogni volta che scende a patti con il potere temporale, fa disastri, nuocendo gravemente alla sua identità.

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Il divo Giulioabituato a navigare come abile nocchiero tra i mari della politica italiana così come in quelli della diplomazia ecclesiastica, ci suggerisce di pensare male almeno una volta, anche se contro la Conferenza Episcopale Italiana.

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Facciamolo questo peccato, anche perché andando più in profondità a questo modo di pensare scopriremo che la matrice non è politica e nemmeno andreottiana ma clericale. Infatti, la frase attribuita ad Andreotti sembra essere stata pronunciata nel 1939 dal Cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani, Vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma, il quale attribuiva la frase al sanguigno e all’occorrenza irascibile Pio XI che la espresse nella forma: «A pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina».

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I tempi di Pio XI sono tanto differenti da quelli di Francesco I. Ieri come oggi persiste ancora la lotta tra conservatori, progressisti e liberali, tra coloro che aspirano ad avere una poltrona e a coloro che della poltrona fanno mercato.

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La sapienza del Sommo Pontefice Pio XI e dei suoi collaboratori, il più prezioso dei quali, il Cardinale Eugenio Pacelli, fu poi suo successore, pose fine alla Questione Romana e diede modo alla Chiesa di instaurare con l’Italia dei rapporti seri e autentici, una posizione virile che la Chiesa italiana oggi può solo sognare. Infatti all’epoca, i politici del regime fascista, con il braccio armato dei loro picchiatori al seguito, buona parte dei quali di cultura anticlericale, del papato e della Chiesa avevano timore e di conseguenza si comportavano camminando sul filo del rasoio. Oggi invece ci ridono dietro persino giovani politici improvvisati senza arte né parte, comportandosi di conseguenza nei nostri riguardi, tra una risata e l’altra [vedere QUI].

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Laconi, 20 gennaio 2021




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Autore
Ivano Liguori, Ofm. Capp.

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PDF Articolo formato stampa
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http://isoladipatmos.com/dal-fascismo-che-ieri-temeva-la-chiesa-e-pio-xi-ai-giovani-politici-che-oggi-ci-ridono-dietro-la-conferenza-episcopale-italiana-e-quellimpellente-bisogno-di-rivedere-le-proprie-priorita/

Il Vaticano Blocca una Lettera dei Vescovi Usa a Biden. Parlava di Aborto.

21 Gennaio 2021 Pubblicato da  13 Commenti

 Marco Tosatti

Vi rilanciamo da Il Sismografo questa notizia, che se confermata, non può non apparire  agghiacciante. Buona desolata lettura.

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La Santa Sede ha bloccato una lettera della Conferenza episcopale statunitense indirizzata al presidente Usa Joe Biden, nella quale era contenuto l’appello al nuovo inquilino della Casa Bianca a “non rimanere in silenzio” sul tema dell’aborto. Lo riferisce il quotidiano “Washington Times”, secondo cui la lettera è stata “di fatto silenziata” dalla Santa Sede ieri, 20 gennaio, allo scadere dell’embargo che era stato imposto alla missiva in attesa dell’insediamento di Biden alla Casa Bianca.

La missiva era stata già pubblicata dalla Diocesi di Tucson e da altre poco prima della cerimonia di insediamento di Biden, ma è stata subito rimossa, pare dopo un intervento diretto della Santa Sede. Secondo fonti della Segreteria di Stato vaticana e della Conferenza episcopale Usa citate dal portale d’informazione cattolica “The Pillar”, la lettera-appello al nuovo presidente Usa, di cui è nota la fede cattolica, è stata stralciata proprio a seguito di un intervento diretto della Segreteria di Stato. La lettera avrebbe causato una frattura all’interno della Conferenza episcopale statunitense: avrebbero obiettato alla sua pubblicazione il cardinale di Newark, Joseph Tobin, e quello di Chicago, Blase Cupich. (Entrambi, dobbiamo ricordarlo, nella filiera McCarrick. N.d:R.).
Nella lettera, il presidente della Conferenza episcopale Usa, arcivescovo José Gomez, scriveva di Biden che “la sua pietà e storia personale, la sua toccante testimonianza di come la sua fede gli sia stata di conforto in tempi di oscurità e tragedia, e il suo impegno di lungo corso alla priorità del Vangelo per i poveri, sono a mio modo di vedere fonte di speranza e ispirazione. Al contempo, nella loro veste di pastori, i vescovi hanno il dovere di proclamare il Vangelo in tutta la sua verità e potenza, (…) anche quando i suoi insegnamenti suonano inconvenienti, e le sue verità contrarie alla direzione della società e della cultura nel suo complesso. Devo dunque evidenziare – ha affermato Gomez – che il nuovo presidente si è impegnato a perseguire alcune politiche che avanzerebbero mali morali, e minaccerebbero la vita e la dignità umana, specie per quanto riguarda l’aborto, la contraccezione, il matrimonio e le teorie di genere”. La missiva affermava che far fronte alla “ingiustizia continua dell’aborto” dovrebbe essere una “priorità preminente” di ogni fedele cattolico.

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Ecco nella nostra traduzione la parte del messaggio relativa all’aborto:

Per i vescovi della nazione, la continua ingiustizia dell’aborto rimane la “priorità preminente”. Preminente non significa “unica”. Siamo profondamente preoccupati per molte minacce alla vita e alla dignità umana nella nostra società. Ma come insegna Papa Francesco, non possiamo rimanere in silenzio quando quasi un milione di vite non ancora nate vengono messe da parte nel nostro paese anno dopo anno attraverso l’aborto.

L’aborto è un attacco diretto alla vita che ferisce anche la donna e mina la famiglia. Non è solo una questione privata, ma solleva preoccupanti e fondamentali questioni di fraternità, solidarietà e inclusione nella comunità umana. È anche una questione di giustizia sociale. Non possiamo ignorare la realtà che i tassi di aborto sono molto più alti tra i poveri e le minoranze, e che la procedura è regolarmente usata per eliminare bambini che sarebbero nati con disabilità.

Piuttosto che imporre ulteriori espansioni dell’aborto e della contraccezione, come ha promesso, spero che il nuovo presidente e la sua amministrazione lavoreranno con la Chiesa e altri di buona volontà. La mia speranza è che possiamo iniziare un dialogo per affrontare i complicati fattori culturali ed economici che spingono all’aborto e scoraggiano le famiglie. La mia speranza, inoltre, è che possiamo lavorare insieme per mettere finalmente in atto una politica familiare coerente in questo paese, che riconosca l’importanza cruciale di matrimoni e genitori forti per il benessere dei bambini e la stabilità delle comunità. Se il presidente, nel pieno rispetto della libertà religiosa della Chiesa, si impegnasse in questa conversazione, si farebbe molta strada per ristabilire l’equilibrio civile e guarire le necessità del nostro paese.

Statement on the Inauguration of Joseph R. Biden, Jr., as 46th President of the United States of America (USCCB)

https://www.marcotosatti.com/2021/01/21/il-vaticano-blocca-una-lettera-dei-vescovi-usa-a-biden-parlava-di-aborto/ 

 

Biden, l’Aborto e i Vescovi USA. Twitter: Cupich diventa “Cardinale Iscariota”

21 Gennaio 2021 Pubblicato da  4 Commenti

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, lasciatemi dire che ogni tanto in questi tempi tempestosi e certamente non facili che stiamo vivendo qualche momento di puro piacere lo si incontra.

Oggi, come avete visto da un post precedente, il Vaticano avrebbe – inutilmente, per fortuna – cercato di ostacolare o bloccare una lettera dei vescovi americani diretta al nuovo presidente, Joe (Sleepy) Biden in cui gli si chiedeva di non allargare il ricorso all’aborto, che uccide un milione di bambini all’anno negli Stati Uniti, e di affrontare insieme le cause del fenomeno.

Il messaggio è apparso egualmente sul sito della Conferenza Episcopale Americana, e questo ha fatto sì che il card. Cupich, di Chicago, filo dem, amico degli amici di McCarrick e compagnia cantante, dopo aver cercato invano di opporsi ha pubblicato su Twitter un tweet che diceva: “Oggi la Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti ha rilasciato una dichiarazione sconsiderata il giorno dell’inaugurazione del presidente Biden”.

Ovviamente questa presa di posizione ha provocato reazioni diverse. E ve ne parlerò. Ma quella che come spesso accade ho trovato irresistibile è stata la risposta di Eccles, (@BruvverEccles). Eccola:

“Oggi gli altri 11 apostoli hanno rilasciato una dichiarazione sconsiderata sulla crocifissione di Nostro Signore”.

Il cardinale Iscariota”.

Fra gli altri commenti mi è piaciuto questo, di Kevin Tierney, (@CatholicSmark), che diceva:

“Rido di come Cupich abbia cercato di organizzare un’insurrezione contro il capo della USCCB, tutti hanno rifiutato, così lui ha scritto una serie di tweet lamentosi. Non so se i cardinali del Rinascimento fossero anche così patetici”.

Altri erano più duri:

“E chiaramente non sei un granché come prete. I preti che pensano come te sono la ragione per cui molti di noi si sentono disconnessi dalla Chiesa”.

Oppure:

“Lei ha davvero bisogno di scegliere una nuova Religione.  È chiaro praticamente a tutti che qualunque cosa lei sia, NON è cattolico”.

E non possiamo non citare il lapidario Steve Skojec, di OnePeterFive:

“Pentiti. Fai sembrare Giuda un dilettante”.

E concludiamo.

“Biden rende molto chiara la sua posizione sulla sua “fede cattolica”. Egli causa scandalo e lei, CdL Cupich, ancora di più per non aver riorientato lui o chiunque altro alla verità sul grave peccato dell’aborto. È vostro dovere salvare le anime”.

Comunque, grazie Eccles. Hai portato un sorriso su queste vecchie labbra.

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